lunedì 30 marzo 2015

DAL 01 AL 05 APRILE 2015 - VENEZIA GRATIS - VERNICE FOR FREE

01 APRILE 2015



Identita’ e orizzonti di una civilta’ mediterranea: la sardegna nuragica
      





Dopo Roma, Genova e Firenze, la storia della Sardegna di età nuragica torna a Venezia dal 6 marzo al 20 aprile con una mostra che racconta il ruolo di una delle più importanti entità culturali del mediterraneo occidentale nell’età del bronzo.
Era il 1949 quando, per la prima volta, il fascino della civiltà nuragica arrivò in Laguna con una fortunata esposizione di bronzi che affascinò un vasto pubblico, di cui, si racconta, facesse parte anche Pablo Picasso. Ed oggi, dopo oltre 65 anni, si ripresenta portando la testimonianza più eclatante della sua scienza costruttiva: i Nuraghi. Queste monumentali e sofisticate architetture sedi del potere politico, economico e religioso sono simbolo della forza del popolo nuragico e della Sardegna del XIV-­‐ XII secolo a.c Oltre ai grandi pannelli pittorici e con illustrazioni, alle ricostruzioni in scala reale di alcuni edifici emblematici, a reperti ed oggetti, ci saranno due sezioni a completamento degli aspetti archeologici. Una presenta il paesaggio sardo dei nuraghi nel corso delle stagioni, visto attraverso gli occhi di un noto fotografo Salvatore Pirisinu, la seconda sezione invece, è dedicata al connubio tra arte contemporanea e archeologia concretizzato nelle opere di 5 artisti sardi. Il popolo dei Nur, il profondo legame di continuità fra passato e presente e la sinergia tra spazio e tempo danno a questa mostra una funzione che va ben oltre la semplice esposizione ma, trasmette la consapevolezza di un’ identità e una necessità di divulgazione di un patrimonio culturale e artistico che risponde a nuove esigenze di conoscenza.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33269.htm



I gioielli del Ruanda. Autonomia e imprenditorialità per le donne del Ruanda
      
                     

L’esposizione, organizzata in collaborazione con Soroptimist International d’Italia Club di Venezia, propone una sessantina di creazioni (anelli, bracciali, orecchini) realizzate in fibre naturali intrecciate e inserti in argento da artigiani e designer ruandesi e italiani.
La mostra fa parte del progetto Atelier Ruanda - curato da Geneviève Henrot Sostero, con la supervisione di Patrizia Salmoiraghi, coordinatrice nazionale Soroptimist dei progetti per l’Africa - che si propone di rinnovare e diversificare l’artigianato locale partendo dalle risorse umane, dai materiali, dalle usanze e dalle tecniche specifiche del territorio.
Atelier Ruanda nasce da un’idea della scultrice Bettina Scholl Sabbatini, che ha recuperato l’antica tecnica ruandese dell’agaseke, rivisitandola in chiave design. Il club Soroptimist di San Marino, insieme al club di Kigali, nel 2007 ha colto quest’idea e ha individuato dei designer interessati a promuovere ricerche fondate sull’uso delle fibre naturali, proponendo il gioiello come oggetto di studio. In Ruanda la vannerie d’art è l’arte di tessere e intrecciare fibre vegetali per foggiare oggetti e l’iniziativa di Atelier Ruanda ha come scopo primario proprio la salvaguardia e la valorizzazione di questo tipo di artigianato, un “saper fare” che al giorno d’oggi rappresenta un patrimonio da salvaguardare. Si tratta di un settore che nel corso del tempo ha risentito dell’impatto con la civiltà occidentale ma che può ancora giocare un ruolo socio-economico molto importante.
L’Unione Soroptimist d’Italia ha abbracciato con fiducia il progetto e il Club Soroptimist di Venezia si inserisce, con la mostra del Florian, in un fitto programma di conferenze, viaggi e campagne per raccolte fondi organizzate dall’Associazione.
Dal 2008, anno in cui si tenne la prima mostra dell’Atelier Ruanda, sono state moltissime le iniziative a livello nazionale e internazionale che hanno permesso lo scambio diretto e reciproco di conoscenze e competenze tra le artigiane ruandesi e gli studenti in design d’Italia, di San Marino e di altri paesi del mondo. Un unico obiettivo, innalzare un materiale povero ad un alto valore simbolico e commerciale, è sfociato nella creazione di gioielli diversissimi tra loro e dalla potente personalità.
Gli inserti in argento degli oggetti in mostra al Florian sono stati creati, sulla base di disegni realizzati da alcuni istituti italiani di design, da una cooperativa artigianale orafa di Vicenza, Primavera 85, con cui i club Soroptimist hanno recentemente avviato una collaborazione finalizzata all’occupazione dei diversamente abili e a garantire una lavorazione dei metalli di ottima qualità e finitura.
Alcuni degli oggetti presenti al Florian fanno parte della prima collezione esposta in una mostra a Firenze nel 2010 e oggi conservata a Palazzo Pitti.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori


Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33599.htm



Portati dal vento
 


La personale di Giorgia Valmorri è una mostra con installazioni, ambienti sensoriali e dispositivi relazionali. 'Portati dal vento' è un progetto complessivo pensato per sviluppare un approccio partecipato e condiviso alla cura e alla tutela della natura.
Giorgia Valmorri mette al centro del progetto Portati dal Vento il seme, come valore simbolico e come potenzialità creativa, invitando il pubblico a una partecipazione attiva durante tutto il percorso della mostra ospitata dalla galleria Spiazzi di Venezia. Empatia, alleanza, affinità, connessione con la natura, sono le parole chiave che la curatrice della mostra, Silvia Petronici, usa per introdurci al lavoro e alla ricerca di Giorgia Valmorri. Una narrazione, “a tratti intima e segreta e a tratti pubblica e partecipata”, che si sviluppa tra installazioni site specific, ambienti olfattivi e azioni collettive.
Portati dal Vento è un progetto che prosegue un lavoro iniziato dall’artista durante la residenza senseOFcommunity#11, curata da Silvia Petronici a Spiazzi, e dedicata alle pratiche artistiche site specif e di partecipazione. Qui Giorgia Valmorri aveva attivato un dispositivo relazionale “Tre semi per un giardino di connessioni”, nel quale chiedeva alle persone coinvolte di inviare, in un kit da lei predisposto, tre semi di fiori all’indirizzo della galleria Spiazzi. Tutti i semi pervenuti sono stati conservati durante l’inverno e fatti germogliare, e saranno messi a dimora nella terra con un’azione collettiva durante il finissage nell’orto di Spiazzi Verdi (600 mq di ortus conclusus in un ex convento della Giudecca dedicati all’incrociarsi di antichi saperi e nuove tecniche, permacultura e agricoltura sinergica per la produzione di verdure e benessere comune). Un modo per dare vita a nuove germinazioni e immaginare/donare un giardino in cui ognuno potrà trovare ricordi. Dono è un’altra parola chiave nella poetica di Giorgia Valmorri che per ogni progetto prepara oggetti da donare ai partecipanti, estendendo l’esperienza al di fuori dei confini della mostra stessa.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33569.htm








02 APRILE 2015


I gioielli del Ruanda. Autonomia e imprenditorialità per le donne del Ruanda
      
                     

L’esposizione, organizzata in collaborazione con Soroptimist International d’Italia Club di Venezia, propone una sessantina di creazioni (anelli, bracciali, orecchini) realizzate in fibre naturali intrecciate e inserti in argento da artigiani e designer ruandesi e italiani.
La mostra fa parte del progetto Atelier Ruanda - curato da Geneviève Henrot Sostero, con la supervisione di Patrizia Salmoiraghi, coordinatrice nazionale Soroptimist dei progetti per l’Africa - che si propone di rinnovare e diversificare l’artigianato locale partendo dalle risorse umane, dai materiali, dalle usanze e dalle tecniche specifiche del territorio.
Atelier Ruanda nasce da un’idea della scultrice Bettina Scholl Sabbatini, che ha recuperato l’antica tecnica ruandese dell’agaseke, rivisitandola in chiave design. Il club Soroptimist di San Marino, insieme al club di Kigali, nel 2007 ha colto quest’idea e ha individuato dei designer interessati a promuovere ricerche fondate sull’uso delle fibre naturali, proponendo il gioiello come oggetto di studio. In Ruanda la vannerie d’art è l’arte di tessere e intrecciare fibre vegetali per foggiare oggetti e l’iniziativa di Atelier Ruanda ha come scopo primario proprio la salvaguardia e la valorizzazione di questo tipo di artigianato, un “saper fare” che al giorno d’oggi rappresenta un patrimonio da salvaguardare. Si tratta di un settore che nel corso del tempo ha risentito dell’impatto con la civiltà occidentale ma che può ancora giocare un ruolo socio-economico molto importante.
L’Unione Soroptimist d’Italia ha abbracciato con fiducia il progetto e il Club Soroptimist di Venezia si inserisce, con la mostra del Florian, in un fitto programma di conferenze, viaggi e campagne per raccolte fondi organizzate dall’Associazione.
Dal 2008, anno in cui si tenne la prima mostra dell’Atelier Ruanda, sono state moltissime le iniziative a livello nazionale e internazionale che hanno permesso lo scambio diretto e reciproco di conoscenze e competenze tra le artigiane ruandesi e gli studenti in design d’Italia, di San Marino e di altri paesi del mondo. Un unico obiettivo, innalzare un materiale povero ad un alto valore simbolico e commerciale, è sfociato nella creazione di gioielli diversissimi tra loro e dalla potente personalità.
Gli inserti in argento degli oggetti in mostra al Florian sono stati creati, sulla base di disegni realizzati da alcuni istituti italiani di design, da una cooperativa artigianale orafa di Vicenza, Primavera 85, con cui i club Soroptimist hanno recentemente avviato una collaborazione finalizzata all’occupazione dei diversamente abili e a garantire una lavorazione dei metalli di ottima qualità e finitura.
Alcuni degli oggetti presenti al Florian fanno parte della prima collezione esposta in una mostra a Firenze nel 2010 e oggi conservata a Palazzo Pitti.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori


Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33599.htm





Identita’ e orizzonti di una civilta’ mediterranea: la sardegna nuragica
      





Dopo Roma, Genova e Firenze, la storia della Sardegna di età nuragica torna a Venezia dal 6 marzo al 20 aprile con una mostra che racconta il ruolo di una delle più importanti entità culturali del mediterraneo occidentale nell’età del bronzo.
Era il 1949 quando, per la prima volta, il fascino della civiltà nuragica arrivò in Laguna con una fortunata esposizione di bronzi che affascinò un vasto pubblico, di cui, si racconta, facesse parte anche Pablo Picasso. Ed oggi, dopo oltre 65 anni, si ripresenta portando la testimonianza più eclatante della sua scienza costruttiva: i Nuraghi. Queste monumentali e sofisticate architetture sedi del potere politico, economico e religioso sono simbolo della forza del popolo nuragico e della Sardegna del XIV-­‐ XII secolo a.c Oltre ai grandi pannelli pittorici e con illustrazioni, alle ricostruzioni in scala reale di alcuni edifici emblematici, a reperti ed oggetti, ci saranno due sezioni a completamento degli aspetti archeologici. Una presenta il paesaggio sardo dei nuraghi nel corso delle stagioni, visto attraverso gli occhi di un noto fotografo Salvatore Pirisinu, la seconda sezione invece, è dedicata al connubio tra arte contemporanea e archeologia concretizzato nelle opere di 5 artisti sardi. Il popolo dei Nur, il profondo legame di continuità fra passato e presente e la sinergia tra spazio e tempo danno a questa mostra una funzione che va ben oltre la semplice esposizione ma, trasmette la consapevolezza di un’ identità e una necessità di divulgazione di un patrimonio culturale e artistico che risponde a nuove esigenze di conoscenza.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33269.htm



Portati dal vento
 


La personale di Giorgia Valmorri è una mostra con installazioni, ambienti sensoriali e dispositivi relazionali. 'Portati dal vento' è un progetto complessivo pensato per sviluppare un approccio partecipato e condiviso alla cura e alla tutela della natura.
Giorgia Valmorri mette al centro del progetto Portati dal Vento il seme, come valore simbolico e come potenzialità creativa, invitando il pubblico a una partecipazione attiva durante tutto il percorso della mostra ospitata dalla galleria Spiazzi di Venezia. Empatia, alleanza, affinità, connessione con la natura, sono le parole chiave che la curatrice della mostra, Silvia Petronici, usa per introdurci al lavoro e alla ricerca di Giorgia Valmorri. Una narrazione, “a tratti intima e segreta e a tratti pubblica e partecipata”, che si sviluppa tra installazioni site specific, ambienti olfattivi e azioni collettive.
Portati dal Vento è un progetto che prosegue un lavoro iniziato dall’artista durante la residenza senseOFcommunity#11, curata da Silvia Petronici a Spiazzi, e dedicata alle pratiche artistiche site specif e di partecipazione. Qui Giorgia Valmorri aveva attivato un dispositivo relazionale “Tre semi per un giardino di connessioni”, nel quale chiedeva alle persone coinvolte di inviare, in un kit da lei predisposto, tre semi di fiori all’indirizzo della galleria Spiazzi. Tutti i semi pervenuti sono stati conservati durante l’inverno e fatti germogliare, e saranno messi a dimora nella terra con un’azione collettiva durante il finissage nell’orto di Spiazzi Verdi (600 mq di ortus conclusus in un ex convento della Giudecca dedicati all’incrociarsi di antichi saperi e nuove tecniche, permacultura e agricoltura sinergica per la produzione di verdure e benessere comune). Un modo per dare vita a nuove germinazioni e immaginare/donare un giardino in cui ognuno potrà trovare ricordi. Dono è un’altra parola chiave nella poetica di Giorgia Valmorri che per ogni progetto prepara oggetti da donare ai partecipanti, estendendo l’esperienza al di fuori dei confini della mostra stessa.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33569.htm



Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia 1957-1962
 



Proseguendo la fattiva collaborazione con l’Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia, la Casa del Cinema ospita una nuova mostra fotografica d’ambientazione veneziana: Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia. 1957 – 1962. La mostra prosegue nel lavoro di ricerca, archiviazione e valorizzazione del vasto e spesso inesplorato patrimonio fotografico degli autori veneziani che, nel corso della seconda metà del Novecento, hanno documentato “per immagini” Venezia e il suo territorio, l’economia e la società. Il progetto fotografico portato avanti da Gigi Ferrigno, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, sul “Luna Park” di riva degli Schiavoni e in altri campi veneziani che allora ospitavano le “giostre”, aveva scopi di documentazione sociale e d’intima indagine sull’uomo e sulla dignità della persona, sui suoi riti e sul “tempo lento” che ne scandiva il ritmo della vita. Non si trattava dunque di esercizio tecnico ed estetico fine a se stesso, ma di vera e propria presa di coscienza di un nuovo modo di fare fotografia, secodo i dettami della fotografia sociale d’oltreoceano ma senza ignorare le correnti sperimentali già affermate a livello internazionale.
Sono esposte in mostra una trentina di fotografie che ci raccontano, o ci ricordano, la “magicità” del Luna Park. Nelle fotografie di Ferrigno scopriamo così un mondo di luci, sguardi e zucchero filato, riflessi e “storie umane” che allo sguardo del visitatore potranno sembrare perfino surreali. Un mondo semplice e spontaneo che non può non farci pensare a un certo neorealismo nel cinema, per dichiarata ammissione dello stesso Ferrigno. Dall’Arsenale sino a San Zaccaria: un chilometro continuo d’intreccio di tubi e di baracche in ferro e legno, di fili elettrici e di “scintille”, di barchette e di ottovolanti, di fucili ad aria compressa e di pesciolini rossi, di odori di olio bruciato e di profumo di frittelle e zucchero filato. Fotografie veloci, per lo più scattate di sera senza cavalletto e senza flash che altrimenti, come dice Ferrigno, rischiava di “congelare troppo l’immagine”. Immagini dove l’attimo colto al volo arricchiva di un valore estetico ed innovativo quel certo “mosso” e gli effetti stranianti che questo rimandava sulla carta fotografica: spettacolari e quasi simboliche le scintille ed i riflessi dell’automobile in curva sull’autodromo elettrico, alla guida un confuso soggetto maschile che, pur senza averne noi la certezza, pare fissare l’obiettivo del fotografo, impressionando la pellicola e restituendoci un’incredibile fotografia di grande dinamismo e suggestione quasi futurista.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33477.htm





03 APRILE 2015


Diagonal-Symphonie

              

Mostre personali di Enzo Montagna (a cura di Francesca Rizzo), Gino Baffo (a cura di Robert Phillips), Alain Giustiniani (a cura di Brigitte Giustiniani), Gianfranco D’Andrea, Maurizio Montesoro e Paolo Vannuccini (a cura di Gaia Conti)
Diagonal-Symphonie è un film del 1924, diretto dal regista tedesco Viking Eggeling – un inno alla capacità evocativa delle forme, alla bellezza dei cicli ricorsivi, alla potenza dei processi di trasformazione, rappresentato da una forma inclinata che, danzando sullo schermo, continuamente genera altre forme, sparisce e rinasce.
La “sinfonia diagonale” dell’Officina delle Zattere è una successione non rigida di esperienze artistiche che meditano sugli stessi temi: la forma, il passaggio del tempo e i ricordi, la rappresentazione e la semplificazione.
Senza seguire un percorso predeterminato fra le sale, il visitatore potrà ascoltare il dialogo fra i lavori di Gianfranco D’Andrea, che racconta poeticamente di paesaggi, spesso riconoscibili, da un punto di vista diverso e originale, storie a sé, ma parte di una narrazione più ampia, e le opere di Alain Giustiniani, espressione della sua esperienza di Venezia, trascrizione di un'emozione venata di malinconia o di poesia, che intendono restituirci al di là della realtà.
Oppure immaginare delle sottili affinità elettive fra la ricerca di Gino Baffo, che ritrae una Venezia fatta soprattutto di voci, parole e persone che lasciano solo ombre nella nebbia e di cui rimangono a ricordo pochi oggetti che galleggiano nell'acqua scura dei canali più profondi, e le tele di Maurizio Montesoro, che volutamente non descrivono un mondo ma lo evocano, attraverso un processo di svuotamento, alleggerimento, sottrazione. O ancora destreggiarvi fra la meditazione sull’impermanenza, sulla circolarità e la ri-nascita da un passato presente di Paolo Vannuccini e infine raggiungere le vigorose e calde composizioni, le storie di vita, di uomini e di oggetti portatori di ricordi di Enzo Montagna.

dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33600.htm





Identita’ e orizzonti di una civilta’ mediterranea: la sardegna nuragica
      





Dopo Roma, Genova e Firenze, la storia della Sardegna di età nuragica torna a Venezia dal 6 marzo al 20 aprile con una mostra che racconta il ruolo di una delle più importanti entità culturali del mediterraneo occidentale nell’età del bronzo.
Era il 1949 quando, per la prima volta, il fascino della civiltà nuragica arrivò in Laguna con una fortunata esposizione di bronzi che affascinò un vasto pubblico, di cui, si racconta, facesse parte anche Pablo Picasso. Ed oggi, dopo oltre 65 anni, si ripresenta portando la testimonianza più eclatante della sua scienza costruttiva: i Nuraghi. Queste monumentali e sofisticate architetture sedi del potere politico, economico e religioso sono simbolo della forza del popolo nuragico e della Sardegna del XIV-­‐ XII secolo a.c Oltre ai grandi pannelli pittorici e con illustrazioni, alle ricostruzioni in scala reale di alcuni edifici emblematici, a reperti ed oggetti, ci saranno due sezioni a completamento degli aspetti archeologici. Una presenta il paesaggio sardo dei nuraghi nel corso delle stagioni, visto attraverso gli occhi di un noto fotografo Salvatore Pirisinu, la seconda sezione invece, è dedicata al connubio tra arte contemporanea e archeologia concretizzato nelle opere di 5 artisti sardi. Il popolo dei Nur, il profondo legame di continuità fra passato e presente e la sinergia tra spazio e tempo danno a questa mostra una funzione che va ben oltre la semplice esposizione ma, trasmette la consapevolezza di un’ identità e una necessità di divulgazione di un patrimonio culturale e artistico che risponde a nuove esigenze di conoscenza.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33269.htm






 

04 APRILE 2015



I gioielli del Ruanda. Autonomia e imprenditorialità per le donne del Ruanda
      
                     

L’esposizione, organizzata in collaborazione con Soroptimist International d’Italia Club di Venezia, propone una sessantina di creazioni (anelli, bracciali, orecchini) realizzate in fibre naturali intrecciate e inserti in argento da artigiani e designer ruandesi e italiani.
La mostra fa parte del progetto Atelier Ruanda - curato da Geneviève Henrot Sostero, con la supervisione di Patrizia Salmoiraghi, coordinatrice nazionale Soroptimist dei progetti per l’Africa - che si propone di rinnovare e diversificare l’artigianato locale partendo dalle risorse umane, dai materiali, dalle usanze e dalle tecniche specifiche del territorio.
Atelier Ruanda nasce da un’idea della scultrice Bettina Scholl Sabbatini, che ha recuperato l’antica tecnica ruandese dell’agaseke, rivisitandola in chiave design. Il club Soroptimist di San Marino, insieme al club di Kigali, nel 2007 ha colto quest’idea e ha individuato dei designer interessati a promuovere ricerche fondate sull’uso delle fibre naturali, proponendo il gioiello come oggetto di studio. In Ruanda la vannerie d’art è l’arte di tessere e intrecciare fibre vegetali per foggiare oggetti e l’iniziativa di Atelier Ruanda ha come scopo primario proprio la salvaguardia e la valorizzazione di questo tipo di artigianato, un “saper fare” che al giorno d’oggi rappresenta un patrimonio da salvaguardare. Si tratta di un settore che nel corso del tempo ha risentito dell’impatto con la civiltà occidentale ma che può ancora giocare un ruolo socio-economico molto importante.
L’Unione Soroptimist d’Italia ha abbracciato con fiducia il progetto e il Club Soroptimist di Venezia si inserisce, con la mostra del Florian, in un fitto programma di conferenze, viaggi e campagne per raccolte fondi organizzate dall’Associazione.
Dal 2008, anno in cui si tenne la prima mostra dell’Atelier Ruanda, sono state moltissime le iniziative a livello nazionale e internazionale che hanno permesso lo scambio diretto e reciproco di conoscenze e competenze tra le artigiane ruandesi e gli studenti in design d’Italia, di San Marino e di altri paesi del mondo. Un unico obiettivo, innalzare un materiale povero ad un alto valore simbolico e commerciale, è sfociato nella creazione di gioielli diversissimi tra loro e dalla potente personalità.
Gli inserti in argento degli oggetti in mostra al Florian sono stati creati, sulla base di disegni realizzati da alcuni istituti italiani di design, da una cooperativa artigianale orafa di Vicenza, Primavera 85, con cui i club Soroptimist hanno recentemente avviato una collaborazione finalizzata all’occupazione dei diversamente abili e a garantire una lavorazione dei metalli di ottima qualità e finitura.
Alcuni degli oggetti presenti al Florian fanno parte della prima collezione esposta in una mostra a Firenze nel 2010 e oggi conservata a Palazzo Pitti.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori


Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33599.htm





Identita’ e orizzonti di una civilta’ mediterranea: la sardegna nuragica
      





Dopo Roma, Genova e Firenze, la storia della Sardegna di età nuragica torna a Venezia dal 6 marzo al 20 aprile con una mostra che racconta il ruolo di una delle più importanti entità culturali del mediterraneo occidentale nell’età del bronzo.
Era il 1949 quando, per la prima volta, il fascino della civiltà nuragica arrivò in Laguna con una fortunata esposizione di bronzi che affascinò un vasto pubblico, di cui, si racconta, facesse parte anche Pablo Picasso. Ed oggi, dopo oltre 65 anni, si ripresenta portando la testimonianza più eclatante della sua scienza costruttiva: i Nuraghi. Queste monumentali e sofisticate architetture sedi del potere politico, economico e religioso sono simbolo della forza del popolo nuragico e della Sardegna del XIV-­‐ XII secolo a.c Oltre ai grandi pannelli pittorici e con illustrazioni, alle ricostruzioni in scala reale di alcuni edifici emblematici, a reperti ed oggetti, ci saranno due sezioni a completamento degli aspetti archeologici. Una presenta il paesaggio sardo dei nuraghi nel corso delle stagioni, visto attraverso gli occhi di un noto fotografo Salvatore Pirisinu, la seconda sezione invece, è dedicata al connubio tra arte contemporanea e archeologia concretizzato nelle opere di 5 artisti sardi. Il popolo dei Nur, il profondo legame di continuità fra passato e presente e la sinergia tra spazio e tempo danno a questa mostra una funzione che va ben oltre la semplice esposizione ma, trasmette la consapevolezza di un’ identità e una necessità di divulgazione di un patrimonio culturale e artistico che risponde a nuove esigenze di conoscenza.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33269.htm





Diagonal-Symphonie

              

Mostre personali di Enzo Montagna (a cura di Francesca Rizzo), Gino Baffo (a cura di Robert Phillips), Alain Giustiniani (a cura di Brigitte Giustiniani), Gianfranco D’Andrea, Maurizio Montesoro e Paolo Vannuccini (a cura di Gaia Conti)
Diagonal-Symphonie è un film del 1924, diretto dal regista tedesco Viking Eggeling – un inno alla capacità evocativa delle forme, alla bellezza dei cicli ricorsivi, alla potenza dei processi di trasformazione, rappresentato da una forma inclinata che, danzando sullo schermo, continuamente genera altre forme, sparisce e rinasce.
La “sinfonia diagonale” dell’Officina delle Zattere è una successione non rigida di esperienze artistiche che meditano sugli stessi temi: la forma, il passaggio del tempo e i ricordi, la rappresentazione e la semplificazione.
Senza seguire un percorso predeterminato fra le sale, il visitatore potrà ascoltare il dialogo fra i lavori di Gianfranco D’Andrea, che racconta poeticamente di paesaggi, spesso riconoscibili, da un punto di vista diverso e originale, storie a sé, ma parte di una narrazione più ampia, e le opere di Alain Giustiniani, espressione della sua esperienza di Venezia, trascrizione di un'emozione venata di malinconia o di poesia, che intendono restituirci al di là della realtà.
Oppure immaginare delle sottili affinità elettive fra la ricerca di Gino Baffo, che ritrae una Venezia fatta soprattutto di voci, parole e persone che lasciano solo ombre nella nebbia e di cui rimangono a ricordo pochi oggetti che galleggiano nell'acqua scura dei canali più profondi, e le tele di Maurizio Montesoro, che volutamente non descrivono un mondo ma lo evocano, attraverso un processo di svuotamento, alleggerimento, sottrazione. O ancora destreggiarvi fra la meditazione sull’impermanenza, sulla circolarità e la ri-nascita da un passato presente di Paolo Vannuccini e infine raggiungere le vigorose e calde composizioni, le storie di vita, di uomini e di oggetti portatori di ricordi di Enzo Montagna.

dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33600.htm




Portati dal vento
 


La personale di Giorgia Valmorri è una mostra con installazioni, ambienti sensoriali e dispositivi relazionali. 'Portati dal vento' è un progetto complessivo pensato per sviluppare un approccio partecipato e condiviso alla cura e alla tutela della natura.
Giorgia Valmorri mette al centro del progetto Portati dal Vento il seme, come valore simbolico e come potenzialità creativa, invitando il pubblico a una partecipazione attiva durante tutto il percorso della mostra ospitata dalla galleria Spiazzi di Venezia. Empatia, alleanza, affinità, connessione con la natura, sono le parole chiave che la curatrice della mostra, Silvia Petronici, usa per introdurci al lavoro e alla ricerca di Giorgia Valmorri. Una narrazione, “a tratti intima e segreta e a tratti pubblica e partecipata”, che si sviluppa tra installazioni site specific, ambienti olfattivi e azioni collettive.
Portati dal Vento è un progetto che prosegue un lavoro iniziato dall’artista durante la residenza senseOFcommunity#11, curata da Silvia Petronici a Spiazzi, e dedicata alle pratiche artistiche site specif e di partecipazione. Qui Giorgia Valmorri aveva attivato un dispositivo relazionale “Tre semi per un giardino di connessioni”, nel quale chiedeva alle persone coinvolte di inviare, in un kit da lei predisposto, tre semi di fiori all’indirizzo della galleria Spiazzi. Tutti i semi pervenuti sono stati conservati durante l’inverno e fatti germogliare, e saranno messi a dimora nella terra con un’azione collettiva durante il finissage nell’orto di Spiazzi Verdi (600 mq di ortus conclusus in un ex convento della Giudecca dedicati all’incrociarsi di antichi saperi e nuove tecniche, permacultura e agricoltura sinergica per la produzione di verdure e benessere comune). Un modo per dare vita a nuove germinazioni e immaginare/donare un giardino in cui ognuno potrà trovare ricordi. Dono è un’altra parola chiave nella poetica di Giorgia Valmorri che per ogni progetto prepara oggetti da donare ai partecipanti, estendendo l’esperienza al di fuori dei confini della mostra stessa.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33569.htm






05 APRILE 2015



Art in Architecture & Others
        

La Galleria di Dorothea van der Koelen ospita fino al 28 marzo 2015 la mostra 'Art in Architecture & Others' dedicata all'opera d'arte integrata in un contesto architetturale determinato. I progetti artistici presentati nella galleria veneziana sono dodici: concepiti da artisti di fama internazionale e realizzati tra il 1994 e il 2013 per l'Università di Bayreuth, il centro commerciale di Eerlangen, il Museo Ritter o il Parlamento di Dresden (per citarne solo alcuni), sono illustrati attraverso vari supporti di documentazione come fotografie, cartografie, modelli, ecc. Assieme alla presentazione dei progetti realizzati in situ sono esposte diverse opere degli artisti. Sono presenti Lore Bert, Daniel Buren, Eduardo Chillida, Heinz Gappmayr, Francois Morellet, Jan van Munster, Fabrizio Plessi, David Rabinowitch, Gunther Uecker e Martin Willing.
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Biglietto: ingresso libero


Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33356.htm






Identita’ e orizzonti di una civilta’ mediterranea: la sardegna nuragica
      





Dopo Roma, Genova e Firenze, la storia della Sardegna di età nuragica torna a Venezia dal 6 marzo al 20 aprile con una mostra che racconta il ruolo di una delle più importanti entità culturali del mediterraneo occidentale nell’età del bronzo.
Era il 1949 quando, per la prima volta, il fascino della civiltà nuragica arrivò in Laguna con una fortunata esposizione di bronzi che affascinò un vasto pubblico, di cui, si racconta, facesse parte anche Pablo Picasso. Ed oggi, dopo oltre 65 anni, si ripresenta portando la testimonianza più eclatante della sua scienza costruttiva: i Nuraghi. Queste monumentali e sofisticate architetture sedi del potere politico, economico e religioso sono simbolo della forza del popolo nuragico e della Sardegna del XIV-­‐ XII secolo a.c Oltre ai grandi pannelli pittorici e con illustrazioni, alle ricostruzioni in scala reale di alcuni edifici emblematici, a reperti ed oggetti, ci saranno due sezioni a completamento degli aspetti archeologici. Una presenta il paesaggio sardo dei nuraghi nel corso delle stagioni, visto attraverso gli occhi di un noto fotografo Salvatore Pirisinu, la seconda sezione invece, è dedicata al connubio tra arte contemporanea e archeologia concretizzato nelle opere di 5 artisti sardi. Il popolo dei Nur, il profondo legame di continuità fra passato e presente e la sinergia tra spazio e tempo danno a questa mostra una funzione che va ben oltre la semplice esposizione ma, trasmette la consapevolezza di un’ identità e una necessità di divulgazione di un patrimonio culturale e artistico che risponde a nuove esigenze di conoscenza.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33269.htm





FluxBooks
 

libro d'artista di George Maaciunas, 1964
 
 
FluxBooks è un progetto espositivo dedicato ai libri d'artista nato dalla collaborazione tra la Fondazione Bonotto e la Fondazione Bevilacqua La Masa con l'intento di rilanciare verso il futuro una delle poetiche più radicali ed utopistiche sviluppatesi nel secolo scorso.
Articolato in due mostre, che presenteranno rispettivamente i libri d'artista prodotti in ambito Fluxus e i lavori realizzati dai giovani artisti della Bevilacqua La Masa a partire dallo studio di questi materiali, FluxBooks si terrà dal 4 marzo al 26 aprile 2015 nelle sedi veneziane di Palazzetto Tito e della Galleria di Piazza San Marco.
Le numerose esperienze estetiche avvicendatesi durante il Novecento hanno trovato nel libro d'artista un felice medium di sperimentazione. La sua sempre più facile produzione, anche grazie al diffondersi di mezzi di stampa relativamente poco costosi e di facile uso, lo ha portato ad essere eletto, in alcuni ambiti poetici, a vero e proprio tòpos anche nelle forme più avanzate della sua negazione.
Fluxus è senza dubbio uno dei momenti di più feconda e irriverente trasformazione del medium libro. Di fatto, le sperimentazioni operate dagli artisti legati al gruppo organizzato da George Maciunas hanno segnato profondamente il modo di concepire l'oggetto libro. L'evoluzione più evidente, nella sua drastica negazione dell'oggetto libro in sé, è senza dubbio l'elezione degli oggetti più disparati al rango di libro. Oggetti che si presentano come enigmatici e assolutamente illeggibili se non come metafora strettamente connessa alla poetica sviluppata dall'autore del libro stesso. Sono i cosiddetti 'libri oggetto', definizione che evidenzia la ancora difficile assimilazione di una così secca posizione rispetto ad un oggetto da sempre depositario della cultura e della memoria umana. La più ardita trasformazione, anche se forse ancora oggi la meno analizzata, avviene nell'impostazione grafica che porta avanti le intenzioni delle avanguardie storiche di primo Novecento arrivando ad influenzare la produzione contemporanea.
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Biglietto: ingresso libero


Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33350.htm






Abusi. Arte dalla violenza

Drammi interiori e disagi sociali che diventano opere d'arte, attraverso un'emergenza creativa. Le artiste sono soprattutto donne ospiti della comunità terapeutica Fragole Celesti. Le loro opere saranno esposte nella mostra 'Abusi. Arte dalla violenza'.
Gli autori sono lasciati volutamente anonimi per tutelarne identità e storie. Ci sono donne della comunità terapeutica femminile Fragole Celesti del circuito di cura di Fermata d’Autobus, ma non solo. Tra loro anche uomini. Tutti sono provenienti da un vissuto che li ha obbligati a confrontarsi con il delicatissimo tema dell’abuso sessuale e della violenza. Con il supporto di un’équipe multidisciplinare di terapeuti, tecnici e artisti, i pazienti hanno tradotto le proprie esperienze in opere vere e proprie, affidando all’oggetto d’arte il compito di raccontare la propria storia.
Il progetto nasce da un’esperienza espositiva precedente, la mostra “Abusi. Testimonianze da una comunità terapeutica.” svoltasi nella primavera del 2014 a Rivarolo Canavese (TO). Presso CFZ - Ca’ Foscari Zattere si vuole riallestire l’esposizione, reinterpretandola e arricchendola con una serie di eventi collaterali.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33316.htm
 

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