martedì 26 febbraio 2013

MARZO 2013 VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

 MARZO 2013

Primavera a Venezia

 
La primavera è la stagione del risveglio dal periodo buio e freddo dell’inverno, quando i giardini entrano nel pieno del loro fulgore e la città si desta: le calli si animano di veneziani e turisti incoraggiati ad uscire dalle prime giornate di sole, il vociare dei bambini che giocano per strada rimbomba nei campi, i plateatici di bar e ristoranti si riempiono di tavoli dove gustare un aperitivo o una cena all’aperto….La primavera è dunque uno dei momenti ideali per visitare Venezia e le sue bellezze artistiche, la città si risveglia, l’atmosfera che si respira è molto tranquilla, c’è un minor afflusso turistico e le tariffe alberghiere sono migliori. In questo periodo si può godere del verde pubblico della città o i parchi della terraferma. A questi giardini pubblici si devono aggiungere i numerosi giardini privati che impreziosiscono case e ville della laguna, veri e proprio gioielli che consigliamo assolutamente di visitare. Non dimentichiamo inoltre in terraferma le splendide Ville Venete, un tempo dimora estiva delle più facoltose famiglie veneziane.

Con i primi caldi vale la pena anche recarsi nelle spiagge del nostro territorio, al Lido di Venezia o a Cavallino-Treporti, per passeggiare lungo la banchina e ammirare gli splendidi tramonti sul mare. In queste zone sarà frequente incontrare gli amanti degli sport: dal jogging agli sport acquatici, dal golf all’equitazione fino alle semplici escursioni in bicicletta al Lido di Venezia o a Cavallino-Treporti. A maggio un suggestivo appuntamento sportivo vi aspetta a Cavallino-Treporti: la Night Marathon, mentre ogni quattro anni si svolge il Palio delle Repubbliche Marinare, una competizione annuale disputata tra le quattro Antiche Repubbliche Marinare, Amalfi, Genova, Pisa e Venezia, che a turno organizzano la manifestazione, per celebrare i fasti e rievocare le vicende delle quattro Repubbliche le cui flotte dominarono nel medioevo il Mediterraneo.

Non dimentichiamo poi i Mercatini dell'antiquariato e collezionismo che iniziano a marzo e proseguono fino a dicembre dove è sempre facile trovare ottime occasioni per acquistare regali ai propri cari.

L’agenda eventi primaverile è molto ricca:
il primo appuntamento della stagione è fissato per la seconda domenica di marzo con la Su e Zo per i ponti, una maratona non competitiva, segue poi il 25 aprile la Festa di San Marco, patrono della città, caratterizzata da una gara in gondola nel bacino di San Marco. In questo giorno gli uomini veneziani regalano alle loro mogli o innamorate una rosa rossa, il bocolo.
Si prosegue il 1 maggio con la Festa della Sparesea a Cavallino, una festa e regata dedicate agli asparagi della nuova stagione, mentre la domenica dopo l’Ascensione è la volta della Festa della Sensa, le cui origini si perdono nella più antica storia di Venezia, quando si celebra lo sposalizio tra Venezia e il mare con una suggestiva regata che da bacino San Marco giunge fino al Lido di Venezia.
L’ultimo appuntamento della stagione, ma non per questo meno importante, si svolge la domenica dopo la Festa della Sensa:la Vogalonga, una regata di 32 Km a cui partecipano professionisti, ma anche dilettanti della voga.
 
 
 
Dal 29 marzo al 18 maggio 2013
 

Art@Hilton: Giulio Rigoni    Lacqua nel pozzo 1s1 Copia

 
Dal 29 marzo al 18 maggio 2013 secondo appuntamento per Art@Hilton con l'esposizione di Giulio Rigoni all’Hilton Molino Stucky Venice.
L’Hotel rinnova la propria attenzione nei confronti degli artisti legati alla città lagunare con il secondo appuntamento di Art@Hilton, il ciclo di mostre d'arte che si susseguiranno per tutto il 2013 all'interno del moderno capolavoro veneziano del Gruppo Hilton sull’isola della Giudecca.
Questa volta tocca a Giulio Rigoni che esporrà le proprie opere. I quadri di Rigoni, come quelli di tutti gli altri artisti noti ed emergenti che hanno preso e prenderanno parte all’iniziativa Art@Hilton, hanno come filo conduttore la città di Venezia. Le opere, esposte nelle aree comuni dell’Hotel situate accanto alla reception, sono accessibili agli ospiti e al pubblico esterno.
Anche questa volta la mostra sarà curata dalla Galleria D’arte Giudecca 795.
Giulio Rigoni, 36 anni, è nato a Roma e si è diplomato in Storia dell’Arte con studi approfonditi sulla pittura italiana pre-rinascimentale. Nelle sue opere raffigura Venezia come una città rappresentata e “consumata” infinite volte, ma che in fondo riesce sempre a sfuggire ad ogni tentativo di rinchiuderla dentro uno stereotipo. L’artista utilizza una particolare tecnica ad olio impreziosita da materiali pregiati come la foglia d'oro.
Tre saranno le serie che l’artista presenterà in questa occasione: Fuga da Venezia che racconta di un avvicinamento in massa di velieri che provoca la fuga degli abitanti della città lagunare; la Rosa dei Venti, dedicata alla Venezia che ha costruito le sue fortune sul mare e infine la serie Ricette Venete, esposta nella Executive Lounge, che rappresenta alcuni piatti della tradizione veneta mostrati in maniera divertente.
Le altre mostre in programma nel corso dell’anno sono:
- Dal 24 maggio al 28 luglio 2013 – Monica Marioni
- Dal 2 agosto al 2 settembre 2013 – Mostra Fotografica di Venezia dall’alto
- Dal 6 settembre al 14 ottobre 2013 – Giulia Nuti
- Dal 18 ottobre al 23 dicembre 2013 – Francesco Zavatta.
Per informazioni: www.molinostuckyhilton.com
Le manifestazioni potrebbero subire cambiamenti, pertanto vi consigliamo di verificare l'evento contattando direttamente gli enti organizzatori.
 
