venerdì 5 febbraio 2016

DAL 01 AL 05 FEBBRAIO 2016 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

01 FEBBRAIO 2016


DALLA CAMERA OSCURA -Il Ghetto di Vilnius
DAL 26/01/2016 AL 03/04/2016               
Il Ghetto di Vilnius Quando nel 1941 Vilnius (Lituania) fu conquistata dai tedeschi, nella città vecchia vennero costruiti due ghetti per contenere la numerosa comunità ebraica residente. Gli abitanti del ghetto più piccolo furono uccisi o deportati già nell'inverno del 1941; il secondo ghetto - più grande - sopravvisse fino al 1943. Il primo settembre di quell'anno i residenti cercarono di ribellarsi all'oppressione nazista; il fallimento di questa ribellione portò alla distruzione dello stesso ghetto. La popolazione ebraica lituana prima della seconda guerra mondiale ammontava a circa 220.000 persone. Durante l'invasione tedesca del giugno 1941, 206.800 ebrei furono uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori lituani.
Da questa gravità indicibile, ecco il lavoro in bianco e nero di John Batho (pioniere della fotografia a colori) da lui realizzato a Vilnius nel 1998 sul luogo del Ghetto. Le fotografie sono negativi stampati dove il Ghetto è deserto, in stato di reliquia. Si intravede una carrozzina, le cassette della posta, le tracce della vita come era. Il silenzio, la luce, la luce bianca ci fanno sentire il soffio della gente assente e la luce infinita brilla ancora sul luogo. Solo la fotografia, tornando alla matrice del negativo, ha potuto materializzare questa luce che John Batho ha visto nel Ghetto di Vilnius.
Con e nella stessa idea di luce, John Batho fotografa in PRÉSENTS & ABSENTS (1998) il passaggio delle persone di fronte ad una cabina della camera oscura. (Le persone sono posizionate di fronte ad una cabina della camera oscura, attrezzata di un vetro grande, coperto dal vapore. I modelli sono passanti, anonimi visitatori del Centro d’Arte Contemporanea della città. Questo dispositivo produce una silhouette, una sagoma, una forma fugace come appena abbozzata. […]La precisione della presa di vista, rende tangibile la presenza e la materia sullo schermo di vetro, e tutti i dettagli del velo di vapore.) Come dice John Batho stesso: dietro un vetro annebbiato, le persone posano su un fondo bianco. Le loro sagome si sospendono nel passaggio fra opaco e trasparente. Loro compaiono come convocate dopo un tempo lontano. Le silhouettes, per la loro presenza tenuta, a meta cancellata, incarnano una identità alle volte individuale e universale.
Con questo lavoro magistrale John Batho evoca dall’assenza, la presenza di un segno sempre indelebile nonostante i passaggi della vita.
Nel Campo del Ghetto Nuovo è presente dal 25 aprile 1980 “Il Monumento dell’Olocausto”, opera dell’artista lituano Arbit Blatas. Sempre dello stesso artista - nel Ghetto veneziano - è presente dal 19 settembre 1993 l’opera “L’ultimo treno”. a cura di Živa Kraus
John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia nel 2007 ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo, e ancora ha dedicato spazio a quest’opera di Batho nell’ultima mostra 'Venezia Immagine - fotografie di John Batho e Franco Fontana.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35979.htm








tradizioni veneziane
Carnevale di Venezia - Creatum
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
Un Carnevale con i veneziani, che coinvolgerà tutte le varie città di Venezia e che sarà dedicato alle arti, ai mestieri e alle tradizioni della città.
«Sarà un’edizione importante e particolare al tempo stesso per l’arrivo di nuove figure nello staff che cura la regia della manifestazione – ha detto Piero Rosa Salva – Quest’anno ci dobbiamo confrontare con un Carnevale che si svolge in un periodo cosiddetto “basso” che comporta maggiori difficoltà organizzative ma che non ci ha spinto a cambiare le abitudini cristiane che indicano nel periodo che precede la Quaresima e si conclude la notte del martedì grasso i festeggiamenti del Carnevale. Sarà un’edizione che riporta le tradizioni e i mestieri protagonisti, in cui abbiamo cercato di costruire un forte legame con il territorio e con la città. Una sfida che contiamo di vincere soprattutto grazie a quella che ci auspichiamo sia una grande partecipazione popolare».
Il Carnevale dei mestieri, come è stata ribattezzata l’edizione di quest’anno, sposa, dunque, l'anima più autentica di Venezia coinvolgendo il territorio metropolitano. Il tema è stato scelto dal neo direttore artistico del Carnevale di Venezia Marco Maccapani.
«Ho pensato ad una manifestazione che riportasse Venezia al centro, non a livello estetico di città conosciuta in tutto il mondo per i suoi scorci e la sua unica conformazione ma per quello che nasconde dentro, nella sua storia, nelle sue botteghe, nella sua gente, quello che mi è piaciuto chiamare Creatum. Sono partito da alcuni “nizioleti”, le tipiche indicazioni toponomastiche che danno nome a calli e campielli, e che riportano nella maggior parte nomi di mestieri antichi. Ho quindi pensato di coinvolgere quelle che sono le eccellenze cittadine, quelle di cui questa città deve andare orgogliosa e che sono un autentico patrimonio da ostentare. Ecco quindi l’idea di piazza San Marco che non avrà più un palco come fulcro ma una sorta di grande officina aperta, un piazza globale, pulita, accessibile e visibile in cui sarà costruita una gondola in 11 giorni, dove verranno prodotte manualmente le maschere tipiche veneziane, dove si potrà ammirare l’arte di realizzare un costume da Carnevale e dove si lavorerà il vetro, con una riproduzione autentica di una fornace tipica muranese». Tra le novità l’assenza del grande palco in Piazza San Marco, dove invece sarà possibile vedere al lavoro gli artigiani dei mestieri più antichi della città; e poi il divertimento all’Arsenale e molto altro come da programma c. Il tutto nell’ottica di coinvolgere non solo Venezia ma anche le isole e la sua terraferma, con una visione turistica finalizzata sempre più a far vivere esperienze a chi viene in visita alla città.
dettagli










