domenica 10 gennaio 2016

DALL' 11 GENNAIO AL 15 GENNAIO 2016 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

11 GENNAIO 2016


MOSTRA PERSONALE DI MAURO BOSCHIN
DAL 07/01/2016 AL 21/01/2016
Dipingere come volare, trascinato dal vento di un sogno che porta con sé case e alberi, nuvole e persone, fiori e folletti, grandi lune e grandi piogge… Il colore irrequieto, dinamico attraversa la natura, la rivive in una chagalliana visione interiore che libera fantasie, memorie, sentimenti. “…Come un seguace dell’astrazione lirica, egli parte dai colori, li sublima attraverso il gesto, definisce dei volumi, degli spazi ove spuntano dei personaggi. E’ là che interviene la nozione di ‘favola’, di scenario ove tutto può essere rappresentato…” (Monique Peron). Mauro Boschin è nato a Noale, nella terraferma veneziana. Appassionato di pittura sin da giovanissimo, trova una solida formazione nella “bottega” di due artisti veneziani, Valeria Rambelli e Ottone Marabini, dove apprende la preparazione dei colori e delle tele e le varie tecniche pittoriche. Artista schivo che vive la sua pittura come gesto emotivo, negli ultimi anni ha diradato la sua attività espositiva. Tra le sue mostre quelle alla Galery Fleury di Lione (con la quale ha collaborato per vari anni) e la personale presso la sede del Parlamento Europeo di Strasburgo. Vive e lavora a Venezia.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori

Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35841.htm







Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm




99ma Collettiva Giovani Artisti
dal 19/12/2015 al 24/01/2016
     
Un unico progetto unisce le due mostre che concludono l'anno 2015 e segnano la storia dell'Istituzione voluta da Felicita Bevilacqua La Masa a sostegno dei giovani artisti attivi sul territorio.
99ma Collettiva Giovani Artisti Sono 21 i giovani artisti e 8 i grafici espongono i propri lavori nella 99ma Collettiva Giovani della Fondazione Bevilacqua La Masa, la mostra d'arte contemporanea su bando di concorso con il maggior numero di edizioni in Italia, che si tiene presso la Galleria di Piazza San Marco dal 19 dicembre al 24 gennaio 2016. Al vaglio della Giuria selezionatrice sono state sottoposte quest'anno ben 241 opere e 71 proposte grafiche, avanzate da giovani artisti operanti nel Triveneto e di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La Giuria era composta da:Monica Calcagno, docente all'Università Ca' Foscari di Venezia, Mauro Covacich, docente e scrittore, Denis Isaia, critico e curatore, Mario Mazzoli, gallerista, Berlino,Giovanni Morbin, artista e docente all'Accademia di Belle Arti di Verona, Caterina Riva, curatrice e critica, coordinati da Giancarlo Borile, Presidente f.f. dell'Istituzione, che si è avvalso, per i lavori della Commissione, della collaborazione diStefano Coletto, curatore interno.
Gli artisti selezionati sono risultati:Beatrice Alici, Edoardo Aruta, Pamela Breda, Marzia Avallone, Ludovico Bomben, Chiara Campanile, Laura Coletto, Marco Disarò, Nicola Facchini, collettivo Fernweh, Francesco Maluta, Luana Diana Matei, Sofia Paggioro, Anna Elena Paraboschi, Federica Partinico, Paola Pasquaretta, Lucia Pizzinato, Paolo Pretolani, Marco Rizzardi, Matteo Valerio, Francesco Zanatta. La Giuria ha inoltre individuato gli assegnatari delle tre borse di studio che la Fondazione conferisce ogni anno per i lavori più apprezzati e che implica per i beneficiari, oltre a un'assegnazione in denaro, la possibilità di esporre nuovamente in Bevilacqua il prossimo anno, in una mostra a loro riservata (la c.d. Mostra dei Borsisti).