 
23 Marzo 2013

Hilton Molino Stucky Venice e l'Earth Hour 2013

Molino Stucky pool night 1

Il 23 marzo 2013 l'Hilton Molino Stucky Venice aderisce all’"Earth Hour 2013" a favore del risparmio energetico.
Hilton Molino Stucky Venice aderisce all’iniziativa internazionale Earth Hour 2013, che si svolgerà sabato 23 marzo dalle 20.30 alle 21.30, quando un milione di persone e organizzazioni in tutto il mondo spegneranno le luci in nome del risparmio energetico. Hilton Molino Stucky Venice, insieme a molti dei 3.900 hotel di Hilton Worldwide, prenderà parte all’evento spegnendo tutte le luci di servizio.
Si cenerà a lume di candela al Bacaromi, la Cicchetteria Veneziana dell’Hotel che propone una cucina raffinata e legata alle tradizioni locali. Candele anche allo Skyline Rooftop Bar, il locale panoramico situato all’8° piano dell’hotel, dove gli ospiti potranno gustare i fantastici cocktail preparati dal barman Riccardo Semeria, ammirando lo straordinario panorama della città dall’alto.“Siamo impegnati a contribuire attivamente a favore del risparmio energetico” ha commentato Alessandro Cabella, general manager dell’Hilton Molino Stucky Venice. “Incoraggeremo anche i nostri ospiti a unirsi all’iniziativa” ha concluso Cabella.
Earth Hour è un’iniziativa nata nel 2007 e viene promossa dal World Wildlife Fund (WWF), con l’obiettivo di dimostrare come anche piccoli gesti possano contribuire in modo significativo a ridurre il gas serra e i suoi effetti sul clima. Oltre 2.2 milioni di persone parteciparono alla prima celebrazione di Earth Hour a Sidney, Australia e da allora l’evento si è trasformato in un vero e proprio movimento. Oltre 7.000 città in 152 paesi hanno aderito aIl’Earth Hour 2013 spegnendo le proprie luci in segno di solidarietà.
Hilton Worldwide è la prima azienda multi-brand nel settore dell’ospitalità, che include la misurazione della sostenibilità tra gli standard dei propri marchi e che ha recentemente ottenuto le certificazioni ISO 9001 e ISO 14001 per la gestione degli aspetti ambientali e quelli relativi alla qualità. In linea con tali standard, gli hotel di Hilton Worldwide si impegnano a migliorare costantemente i propri risultati in termini di sostenibilità. Per tutti gli hotel del portfolio, Hilton Worldwide si è impegnata per 5 anni, dal 2009 al 2014, per ridurre del 20% il consumo energetico,le emissioni di CO2 e dei rifiuti, e del 10% il consumo d’acqua.
Nel 2012, Hilton Worldwide ha raggiunto, con due anni di anticipo, il suo obiettivo di risparmio rifiuti riducendoli del 23,3%. Inoltre, il Gruppo ha risparmiato oltre 174 milioni di dollari attraverso la riduzione di consumo energetico del 9,7%, di emissioni CO2 del 10,9% e dell’utilizzo d’acqua del 7,5%.
Il continuo impegno di Hilton Worldwide per migliorare i risultati in termini di business e di sostenibilità sono in linea con l’impegno del Gruppo nel progetto Travel with Purpose che ha lo scopo di creare valori condivisi nel settore e nelle comunità in cui opera. Lanciato nel 2011, Travel with Purpose si sviluppa su quattro aree principali: creare opportunità affinché le persone possano esprimere al meglio il loro potenziale; rafforzare i rapporti con le comunità in cui è presente; celebrare le diverse culture e il viaggio in quanto strumento di conoscenza; vivere in modo sostenibile attraverso la misurazione, l’analisi e il miglioramento dell’utilizzo delle risorse naturali.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito web www.hiltonworldwide.com/corporate-responsibility
 

Pasqua A Tavola


Uova e colombe, ma non solo. La tavola pasquale è un tripudio di tradizioni regionali, e più spesso ancora di singoli paesi o addirittura contrade, che si tramandano di generazione in generazione.
Altro che pietanze esotiche e prodotti importati dall’estero. Sulla tavola pasquale anche quest’anno vincono i piatti della tradizione, preparati con prodotti legati al territorio e meno costosi, ma che rivisitati riescono a dare il giusto sapore alla prossima Pasqua. Secondo oltre 7 chef stellati su 10 (72%), sulle tavole trionferà la cucina della nonna, riadattata per l’occasione, senza snaturarne la genuinità e la bontà. Secondo i masterchef italiani i prodotti made in Italy, rivisitati per la Pasqua, sono rassicuranti (36%), trasmettono l’idea di festa (32%) e hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo (27%). È quanto emerge da uno studio promosso da “Polli Cooking Lab”, l’osservatorio sulle tendenze alimentari dell’omonima azienda toscana, condotto attraverso interviste a 110 illustri chef nazionali per approfondire quale sarà la tendenza del 2013 a tavola.
Gli ingredienti che non possono mancare sulle tavole? Secondo i masterchef protagonisti saranno agnello (47%), uova (41%), fave (38%), carciofi (35%), pesce (33%), patate (30%), la cui combinazione è capace di dare il giusto tocco d’originalità.
 