MOSTRA D’ARTE DECORATIVA ROMENA “MITOLOGIE TESSILI”
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
“Ci puoi parlare delle persone, le loro storie e le loro emozioni in molti modi. Il vecchio stile di vita come spettacolo – noi siamo gli attori di questo mondo – è proposto ora in un modo insolito. Tessuto, la consistenza e il colore diventa tridimensionale e diventa il suo proprio carattere – storia, emozione. Tecnica pari a mestiere di arte viva, ridere e ballare attraverso il colore dalle forme originali e composizione.”
Durante l’evento, Ana Ponta esporrà una serie di bambole da collezione, attraverso un esercizio di maestria che porterà il pubblico nel mondo delle bambole decorative. Ogni pezzo è unico e lavorato a mano. L’artista riesce a portare alla realtà, attraverso burattini, un mondo magico, svariato ed emozionante. Domenica, 31 gennaio 2016, e domenica, 7 febbraio 2016, nel intervallo orario 16:00–17:00 avrà luogo un piccolo atelier di prezentazione dove saranno realizzate delle bambole in materiale tessile (gruppo massimo di persone 8/atelier). Per prenotazioni: istiorga@tin.it
Ana Ponta è un artista che ama il tessuto, sa ascoltare e cogliere i suoi doni da oltre 35 anni. Le prove, varie volte superate con successo, in varie direzioni d'arte, grafica, costumi, oggetti di design, hanno raggiunto negli ultimi anni la maestria nella modellazione del tessuto, che valorizza l’esperienza di una vita professionale impegnativa. Altre informazioni sull’artista Ana Ponta:
La mostra, realizzata con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, potrà essere visitata presso la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia da martedì a domenica, nell’intervallo orario 10-13 e 15-18. L’entrata è libera. La mostra fa parte del programma ufficiale del Carnevale di Venezia 2016
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35910.htm








LA STANZA DI CLARISSA
dal 31/01/2016 al 29/02/2016
Piera Benetti
LA STANZA DI CLARISSA 1916 – 2016
Nel 1924, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, Virginia Woolf dà alle stampe il romanzo La Signora Dalloway. Nel corso di un ricevimento Clarissa, la protagonista, viene a sapere che un giovane uomo, reduce di guerra profondamente turbato dai ricordi, si è suicidato. Alla notizia Clarissa abbandona gli ospiti e si ritira sola in una stanza vuota. Nell'esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell'Isola di San Servolo, accanto all'archivio dell'Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore, come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto. I suoi lavori, realizzati su vetro o su carta, lo leggono nei luoghi degli Altipiani trentini che nel 1916 si trovarono sulla linea del fronte: gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna. Mostrano ciò che oggi vi coglie lo sguardo di chi si trovi a passarvi. Rotta ogni gerarchia, superata nella lezione delle Avanguardie l'idea che sia possibile una rappresentazione unitaria del reale, le opere esposte ricostruiscono i percorsi dello sguardo attraverso vaste campiture di colore lavorate in tensione che rendono il sentire nella sua complessità e simultaneità.
dettagli
Biglietto: entrata libera- free entrance
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36020.htm













02 FEBBRAIO 2016


tradizioni veneziane
Carnevale di Venezia - Creatum
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
Un Carnevale con i veneziani, che coinvolgerà tutte le varie città di Venezia e che sarà dedicato alle arti, ai mestieri e alle tradizioni della città.
«Sarà un’edizione importante e particolare al tempo stesso per l’arrivo di nuove figure nello staff che cura la regia della manifestazione – ha detto Piero Rosa Salva – Quest’anno ci dobbiamo confrontare con un Carnevale che si svolge in un periodo cosiddetto “basso” che comporta maggiori difficoltà organizzative ma che non ci ha spinto a cambiare le abitudini cristiane che indicano nel periodo che precede la Quaresima e si conclude la notte del martedì grasso i festeggiamenti del Carnevale. Sarà un’edizione che riporta le tradizioni e i mestieri protagonisti, in cui abbiamo cercato di costruire un forte legame con il territorio e con la città. Una sfida che contiamo di vincere soprattutto grazie a quella che ci auspichiamo sia una grande partecipazione popolare».
Il Carnevale dei mestieri, come è stata ribattezzata l’edizione di quest’anno, sposa, dunque, l'anima più autentica di Venezia coinvolgendo il territorio metropolitano. Il tema è stato scelto dal neo direttore artistico del Carnevale di Venezia Marco Maccapani.
«Ho pensato ad una manifestazione che riportasse Venezia al centro, non a livello estetico di città conosciuta in tutto il mondo per i suoi scorci e la sua unica conformazione ma per quello che nasconde dentro, nella sua storia, nelle sue botteghe, nella sua gente, quello che mi è piaciuto chiamare Creatum. Sono partito da alcuni “nizioleti”, le tipiche indicazioni toponomastiche che danno nome a calli e campielli, e che riportano nella maggior parte nomi di mestieri antichi. Ho quindi pensato di coinvolgere quelle che sono le eccellenze cittadine, quelle di cui questa città deve andare orgogliosa e che sono un autentico patrimonio da ostentare. Ecco quindi l’idea di piazza San Marco che non avrà più un palco come fulcro ma una sorta di grande officina aperta, un piazza globale, pulita, accessibile e visibile in cui sarà costruita una gondola in 11 giorni, dove verranno prodotte manualmente le maschere tipiche veneziane, dove si potrà ammirare l’arte di realizzare un costume da Carnevale e dove si lavorerà il vetro, con una riproduzione autentica di una fornace tipica muranese». Tra le novità l’assenza del grande palco in Piazza San Marco, dove invece sarà possibile vedere al lavoro gli artigiani dei mestieri più antichi della città; e poi il divertimento all’Arsenale e molto altro come da programma c. Il tutto nell’ottica di coinvolgere non solo Venezia ma anche le isole e la sua terraferma, con una visione turistica finalizzata sempre più a far vivere esperienze a chi viene in visita alla città.
dettagli



