giovedì 31 dicembre 2015

DAL 26 AL 31 DICEMBRE 2015 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

26 DICEMBRE 2015

Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm






MOSTRA PERSONALE DI ALESSANDRO ANGELI
dal 19/12/2015 al 07/01/2016


Il nome di Alessandro Angeli circola negli ultimi tempi con sempre maggiore frequenza nell’ambiente fotoamatoriale di zona. La tematica della sua produzione più recente è improntata all’architettura ed al paesaggio urbano della Venezia insulare e dell’immediato entroterra con particolare attenzione all’edilizia minore e quella degli anni della speculazione edilizia (1950-70) o del boom delle edificazioni negli anni ’80, ma lungi dall’intento di rappresentare pedissequamente una realtà oggettiva, l’autore sceglie di decontestualizzare radicalmente le ambientazioni e giunge a risultati di stampo grafico e concettuale. Le sue immagini, molto apprezzate anche nella rete dei social network, si caratterizzano per il puntiglioso rigore compositivo, la sintesi formale ed il contrasto degli accostamenti coloristici. Veneziano, classe 1962, di professione architetto, durante i corsi di laurea è stato allievo di Italo Zannier che gli ha autorevolmente trasmesso le nozioni di tecnica e storia della fotografia. Non nuovo ad esporre a Venezia, ha già realizzato mostre personali presso vari spazi espositivi in centro storico, nonché partecipato a collettive al Palazzo delle Prigioni e al Lido. Nel 2015 è in programma la sua partecipazione ad una collettiva con l’Associazione Marghera Fotografia, presso il “Brolo” di Mogliano Veneto, ed una sua personale dal titolo “Marghera – Memento Urbis 2015”, presso la sede comunale di Marghera.
Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35797.htm







Off Shore- Immagini di confine
dal 19/12/2015 al 17/01/2016
OFFSHORE Immagini di Confine Le fotografie di Giovanni Nardi per Rafiki Pediatri per l'Africa
sala espositiva Paolo Costantini terzo piano ingresso libero Bambina soffia su un guanto in gomma usato come palloncino Immagine presente in mostra Non sono pericoloso, sono in pericolo Anonimo rifugiato
Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno. Paulo Coelho
Giovanni Nardi, fotografo mestrino trapiantato a Milano, cerca di indagare il tema della migrazione (e degli sbarchi sulle coste italiane) con un occhio che vuole evidenziare l’emergenza umanitaria che il fenomeno rappresenta - da un punto di vista non solo umano ma anche e soprattutto socio-culturale - e approfondire l’impatto che un fenomeno di questa dimensione, per dimensione e durata, può avere non solo su chi arriva, ma anche su chi accoglie. Interessatosi a questo fenomeno tanto discusso, ma sentendo di non poterlo comprendere se non vedendolo e vivendolo in prima persona, comincia la collaborazione con Rafiki – Pediatri per l’Africa. La Onlus veneziana dal 2007 compie azioni di supporto socio-sanitario nei paesi subsahariani, ed è impegnata oggi sui moli del porto di Pozzallo insieme a Medici senza Frontiere, fornisce al fotografo la possibilità di documentare quel che continua ad essere un’emergenza quasi quotidiana, una ripetizione di pacata e ordinata disperazione.
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35819.htm








VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 


“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm







LE CORBUSIER SETTE ARCHITETTURE
dal 14/12/2015 al 01/01/2016


A cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier, il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione dell’Università Iuav di Venezia propone una mostra e una giornata di studi per approfondire la vicenda costruttiva e gli orizzonti di conservazione di sette architetture emblematiche dell’opera dell’architetto. Le opere si collocano in un arco temporale che va dal 1914 al 1928, periodo connotato dal carattere sperimentale del mondo delle costruzioni.
Nuovi materiali e nuove tecnologie entrano a far parte del dibattito sull’architettura contemporanea, sconvolgendo principi consolidati.
Si afferma una prospettiva del costruire dominata dalla riproducibilità, dal basso costo, dalla velocità e dalla contaminazione delle arti. La mostra, allestita presso lo spazio Gino Valle della sede Iuav al Cotonificio, illustra architetture note per le vicende progettuali legate alla loro ideazione, ma meno conosciute nel loro percorso di cantiere e di trasformazione legato alla vicenda costruttiva e di conservazione.
Le vicende connesse a ciascuno degli edifici oggetto della mostra documentano il travaglio, le difficoltà, le indecisioni, talvolta gli errori che hanno qualificato il percorso di Le Corbusier, in una continua sperimentazione verso la maturità.
Documenti privilegiati saranno disegni costruttivi, schizzi, fotografie d’archivio, relazioni di cantiere e carteggi intercorsi tra i protagonisti del percorso costruttivo. L’individuazione e la selezione della documentazione d’archivio è esito di studi condotti presso la Foundation Le Corbusier di Parigi, che sostiene l’iniziativa con il proprio patrocinio. Parallelamente alla mostra, saranno organizzate giornate di studio che possano rivelare nuove interpretazioni delle architetture selezionate attraverso un confronto interdisciplinare.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35753.htm