 

22 Marzo 2013  - Giornata Mondiale dell’Acqua 2013


Il 22 Marzo 2013 sarà, come ogni anno, la Giornata Mondiale dell’Acqua.
La Giornata Mondiale dell’acqua è un evento che è stato istituito dalle Nazioni Unite e che si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare ed educare le persone al tema dell’acqua e avvicinarle al risparmio di questo bene primario tramite eventi e convegni organizzati nelle principali città del pianeta.
L'evento, raccomandato nel 1992 alla conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCED) e accolto dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che a partire dal 1993 ha fissato al 22 marzo la giornata internazionale dell'acqua, quest'anno mette la centro il tema della cooperazione.
Il 2013 è in particolare anche l’anno mondiale dell’acqua (o meglio della cooperazione idrica) indetto dall’ONU per sensibilizzare su una risorsa fondamentale per la vita nel pianeta e che viene spesso sprecata nella civiltà occidentale.
L'UNESCO è stato invitato a guidare le iniziative, proprio per il suo approccio multidisciplinare che unisce scienze naturali e sociali, istruzione, cultura e comunicazione che ben si coniuga con la natura intrinseca dell'acqua, risorsa universale che ha molteplici aspetti: culturali, educativi, scientifici, religiosi, etici, sociali, politici, giuridici, istituzionali ed economici.
Un approccio multidisciplinare è infatti essenziale per cogliere le molteplici sfaccettature implicite nell'uso e nella disponibilità di questa risorsa in ottica olistica.
Occorre anche costruire un consenso condiviso e dare risposte adeguate. L'obiettivo del 2013 è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di una maggiore cooperazione per affrontare le sfide che pone la gestione delle acque soprattutto per la crescita della domanda di accesso e il problema degli sprechi.
Il progetto intende mettere in evidenza le iniziative di cooperazione di successo, ma anche tutte le problematiche legate all'uso sostenibile delle risorsa e ai conflitti per il suo possesso e uso.
Sono previste diverse attività programmate e iniziative, presentate a Parigi presso la sede dell'UNESCO, ed altri eventi in tutto il mondo.
Eccovi dei dati molto interessanti sui consumi di acqua degli Italiani dell’Anea – Agenzia Napoletana Energia e Ambiente – che peraltro organizza la mostra convegno EnergyMed che si svolgerà a Napoli dall’11 al 13 Aprile:
“Ogni italiano consuma ogni giorno circa 300 litri d’acqua di cui molti risultano sprecati. In una famiglia italiana vengono utilizzati in una settimana 30 litri di acqua per bere, 150 per cucinare,60 per lavare frutta e verdura, 100 per le pulizie di casa, 80 litri per la pulizia personale, a cui vanno aggiunti ben 800 litri se utilizziamo la vasca da bagno contro i 200 litri se usiamo la doccia, 700 litri si consumano per l’uso del WC e fino a 300 per la lavatrice, senza considerare l’uso dell’acqua per innaffiare, lavare l’auto, riempire piscine ed altro.”
Sono dati che fanno riflettere, nel quotidiano non ce ne accorgiamo ma il nostro utilizzo di risorse è enorme se pensiamo che oltre un miliardo di persone nel pianeta non ha invece accesso all’acqua corrente …
Nel sito saranno messi a disposizione diversi materiali per la campagna in preparazione del Water Day.
www.unwater.org
 

Dal 16/03/2013 al 24/03/2013

Settimana Dell'Ambiente Veneto 2013

semaine environnement cambodge Ar Copia


Dal 16 al 24 marzo 2013 la Settimana dell’Ambiente Veneto farà da guida alla scoperta dei luoghi e delle azioni con cui la Regione preserva le risorse naturali.
Le finalità dell'iniziativa sono state illustrate stamane dall'assessore regionale all'ambiente Maurizio Conte in occasione della presentazione dell'edizione 2013 di Sep, il Salone internazionale dedicato all'ambiente, in programma in Fiera a Padova dal 19 al 22 marzo.
''Le due manifestazioni sono in sinergia - ha detto Conte - e serviranno a lanciare dal cuore del Veneto un messaggio forte di attenzione al territorio e all'ambiente, che si lega anche ad importanti opportunita' di carattere economico''.
Nell'ambito della settimana dell'Ambiente Veneto, aggiunge la nota, si potranno visitare oltre cinquanta siti dedicati alla tutela dal rischio idrogeologico, alla gestione del patrimonio idrico o al recupero dei rifiuti. In piu' si terranno convegni specialistici al Salone Internazionale dedicato all'Ambiente della Fiera di Padova e la prima edizione del concorso fotografico per le scuole 'Scatta l'Ambiente'.
''La maggiore attenzione al mondo della scuola e' la novità di questa edizione - ha detto Conte - perche' e' importante tenere vivo il dialogo con i ragazzi, perche' siano consapevoli che l'ambiente e' anche un'opportunita' professionale e di lavoro''. Agli studenti saranno dedicati anche laboratori didattici con l'utilizzo della multimedialita'.
La settimana dell'Ambiente Veneto e' realizzata dalla Regione in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Regionale Veneto, l'Universita' degli Studi di Padova, l'Arpav, l'Unione Veneta Bonifiche e l'Argav (Associazione Regionale Giornalisti Agricoli del Veneto e Trentino Alto Adige).
In allegato il programma completo della manifestizione.
Per ulteriori informazioni: www.regione.veneto.it

Le manifestazioni potrebbero subire cambiamenti, pertanto vi consigliamo di verificare l'evento contattando direttamente gli enti organizzatori.
Veneziaeventi.com non è responsabile di eventuali modifiche delle date dei singoli eventi.