DALLA CAMERA OSCURA -Il Ghetto di Vilnius
DAL 26/01/2016 AL 03/04/2016               
Il Ghetto di Vilnius Quando nel 1941 Vilnius (Lituania) fu conquistata dai tedeschi, nella città vecchia vennero costruiti due ghetti per contenere la numerosa comunità ebraica residente. Gli abitanti del ghetto più piccolo furono uccisi o deportati già nell'inverno del 1941; il secondo ghetto - più grande - sopravvisse fino al 1943. Il primo settembre di quell'anno i residenti cercarono di ribellarsi all'oppressione nazista; il fallimento di questa ribellione portò alla distruzione dello stesso ghetto. La popolazione ebraica lituana prima della seconda guerra mondiale ammontava a circa 220.000 persone. Durante l'invasione tedesca del giugno 1941, 206.800 ebrei furono uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori lituani.
Da questa gravità indicibile, ecco il lavoro in bianco e nero di John Batho (pioniere della fotografia a colori) da lui realizzato a Vilnius nel 1998 sul luogo del Ghetto. Le fotografie sono negativi stampati dove il Ghetto è deserto, in stato di reliquia. Si intravede una carrozzina, le cassette della posta, le tracce della vita come era. Il silenzio, la luce, la luce bianca ci fanno sentire il soffio della gente assente e la luce infinita brilla ancora sul luogo. Solo la fotografia, tornando alla matrice del negativo, ha potuto materializzare questa luce che John Batho ha visto nel Ghetto di Vilnius.
Con e nella stessa idea di luce, John Batho fotografa in PRÉSENTS & ABSENTS (1998) il passaggio delle persone di fronte ad una cabina della camera oscura. (Le persone sono posizionate di fronte ad una cabina della camera oscura, attrezzata di un vetro grande, coperto dal vapore. I modelli sono passanti, anonimi visitatori del Centro d’Arte Contemporanea della città. Questo dispositivo produce una silhouette, una sagoma, una forma fugace come appena abbozzata. […]La precisione della presa di vista, rende tangibile la presenza e la materia sullo schermo di vetro, e tutti i dettagli del velo di vapore.) Come dice John Batho stesso: dietro un vetro annebbiato, le persone posano su un fondo bianco. Le loro sagome si sospendono nel passaggio fra opaco e trasparente. Loro compaiono come convocate dopo un tempo lontano. Le silhouettes, per la loro presenza tenuta, a meta cancellata, incarnano una identità alle volte individuale e universale.
Con questo lavoro magistrale John Batho evoca dall’assenza, la presenza di un segno sempre indelebile nonostante i passaggi della vita.
Nel Campo del Ghetto Nuovo è presente dal 25 aprile 1980 “Il Monumento dell’Olocausto”, opera dell’artista lituano Arbit Blatas. Sempre dello stesso artista - nel Ghetto veneziano - è presente dal 19 settembre 1993 l’opera “L’ultimo treno”. a cura di Živa Kraus
John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia nel 2007 ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo, e ancora ha dedicato spazio a quest’opera di Batho nell’ultima mostra 'Venezia Immagine - fotografie di John Batho e Franco Fontana.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35979.htm






MOSTRA D’ARTE DECORATIVA ROMENA “MITOLOGIE TESSILI”
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
“Ci puoi parlare delle persone, le loro storie e le loro emozioni in molti modi. Il vecchio stile di vita come spettacolo – noi siamo gli attori di questo mondo – è proposto ora in un modo insolito. Tessuto, la consistenza e il colore diventa tridimensionale e diventa il suo proprio carattere – storia, emozione. Tecnica pari a mestiere di arte viva, ridere e ballare attraverso il colore dalle forme originali e composizione.”
Durante l’evento, Ana Ponta esporrà una serie di bambole da collezione, attraverso un esercizio di maestria che porterà il pubblico nel mondo delle bambole decorative. Ogni pezzo è unico e lavorato a mano. L’artista riesce a portare alla realtà, attraverso burattini, un mondo magico, svariato ed emozionante. Domenica, 31 gennaio 2016, e domenica, 7 febbraio 2016, nel intervallo orario 16:00–17:00 avrà luogo un piccolo atelier di prezentazione dove saranno realizzate delle bambole in materiale tessile (gruppo massimo di persone 8/atelier). Per prenotazioni: istiorga@tin.it
Ana Ponta è un artista che ama il tessuto, sa ascoltare e cogliere i suoi doni da oltre 35 anni. Le prove, varie volte superate con successo, in varie direzioni d'arte, grafica, costumi, oggetti di design, hanno raggiunto negli ultimi anni la maestria nella modellazione del tessuto, che valorizza l’esperienza di una vita professionale impegnativa. Altre informazioni sull’artista Ana Ponta:
La mostra, realizzata con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, potrà essere visitata presso la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia da martedì a domenica, nell’intervallo orario 10-13 e 15-18. L’entrata è libera. La mostra fa parte del programma ufficiale del Carnevale di Venezia 2016
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35910.htm







LA STANZA DI CLARISSA
dal 31/01/2016 al 29/02/2016
Piera Benetti
LA STANZA DI CLARISSA 1916 – 2016
Nel 1924, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, Virginia Woolf dà alle stampe il romanzo La Signora Dalloway. Nel corso di un ricevimento Clarissa, la protagonista, viene a sapere che un giovane uomo, reduce di guerra profondamente turbato dai ricordi, si è suicidato. Alla notizia Clarissa abbandona gli ospiti e si ritira sola in una stanza vuota. Nell'esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell'Isola di San Servolo, accanto all'archivio dell'Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore, come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto. I suoi lavori, realizzati su vetro o su carta, lo leggono nei luoghi degli Altipiani trentini che nel 1916 si trovarono sulla linea del fronte: gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna. Mostrano ciò che oggi vi coglie lo sguardo di chi si trovi a passarvi. Rotta ogni gerarchia, superata nella lezione delle Avanguardie l'idea che sia possibile una rappresentazione unitaria del reale, le opere esposte ricostruiscono i percorsi dello sguardo attraverso vaste campiture di colore lavorate in tensione che rendono il sentire nella sua complessità e simultaneità.
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Biglietto: entrata libera- free entrance
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36020.htm