La miglior proposta grafica, premiata con un assegno di 1000 euro, è risultata infine quella di Lorenzo Tiriticco, che realizzerà dunque l'invito, il manifesto e la copertina del catalogo della 99ma Collettiva Giovani. In galleria si potranno comunque ammirare anche altre 9 proposte grafiche avanzate da:Pamela Breda, Miriana Calabrese, Giulia Morucchio e Irene Rossini, Marco Panzarin, Davide Sgambaro, Suppiej&Zanato, Lorenzo Tiriticco, Valerio Veneruso. Borsisti della 98ma Collettiva Inaugurata giovedì 17 dicembre, nella sede di Palazzetto Tito, la mostra degli artisti premiati nella 98ma Collettiva Giovani, che presenta al pubblico le opere di Miriam Secco e Alberto Sinigaglia e The Cool Couple, dopo un anno di lavoro. La mostra e l'ampia documentazione riportata in catalogo portano dunque a compimento una relazione importante tra l'Istituzione e i suoi artisti, palesando l'attenzione di Bevilacqua La Masa per la loro formazione e della crescita.
L'installazione di Miriam Secco, nella grande stanza d'ingresso, è una versione allargata e più complessa dell'opera Il pensiero selvaggio, premiata lo scorso anno e il cui titolo è tratto da un famoso libro di Claude Lévi-Strauss. Un video mostra riprese di bambini durante un laboratorio, mentre potenti ventilatori agitano tessuti che materializzano disegni informi. Esplorando l'espressività non ancora regolata dalla razionalità, l'artista si fa interprete ed autore di forme scultoree instabili, gonfiate da un vento artificiale che animai desideri e l'immaginario, ancorandoli al reale.
Alberto Sinigaglia presenta, in due sale di Palazzetto Tito, due diversi progetti. Nella prima si dispiega il suo ampio Big Sky Hunting, arricchito da una importante pubblicazione, che offre un ampio ventaglio di materiali visivi differenti sull'immaginario connesso all'osservazione astronomica; foto e dati scientifici si disconnettono, rendendo impossibile pervenire ad un sapere razionale, sacrificato a inferenze, probabilità, verisimiglianze... Una sfida sperimentale alla fotografia e ai suoi strumenti. Il secondo progetto, dal titoloMicrowave City,nasce da un viaggio in Nevada, nella città della commercializzazione delle parole, dei corpi, degli spazi. Anche in questo caso la fotografia mette in gioco la tradizione formalista, visualizzando zone di ambiguità, nel quadro di un'analisi sociale di un mondo ridotto a spot dove anche l'anima è in svendita.
Il duo artistico The Cool Coupleespone una rivisitazione dell'installazioneA Kind of Display, presentata al Festival di Arles, che riflette con una pluralità di media sull'uso della barba e sui diversi valori culturali ad esso associati, in Oriente e in Occidente. In mostra anche una collezione di video raccolti dalla rete che contestualizzano l'opera, introducendo a molteplici letture di carattere sociale, politico, antropologico della loro ricerca.
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35827.htm