L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2016

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm











27 DICEMBRE 2015



Obiettivo Burano in mostra
dal 27/12/2015 al 10/01/2016



Vedute e visioni dell’isola: di giorno e di notte, a colori e in bianco e nero, di ora e di un tempo. Mostra fotografica collettiva dei soci del Fotoclub Obiettivo Burano.
Nel periodo compreso da sabato 19 dicembre 2015 a mercoledì 06 gennaio 2016, dalle ore 10.30 alle 17.30 ai Visitatori della Laguna Nord (Burano, Mazzorbo e Torcello) viene offerta l’opportunità di integrare la loro escursione turistica con la possibilità di assistere (quand’anche non sperimentare) a prove di lavorazione; di acquistare, a prezzo scontato, i prodotti delle stesse lavorazioni nonché di provare esperienze gastronomiche di eccellenza nei ristoranti locali. La proposizione del collegamento naturalistico tra la Terraferma Mestrina (pontile pubblico ad Altino, in prossimità del Museo Archeologico) e Burano faciliterà l’accesso alle Isole dalla Terraferma.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35799.htm








Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm






MOSTRA PERSONALE DI ALESSANDRO ANGELI
dal 19/12/2015 al 07/01/2016


Il nome di Alessandro Angeli circola negli ultimi tempi con sempre maggiore frequenza nell’ambiente fotoamatoriale di zona. La tematica della sua produzione più recente è improntata all’architettura ed al paesaggio urbano della Venezia insulare e dell’immediato entroterra con particolare attenzione all’edilizia minore e quella degli anni della speculazione edilizia (1950-70) o del boom delle edificazioni negli anni ’80, ma lungi dall’intento di rappresentare pedissequamente una realtà oggettiva, l’autore sceglie di decontestualizzare radicalmente le ambientazioni e giunge a risultati di stampo grafico e concettuale. Le sue immagini, molto apprezzate anche nella rete dei social network, si caratterizzano per il puntiglioso rigore compositivo, la sintesi formale ed il contrasto degli accostamenti coloristici. Veneziano, classe 1962, di professione architetto, durante i corsi di laurea è stato allievo di Italo Zannier che gli ha autorevolmente trasmesso le nozioni di tecnica e storia della fotografia. Non nuovo ad esporre a Venezia, ha già realizzato mostre personali presso vari spazi espositivi in centro storico, nonché partecipato a collettive al Palazzo delle Prigioni e al Lido. Nel 2015 è in programma la sua partecipazione ad una collettiva con l’Associazione Marghera Fotografia, presso il “Brolo” di Mogliano Veneto, ed una sua personale dal titolo “Marghera – Memento Urbis 2015”, presso la sede comunale di Marghera.
Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35797.htm







Off Shore- Immagini di confine
dal 19/12/2015 al 17/01/2016
OFFSHORE Immagini di Confine Le fotografie di Giovanni Nardi per Rafiki Pediatri per l'Africa
sala espositiva Paolo Costantini terzo piano ingresso libero Bambina soffia su un guanto in gomma usato come palloncino Immagine presente in mostra Non sono pericoloso, sono in pericolo Anonimo rifugiato
Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno. Paulo Coelho
Giovanni Nardi, fotografo mestrino trapiantato a Milano, cerca di indagare il tema della migrazione (e degli sbarchi sulle coste italiane) con un occhio che vuole evidenziare l’emergenza umanitaria che il fenomeno rappresenta - da un punto di vista non solo umano ma anche e soprattutto socio-culturale - e approfondire l’impatto che un fenomeno di questa dimensione, per dimensione e durata, può avere non solo su chi arriva, ma anche su chi accoglie. Interessatosi a questo fenomeno tanto discusso, ma sentendo di non poterlo comprendere se non vedendolo e vivendolo in prima persona, comincia la collaborazione con Rafiki – Pediatri per l’Africa. La Onlus veneziana dal 2007 compie azioni di supporto socio-sanitario nei paesi subsahariani, ed è impegnata oggi sui moli del porto di Pozzallo insieme a Medici senza Frontiere, fornisce al fotografo la possibilità di documentare quel che continua ad essere un’emergenza quasi quotidiana, una ripetizione di pacata e ordinata disperazione.
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35819.htm








VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 


“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm







LE CORBUSIER SETTE ARCHITETTURE
dal 14/12/2015 al 01/01/2016


A cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier, il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione dell’Università Iuav di Venezia propone una mostra e una giornata di studi per approfondire la vicenda costruttiva e gli orizzonti di conservazione di sette architetture emblematiche dell’opera dell’architetto. Le opere si collocano in un arco temporale che va dal 1914 al 1928, periodo connotato dal carattere sperimentale del mondo delle costruzioni.
Nuovi materiali e nuove tecnologie entrano a far parte del dibattito sull’architettura contemporanea, sconvolgendo principi consolidati.
Si afferma una prospettiva del costruire dominata dalla riproducibilità, dal basso costo, dalla velocità e dalla contaminazione delle arti. La mostra, allestita presso lo spazio Gino Valle della sede Iuav al Cotonificio, illustra architetture note per le vicende progettuali legate alla loro ideazione, ma meno conosciute nel loro percorso di cantiere e di trasformazione legato alla vicenda costruttiva e di conservazione.
Le vicende connesse a ciascuno degli edifici oggetto della mostra documentano il travaglio, le difficoltà, le indecisioni, talvolta gli errori che hanno qualificato il percorso di Le Corbusier, in una continua sperimentazione verso la maturità.
Documenti privilegiati saranno disegni costruttivi, schizzi, fotografie d’archivio, relazioni di cantiere e carteggi intercorsi tra i protagonisti del percorso costruttivo. L’individuazione e la selezione della documentazione d’archivio è esito di studi condotti presso la Foundation Le Corbusier di Parigi, che sostiene l’iniziativa con il proprio patrocinio. Parallelamente alla mostra, saranno organizzate giornate di studio che possano rivelare nuove interpretazioni delle architetture selezionate attraverso un confronto interdisciplinare.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35753.htm








L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2016

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm










28 DICEMBRE 2015


Obiettivo Burano in mostra
dal 27/12/2015 al 10/01/2016



Vedute e visioni dell’isola: di giorno e di notte, a colori e in bianco e nero, di ora e di un tempo. Mostra fotografica collettiva dei soci del Fotoclub Obiettivo Burano.
Nel periodo compreso da sabato 19 dicembre 2015 a mercoledì 06 gennaio 2016, dalle ore 10.30 alle 17.30 ai Visitatori della Laguna Nord (Burano, Mazzorbo e Torcello) viene offerta l’opportunità di integrare la loro escursione turistica con la possibilità di assistere (quand’anche non sperimentare) a prove di lavorazione; di acquistare, a prezzo scontato, i prodotti delle stesse lavorazioni nonché di provare esperienze gastronomiche di eccellenza nei ristoranti locali. La proposizione del collegamento naturalistico tra la Terraferma Mestrina (pontile pubblico ad Altino, in prossimità del Museo Archeologico) e Burano faciliterà l’accesso alle Isole dalla Terraferma.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35799.htm






Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm






MOSTRA PERSONALE DI ALESSANDRO ANGELI
dal 19/12/2015 al 07/01/2016


Il nome di Alessandro Angeli circola negli ultimi tempi con sempre maggiore frequenza nell’ambiente fotoamatoriale di zona. La tematica della sua produzione più recente è improntata all’architettura ed al paesaggio urbano della Venezia insulare e dell’immediato entroterra con particolare attenzione all’edilizia minore e quella degli anni della speculazione edilizia (1950-70) o del boom delle edificazioni negli anni ’80, ma lungi dall’intento di rappresentare pedissequamente una realtà oggettiva, l’autore sceglie di decontestualizzare radicalmente le ambientazioni e giunge a risultati di stampo grafico e concettuale. Le sue immagini, molto apprezzate anche nella rete dei social network, si caratterizzano per il puntiglioso rigore compositivo, la sintesi formale ed il contrasto degli accostamenti coloristici. Veneziano, classe 1962, di professione architetto, durante i corsi di laurea è stato allievo di Italo Zannier che gli ha autorevolmente trasmesso le nozioni di tecnica e storia della fotografia. Non nuovo ad esporre a Venezia, ha già realizzato mostre personali presso vari spazi espositivi in centro storico, nonché partecipato a collettive al Palazzo delle Prigioni e al Lido. Nel 2015 è in programma la sua partecipazione ad una collettiva con l’Associazione Marghera Fotografia, presso il “Brolo” di Mogliano Veneto, ed una sua personale dal titolo “Marghera – Memento Urbis 2015”, presso la sede comunale di Marghera.
Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli
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Biglietto: entrata libera
organizzatori

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35797.htm







Off Shore- Immagini di confine
dal 19/12/2015 al 17/01/2016
OFFSHORE Immagini di Confine Le fotografie di Giovanni Nardi per Rafiki Pediatri per l'Africa
sala espositiva Paolo Costantini terzo piano ingresso libero Bambina soffia su un guanto in gomma usato come palloncino Immagine presente in mostra Non sono pericoloso, sono in pericolo Anonimo rifugiato
Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno. Paulo Coelho
Giovanni Nardi, fotografo mestrino trapiantato a Milano, cerca di indagare il tema della migrazione (e degli sbarchi sulle coste italiane) con un occhio che vuole evidenziare l’emergenza umanitaria che il fenomeno rappresenta - da un punto di vista non solo umano ma anche e soprattutto socio-culturale - e approfondire l’impatto che un fenomeno di questa dimensione, per dimensione e durata, può avere non solo su chi arriva, ma anche su chi accoglie. Interessatosi a questo fenomeno tanto discusso, ma sentendo di non poterlo comprendere se non vedendolo e vivendolo in prima persona, comincia la collaborazione con Rafiki – Pediatri per l’Africa. La Onlus veneziana dal 2007 compie azioni di supporto socio-sanitario nei paesi subsahariani, ed è impegnata oggi sui moli del porto di Pozzallo insieme a Medici senza Frontiere, fornisce al fotografo la possibilità di documentare quel che continua ad essere un’emergenza quasi quotidiana, una ripetizione di pacata e ordinata disperazione.
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35819.htm








VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 


“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm







LE CORBUSIER SETTE ARCHITETTURE
dal 14/12/2015 al 01/01/2016


A cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier, il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione dell’Università Iuav di Venezia propone una mostra e una giornata di studi per approfondire la vicenda costruttiva e gli orizzonti di conservazione di sette architetture emblematiche dell’opera dell’architetto. Le opere si collocano in un arco temporale che va dal 1914 al 1928, periodo connotato dal carattere sperimentale del mondo delle costruzioni.
Nuovi materiali e nuove tecnologie entrano a far parte del dibattito sull’architettura contemporanea, sconvolgendo principi consolidati.
Si afferma una prospettiva del costruire dominata dalla riproducibilità, dal basso costo, dalla velocità e dalla contaminazione delle arti. La mostra, allestita presso lo spazio Gino Valle della sede Iuav al Cotonificio, illustra architetture note per le vicende progettuali legate alla loro ideazione, ma meno conosciute nel loro percorso di cantiere e di trasformazione legato alla vicenda costruttiva e di conservazione.
Le vicende connesse a ciascuno degli edifici oggetto della mostra documentano il travaglio, le difficoltà, le indecisioni, talvolta gli errori che hanno qualificato il percorso di Le Corbusier, in una continua sperimentazione verso la maturità.
Documenti privilegiati saranno disegni costruttivi, schizzi, fotografie d’archivio, relazioni di cantiere e carteggi intercorsi tra i protagonisti del percorso costruttivo. L’individuazione e la selezione della documentazione d’archivio è esito di studi condotti presso la Foundation Le Corbusier di Parigi, che sostiene l’iniziativa con il proprio patrocinio. Parallelamente alla mostra, saranno organizzate giornate di studio che possano rivelare nuove interpretazioni delle architetture selezionate attraverso un confronto interdisciplinare.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35753.htm








L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2016

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm







Dentro Fuori Sotto Bucarest
dal 19/12/2015 al 16/01/2016
              
Mostra fotografica di Massimo Branca e Igor Marchesan 'Quando visitammo per la prima volta la loro casa sotterranea nel centro di Bucarest, non ci saremmo mai aspettati di diventare, col tempo, parte della loro famiglia. Un gruppo di ragazzi, fino a quarant’anni d’età, sono la tribù di strada della Gara de Nord. La nostra ricerca fotografica segue le storie di coloro che, in una vita segnata da gravi privazioni emotive e materiali, hanno trovato accettazione in una comunità nascosta, spigolosa e violenta, ma sorprendentemente umana. Ci interessa documentare una realtà complessa, in cui droghe e prigione sono in gran parte effetti collaterali di una plausibile forma di adattamento all’emarginazione....'
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35665.htm










29 DICEMBRE 2015



Icone a San Lio
dal 19/12/2015 al 10/01/2016



Nel periodo di Natale, presso la chiesa di San Lio, è esposta una selezione di icone russe, appartenenti ad una collezione privata di oltre 300 icone donata al Museo nel 2014. Si tratta di un'occasione straordinaria di arte, tradizione e devozione orientale. Molte di queste opere appartengono alle più tradizionali tipologie, consentendo di leggere contenuti e immagini in prospettiva biblica e culturale. Vi sono diverse immagini uniche per Venezia, che l'anonimo donatore ha voluto offrire al museo perché “il più alto numero di visitatori possa godere di tanta bellezza e spiritualità”. Fra i soggetti: le icone mariane e dei Santi, oltre alla Natività e al Battesimo di Cristo, legate al periodo delle feste.
INFO dal martedì alla domenica dalle ore 11:00 alle 16:00 Visite guidate alle ore 11:30, 15:00
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 041.2413817
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Patriarcato di Venezia (Visita sito)
Fonte:http://agendavenezia.org/it/evento-35810.htm








Obiettivo Burano in mostra
dal 27/12/2015 al 10/01/2016


Vedute e visioni dell’isola: di giorno e di notte, a colori e in bianco e nero, di ora e di un tempo. Mostra fotografica collettiva dei soci del Fotoclub Obiettivo Burano.
Nel periodo compreso da sabato 19 dicembre 2015 a mercoledì 06 gennaio 2016, dalle ore 10.30 alle 17.30 ai Visitatori della Laguna Nord (Burano, Mazzorbo e Torcello) viene offerta l’opportunità di integrare la loro escursione turistica con la possibilità di assistere (quand’anche non sperimentare) a prove di lavorazione; di acquistare, a prezzo scontato, i prodotti delle stesse lavorazioni nonché di provare esperienze gastronomiche di eccellenza nei ristoranti locali. La proposizione del collegamento naturalistico tra la Terraferma Mestrina (pontile pubblico ad Altino, in prossimità del Museo Archeologico) e Burano faciliterà l’accesso alle Isole dalla Terraferma.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35799.htm






Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm






MOSTRA PERSONALE DI ALESSANDRO ANGELI
dal 19/12/2015 al 07/01/2016


Il nome di Alessandro Angeli circola negli ultimi tempi con sempre maggiore frequenza nell’ambiente fotoamatoriale di zona. La tematica della sua produzione più recente è improntata all’architettura ed al paesaggio urbano della Venezia insulare e dell’immediato entroterra con particolare attenzione all’edilizia minore e quella degli anni della speculazione edilizia (1950-70) o del boom delle edificazioni negli anni ’80, ma lungi dall’intento di rappresentare pedissequamente una realtà oggettiva, l’autore sceglie di decontestualizzare radicalmente le ambientazioni e giunge a risultati di stampo grafico e concettuale. Le sue immagini, molto apprezzate anche nella rete dei social network, si caratterizzano per il puntiglioso rigore compositivo, la sintesi formale ed il contrasto degli accostamenti coloristici. Veneziano, classe 1962, di professione architetto, durante i corsi di laurea è stato allievo di Italo Zannier che gli ha autorevolmente trasmesso le nozioni di tecnica e storia della fotografia. Non nuovo ad esporre a Venezia, ha già realizzato mostre personali presso vari spazi espositivi in centro storico, nonché partecipato a collettive al Palazzo delle Prigioni e al Lido. Nel 2015 è in programma la sua partecipazione ad una collettiva con l’Associazione Marghera Fotografia, presso il “Brolo” di Mogliano Veneto, ed una sua personale dal titolo “Marghera – Memento Urbis 2015”, presso la sede comunale di Marghera.
Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli
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Biglietto: entrata libera
organizzatori

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35797.htm







Off Shore- Immagini di confine
dal 19/12/2015 al 17/01/2016
OFFSHORE Immagini di Confine Le fotografie di Giovanni Nardi per Rafiki Pediatri per l'Africa
sala espositiva Paolo Costantini terzo piano ingresso libero Bambina soffia su un guanto in gomma usato come palloncino Immagine presente in mostra Non sono pericoloso, sono in pericolo Anonimo rifugiato
Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno. Paulo Coelho
Giovanni Nardi, fotografo mestrino trapiantato a Milano, cerca di indagare il tema della migrazione (e degli sbarchi sulle coste italiane) con un occhio che vuole evidenziare l’emergenza umanitaria che il fenomeno rappresenta - da un punto di vista non solo umano ma anche e soprattutto socio-culturale - e approfondire l’impatto che un fenomeno di questa dimensione, per dimensione e durata, può avere non solo su chi arriva, ma anche su chi accoglie. Interessatosi a questo fenomeno tanto discusso, ma sentendo di non poterlo comprendere se non vedendolo e vivendolo in prima persona, comincia la collaborazione con Rafiki – Pediatri per l’Africa. La Onlus veneziana dal 2007 compie azioni di supporto socio-sanitario nei paesi subsahariani, ed è impegnata oggi sui moli del porto di Pozzallo insieme a Medici senza Frontiere, fornisce al fotografo la possibilità di documentare quel che continua ad essere un’emergenza quasi quotidiana, una ripetizione di pacata e ordinata disperazione.
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35819.htm








VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 


“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm







LE CORBUSIER SETTE ARCHITETTURE
dal 14/12/2015 al 01/01/2016


A cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier, il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione dell’Università Iuav di Venezia propone una mostra e una giornata di studi per approfondire la vicenda costruttiva e gli orizzonti di conservazione di sette architetture emblematiche dell’opera dell’architetto. Le opere si collocano in un arco temporale che va dal 1914 al 1928, periodo connotato dal carattere sperimentale del mondo delle costruzioni.
Nuovi materiali e nuove tecnologie entrano a far parte del dibattito sull’architettura contemporanea, sconvolgendo principi consolidati.
Si afferma una prospettiva del costruire dominata dalla riproducibilità, dal basso costo, dalla velocità e dalla contaminazione delle arti. La mostra, allestita presso lo spazio Gino Valle della sede Iuav al Cotonificio, illustra architetture note per le vicende progettuali legate alla loro ideazione, ma meno conosciute nel loro percorso di cantiere e di trasformazione legato alla vicenda costruttiva e di conservazione.
Le vicende connesse a ciascuno degli edifici oggetto della mostra documentano il travaglio, le difficoltà, le indecisioni, talvolta gli errori che hanno qualificato il percorso di Le Corbusier, in una continua sperimentazione verso la maturità.
Documenti privilegiati saranno disegni costruttivi, schizzi, fotografie d’archivio, relazioni di cantiere e carteggi intercorsi tra i protagonisti del percorso costruttivo. L’individuazione e la selezione della documentazione d’archivio è esito di studi condotti presso la Foundation Le Corbusier di Parigi, che sostiene l’iniziativa con il proprio patrocinio. Parallelamente alla mostra, saranno organizzate giornate di studio che possano rivelare nuove interpretazioni delle architetture selezionate attraverso un confronto interdisciplinare.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35753.htm