03 FEBBRAIO 2016




mostre
TIRIL
dal 03/02/2016 al 20/02/2016
In concomitanza, nel vicino a palazzo Loredan in campo Santo Stefano, presso l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, il 3 febbraio si inaugura la personale dell’artista Tiril. Tiril è nata a Londra e vive in Alabama negli Stati Uniti. Lavora su tela, carta e tavola di tutte le dimensioni utilizzando svariate tecniche diverse. “Il mio lavoro è puramente intuitivo. L'idea si presenta durante la creazione del dipinto stesso. Ogni dipinto per me è la manifestazione di uno straordinario momento dell'esistenza, una conferma nella realtà del viaggio dello spirito. Credo che attraverso il linguaggio dell'arte, siamo capaci di comunicare ai più alti livelli vibrazionali.”
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35852.htm










DALLA CAMERA OSCURA -Il Ghetto di Vilnius
DAL 26/01/2016 AL 03/04/2016               
Il Ghetto di Vilnius Quando nel 1941 Vilnius (Lituania) fu conquistata dai tedeschi, nella città vecchia vennero costruiti due ghetti per contenere la numerosa comunità ebraica residente. Gli abitanti del ghetto più piccolo furono uccisi o deportati già nell'inverno del 1941; il secondo ghetto - più grande - sopravvisse fino al 1943. Il primo settembre di quell'anno i residenti cercarono di ribellarsi all'oppressione nazista; il fallimento di questa ribellione portò alla distruzione dello stesso ghetto. La popolazione ebraica lituana prima della seconda guerra mondiale ammontava a circa 220.000 persone. Durante l'invasione tedesca del giugno 1941, 206.800 ebrei furono uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori lituani.
Da questa gravità indicibile, ecco il lavoro in bianco e nero di John Batho (pioniere della fotografia a colori) da lui realizzato a Vilnius nel 1998 sul luogo del Ghetto. Le fotografie sono negativi stampati dove il Ghetto è deserto, in stato di reliquia. Si intravede una carrozzina, le cassette della posta, le tracce della vita come era. Il silenzio, la luce, la luce bianca ci fanno sentire il soffio della gente assente e la luce infinita brilla ancora sul luogo. Solo la fotografia, tornando alla matrice del negativo, ha potuto materializzare questa luce che John Batho ha visto nel Ghetto di Vilnius.
Con e nella stessa idea di luce, John Batho fotografa in PRÉSENTS & ABSENTS (1998) il passaggio delle persone di fronte ad una cabina della camera oscura. (Le persone sono posizionate di fronte ad una cabina della camera oscura, attrezzata di un vetro grande, coperto dal vapore. I modelli sono passanti, anonimi visitatori del Centro d’Arte Contemporanea della città. Questo dispositivo produce una silhouette, una sagoma, una forma fugace come appena abbozzata. […]La precisione della presa di vista, rende tangibile la presenza e la materia sullo schermo di vetro, e tutti i dettagli del velo di vapore.) Come dice John Batho stesso: dietro un vetro annebbiato, le persone posano su un fondo bianco. Le loro sagome si sospendono nel passaggio fra opaco e trasparente. Loro compaiono come convocate dopo un tempo lontano. Le silhouettes, per la loro presenza tenuta, a meta cancellata, incarnano una identità alle volte individuale e universale.
Con questo lavoro magistrale John Batho evoca dall’assenza, la presenza di un segno sempre indelebile nonostante i passaggi della vita.
Nel Campo del Ghetto Nuovo è presente dal 25 aprile 1980 “Il Monumento dell’Olocausto”, opera dell’artista lituano Arbit Blatas. Sempre dello stesso artista - nel Ghetto veneziano - è presente dal 19 settembre 1993 l’opera “L’ultimo treno”. a cura di Živa Kraus
John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia nel 2007 ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo, e ancora ha dedicato spazio a quest’opera di Batho nell’ultima mostra 'Venezia Immagine - fotografie di John Batho e Franco Fontana.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35979.htm







MOSTRA D’ARTE DECORATIVA ROMENA “MITOLOGIE TESSILI”
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
“Ci puoi parlare delle persone, le loro storie e le loro emozioni in molti modi. Il vecchio stile di vita come spettacolo – noi siamo gli attori di questo mondo – è proposto ora in un modo insolito. Tessuto, la consistenza e il colore diventa tridimensionale e diventa il suo proprio carattere – storia, emozione. Tecnica pari a mestiere di arte viva, ridere e ballare attraverso il colore dalle forme originali e composizione.”
Durante l’evento, Ana Ponta esporrà una serie di bambole da collezione, attraverso un esercizio di maestria che porterà il pubblico nel mondo delle bambole decorative. Ogni pezzo è unico e lavorato a mano. L’artista riesce a portare alla realtà, attraverso burattini, un mondo magico, svariato ed emozionante. Domenica, 31 gennaio 2016, e domenica, 7 febbraio 2016, nel intervallo orario 16:00–17:00 avrà luogo un piccolo atelier di prezentazione dove saranno realizzate delle bambole in materiale tessile (gruppo massimo di persone 8/atelier). Per prenotazioni: istiorga@tin.it
Ana Ponta è un artista che ama il tessuto, sa ascoltare e cogliere i suoi doni da oltre 35 anni. Le prove, varie volte superate con successo, in varie direzioni d'arte, grafica, costumi, oggetti di design, hanno raggiunto negli ultimi anni la maestria nella modellazione del tessuto, che valorizza l’esperienza di una vita professionale impegnativa. Altre informazioni sull’artista Ana Ponta:
La mostra, realizzata con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, potrà essere visitata presso la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia da martedì a domenica, nell’intervallo orario 10-13 e 15-18. L’entrata è libera. La mostra fa parte del programma ufficiale del Carnevale di Venezia 2016
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35910.htm