 

“FORTEZZE VENEZIANE DEL MEDITERRANEO” A PALAZZO DUCALE

Dal: 08-03-2013 Al: 22-09-2013

Fino al 22 settembre 2013, nella sede del potere della un tempo potentissima Repubblica Serenissima, Palazzo Ducale a Venezia, è aperta l’interessante mostra documentaria “Fortezze veneziane del Mediterraneo” che ricostruisce, attraverso gli interessanti materiali del Gabinetto di Cartografia e della Biblioteca del Museo Correr, i sistemi militari veneziani di difesa e i capisaldi fortilizi dello Stato da Mar.
Nell’esposizione si possono ammirare le rappresentazioni di forti e fortezze sorte nei luoghi strategici e più sensibili lungo le rotte marittime veneziane del Mediterraneo, allo scopo di rendere sicuri i vitali commerci con il Levante.
Tra le principali opere che la mostra presenta, nella sezione dedicata al XVI secolo, vi è un’interessante e rara pergamena con la raffigurazione delle fortificazioni di Corfù. Si può ammirare anche una pianta di Zara databile tra il 1564 e il 1567 con un ambizioso progetto, mai realizzato, di ampliamento delle mura difensive al di là del porto per proteggere le sue strutture. Per il Settecento vale la pena ricordare i progetti di Matthias Johann von der Schulemburg per Corfù che sarà definita “la più bella e forte piazza di quante ve ne sono in Europa”, qui rappresentati da una pianta datata 1727, forse da ricondurre alla mano dell’ingegnere Antonio Moser de Filseck.

DAL 01/03/2013 AL 15/03/2013

Il cielo di Schifanoia

Una nuova vita per gli affreschi del Salone dei Mesi di Schifanoia. Si tratta di rievocazioni tramite immagini e video delle porzioni di affreschi esistenti, realizzati nel 1470 dai migliori artisti del tempo che prevedeva un salone diviso in 12 comparti dedicati ad ogni mese dell’anno. Solo sette comparti sono arrivati ben conservati fino a noi gli altri sono stati realizzati dall’artista ferrarese Maurizio Bonora attraverso la consulenza e l’analisi scientifica di Marco Bertozzi. Il lavoro dell’artista mescola le competenze artistiche delle botteghe ferraresi con la conoscenza dei manoscritti astrologici e storici dell’epoca. La mostra si propone di esporre studi di iconologia rinascimentale in collaborazione con i musei di Ferrara per preparare la riapertura delle sale di Palazzo Schifanoia. La mostra è a cura di Olivia Sara Carli e Emma Filipponi. Aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 19. Ingresso libero. 


"Incontro ...alla Musica, giovani realtà musicali veneziane".

DAL 23/02/2013 AL 23/03/2013

Chiesa di Sant'Elena

Incontri dedicati alle scuole di musica veneziane, edizione 2013

La rassegna è curata dall'Associazione Chiostro a Sant'Elena con Alessandro Sibilla, la manifestazione vuole mettere insieme alcune tra le più rappresentative associazioni presenti in città che promuovono la cultura della musica rivolgendosi ai bambini e ragazzi.

Ad ogni scuola sarà dedicato un sabato pomeriggio per poter raccontare attraverso le esibizioni dei ragazzi: metodi di insegnamento e le finalità dei loro vari progetti.

La prima edizione ha visto la partecipazione di un pubblico numeroso ed entusiasta.

- Sabato 23 febbraio alle 16 il primo appuntamento
   con il Liceo musicale Istituto di Istruzione Superiore "Marco Polo"

- Sabato 2 marzo alle 16 sarà dedicato alla:
   Scuola di musica Lambarena, e
   Scuola di musica Suzuki Barchettablu di Venezia

- Sabato 9 marzo alle 16
   sarà la volta della Scuola di musica Giuseppe Verdi,

- Sabato 16 marzo alle 16 verrà dedicato
   all'Associazione corale  Cantori Veneziani.

- Sabato 23 marzo alle 16.30
   L'ultimo appuntamento sarà dedicato al "grande" concerto che vedrà
   la partecipazione di tutte le scuole in Chiesa a Sant'Elena

L'ingresso è libero
Al termine di ciascuna esibizione, visita guidata alla Chiesa di Sant'Elena.

La nostra rivista “VISIT VENICE – Primavera 2013″ è on lineLA RIVISTA “VISIT VENICE – PRIMAVERA 2013″ è ON LINE

Dal: 22-02-2013 Al: 30-06-2013

E’ on line, e lo potete liberamente sfogliare e scaricare da qui ,il  Magazine trimestrale VISIT VENICE. La rivista sugli eventi che si svolgeranno a Venezia durante la primavera 2013 è anche disponibile per tutti coloro che sono iscritti alla nostra newsletter o alla nostra  Guida.
In questo numero troverete l’elenco e la descrizione dettagliata degli eventi più importanti che si svolgeranno a Venezia tra la fine dell’Inverno e la Primavera 2013.
Sono in programma numerose mostre tra cui quella dedicata a Manet che si svolgerà Palazzo Ducale, quella su Agatha Ruiz dela Prada e i suoi meravigliosi vestiti al Museo Correr, e poi ancora la Biennale d’arte (56 Mostra Internazionale di Arte Contemporanea) e l’ampliamento della collezione di Ca’ Pesaro con i pezzi raccolti da Ileana Sonnabend. Non mancherano le manifestazioni sportive, come la 35.a Edizione della SU E ZO PER I PONTI (maratona non competitiva per le calli e i campi di Venezia) e la VOGALONGA, o quelle folkloristiche come la FESTA DELLA SENSA.