12 GENNAIO 2016


L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2015

      

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm









Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm






99ma Collettiva Giovani Artisti
dal 19/12/2015 al 24/01/2016
     
Un unico progetto unisce le due mostre che concludono l'anno 2015 e segnano la storia dell'Istituzione voluta da Felicita Bevilacqua La Masa a sostegno dei giovani artisti attivi sul territorio.
99ma Collettiva Giovani Artisti Sono 21 i giovani artisti e 8 i grafici espongono i propri lavori nella 99ma Collettiva Giovani della Fondazione Bevilacqua La Masa, la mostra d'arte contemporanea su bando di concorso con il maggior numero di edizioni in Italia, che si tiene presso la Galleria di Piazza San Marco dal 19 dicembre al 24 gennaio 2016. Al vaglio della Giuria selezionatrice sono state sottoposte quest'anno ben 241 opere e 71 proposte grafiche, avanzate da giovani artisti operanti nel Triveneto e di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La Giuria era composta da:Monica Calcagno, docente all'Università Ca' Foscari di Venezia, Mauro Covacich, docente e scrittore, Denis Isaia, critico e curatore, Mario Mazzoli, gallerista, Berlino,Giovanni Morbin, artista e docente all'Accademia di Belle Arti di Verona, Caterina Riva, curatrice e critica, coordinati da Giancarlo Borile, Presidente f.f. dell'Istituzione, che si è avvalso, per i lavori della Commissione, della collaborazione diStefano Coletto, curatore interno.
Gli artisti selezionati sono risultati:Beatrice Alici, Edoardo Aruta, Pamela Breda, Marzia Avallone, Ludovico Bomben, Chiara Campanile, Laura Coletto, Marco Disarò, Nicola Facchini, collettivo Fernweh, Francesco Maluta, Luana Diana Matei, Sofia Paggioro, Anna Elena Paraboschi, Federica Partinico, Paola Pasquaretta, Lucia Pizzinato, Paolo Pretolani, Marco Rizzardi, Matteo Valerio, Francesco Zanatta. La Giuria ha inoltre individuato gli assegnatari delle tre borse di studio che la Fondazione conferisce ogni anno per i lavori più apprezzati e che implica per i beneficiari, oltre a un'assegnazione in denaro, la possibilità di esporre nuovamente in Bevilacqua il prossimo anno, in una mostra a loro riservata (la c.d. Mostra dei Borsisti).
La miglior proposta grafica, premiata con un assegno di 1000 euro, è risultata infine quella di Lorenzo Tiriticco, che realizzerà dunque l'invito, il manifesto e la copertina del catalogo della 99ma Collettiva Giovani. In galleria si potranno comunque ammirare anche altre 9 proposte grafiche avanzate da:Pamela Breda, Miriana Calabrese, Giulia Morucchio e Irene Rossini, Marco Panzarin, Davide Sgambaro, Suppiej&Zanato, Lorenzo Tiriticco, Valerio Veneruso. Borsisti della 98ma Collettiva Inaugurata giovedì 17 dicembre, nella sede di Palazzetto Tito, la mostra degli artisti premiati nella 98ma Collettiva Giovani, che presenta al pubblico le opere di Miriam Secco e Alberto Sinigaglia e The Cool Couple, dopo un anno di lavoro. La mostra e l'ampia documentazione riportata in catalogo portano dunque a compimento una relazione importante tra l'Istituzione e i suoi artisti, palesando l'attenzione di Bevilacqua La Masa per la loro formazione e della crescita.
L'installazione di Miriam Secco, nella grande stanza d'ingresso, è una versione allargata e più complessa dell'opera Il pensiero selvaggio, premiata lo scorso anno e il cui titolo è tratto da un famoso libro di Claude Lévi-Strauss. Un video mostra riprese di bambini durante un laboratorio, mentre potenti ventilatori agitano tessuti che materializzano disegni informi. Esplorando l'espressività non ancora regolata dalla razionalità, l'artista si fa interprete ed autore di forme scultoree instabili, gonfiate da un vento artificiale che animai desideri e l'immaginario, ancorandoli al reale.
Alberto Sinigaglia presenta, in due sale di Palazzetto Tito, due diversi progetti. Nella prima si dispiega il suo ampio Big Sky Hunting, arricchito da una importante pubblicazione, che offre un ampio ventaglio di materiali visivi differenti sull'immaginario connesso all'osservazione astronomica; foto e dati scientifici si disconnettono, rendendo impossibile pervenire ad un sapere razionale, sacrificato a inferenze, probabilità, verisimiglianze... Una sfida sperimentale alla fotografia e ai suoi strumenti. Il secondo progetto, dal titoloMicrowave City,nasce da un viaggio in Nevada, nella città della commercializzazione delle parole, dei corpi, degli spazi. Anche in questo caso la fotografia mette in gioco la tradizione formalista, visualizzando zone di ambiguità, nel quadro di un'analisi sociale di un mondo ridotto a spot dove anche l'anima è in svendita.
Il duo artistico The Cool Coupleespone una rivisitazione dell'installazioneA Kind of Display, presentata al Festival di Arles, che riflette con una pluralità di media sull'uso della barba e sui diversi valori culturali ad esso associati, in Oriente e in Occidente. In mostra anche una collezione di video raccolti dalla rete che contestualizzano l'opera, introducendo a molteplici letture di carattere sociale, politico, antropologico della loro ricerca.
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35827.htm






VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 



“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm












13 GENNAIO 2016



L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2015

      