tradizioni veneziane
Carnevale di Venezia - Creatum
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
Un Carnevale con i veneziani, che coinvolgerà tutte le varie città di Venezia e che sarà dedicato alle arti, ai mestieri e alle tradizioni della città.
«Sarà un’edizione importante e particolare al tempo stesso per l’arrivo di nuove figure nello staff che cura la regia della manifestazione – ha detto Piero Rosa Salva – Quest’anno ci dobbiamo confrontare con un Carnevale che si svolge in un periodo cosiddetto “basso” che comporta maggiori difficoltà organizzative ma che non ci ha spinto a cambiare le abitudini cristiane che indicano nel periodo che precede la Quaresima e si conclude la notte del martedì grasso i festeggiamenti del Carnevale. Sarà un’edizione che riporta le tradizioni e i mestieri protagonisti, in cui abbiamo cercato di costruire un forte legame con il territorio e con la città. Una sfida che contiamo di vincere soprattutto grazie a quella che ci auspichiamo sia una grande partecipazione popolare».
Il Carnevale dei mestieri, come è stata ribattezzata l’edizione di quest’anno, sposa, dunque, l'anima più autentica di Venezia coinvolgendo il territorio metropolitano. Il tema è stato scelto dal neo direttore artistico del Carnevale di Venezia Marco Maccapani.
«Ho pensato ad una manifestazione che riportasse Venezia al centro, non a livello estetico di città conosciuta in tutto il mondo per i suoi scorci e la sua unica conformazione ma per quello che nasconde dentro, nella sua storia, nelle sue botteghe, nella sua gente, quello che mi è piaciuto chiamare Creatum. Sono partito da alcuni “nizioleti”, le tipiche indicazioni toponomastiche che danno nome a calli e campielli, e che riportano nella maggior parte nomi di mestieri antichi. Ho quindi pensato di coinvolgere quelle che sono le eccellenze cittadine, quelle di cui questa città deve andare orgogliosa e che sono un autentico patrimonio da ostentare. Ecco quindi l’idea di piazza San Marco che non avrà più un palco come fulcro ma una sorta di grande officina aperta, un piazza globale, pulita, accessibile e visibile in cui sarà costruita una gondola in 11 giorni, dove verranno prodotte manualmente le maschere tipiche veneziane, dove si potrà ammirare l’arte di realizzare un costume da Carnevale e dove si lavorerà il vetro, con una riproduzione autentica di una fornace tipica muranese». Tra le novità l’assenza del grande palco in Piazza San Marco, dove invece sarà possibile vedere al lavoro gli artigiani dei mestieri più antichi della città; e poi il divertimento all’Arsenale e molto altro come da programma c. Il tutto nell’ottica di coinvolgere non solo Venezia ma anche le isole e la sua terraferma, con una visione turistica finalizzata sempre più a far vivere esperienze a chi viene in visita alla città.
dettagli







LA STANZA DI CLARISSA
dal 31/01/2016 al 29/02/2016
Piera Benetti
LA STANZA DI CLARISSA 1916 – 2016
Nel 1924, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, Virginia Woolf dà alle stampe il romanzo La Signora Dalloway. Nel corso di un ricevimento Clarissa, la protagonista, viene a sapere che un giovane uomo, reduce di guerra profondamente turbato dai ricordi, si è suicidato. Alla notizia Clarissa abbandona gli ospiti e si ritira sola in una stanza vuota. Nell'esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell'Isola di San Servolo, accanto all'archivio dell'Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore, come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto. I suoi lavori, realizzati su vetro o su carta, lo leggono nei luoghi degli Altipiani trentini che nel 1916 si trovarono sulla linea del fronte: gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna. Mostrano ciò che oggi vi coglie lo sguardo di chi si trovi a passarvi. Rotta ogni gerarchia, superata nella lezione delle Avanguardie l'idea che sia possibile una rappresentazione unitaria del reale, le opere esposte ricostruiscono i percorsi dello sguardo attraverso vaste campiture di colore lavorate in tensione che rendono il sentire nella sua complessità e simultaneità.
dettagli
Biglietto: entrata libera- free entrance
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36020.htm








04 FEBBRAIO 2016


Carnevale di Venezia all'Ateneo Veneto
dal 04/02/2016 al 04/02/2016
CARNEVALE DI VENEZIA 2016 ALL’ATENEO VENETO
La lettera di Galileo a Leonardo Donato Doge di Venezia, 24 agosto 1609
Voce recitante di Michele Guidi
La musica della luna - I Galilei a Venezia Giovanna Dissera Bragadin (contralto), Gianluca Geremia (liuto, tiorba), Silvia De Rosso (viola da gamba), Maria Jovanovic (virginale)
Musiche di V. Galilei, G. Caccini, J. Peri, J. H. Kapsberger, C. Merulo, G. Croce, B. Donato, A. Grandi
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Biglietto: entrata libera fino ad esaurimento posti
Prenotazione: consigliata
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36054.htm