CONCERTO CLASSICO - ARIE IN RASSEGNA

 Dal 10/02/2013 Al 24/03/2013
 La sesta stagione della “Rassegna Musicale Città di San Donà 2013” si apre con il concerto inaugurale di domenica 10 alle 16.30. Per l’occasione si esibiscono Giovanni Vello alla tromba e Francesca Francescato al pianoforte. Il programma del pomeriggio prevede l’esecuzione di arie di: Küffner, Gershwin, Thomè, Levy e Debussy. A seguire venerdì 22 alle 21 si esibiscono la soprano Elena De Simone e al pianoforte Carmen Anastasio. Venerdì 8 marzo il concerto comincia alle 21 con Tatiana Carpenedo, soprano, Alessandro Sessolo, baritono, e Gianluca Badon al pianoforte. L’ultimo appuntamento è per domenica 24 marzo alle 16.30 con la fisarmonica di Luca Piovesan e il pianoforte di francesca Vidal. Ingresso libero

CA’ D’ORO RACCONTA: FINESTRE SUL TERRITORIO – INCONTRI CON GLI AUTORI

Dal: 19-02-2013 Al: 30-04-2013  Ca’ d’Oro racconta: finestre sul territorio – Incontri con gli autori

Alla Ca’ d’Oro, splendido palazzo che si affaccia sul Canal Grande nonché sede della prestigiosa Galleria Franchetti, una serie di appuntamenti dal titolo “Ca’ d’Oro racconta: finestre sul territorio – Incontri con gli autori” . Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
In questo secondo ciclo di incontri l’attenzione verrà focalizzata su un altro aspetto specifico veneziano: la dimensione marittima che è all’origine dell’esistenza stessa di Venezia e ha permesso la costruzione di palazzi come la Ca’ d’Oro.
Ognuno degli appuntamenti del ciclo “Navi e marinai della Serenissima” affronterà un protagonista della storia navale veneziana: Angelo Emo, il suo ultimo grande ammiraglio, e gli strumenti della grandezza della Repubblica di San Marco… le sue navi, appunto.
Nel primo degli incontri in programma al museo, Federico Moro presenterà il suo studio sulla figura affascinante e controversa del grande ammiraglio veneziano.
Nei due successivi, Guido Ercole ci accompagnerà attraverso i segreti dei “proti” e dell’Arsenale, alla ricerca di nessi e saperi capaci di trasformare una distesa di fango e canneti in una città in grado di creare un potente impero marittimo, lo Stato da mar, e la meraviglia artistica ancora oggi sotto gli occhi di tutti. Un lascito prezioso da esplorare di continuo per non smarrirne il senso autentico e profondo.
Calendario degli incontri:
martedì 19 marzo, ore 17,30:
Guido Ercole, Le galee mediterranee GMT editore, 2008
martedì 30 aprile, ore 17,30:
Guido Ercole, Vascelli e fregate della Serenissima
GMT editore, 2011
Sala Conferenze di Ca’ d’Oro (Palazzo Duodo)
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti

8 Marzo - Festa della Donna

La Torta Mimosa

La torta mimosa è un dolce molto famoso che viene preparato in occasione della festa della donna, l’ 8 marzo.
Il nome della torta mimosa deriva proprio dal fatto che la copertura con cui viene decorata è fatta con il Pan di Spagna sbriciolato che ricorda appunto il fiore della mimosa, fiore simbolo della Festa della Donna.



LA RICETTA
Ingredienti per il Pan di Spagna:
Uova 6
Zucchero 180 gr
Farina 00 180 gr
Ingredienti per la Crema:
Latte 500 ml
Tuorli d'uovo 3
Zucchero 5 cucchiai
Farina 00 1 cucchiaio
Panna 500 ml
Gocce di Cioccolato
Preparazione
Cominciamo preparando il pan di spagna. In una ciotola versate i tuorli d'uovo e lo zucchero, lavorate il composto per 30 minuti con le fruste elettriche, abbiate pazienza di rispettare i tempi altrimenti il pan di spagna non verrà bene.
Passati 30 minuti aggiungete la farina ben setacciata ed incorporatela con un cucchiaio di legno con movimenti dal basso verso l'alto
Prendete una teglia tonda da 24 centimetri di diametro, imburratela ed infarinatela, versate l'impasto all'interno ed infornate a 180° nel ripiano più basso del forno per i primi 20 minuti dopodiché passate la teglia al ripiano centrale ed abbassate il forno a 150°, fate cuocere altri 10-15 minuti, fate la prova dello stecchino per verificare che il pan di spagna sia ben cotto e asciutto dentro.
Prepariamo ora la crema per la nostra torta mimosa. Mettete a scaldare in un pentolino capiente il latte, mentre il latte si scalda prendete un piccolo recipiente (va bene anche una tazza) e versate all'interno i tuorli con lo zucchero, lavorate il composto quindi aggiungete la farina setacciata ed incorporatela. Lavorate bene questo composto e verificate che non vi siano grumi. Prendete un mestolo di latte e versatelo nella tazza in modo tale da sciogliere bene il tutto, a questo punto versate tutto il contenuto della tazza nel pentolino con il latte ormai bollente, fate cuocere il tutto a fuoco molto basso e mescolando di continuo con un cucchiaio di legno. Quando avrete raggiunto una densità importante potete spegnere il fuoco e lasciare raffreddare.
Riprendete ora il pan di spagna. Tagliate superficialmente la calotta superiore e scavate l'interno del pan di spagna in modo da formare un 'buco'. Tenete da parte il pan di spagna tolto.
Montate, quindi, la metà della panna con due cucchiai di zucchero. Unite ora la panna e le gocce di cioccolato alla crema che ormai si sarà raffreddata e mescolate il tutto.
Riempite il pan di spagna con la crema ottenuta e adagiate sopra la calotta di pan di spagna precedentemente tagliata.
Montate la restante panna, con cui ricoprite tutta la torta con un leggero strato. Per finire ricoprite la torta con l'interno del pan di spagna sbriciolato.
La torta mimosa è pronta!