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm









Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm







99ma Collettiva Giovani Artisti
dal 19/12/2015 al 24/01/2016
     
Un unico progetto unisce le due mostre che concludono l'anno 2015 e segnano la storia dell'Istituzione voluta da Felicita Bevilacqua La Masa a sostegno dei giovani artisti attivi sul territorio.
99ma Collettiva Giovani Artisti Sono 21 i giovani artisti e 8 i grafici espongono i propri lavori nella 99ma Collettiva Giovani della Fondazione Bevilacqua La Masa, la mostra d'arte contemporanea su bando di concorso con il maggior numero di edizioni in Italia, che si tiene presso la Galleria di Piazza San Marco dal 19 dicembre al 24 gennaio 2016. Al vaglio della Giuria selezionatrice sono state sottoposte quest'anno ben 241 opere e 71 proposte grafiche, avanzate da giovani artisti operanti nel Triveneto e di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La Giuria era composta da:Monica Calcagno, docente all'Università Ca' Foscari di Venezia, Mauro Covacich, docente e scrittore, Denis Isaia, critico e curatore, Mario Mazzoli, gallerista, Berlino,Giovanni Morbin, artista e docente all'Accademia di Belle Arti di Verona, Caterina Riva, curatrice e critica, coordinati da Giancarlo Borile, Presidente f.f. dell'Istituzione, che si è avvalso, per i lavori della Commissione, della collaborazione diStefano Coletto, curatore interno.
Gli artisti selezionati sono risultati:Beatrice Alici, Edoardo Aruta, Pamela Breda, Marzia Avallone, Ludovico Bomben, Chiara Campanile, Laura Coletto, Marco Disarò, Nicola Facchini, collettivo Fernweh, Francesco Maluta, Luana Diana Matei, Sofia Paggioro, Anna Elena Paraboschi, Federica Partinico, Paola Pasquaretta, Lucia Pizzinato, Paolo Pretolani, Marco Rizzardi, Matteo Valerio, Francesco Zanatta. La Giuria ha inoltre individuato gli assegnatari delle tre borse di studio che la Fondazione conferisce ogni anno per i lavori più apprezzati e che implica per i beneficiari, oltre a un'assegnazione in denaro, la possibilità di esporre nuovamente in Bevilacqua il prossimo anno, in una mostra a loro riservata (la c.d. Mostra dei Borsisti).
La miglior proposta grafica, premiata con un assegno di 1000 euro, è risultata infine quella di Lorenzo Tiriticco, che realizzerà dunque l'invito, il manifesto e la copertina del catalogo della 99ma Collettiva Giovani. In galleria si potranno comunque ammirare anche altre 9 proposte grafiche avanzate da:Pamela Breda, Miriana Calabrese, Giulia Morucchio e Irene Rossini, Marco Panzarin, Davide Sgambaro, Suppiej&Zanato, Lorenzo Tiriticco, Valerio Veneruso. Borsisti della 98ma Collettiva Inaugurata giovedì 17 dicembre, nella sede di Palazzetto Tito, la mostra degli artisti premiati nella 98ma Collettiva Giovani, che presenta al pubblico le opere di Miriam Secco e Alberto Sinigaglia e The Cool Couple, dopo un anno di lavoro. La mostra e l'ampia documentazione riportata in catalogo portano dunque a compimento una relazione importante tra l'Istituzione e i suoi artisti, palesando l'attenzione di Bevilacqua La Masa per la loro formazione e della crescita.
L'installazione di Miriam Secco, nella grande stanza d'ingresso, è una versione allargata e più complessa dell'opera Il pensiero selvaggio, premiata lo scorso anno e il cui titolo è tratto da un famoso libro di Claude Lévi-Strauss. Un video mostra riprese di bambini durante un laboratorio, mentre potenti ventilatori agitano tessuti che materializzano disegni informi. Esplorando l'espressività non ancora regolata dalla razionalità, l'artista si fa interprete ed autore di forme scultoree instabili, gonfiate da un vento artificiale che animai desideri e l'immaginario, ancorandoli al reale.
Alberto Sinigaglia presenta, in due sale di Palazzetto Tito, due diversi progetti. Nella prima si dispiega il suo ampio Big Sky Hunting, arricchito da una importante pubblicazione, che offre un ampio ventaglio di materiali visivi differenti sull'immaginario connesso all'osservazione astronomica; foto e dati scientifici si disconnettono, rendendo impossibile pervenire ad un sapere razionale, sacrificato a inferenze, probabilità, verisimiglianze... Una sfida sperimentale alla fotografia e ai suoi strumenti. Il secondo progetto, dal titoloMicrowave City,nasce da un viaggio in Nevada, nella città della commercializzazione delle parole, dei corpi, degli spazi. Anche in questo caso la fotografia mette in gioco la tradizione formalista, visualizzando zone di ambiguità, nel quadro di un'analisi sociale di un mondo ridotto a spot dove anche l'anima è in svendita.
Il duo artistico The Cool Coupleespone una rivisitazione dell'installazioneA Kind of Display, presentata al Festival di Arles, che riflette con una pluralità di media sull'uso della barba e sui diversi valori culturali ad esso associati, in Oriente e in Occidente. In mostra anche una collezione di video raccolti dalla rete che contestualizzano l'opera, introducendo a molteplici letture di carattere sociale, politico, antropologico della loro ricerca.
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35827.htm








VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 



“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm














14 GENNAIO 2016


L'arte della Cronaca 1946 - 1982
dal 19/11/2015 al 31/01/2015

      

Immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan
Come eravamo, in bianco e nero Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca. Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini... Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
Leopoldo Pietragnoli
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35811.htm









Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm






99ma Collettiva Giovani Artisti
dal 19/12/2015 al 24/01/2016
     
Un unico progetto unisce le due mostre che concludono l'anno 2015 e segnano la storia dell'Istituzione voluta da Felicita Bevilacqua La Masa a sostegno dei giovani artisti attivi sul territorio.
99ma Collettiva Giovani Artisti Sono 21 i giovani artisti e 8 i grafici espongono i propri lavori nella 99ma Collettiva Giovani della Fondazione Bevilacqua La Masa, la mostra d'arte contemporanea su bando di concorso con il maggior numero di edizioni in Italia, che si tiene presso la Galleria di Piazza San Marco dal 19 dicembre al 24 gennaio 2016. Al vaglio della Giuria selezionatrice sono state sottoposte quest'anno ben 241 opere e 71 proposte grafiche, avanzate da giovani artisti operanti nel Triveneto e di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La Giuria era composta da:Monica Calcagno, docente all'Università Ca' Foscari di Venezia, Mauro Covacich, docente e scrittore, Denis Isaia, critico e curatore, Mario Mazzoli, gallerista, Berlino,Giovanni Morbin, artista e docente all'Accademia di Belle Arti di Verona, Caterina Riva, curatrice e critica, coordinati da Giancarlo Borile, Presidente f.f. dell'Istituzione, che si è avvalso, per i lavori della Commissione, della collaborazione diStefano Coletto, curatore interno.
Gli artisti selezionati sono risultati:Beatrice Alici, Edoardo Aruta, Pamela Breda, Marzia Avallone, Ludovico Bomben, Chiara Campanile, Laura Coletto, Marco Disarò, Nicola Facchini, collettivo Fernweh, Francesco Maluta, Luana Diana Matei, Sofia Paggioro, Anna Elena Paraboschi, Federica Partinico, Paola Pasquaretta, Lucia Pizzinato, Paolo Pretolani, Marco Rizzardi, Matteo Valerio, Francesco Zanatta. La Giuria ha inoltre individuato gli assegnatari delle tre borse di studio che la Fondazione conferisce ogni anno per i lavori più apprezzati e che implica per i beneficiari, oltre a un'assegnazione in denaro, la possibilità di esporre nuovamente in Bevilacqua il prossimo anno, in una mostra a loro riservata (la c.d. Mostra dei Borsisti).
La miglior proposta grafica, premiata con un assegno di 1000 euro, è risultata infine quella di Lorenzo Tiriticco, che realizzerà dunque l'invito, il manifesto e la copertina del catalogo della 99ma Collettiva Giovani. In galleria si potranno comunque ammirare anche altre 9 proposte grafiche avanzate da:Pamela Breda, Miriana Calabrese, Giulia Morucchio e Irene Rossini, Marco Panzarin, Davide Sgambaro, Suppiej&Zanato, Lorenzo Tiriticco, Valerio Veneruso. Borsisti della 98ma Collettiva Inaugurata giovedì 17 dicembre, nella sede di Palazzetto Tito, la mostra degli artisti premiati nella 98ma Collettiva Giovani, che presenta al pubblico le opere di Miriam Secco e Alberto Sinigaglia e The Cool Couple, dopo un anno di lavoro. La mostra e l'ampia documentazione riportata in catalogo portano dunque a compimento una relazione importante tra l'Istituzione e i suoi artisti, palesando l'attenzione di Bevilacqua La Masa per la loro formazione e della crescita.
L'installazione di Miriam Secco, nella grande stanza d'ingresso, è una versione allargata e più complessa dell'opera Il pensiero selvaggio, premiata lo scorso anno e il cui titolo è tratto da un famoso libro di Claude Lévi-Strauss. Un video mostra riprese di bambini durante un laboratorio, mentre potenti ventilatori agitano tessuti che materializzano disegni informi. Esplorando l'espressività non ancora regolata dalla razionalità, l'artista si fa interprete ed autore di forme scultoree instabili, gonfiate da un vento artificiale che animai desideri e l'immaginario, ancorandoli al reale.
Alberto Sinigaglia presenta, in due sale di Palazzetto Tito, due diversi progetti. Nella prima si dispiega il suo ampio Big Sky Hunting, arricchito da una importante pubblicazione, che offre un ampio ventaglio di materiali visivi differenti sull'immaginario connesso all'osservazione astronomica; foto e dati scientifici si disconnettono, rendendo impossibile pervenire ad un sapere razionale, sacrificato a inferenze, probabilità, verisimiglianze... Una sfida sperimentale alla fotografia e ai suoi strumenti. Il secondo progetto, dal titoloMicrowave City,nasce da un viaggio in Nevada, nella città della commercializzazione delle parole, dei corpi, degli spazi. Anche in questo caso la fotografia mette in gioco la tradizione formalista, visualizzando zone di ambiguità, nel quadro di un'analisi sociale di un mondo ridotto a spot dove anche l'anima è in svendita.
Il duo artistico The Cool Coupleespone una rivisitazione dell'installazioneA Kind of Display, presentata al Festival di Arles, che riflette con una pluralità di media sull'uso della barba e sui diversi valori culturali ad esso associati, in Oriente e in Occidente. In mostra anche una collezione di video raccolti dalla rete che contestualizzano l'opera, introducendo a molteplici letture di carattere sociale, politico, antropologico della loro ricerca.
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Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35827.htm






VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 



“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm







Dentro Fuori Sotto Bucarest
dal 19/12/2015 al 16/01/2016
              
Mostra fotografica di Massimo Branca e Igor Marchesan 'Quando visitammo per la prima volta la loro casa sotterranea nel centro di Bucarest, non ci saremmo mai aspettati di diventare, col tempo, parte della loro famiglia. Un gruppo di ragazzi, fino a quarant’anni d’età, sono la tribù di strada della Gara de Nord. La nostra ricerca fotografica segue le storie di coloro che, in una vita segnata da gravi privazioni emotive e materiali, hanno trovato accettazione in una comunità nascosta, spigolosa e violenta, ma sorprendentemente umana. Ci interessa documentare una realtà complessa, in cui droghe e prigione sono in gran parte effetti collaterali di una plausibile forma di adattamento all’emarginazione....'
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35665.htm











15 GENNAIO 2016



MOSTRA PERSONALE DI MAURO BOSCHIN
DAL 07/01/2016 AL 21/01/2016
Dipingere come volare, trascinato dal vento di un sogno che porta con sé case e alberi, nuvole e persone, fiori e folletti, grandi lune e grandi piogge… Il colore irrequieto, dinamico attraversa la natura, la rivive in una chagalliana visione interiore che libera fantasie, memorie, sentimenti. “…Come un seguace dell’astrazione lirica, egli parte dai colori, li sublima attraverso il gesto, definisce dei volumi, degli spazi ove spuntano dei personaggi. E’ là che interviene la nozione di ‘favola’, di scenario ove tutto può essere rappresentato…” (Monique Peron). Mauro Boschin è nato a Noale, nella terraferma veneziana. Appassionato di pittura sin da giovanissimo, trova una solida formazione nella “bottega” di due artisti veneziani, Valeria Rambelli e Ottone Marabini, dove apprende la preparazione dei colori e delle tele e le varie tecniche pittoriche. Artista schivo che vive la sua pittura come gesto emotivo, negli ultimi anni ha diradato la sua attività espositiva. Tra le sue mostre quelle alla Galery Fleury di Lione (con la quale ha collaborato per vari anni) e la personale presso la sede del Parlamento Europeo di Strasburgo. Vive e lavora a Venezia.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
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Biglietto: entrata libera
organizzatori

Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35841.htm







Disagi. Immagini dal Manicomio di San Servolo
dal 23/12/2015 al 07/02/2016


La mostra presenta fotografie dei primi anni del Novecento (probabilmente 1905) tratte da un album “celebrativo” realizzato alla fine della gestione del Manicomio di San Servolo da parte dei frati dell’ordine di S. Giovanni di Dio detti “Fatebenefratelli” e alla conclusione dei lavori di restauro, di adeguamento e ampliamento fatti in quel periodo.
Alcune immagini della mostra riproducono spazi ampi, i padiglioni dei pazienti, le camerate, i cortili e i campi coltivati della colonia agricola, i gabinetti medici tutti puliti e ordinati e svelano il dispositivo disciplinare di esclusione e reclusione allora ampiamente in atto. Una seconda serie di fotografie è di carattere più propriamente manicomiale: la ricerca dello stigma della pazzia attraverso la fisiognomica. Si tratta di fotografie, tratte da un album comparativo, scattate al momento del ricovero (ammalati) e al momento della dimissione (guariti) con riportata la diagnosi e le date di entrata ed uscita.
Con questo album, probabilmente unico nel suo genere, la fotografia psichiatrica ricercando il riflesso della malattia mentale nel corpo del malato crea nel contempo una sorta di catalogo della pazzia ma anche di fatto un catalogo dei canoni della normalità.
La mostra si svolge in occasione della firma della convenzione tra Ulss 12 Veneziana e San Servolo – Servizi Metropolitani di Venezia per la valorizzazione coordinata dei rispettivi patrimoni storico artistici e archivistici
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35807.htm