DALLA CAMERA OSCURA -Il Ghetto di Vilnius
DAL 26/01/2016 AL 03/04/2016               
Il Ghetto di Vilnius Quando nel 1941 Vilnius (Lituania) fu conquistata dai tedeschi, nella città vecchia vennero costruiti due ghetti per contenere la numerosa comunità ebraica residente. Gli abitanti del ghetto più piccolo furono uccisi o deportati già nell'inverno del 1941; il secondo ghetto - più grande - sopravvisse fino al 1943. Il primo settembre di quell'anno i residenti cercarono di ribellarsi all'oppressione nazista; il fallimento di questa ribellione portò alla distruzione dello stesso ghetto. La popolazione ebraica lituana prima della seconda guerra mondiale ammontava a circa 220.000 persone. Durante l'invasione tedesca del giugno 1941, 206.800 ebrei furono uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori lituani.
Da questa gravità indicibile, ecco il lavoro in bianco e nero di John Batho (pioniere della fotografia a colori) da lui realizzato a Vilnius nel 1998 sul luogo del Ghetto. Le fotografie sono negativi stampati dove il Ghetto è deserto, in stato di reliquia. Si intravede una carrozzina, le cassette della posta, le tracce della vita come era. Il silenzio, la luce, la luce bianca ci fanno sentire il soffio della gente assente e la luce infinita brilla ancora sul luogo. Solo la fotografia, tornando alla matrice del negativo, ha potuto materializzare questa luce che John Batho ha visto nel Ghetto di Vilnius.
Con e nella stessa idea di luce, John Batho fotografa in PRÉSENTS & ABSENTS (1998) il passaggio delle persone di fronte ad una cabina della camera oscura. (Le persone sono posizionate di fronte ad una cabina della camera oscura, attrezzata di un vetro grande, coperto dal vapore. I modelli sono passanti, anonimi visitatori del Centro d’Arte Contemporanea della città. Questo dispositivo produce una silhouette, una sagoma, una forma fugace come appena abbozzata. […]La precisione della presa di vista, rende tangibile la presenza e la materia sullo schermo di vetro, e tutti i dettagli del velo di vapore.) Come dice John Batho stesso: dietro un vetro annebbiato, le persone posano su un fondo bianco. Le loro sagome si sospendono nel passaggio fra opaco e trasparente. Loro compaiono come convocate dopo un tempo lontano. Le silhouettes, per la loro presenza tenuta, a meta cancellata, incarnano una identità alle volte individuale e universale.
Con questo lavoro magistrale John Batho evoca dall’assenza, la presenza di un segno sempre indelebile nonostante i passaggi della vita.
Nel Campo del Ghetto Nuovo è presente dal 25 aprile 1980 “Il Monumento dell’Olocausto”, opera dell’artista lituano Arbit Blatas. Sempre dello stesso artista - nel Ghetto veneziano - è presente dal 19 settembre 1993 l’opera “L’ultimo treno”. a cura di Živa Kraus
John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia nel 2007 ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo, e ancora ha dedicato spazio a quest’opera di Batho nell’ultima mostra 'Venezia Immagine - fotografie di John Batho e Franco Fontana.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35979.htm






MOSTRA D’ARTE DECORATIVA ROMENA “MITOLOGIE TESSILI”
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
“Ci puoi parlare delle persone, le loro storie e le loro emozioni in molti modi. Il vecchio stile di vita come spettacolo – noi siamo gli attori di questo mondo – è proposto ora in un modo insolito. Tessuto, la consistenza e il colore diventa tridimensionale e diventa il suo proprio carattere – storia, emozione. Tecnica pari a mestiere di arte viva, ridere e ballare attraverso il colore dalle forme originali e composizione.”
Durante l’evento, Ana Ponta esporrà una serie di bambole da collezione, attraverso un esercizio di maestria che porterà il pubblico nel mondo delle bambole decorative. Ogni pezzo è unico e lavorato a mano. L’artista riesce a portare alla realtà, attraverso burattini, un mondo magico, svariato ed emozionante. Domenica, 31 gennaio 2016, e domenica, 7 febbraio 2016, nel intervallo orario 16:00–17:00 avrà luogo un piccolo atelier di prezentazione dove saranno realizzate delle bambole in materiale tessile (gruppo massimo di persone 8/atelier). Per prenotazioni: istiorga@tin.it
Ana Ponta è un artista che ama il tessuto, sa ascoltare e cogliere i suoi doni da oltre 35 anni. Le prove, varie volte superate con successo, in varie direzioni d'arte, grafica, costumi, oggetti di design, hanno raggiunto negli ultimi anni la maestria nella modellazione del tessuto, che valorizza l’esperienza di una vita professionale impegnativa. Altre informazioni sull’artista Ana Ponta:
La mostra, realizzata con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, potrà essere visitata presso la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia da martedì a domenica, nell’intervallo orario 10-13 e 15-18. L’entrata è libera. La mostra fa parte del programma ufficiale del Carnevale di Venezia 2016
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35910.htm