 

Storia

La Storia dello Spritz
 

Lo Spritz è un aperitivo alcolico molto popolare nel Triveneto, a base di vino Prosecco con aggiunta di un liquore (come Aperol, Campari o Select) che gli conferisce un colore rosso/arancio e una spruzzata di acqua frizzante o seltz.
Spritz è il nome "scientifico", ma viene comunemente denominato Spriss o Spriz o, spesso, Sprisseto. Spritz deriverebbe dal verbo tedesco “spritzen”, spruzzare, che richiamerebbe quindi il gesto di aggiungere l’acqua al vino; secondo altri il nome della bevanda sarebbe, invece, legato a quello di un vino austriaco tipico della regione del Wachau.
Per molti, infatti, lo Spritz nacque durante il periodo della dominazione Asburgica in Veneto nell’ 800. I soldati, ma anche i vari commercianti, diplomatici e lavoratori dell’impero Asburgico d'istanza in Veneto, abituatisi ben presto all'uso locale di bere vino in osteria, non si trovavano però a loro agio con la grande varietà di vini veneti, dalla gradazione troppo elevata rispetto al tenore alcolico cui erano avvezzi. Da qui la richiesta agli osti locali di spruzzare un po’ d’acqua all’interno dei vini (spritzen, in tedesco) per renderli più leggeri. Lo Spritz originale, infatti, era rigorosamente composto di vino bianco frizzante, o da vino rosso, diluiti con acqua fresca. Tra l’altro, nelle chiacchiere dei nostri nonni, sicuramente si può ricordare come al bancone di un bar chiedevano uno Spritz quando volevano vino ed acqua, od uno Spritz macchiato se volevano una piccola correzione di Bitter.
Se l’origine della parola Spritz è di origine Austriaca, l’abitudine di mescolare al vino un po’ d’acqua per renderla una bevanda leggera ed estiva è un’usanza tipicamente veneta già da molto prima dell’arrivo degli austriaci in Veneto. Chi fa risalire quest’usanza al medioevo, chi all’epoca romana, chi addirittura la fa iniziare con la nascita del vino nelle popolazioni paleovenete.
Una prima evoluzione dello Spritz arrivò nei primi anni del 1900, quando iniziarono a diffondersi i sifoni per l’Acqua di Seltz. Il seltz, per definizione, è un’acqua molto gassata che si accompagna molto bene nella preparazione di cocktail. A differenza dell’acqua minerale gassata, nella quale le bollicine vengono aggiunte all’imbottigliamento, l’acqua di Seltz viene addizionata tramite una piccola bomboletta di gas collegata alla bottiglia. Grazie all’acqua di Seltz, che arrivava dalla città di Selters, una località tedesca da cui proviene un’acqua minerale ricca di anidride carbonica, era possibile rendere frizzante anche uno Spritz composto da vini fermi e tranquilli. Questa evoluzione aprì lo Spritz a nuove tipologie di clientela, come ad esempio le nobildonne austriache, che ora potevano permettersi una bevanda leggera come grado alcolico, ma con un tocco di glamour per la tipologia di preparazione. E forse fu questo l’inizio di un’evoluzione creativa che ha portato lo Spritz alle ricette di oggi: dettate dalla grande varietà di versioni esistenti, tutte simili ma mai nessuna uguale, e legata strettamente al territorio ed ai suoi ingredienti e legami con il passato.
Con il passare degli anni l'aperitivo è "cresciuto" con l'infinita varietà di possibili aggiunte...come ad esempio i liquori più o meno forti: Aperol, Bitter, Select (quasi esclusivamente, quest'ultimo, nella città di Venezia) o un amaro di colore nero come la China Martini e il Cynar e una buccia di limone, a seconda dei gusti immersa o semplicemente strizzata nel bicchiere.
La sua ricetta è avvolta da un'aura di mistero... o forse non è mai esistita! Non esiste una composizione univoca per lo spritz ma varianti cittadine, a loro volta interpretate liberamente dai baristi, ognuno con una propria preparazione particolare. La gradazione alcolica è quindi variabile, ma si può valutare mediamente sugli 8°. Un comune denominatore tra le varianti esistenti è comunque la presenza di Prosecco e acqua gassata o seltz, che quantitativamente devono essere almeno al 40% e al 30%; il restante 30% viene completato dalle più svariate tipologie di bevande alcoliche, a volte anche mischiati, con la regola non scritta di preservare una colorazione rossa del cocktail. A concludere l’opera una fetta di limone, d'arancia o un'oliva e qualche cubetto di ghiaccio
Una storia molto interessante da raccontare riguarda l’Arsenale di Venezia …
Di come la Serenissima avesse particolare cura dei suoi operai navali, gli arsenalotti, è cosa ben nota: a loro era riservato un trattamento economico di favore, garanzie di sostentamento in caso di malattia, erano nominati guardiani nelle sedute del Maggior Consiglio all’interno della Loggetta progettata per loro da Sansovino ed erano i vogatori del Bucintoro nelle manifestazioni ufficiali del Doge. A loro inoltre era riservato un trattamento speciale quotidiano che oggi possiamo definire “merenda”… A metà pomeriggio, infatti, per tutte le maestranze e gli operai dell’Arsenale, vi era una piccola pausa in cui venivano serviti pane e vino rosso per ritemprare gli operai dalle fatiche del lavoro, mentre con la calura dei mesi estivi il tutto era sostituito da gallette e una bevanda a base di vino allungata con un po’ d’acqua fresca di pozzo… Una sorta di Spritz, servito però 500 anni prima dell’avvento degli austriaci nel nostro territorio!
Fonti:
www.spritz.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Spritz