99ma Collettiva Giovani Artisti
dal 19/12/2015 al 24/01/2016
     
Un unico progetto unisce le due mostre che concludono l'anno 2015 e segnano la storia dell'Istituzione voluta da Felicita Bevilacqua La Masa a sostegno dei giovani artisti attivi sul territorio.
99ma Collettiva Giovani Artisti Sono 21 i giovani artisti e 8 i grafici espongono i propri lavori nella 99ma Collettiva Giovani della Fondazione Bevilacqua La Masa, la mostra d'arte contemporanea su bando di concorso con il maggior numero di edizioni in Italia, che si tiene presso la Galleria di Piazza San Marco dal 19 dicembre al 24 gennaio 2016. Al vaglio della Giuria selezionatrice sono state sottoposte quest'anno ben 241 opere e 71 proposte grafiche, avanzate da giovani artisti operanti nel Triveneto e di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La Giuria era composta da:Monica Calcagno, docente all'Università Ca' Foscari di Venezia, Mauro Covacich, docente e scrittore, Denis Isaia, critico e curatore, Mario Mazzoli, gallerista, Berlino,Giovanni Morbin, artista e docente all'Accademia di Belle Arti di Verona, Caterina Riva, curatrice e critica, coordinati da Giancarlo Borile, Presidente f.f. dell'Istituzione, che si è avvalso, per i lavori della Commissione, della collaborazione diStefano Coletto, curatore interno.
Gli artisti selezionati sono risultati:Beatrice Alici, Edoardo Aruta, Pamela Breda, Marzia Avallone, Ludovico Bomben, Chiara Campanile, Laura Coletto, Marco Disarò, Nicola Facchini, collettivo Fernweh, Francesco Maluta, Luana Diana Matei, Sofia Paggioro, Anna Elena Paraboschi, Federica Partinico, Paola Pasquaretta, Lucia Pizzinato, Paolo Pretolani, Marco Rizzardi, Matteo Valerio, Francesco Zanatta. La Giuria ha inoltre individuato gli assegnatari delle tre borse di studio che la Fondazione conferisce ogni anno per i lavori più apprezzati e che implica per i beneficiari, oltre a un'assegnazione in denaro, la possibilità di esporre nuovamente in Bevilacqua il prossimo anno, in una mostra a loro riservata (la c.d. Mostra dei Borsisti).
La miglior proposta grafica, premiata con un assegno di 1000 euro, è risultata infine quella di Lorenzo Tiriticco, che realizzerà dunque l'invito, il manifesto e la copertina del catalogo della 99ma Collettiva Giovani. In galleria si potranno comunque ammirare anche altre 9 proposte grafiche avanzate da:Pamela Breda, Miriana Calabrese, Giulia Morucchio e Irene Rossini, Marco Panzarin, Davide Sgambaro, Suppiej&Zanato, Lorenzo Tiriticco, Valerio Veneruso. Borsisti della 98ma Collettiva Inaugurata giovedì 17 dicembre, nella sede di Palazzetto Tito, la mostra degli artisti premiati nella 98ma Collettiva Giovani, che presenta al pubblico le opere di Miriam Secco e Alberto Sinigaglia e The Cool Couple, dopo un anno di lavoro. La mostra e l'ampia documentazione riportata in catalogo portano dunque a compimento una relazione importante tra l'Istituzione e i suoi artisti, palesando l'attenzione di Bevilacqua La Masa per la loro formazione e della crescita.
L'installazione di Miriam Secco, nella grande stanza d'ingresso, è una versione allargata e più complessa dell'opera Il pensiero selvaggio, premiata lo scorso anno e il cui titolo è tratto da un famoso libro di Claude Lévi-Strauss. Un video mostra riprese di bambini durante un laboratorio, mentre potenti ventilatori agitano tessuti che materializzano disegni informi. Esplorando l'espressività non ancora regolata dalla razionalità, l'artista si fa interprete ed autore di forme scultoree instabili, gonfiate da un vento artificiale che animai desideri e l'immaginario, ancorandoli al reale.
Alberto Sinigaglia presenta, in due sale di Palazzetto Tito, due diversi progetti. Nella prima si dispiega il suo ampio Big Sky Hunting, arricchito da una importante pubblicazione, che offre un ampio ventaglio di materiali visivi differenti sull'immaginario connesso all'osservazione astronomica; foto e dati scientifici si disconnettono, rendendo impossibile pervenire ad un sapere razionale, sacrificato a inferenze, probabilità, verisimiglianze... Una sfida sperimentale alla fotografia e ai suoi strumenti. Il secondo progetto, dal titoloMicrowave City,nasce da un viaggio in Nevada, nella città della commercializzazione delle parole, dei corpi, degli spazi. Anche in questo caso la fotografia mette in gioco la tradizione formalista, visualizzando zone di ambiguità, nel quadro di un'analisi sociale di un mondo ridotto a spot dove anche l'anima è in svendita.
Il duo artistico The Cool Coupleespone una rivisitazione dell'installazioneA Kind of Display, presentata al Festival di Arles, che riflette con una pluralità di media sull'uso della barba e sui diversi valori culturali ad esso associati, in Oriente e in Occidente. In mostra anche una collezione di video raccolti dalla rete che contestualizzano l'opera, introducendo a molteplici letture di carattere sociale, politico, antropologico della loro ricerca.
dettagli
Biglietto: entrata libera
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35827.htm






VENEZIA IMMAGINE fotografie di John Batho e Franco Fontana
DAL 17/12/2015 AL 17/01/2016

 