tradizioni veneziane
Carnevale di Venezia - Creatum
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
Un Carnevale con i veneziani, che coinvolgerà tutte le varie città di Venezia e che sarà dedicato alle arti, ai mestieri e alle tradizioni della città.
«Sarà un’edizione importante e particolare al tempo stesso per l’arrivo di nuove figure nello staff che cura la regia della manifestazione – ha detto Piero Rosa Salva – Quest’anno ci dobbiamo confrontare con un Carnevale che si svolge in un periodo cosiddetto “basso” che comporta maggiori difficoltà organizzative ma che non ci ha spinto a cambiare le abitudini cristiane che indicano nel periodo che precede la Quaresima e si conclude la notte del martedì grasso i festeggiamenti del Carnevale. Sarà un’edizione che riporta le tradizioni e i mestieri protagonisti, in cui abbiamo cercato di costruire un forte legame con il territorio e con la città. Una sfida che contiamo di vincere soprattutto grazie a quella che ci auspichiamo sia una grande partecipazione popolare».
Il Carnevale dei mestieri, come è stata ribattezzata l’edizione di quest’anno, sposa, dunque, l'anima più autentica di Venezia coinvolgendo il territorio metropolitano. Il tema è stato scelto dal neo direttore artistico del Carnevale di Venezia Marco Maccapani.
«Ho pensato ad una manifestazione che riportasse Venezia al centro, non a livello estetico di città conosciuta in tutto il mondo per i suoi scorci e la sua unica conformazione ma per quello che nasconde dentro, nella sua storia, nelle sue botteghe, nella sua gente, quello che mi è piaciuto chiamare Creatum. Sono partito da alcuni “nizioleti”, le tipiche indicazioni toponomastiche che danno nome a calli e campielli, e che riportano nella maggior parte nomi di mestieri antichi. Ho quindi pensato di coinvolgere quelle che sono le eccellenze cittadine, quelle di cui questa città deve andare orgogliosa e che sono un autentico patrimonio da ostentare. Ecco quindi l’idea di piazza San Marco che non avrà più un palco come fulcro ma una sorta di grande officina aperta, un piazza globale, pulita, accessibile e visibile in cui sarà costruita una gondola in 11 giorni, dove verranno prodotte manualmente le maschere tipiche veneziane, dove si potrà ammirare l’arte di realizzare un costume da Carnevale e dove si lavorerà il vetro, con una riproduzione autentica di una fornace tipica muranese». Tra le novità l’assenza del grande palco in Piazza San Marco, dove invece sarà possibile vedere al lavoro gli artigiani dei mestieri più antichi della città; e poi il divertimento all’Arsenale e molto altro come da programma c. Il tutto nell’ottica di coinvolgere non solo Venezia ma anche le isole e la sua terraferma, con una visione turistica finalizzata sempre più a far vivere esperienze a chi viene in visita alla città.
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LA STANZA DI CLARISSA
dal 31/01/2016 al 29/02/2016
Piera Benetti
LA STANZA DI CLARISSA 1916 – 2016
Nel 1924, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, Virginia Woolf dà alle stampe il romanzo La Signora Dalloway. Nel corso di un ricevimento Clarissa, la protagonista, viene a sapere che un giovane uomo, reduce di guerra profondamente turbato dai ricordi, si è suicidato. Alla notizia Clarissa abbandona gli ospiti e si ritira sola in una stanza vuota. Nell'esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell'Isola di San Servolo, accanto all'archivio dell'Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore, come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto. I suoi lavori, realizzati su vetro o su carta, lo leggono nei luoghi degli Altipiani trentini che nel 1916 si trovarono sulla linea del fronte: gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna. Mostrano ciò che oggi vi coglie lo sguardo di chi si trovi a passarvi. Rotta ogni gerarchia, superata nella lezione delle Avanguardie l'idea che sia possibile una rappresentazione unitaria del reale, le opere esposte ricostruiscono i percorsi dello sguardo attraverso vaste campiture di colore lavorate in tensione che rendono il sentire nella sua complessità e simultaneità.
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Biglietto: entrata libera- free entrance
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36020.htm












05 FEBBRAIO 2016


tradizioni veneziane
Carnevale di Venezia - Creatum
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
Un Carnevale con i veneziani, che coinvolgerà tutte le varie città di Venezia e che sarà dedicato alle arti, ai mestieri e alle tradizioni della città.
«Sarà un’edizione importante e particolare al tempo stesso per l’arrivo di nuove figure nello staff che cura la regia della manifestazione – ha detto Piero Rosa Salva – Quest’anno ci dobbiamo confrontare con un Carnevale che si svolge in un periodo cosiddetto “basso” che comporta maggiori difficoltà organizzative ma che non ci ha spinto a cambiare le abitudini cristiane che indicano nel periodo che precede la Quaresima e si conclude la notte del martedì grasso i festeggiamenti del Carnevale. Sarà un’edizione che riporta le tradizioni e i mestieri protagonisti, in cui abbiamo cercato di costruire un forte legame con il territorio e con la città. Una sfida che contiamo di vincere soprattutto grazie a quella che ci auspichiamo sia una grande partecipazione popolare».
Il Carnevale dei mestieri, come è stata ribattezzata l’edizione di quest’anno, sposa, dunque, l'anima più autentica di Venezia coinvolgendo il territorio metropolitano. Il tema è stato scelto dal neo direttore artistico del Carnevale di Venezia Marco Maccapani.
«Ho pensato ad una manifestazione che riportasse Venezia al centro, non a livello estetico di città conosciuta in tutto il mondo per i suoi scorci e la sua unica conformazione ma per quello che nasconde dentro, nella sua storia, nelle sue botteghe, nella sua gente, quello che mi è piaciuto chiamare Creatum. Sono partito da alcuni “nizioleti”, le tipiche indicazioni toponomastiche che danno nome a calli e campielli, e che riportano nella maggior parte nomi di mestieri antichi. Ho quindi pensato di coinvolgere quelle che sono le eccellenze cittadine, quelle di cui questa città deve andare orgogliosa e che sono un autentico patrimonio da ostentare. Ecco quindi l’idea di piazza San Marco che non avrà più un palco come fulcro ma una sorta di grande officina aperta, un piazza globale, pulita, accessibile e visibile in cui sarà costruita una gondola in 11 giorni, dove verranno prodotte manualmente le maschere tipiche veneziane, dove si potrà ammirare l’arte di realizzare un costume da Carnevale e dove si lavorerà il vetro, con una riproduzione autentica di una fornace tipica muranese». Tra le novità l’assenza del grande palco in Piazza San Marco, dove invece sarà possibile vedere al lavoro gli artigiani dei mestieri più antichi della città; e poi il divertimento all’Arsenale e molto altro come da programma c. Il tutto nell’ottica di coinvolgere non solo Venezia ma anche le isole e la sua terraferma, con una visione turistica finalizzata sempre più a far vivere esperienze a chi viene in visita alla città.
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DALLA CAMERA OSCURA -Il Ghetto di Vilnius
DAL 26/01/2016 AL 03/04/2016               
Il Ghetto di Vilnius Quando nel 1941 Vilnius (Lituania) fu conquistata dai tedeschi, nella città vecchia vennero costruiti due ghetti per contenere la numerosa comunità ebraica residente. Gli abitanti del ghetto più piccolo furono uccisi o deportati già nell'inverno del 1941; il secondo ghetto - più grande - sopravvisse fino al 1943. Il primo settembre di quell'anno i residenti cercarono di ribellarsi all'oppressione nazista; il fallimento di questa ribellione portò alla distruzione dello stesso ghetto. La popolazione ebraica lituana prima della seconda guerra mondiale ammontava a circa 220.000 persone. Durante l'invasione tedesca del giugno 1941, 206.800 ebrei furono uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori lituani.
Da questa gravità indicibile, ecco il lavoro in bianco e nero di John Batho (pioniere della fotografia a colori) da lui realizzato a Vilnius nel 1998 sul luogo del Ghetto. Le fotografie sono negativi stampati dove il Ghetto è deserto, in stato di reliquia. Si intravede una carrozzina, le cassette della posta, le tracce della vita come era. Il silenzio, la luce, la luce bianca ci fanno sentire il soffio della gente assente e la luce infinita brilla ancora sul luogo. Solo la fotografia, tornando alla matrice del negativo, ha potuto materializzare questa luce che John Batho ha visto nel Ghetto di Vilnius.
Con e nella stessa idea di luce, John Batho fotografa in PRÉSENTS & ABSENTS (1998) il passaggio delle persone di fronte ad una cabina della camera oscura. (Le persone sono posizionate di fronte ad una cabina della camera oscura, attrezzata di un vetro grande, coperto dal vapore. I modelli sono passanti, anonimi visitatori del Centro d’Arte Contemporanea della città. Questo dispositivo produce una silhouette, una sagoma, una forma fugace come appena abbozzata. […]La precisione della presa di vista, rende tangibile la presenza e la materia sullo schermo di vetro, e tutti i dettagli del velo di vapore.) Come dice John Batho stesso: dietro un vetro annebbiato, le persone posano su un fondo bianco. Le loro sagome si sospendono nel passaggio fra opaco e trasparente. Loro compaiono come convocate dopo un tempo lontano. Le silhouettes, per la loro presenza tenuta, a meta cancellata, incarnano una identità alle volte individuale e universale.
Con questo lavoro magistrale John Batho evoca dall’assenza, la presenza di un segno sempre indelebile nonostante i passaggi della vita.
Nel Campo del Ghetto Nuovo è presente dal 25 aprile 1980 “Il Monumento dell’Olocausto”, opera dell’artista lituano Arbit Blatas. Sempre dello stesso artista - nel Ghetto veneziano - è presente dal 19 settembre 1993 l’opera “L’ultimo treno”. a cura di Živa Kraus
John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia nel 2007 ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo, e ancora ha dedicato spazio a quest’opera di Batho nell’ultima mostra 'Venezia Immagine - fotografie di John Batho e Franco Fontana.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35979.htm