La Storia Dello Squero
squeroLo squero è il tipico cantiere per imbarcazioni a remi della città di Venezia.
ALLE ORIGINI DELLO SQUERO




In origine, a Venezia il termine squero indicava genericamente il cantiere navale per la costruzione, la manutenzione e il ricovero delle imbarcazioni di ogni dimensione, sia a remi che a vela, spaziando dai piccoli sandołeti fino alle grandi galee da guerra. Con l'accentramento nell'Arsenale dell'attività cantieristica per le navi più grosse, sia militari che mercantili, l'ambito degli squeri si specializzò sulle imbarcazioni più piccole, di uso privato.
La tradizione degli squeri è antica quanto Venezia, essendo questa città indissolubilmente legata all'acqua e quindi alle imbarcazioni per il trasporto di persone ed oggetti. "Barca xe casa" fu detto per secoli a Venezia.
L'etimologia del nome potrebbe essere legata alla parola dialettale squara, ossia la squadra, strumento di lavoro fondamentale per i maestri d'ascia. Secondo altre fonti, il termine potrebbe derivare dalla parola inglese square ("quadrato") a indicare la forma delle tettoie in legno usate nei cantieri per tenere le imbarcazioni al coperto o ancora, potrebbe derivare dal greco ἐσχάριον (eschárion), "cantiere".
Lo squero è caratterizzato da un piano inclinato verso il canale o il rio per la messa a secco e il varo delle barche. Alle spalle del piano, recintato su due lati, è presente una costruzione in legno coperta e aperta verso il piano di varo, detta tesa talvolta associata ad un piano superiore destinato ad abitazione dello squerariol. La tesa costituisce allo stesso tempo la zona di lavoro vera e propria, al riparo dalle intemperie, e il deposito degli attrezzi.
Ai tempi della Repubblica di Venezia gli squeri erano diffusi su tutto il territorio urbano, come testimonia tuttora la toponomastica cittadina con le numerose Calle del Squero presenti un po' ovunque. C'era però una particolare concentrazione a Castello, nella zona dove ora si trova la Riva dei Sette Martiri (dove i cantieri vennero smantellati proprio per far posto alla nuova via), a Dorsoduro e alla Giudecca, sul lato rivolto verso la parte sud della laguna. Nel corso degli anni molti squeri sono scomparsi e altri sono stati trasformati a causa della notevole diminuzione dell'uso delle barche a remi. In questi ultimi anni l'uso della vetroresina al posto del legno ha ulteriormente aumentato la crisi di questo settore artigianale. L'attività degli squeri ancora presenti nella città è legata principalmente alla gondola e in parte alle altre imbarcazioni a remi e a vela tipiche della laguna di Venezia.
UN LENTO DECLINO FINO QUASI ALLA SCOMPARSA
Attualmente nell'ambito cittadino, insieme ad alcuni cantieri minori, sopravvivono solo sei squeri propriamente detti: tre a Dorsoduro, due alla Giudecca e uno a Castello.
I tre squeri di Dorsoduro sono lo squero Tramontin, agli Ognissanti; il confinante squero Bonaldo, sempre agli Ognissanti ma che ha perso completamente la sua funzione, divenendo rimessaggio barche; lo squero noto come Squero di San Trovaso. Questi squeri producono quasi esclusivamente gondole.
I due squeri della Giudecca sono lo squero Crea, proprietà del regatante Gianfranco Vianello detto Crea, che è anche l'unico a consegnare le gondole complete di tutti gli accessori compresi remi e forcole, e lo squero Costantini-Dei Rossi, molto fedele alla tipologia classica dello squero.
Lo squero di Castello è lo squero San Giuseppe, proprietà della Società di Mutuo Soccorso fra Carpentieri e Calfati.
Oltre agli squeri citati, in città esistono altri cantieri di dimensioni minori, dove l'attività è però limitata alle piccole riparazioni e al ricovero delle barche. La crisi del settore, che sembra non colpire solo gli squeri storici della città, è legata a diversi e complessi fattori quali la carenza e la precarietà degli spazi, l'elevata età dei maestri più titolati, l'elevato costo delle riparazioni e delle lavorazioni in legno, spesso sostituito dalla vetroresina o dal compensato marino (più facili da lavorare e meno costosi), il ridotto numero di maestranze specializzate e la legislazione che ostacola in varie fornite l'attività degli squeraroli. Un segnale di ripresa è rappresentato dal progetto di sviluppo di un polo per la cantieristica minore alla Giudecca, nel quale dovrebbe trovare ampio spazio anche l'attività di formazione rivolta ai giovani che vogliono avvicinarsi a questo difficile mestiere.
LO SQUERO DI SAN TROVASO
Lo Squero di San Trovaso che prende il nome dalla chiesa adiacente appartiene alla Cooperativa Daniele Manin ed è il più famoso, quantomeno come struttura. Nella forma, isolata dal contesto dei canali, ricorda un quadretto alpino, sottolineando come le più antiche e rinomate famiglie di squeraroli siano di origini montane (Cadore e Val Zoldana). I giovani delle valli che seguivano il percorso fluviale dei legni tentavano l'avventura in città come squeraroli, portando con sé la sapienza della trattazione del legno e l'elevata capacità carpentiera. Negli anni '50 capo cantiere dello squero fu il grande maestro d'ascia Giovanni "Nino" Giupponi. Negli ultimi anni nello squero hanno lavorato Gastone Nardo, discepolo di Tramontin, e il figlio Ettore. L'attività dello squero, come quella degli squeri Tramontin e Bonaldo è limitata alla costruzione e riparazione delle gondole.
L’attività di questo squero è testimoniata fin dal 600 ed è uno splendido esempio di squero che ha conservato intatto tutto il suo fascino originale, con le tese per il ricovero delle barche e il piano in terra battuta degradante verso il canale per il varo a mano delle imbarcazioni, con il solo aiuto di rulli in legno.
La sua particolarità è che le case d’abitazione delle maestranze sono del tutto anomale rispetto al contesto urbano di Venezia. Testimone di un’antica arte in via di estinzione, è possibile visitarlo, vedere all’opera la maestria dei carpentieri e sentire ancora gli antichi odori di legno e canapa.