“Sento un attaccamento profondo per Venezia, ciò che e mi spinge a soggiornare spesso in questa città. La città occupa un posto particolare nei miei pensieri, mi basta evocare un luogo per poterne ricreare mentalmente tutti gli aspetti. Venezia è un teatro nel quale posso collocarmi poiché lo spettacolo è dovunque, le mura, l’acqua, il suolo, sono costruzioni scenografiche dove si rappresenta la sfigurazione del tempo, di un tempo accumulato e avvolgente. Quale Venezia si offre alla rappresentazione? Le immagini sono così numerose da esaurire a volte la Venezia reale: pare di averla vista prima ancora di esserci stati. Per riprendere a modo mio l’idea della ‘veduta’ veneziana ed evitare i luoghi comuni dell’iconografia di Venezia, mi sono interessato agli aspetti discreti della città, alle atmosfere che compongono il suo genio particolare. Ho scelto di intrecciare le superfici, per aggiungere al forte impatto riflessi e tessiture, e di sovrapporre ciò che è lontano a ciò che è vicino per sovvertire la logica dei piani e delle distanze. In queste combinazioni aleatorie ottenute con una doppia esposizione di riprese dello stesso luogo, il disfacimento si contrappone alla durata, l’irruzione delle erosioni ci fa percepire la precarietà delle costruzioni e l’insolita confusione di splendore e disastro. Andando a toccare l’effimero e il duraturo, queste fotografie esprimono una Venezia intima tra realtà e sogno vicina alle immagini prodotte dal pensiero. Queste ‘vedute’ sono una conferma della passione che provo per la singolarità e la curiosa bellezza di Venezia.” John Batho, novembre 2007.
“L’occhio fotografico di Fontana in definitiva tende a cogliere l’artificio storico di Venezia, l’idea di una storia costruita tutta sull’acqua, e dunque per un gesto di scelta di suoi abitanti che hanno ribaltato la scelta tradizionale della terra ferma ed hanno eretto la propria civiltà in un luogo inedito, un gesto di grande fantasia urbanistica. Venezia oggi è il portato di questa decisione storica, il luogo di una rappresentazione che prolunga nel presente un grande passato. Venezia dunque è un teatro continuo che mette in scena la decisione dei padri mediante una rappresentazione urbana che trova le proprie quinte nelle facciate dei palazzi e nei tagli delle calli, nei fasci di luce incanalati dal ridosso dei palazzi, nei percorsi liquidi ed impuri dei canali. Fontana riesce a cogliere fotograficamente tale condizione, mediante un sapiente uso di luci e di ombre, solarizzazione di facciate ed improvvise contrazioni luminose. Ora teatro di vita, racchiuso nell’intimità delle calli e nei cicalecci dei campielli trovano la loro restituzione in immagine nel lavoro fotografico. Un lavoro costruito con la pazienza sapiente di Fontana che ha saputo riportare nello specifico fotografico, nel lampante silenzio del colore, l’idea di una città sfruttata al massimo dall’industria culturale e turistica al limite del folklore. ‘Presenze veneziane’ ha la qualità di un racconto per immagini che non si abbandona al luogo comune ma cerca un approccio che oscilla tra documentazione ed astrazione. La testualità fotografica di Fontana è costruita in maniera che Venezia appaia attraversata dal colorismo di un’aria netta e dalla trasmutazione dell’acqua.” Achille Bonito Oliva, Franco Fontana, “Presenze veneziane”, Maurizio Rossi Editore, 1980.
John Batho John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia, nel 2007, ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo.
Franco Fontana Franco Fontana è nato a Modena nel 1933. Si dedica alla fotografia dal 1964. Ha esposto le sue opere in tutti i più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato Franco Fontana con una prima mostra dedicata a Venezia (“Presenze Veneziane”) nel 1980, riproposta nel 2005 nella sua sede Ikona Venezia in Campo del Ghetto Nuovo, e con una seconda mostra, sul paesaggio urbano, nel 1981. Nel 2005, ai Magazzini del Sale, Ikona Gallery ha curato la mostra antologica di Fontana, composta da 60 fotografie.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35781.htm







Dentro Fuori Sotto Bucarest
dal 19/12/2015 al 16/01/2016
              
Mostra fotografica di Massimo Branca e Igor Marchesan 'Quando visitammo per la prima volta la loro casa sotterranea nel centro di Bucarest, non ci saremmo mai aspettati di diventare, col tempo, parte della loro famiglia. Un gruppo di ragazzi, fino a quarant’anni d’età, sono la tribù di strada della Gara de Nord. La nostra ricerca fotografica segue le storie di coloro che, in una vita segnata da gravi privazioni emotive e materiali, hanno trovato accettazione in una comunità nascosta, spigolosa e violenta, ma sorprendentemente umana. Ci interessa documentare una realtà complessa, in cui droghe e prigione sono in gran parte effetti collaterali di una plausibile forma di adattamento all’emarginazione....'
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35665.htm












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