MOSTRA D’ARTE DECORATIVA ROMENA “MITOLOGIE TESSILI”
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
“Ci puoi parlare delle persone, le loro storie e le loro emozioni in molti modi. Il vecchio stile di vita come spettacolo – noi siamo gli attori di questo mondo – è proposto ora in un modo insolito. Tessuto, la consistenza e il colore diventa tridimensionale e diventa il suo proprio carattere – storia, emozione. Tecnica pari a mestiere di arte viva, ridere e ballare attraverso il colore dalle forme originali e composizione.”
Durante l’evento, Ana Ponta esporrà una serie di bambole da collezione, attraverso un esercizio di maestria che porterà il pubblico nel mondo delle bambole decorative. Ogni pezzo è unico e lavorato a mano. L’artista riesce a portare alla realtà, attraverso burattini, un mondo magico, svariato ed emozionante. Domenica, 31 gennaio 2016, e domenica, 7 febbraio 2016, nel intervallo orario 16:00–17:00 avrà luogo un piccolo atelier di prezentazione dove saranno realizzate delle bambole in materiale tessile (gruppo massimo di persone 8/atelier). Per prenotazioni: istiorga@tin.it
Ana Ponta è un artista che ama il tessuto, sa ascoltare e cogliere i suoi doni da oltre 35 anni. Le prove, varie volte superate con successo, in varie direzioni d'arte, grafica, costumi, oggetti di design, hanno raggiunto negli ultimi anni la maestria nella modellazione del tessuto, che valorizza l’esperienza di una vita professionale impegnativa. Altre informazioni sull’artista Ana Ponta:
La mostra, realizzata con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, potrà essere visitata presso la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia da martedì a domenica, nell’intervallo orario 10-13 e 15-18. L’entrata è libera. La mostra fa parte del programma ufficiale del Carnevale di Venezia 2016
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35910.htm








LA STANZA DI CLARISSA
dal 31/01/2016 al 29/02/2016
Piera Benetti
LA STANZA DI CLARISSA 1916 – 2016
Nel 1924, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, Virginia Woolf dà alle stampe il romanzo La Signora Dalloway. Nel corso di un ricevimento Clarissa, la protagonista, viene a sapere che un giovane uomo, reduce di guerra profondamente turbato dai ricordi, si è suicidato. Alla notizia Clarissa abbandona gli ospiti e si ritira sola in una stanza vuota. Nell'esporre i suoi lavori nello spazio della Manica Lunga dell'Isola di San Servolo, accanto all'archivio dell'Ospedale Psichiatrico che conserva le cartelle di quanti vi furono ricoverati a seguito dei traumi del conflitto, Piera Benetti intende creare uno spazio in cui quel dolore, come nella stanza di Clarissa, possa trovare ascolto. I suoi lavori, realizzati su vetro o su carta, lo leggono nei luoghi degli Altipiani trentini che nel 1916 si trovarono sulla linea del fronte: gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna. Mostrano ciò che oggi vi coglie lo sguardo di chi si trovi a passarvi. Rotta ogni gerarchia, superata nella lezione delle Avanguardie l'idea che sia possibile una rappresentazione unitaria del reale, le opere esposte ricostruiscono i percorsi dello sguardo attraverso vaste campiture di colore lavorate in tensione che rendono il sentire nella sua complessità e simultaneità.
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Biglietto: entrata libera- free entrance
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36020.htm





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