 La Storia Della Colomba Pasquale
colomba
Importante simbolo della Pasqua, oltre all’uovo, è la colomba, da sempre simbolo di pace.
La colomba pasquale si ricollega, infatti, all’episodio della Genesi in cui si parla del diluvio universale:alla fine del diluvio fu proprio la colomba infatti a tornare da Noè, portando nel becco un ramoscello d’ulivo a testimonianza dell’avvenuta riconciliazione fra Dio e il suo popolo il che segnava la fine del castigo divino e l’inizio di una nuova epoca per tutta l’umanità. Ecco perché la colomba che vola in un cielo azzurro, con l’ulivo nel becco è in tutto il mondo simbolo di pace e gioia.
 
 
LA LEGGENDA DI RE ALBOINO
Il dolce pasquale a forma di colomba, consumato al termine del pranzo di Pasqua, nasce come tradizione, verso la metà del VI secolo. La storia racconta che sceso in Italia con le sue truppe, Re Alboino sovrano dei Longobardi, dopo un terribile assedio durato tre anni, riuscì ad entrare ed occupare la città di Pavia il giorno della vigilia di Pasqua, nel 572. Alboino, prima di trafiggere gli abitanti con la spada e appiccare il fuoco alla città, ricevette dal popolo stesso di Pavia, molti regali, in segno di sottomissione.
Tra i regali vi erano dodici bellissime fanciulle, destinate ad allietare le notti del re e mentre egli, sovrano feroce, ma generoso al tempo stesso, stava decidendo sul destino della città, si presentò davanti a lui un vecchio artigiano con dei pani dolci. Il vecchio s’inchino solennemente davanti al trono, ubicato nel sagrato della basilica e rivolgendosi con rispetto all’invasore disse: “Sire, sono venuto a porgerti queste colombe, quale tributo di pace nel giorno di Pasqua”.
Il re assaggiò così i pani, che gli piacquero così tanto da indurlo a sentenziare: “Pace sia! Inoltre rispetterò sempre le colombe, simbolo della tua delizia.” Il dono fatto dal vecchio pasticcere altro non era che un’astuta idea per salvare la città e i suoi abitanti.
Quando Alboino interrogò le giovani ragazze chiedendo loro il nome, tutte risposero di chiamarsi Colomba. Egli capì il sottile inganno, ma decise comunque di rispettare la promessa fatta e non solo risparmiò la città ed i suoi abitanti, ma accantonò la sua bramosia sessuale e rispettò anche le giovinette a lui donate.
LA LEGGENDA DI BARBAROSSA
Secondo alcuni invece la creazione del dolce pasquale a forma di colomba è legata ad un’altra leggenda, che risale al tempo della Battaglia di Legnano (1176) quando i Comuni Lombardi sconfissero l’invasore Federico Barbarossa. Si dice, infatti, che, proprio durante la battaglia, tre colombe bianche si fossero posate sopra le insegne lombarde e il condottiero Carroccio ritenne che proprio i tre volatili portarono fortuna al suo esercito, per questo motivo fece creare in loro omaggio un dolce a forma di colomba.
LA NASCITA DELLA COLOMBA COME DOLCE INDUSTRIALE
In realtà la colomba come la conosciamo oggi (prodotto industriale di massa) è una tradizione nata da esigenze industriali, più che da tradizioni legate al territorio come la torta Pasqualina o le sfrappole.
Nei primi del Novecento l'azienda milanese Motta decide di confezionare un prodotto simile al panettone, ma con un aspetto decisamente legato alla Pasqua. Nasce la colomba, un dolce con un impasto simile a quello del panettone, ma che si arricchisce di una copertura di amaretto. Non a caso nel 1930 la Motta commissiona ad un artista specializzato in manifesti pubblicitari, Cassandre, un affiche sulla colomba con questo slogan "Colomba pasquale Motta, il dolce che sa di primavera". La forma a colomba del dolce è, infatti, una scelta dettata non solo dalla simbologia, ma anche dalla stagione, la primavera.
Da allora sono sfornate colombe pasquali in moltissime varianti: ricoperte di cioccolato e granella di zucchero, farcite di crema all’arancio, alla nocciola, ai frutti di bosco, al cioccolato ecc…
UNA PREPARAZIONE LUNGA PER ESALTARE IL GUSTO
La colomba pasquale occupa ormai un posto di tutto rispetto nella gastronomia italiana ed oggi rappresenta una produzione di eccellenza delle pasticcerie artigianali. Dolce delicato, deve essere soffice, fragrante all'esterno e umida all'interno e deve essere lievitata naturalmente per una notte intera. La mattina dopo viene fatto un secondo impasto a cui si uniscono farina, zucchero, uova cubetti di arancia candita. Dopo una mezz'ora di riposo l'impasto viene porzionato nelle diverse pezzature; dopo quattro ore di ulteriore lievitazione si ricoprono con pasta di mandorle, zucchero e amaretto. Dopo la cottura riposano almeno 7 ore e vengono, poi, confezionate.
Storia, leggende e gusto … ecco com’è nato questo buonissimo dolce che allieta le nostre tavole ogni anno durante la Pasqua!
 

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