L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2016

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm







Dentro Fuori Sotto Bucarest
dal 19/12/2015 al 16/01/2016
              
Mostra fotografica di Massimo Branca e Igor Marchesan 'Quando visitammo per la prima volta la loro casa sotterranea nel centro di Bucarest, non ci saremmo mai aspettati di diventare, col tempo, parte della loro famiglia. Un gruppo di ragazzi, fino a quarant’anni d’età, sono la tribù di strada della Gara de Nord. La nostra ricerca fotografica segue le storie di coloro che, in una vita segnata da gravi privazioni emotive e materiali, hanno trovato accettazione in una comunità nascosta, spigolosa e violenta, ma sorprendentemente umana. Ci interessa documentare una realtà complessa, in cui droghe e prigione sono in gran parte effetti collaterali di una plausibile forma di adattamento all’emarginazione....'
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35665.htm









30 DICEMBRE 2015



Icone a San Lio
dal 19/12/2015 al 10/01/2016



Nel periodo di Natale, presso la chiesa di San Lio, è esposta una selezione di icone russe, appartenenti ad una collezione privata di oltre 300 icone donata al Museo nel 2014. Si tratta di un'occasione straordinaria di arte, tradizione e devozione orientale. Molte di queste opere appartengono alle più tradizionali tipologie, consentendo di leggere contenuti e immagini in prospettiva biblica e culturale. Vi sono diverse immagini uniche per Venezia, che l'anonimo donatore ha voluto offrire al museo perché “il più alto numero di visitatori possa godere di tanta bellezza e spiritualità”. Fra i soggetti: le icone mariane e dei Santi, oltre alla Natività e al Battesimo di Cristo, legate al periodo delle feste.
INFO dal martedì alla domenica dalle ore 11:00 alle 16:00 Visite guidate alle ore 11:30, 15:00
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 041.2413817
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Patriarcato di Venezia (Visita sito)
Fonte:http://agendavenezia.org/it/evento-35810.htm








Obiettivo Burano in mostra
dal 27/12/2015 al 10/01/2016

Vedute e visioni dell’isola: di giorno e di notte, a colori e in bianco e nero, di ora e di un tempo. Mostra fotografica collettiva dei soci del Fotoclub Obiettivo Burano.
Nel periodo compreso da sabato 19 dicembre 2015 a mercoledì 06 gennaio 2016, dalle ore 10.30 alle 17.30 ai Visitatori della Laguna Nord (Burano, Mazzorbo e Torcello) viene offerta l’opportunità di integrare la loro escursione turistica con la possibilità di assistere (quand’anche non sperimentare) a prove di lavorazione; di acquistare, a prezzo scontato, i prodotti delle stesse lavorazioni nonché di provare esperienze gastronomiche di eccellenza nei ristoranti locali. La proposizione del collegamento naturalistico tra la Terraferma Mestrina (pontile pubblico ad Altino, in prossimità del Museo Archeologico) e Burano faciliterà l’accesso alle Isole dalla Terraferma.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35799.htm




Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm






MOSTRA PERSONALE DI ALESSANDRO ANGELI
dal 19/12/2015 al 07/01/2016


Il nome di Alessandro Angeli circola negli ultimi tempi con sempre maggiore frequenza nell’ambiente fotoamatoriale di zona. La tematica della sua produzione più recente è improntata all’architettura ed al paesaggio urbano della Venezia insulare e dell’immediato entroterra con particolare attenzione all’edilizia minore e quella degli anni della speculazione edilizia (1950-70) o del boom delle edificazioni negli anni ’80, ma lungi dall’intento di rappresentare pedissequamente una realtà oggettiva, l’autore sceglie di decontestualizzare radicalmente le ambientazioni e giunge a risultati di stampo grafico e concettuale. Le sue immagini, molto apprezzate anche nella rete dei social network, si caratterizzano per il puntiglioso rigore compositivo, la sintesi formale ed il contrasto degli accostamenti coloristici. Veneziano, classe 1962, di professione architetto, durante i corsi di laurea è stato allievo di Italo Zannier che gli ha autorevolmente trasmesso le nozioni di tecnica e storia della fotografia. Non nuovo ad esporre a Venezia, ha già realizzato mostre personali presso vari spazi espositivi in centro storico, nonché partecipato a collettive al Palazzo delle Prigioni e al Lido. Nel 2015 è in programma la sua partecipazione ad una collettiva con l’Associazione Marghera Fotografia, presso il “Brolo” di Mogliano Veneto, ed una sua personale dal titolo “Marghera – Memento Urbis 2015”, presso la sede comunale di Marghera.
Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli
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Biglietto: entrata libera
organizzatori

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35797.htm







Off Shore- Immagini di confine
dal 19/12/2015 al 17/01/2016
OFFSHORE Immagini di Confine Le fotografie di Giovanni Nardi per Rafiki Pediatri per l'Africa
sala espositiva Paolo Costantini terzo piano ingresso libero Bambina soffia su un guanto in gomma usato come palloncino Immagine presente in mostra Non sono pericoloso, sono in pericolo Anonimo rifugiato
Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno. Paulo Coelho
Giovanni Nardi, fotografo mestrino trapiantato a Milano, cerca di indagare il tema della migrazione (e degli sbarchi sulle coste italiane) con un occhio che vuole evidenziare l’emergenza umanitaria che il fenomeno rappresenta - da un punto di vista non solo umano ma anche e soprattutto socio-culturale - e approfondire l’impatto che un fenomeno di questa dimensione, per dimensione e durata, può avere non solo su chi arriva, ma anche su chi accoglie. Interessatosi a questo fenomeno tanto discusso, ma sentendo di non poterlo comprendere se non vedendolo e vivendolo in prima persona, comincia la collaborazione con Rafiki – Pediatri per l’Africa. La Onlus veneziana dal 2007 compie azioni di supporto socio-sanitario nei paesi subsahariani, ed è impegnata oggi sui moli del porto di Pozzallo insieme a Medici senza Frontiere, fornisce al fotografo la possibilità di documentare quel che continua ad essere un’emergenza quasi quotidiana, una ripetizione di pacata e ordinata disperazione.
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35819.htm








VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 


“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm







LE CORBUSIER SETTE ARCHITETTURE
dal 14/12/2015 al 01/01/2016


A cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier, il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione dell’Università Iuav di Venezia propone una mostra e una giornata di studi per approfondire la vicenda costruttiva e gli orizzonti di conservazione di sette architetture emblematiche dell’opera dell’architetto. Le opere si collocano in un arco temporale che va dal 1914 al 1928, periodo connotato dal carattere sperimentale del mondo delle costruzioni.
Nuovi materiali e nuove tecnologie entrano a far parte del dibattito sull’architettura contemporanea, sconvolgendo principi consolidati.
Si afferma una prospettiva del costruire dominata dalla riproducibilità, dal basso costo, dalla velocità e dalla contaminazione delle arti. La mostra, allestita presso lo spazio Gino Valle della sede Iuav al Cotonificio, illustra architetture note per le vicende progettuali legate alla loro ideazione, ma meno conosciute nel loro percorso di cantiere e di trasformazione legato alla vicenda costruttiva e di conservazione.
Le vicende connesse a ciascuno degli edifici oggetto della mostra documentano il travaglio, le difficoltà, le indecisioni, talvolta gli errori che hanno qualificato il percorso di Le Corbusier, in una continua sperimentazione verso la maturità.
Documenti privilegiati saranno disegni costruttivi, schizzi, fotografie d’archivio, relazioni di cantiere e carteggi intercorsi tra i protagonisti del percorso costruttivo. L’individuazione e la selezione della documentazione d’archivio è esito di studi condotti presso la Foundation Le Corbusier di Parigi, che sostiene l’iniziativa con il proprio patrocinio. Parallelamente alla mostra, saranno organizzate giornate di studio che possano rivelare nuove interpretazioni delle architetture selezionate attraverso un confronto interdisciplinare.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35753.htm








L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2016

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm







31 DICEMBRE 2015



Icone a San Lio
dal 19/12/2015 al 10/01/2016



Nel periodo di Natale, presso la chiesa di San Lio, è esposta una selezione di icone russe, appartenenti ad una collezione privata di oltre 300 icone donata al Museo nel 2014. Si tratta di un'occasione straordinaria di arte, tradizione e devozione orientale. Molte di queste opere appartengono alle più tradizionali tipologie, consentendo di leggere contenuti e immagini in prospettiva biblica e culturale. Vi sono diverse immagini uniche per Venezia, che l'anonimo donatore ha voluto offrire al museo perché “il più alto numero di visitatori possa godere di tanta bellezza e spiritualità”. Fra i soggetti: le icone mariane e dei Santi, oltre alla Natività e al Battesimo di Cristo, legate al periodo delle feste.
INFO dal martedì alla domenica dalle ore 11:00 alle 16:00 Visite guidate alle ore 11:30, 15:00
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 041.2413817
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Patriarcato di Venezia (Visita sito)
Fonte:http://agendavenezia.org/it/evento-35810.htm










Obiettivo Burano in mostra
dal 27/12/2015 al 10/01/2016



Vedute e visioni dell’isola: di giorno e di notte, a colori e in bianco e nero, di ora e di un tempo. Mostra fotografica collettiva dei soci del Fotoclub Obiettivo Burano.
Nel periodo compreso da sabato 19 dicembre 2015 a mercoledì 06 gennaio 2016, dalle ore 10.30 alle 17.30 ai Visitatori della Laguna Nord (Burano, Mazzorbo e Torcello) viene offerta l’opportunità di integrare la loro escursione turistica con la possibilità di assistere (quand’anche non sperimentare) a prove di lavorazione; di acquistare, a prezzo scontato, i prodotti delle stesse lavorazioni nonché di provare esperienze gastronomiche di eccellenza nei ristoranti locali. La proposizione del collegamento naturalistico tra la Terraferma Mestrina (pontile pubblico ad Altino, in prossimità del Museo Archeologico) e Burano faciliterà l’accesso alle Isole dalla Terraferma.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35799.htm




Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm






MOSTRA PERSONALE DI ALESSANDRO ANGELI
dal 19/12/2015 al 07/01/2016


Il nome di Alessandro Angeli circola negli ultimi tempi con sempre maggiore frequenza nell’ambiente fotoamatoriale di zona. La tematica della sua produzione più recente è improntata all’architettura ed al paesaggio urbano della Venezia insulare e dell’immediato entroterra con particolare attenzione all’edilizia minore e quella degli anni della speculazione edilizia (1950-70) o del boom delle edificazioni negli anni ’80, ma lungi dall’intento di rappresentare pedissequamente una realtà oggettiva, l’autore sceglie di decontestualizzare radicalmente le ambientazioni e giunge a risultati di stampo grafico e concettuale. Le sue immagini, molto apprezzate anche nella rete dei social network, si caratterizzano per il puntiglioso rigore compositivo, la sintesi formale ed il contrasto degli accostamenti coloristici. Veneziano, classe 1962, di professione architetto, durante i corsi di laurea è stato allievo di Italo Zannier che gli ha autorevolmente trasmesso le nozioni di tecnica e storia della fotografia. Non nuovo ad esporre a Venezia, ha già realizzato mostre personali presso vari spazi espositivi in centro storico, nonché partecipato a collettive al Palazzo delle Prigioni e al Lido. Nel 2015 è in programma la sua partecipazione ad una collettiva con l’Associazione Marghera Fotografia, presso il “Brolo” di Mogliano Veneto, ed una sua personale dal titolo “Marghera – Memento Urbis 2015”, presso la sede comunale di Marghera.
Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli
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Biglietto: entrata libera
organizzatori

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35797.htm







Off Shore- Immagini di confine
dal 19/12/2015 al 17/01/2016
OFFSHORE Immagini di Confine Le fotografie di Giovanni Nardi per Rafiki Pediatri per l'Africa
sala espositiva Paolo Costantini terzo piano ingresso libero Bambina soffia su un guanto in gomma usato come palloncino Immagine presente in mostra Non sono pericoloso, sono in pericolo Anonimo rifugiato
Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno. Paulo Coelho
Giovanni Nardi, fotografo mestrino trapiantato a Milano, cerca di indagare il tema della migrazione (e degli sbarchi sulle coste italiane) con un occhio che vuole evidenziare l’emergenza umanitaria che il fenomeno rappresenta - da un punto di vista non solo umano ma anche e soprattutto socio-culturale - e approfondire l’impatto che un fenomeno di questa dimensione, per dimensione e durata, può avere non solo su chi arriva, ma anche su chi accoglie. Interessatosi a questo fenomeno tanto discusso, ma sentendo di non poterlo comprendere se non vedendolo e vivendolo in prima persona, comincia la collaborazione con Rafiki – Pediatri per l’Africa. La Onlus veneziana dal 2007 compie azioni di supporto socio-sanitario nei paesi subsahariani, ed è impegnata oggi sui moli del porto di Pozzallo insieme a Medici senza Frontiere, fornisce al fotografo la possibilità di documentare quel che continua ad essere un’emergenza quasi quotidiana, una ripetizione di pacata e ordinata disperazione.
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35819.htm








VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 


“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm







LE CORBUSIER SETTE ARCHITETTURE
dal 14/12/2015 al 01/01/2016


A cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier, il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione dell’Università Iuav di Venezia propone una mostra e una giornata di studi per approfondire la vicenda costruttiva e gli orizzonti di conservazione di sette architetture emblematiche dell’opera dell’architetto. Le opere si collocano in un arco temporale che va dal 1914 al 1928, periodo connotato dal carattere sperimentale del mondo delle costruzioni.
Nuovi materiali e nuove tecnologie entrano a far parte del dibattito sull’architettura contemporanea, sconvolgendo principi consolidati.
Si afferma una prospettiva del costruire dominata dalla riproducibilità, dal basso costo, dalla velocità e dalla contaminazione delle arti. La mostra, allestita presso lo spazio Gino Valle della sede Iuav al Cotonificio, illustra architetture note per le vicende progettuali legate alla loro ideazione, ma meno conosciute nel loro percorso di cantiere e di trasformazione legato alla vicenda costruttiva e di conservazione.
Le vicende connesse a ciascuno degli edifici oggetto della mostra documentano il travaglio, le difficoltà, le indecisioni, talvolta gli errori che hanno qualificato il percorso di Le Corbusier, in una continua sperimentazione verso la maturità.
Documenti privilegiati saranno disegni costruttivi, schizzi, fotografie d’archivio, relazioni di cantiere e carteggi intercorsi tra i protagonisti del percorso costruttivo. L’individuazione e la selezione della documentazione d’archivio è esito di studi condotti presso la Foundation Le Corbusier di Parigi, che sostiene l’iniziativa con il proprio patrocinio. Parallelamente alla mostra, saranno organizzate giornate di studio che possano rivelare nuove interpretazioni delle architetture selezionate attraverso un confronto interdisciplinare.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35753.htm








L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2016

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm



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