domenica 5 aprile 2015

DAL 06 AL 10 APRILE 2015 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

06 APRILE 2015



Duende blu
 

Giovedì 2 aprile ci sarà alle 11.30 l'inaugurazione dell'esposizione d'arte “Duende blu”. Rassegna di pittura, cultura ed installazioni realizzate da artisti che hanno a che fare con i Disturbi dello spettro autistico.
La mostra disposta in due sezione espositive nell’isola si potrà vedere il 2 aprile e resterà aperta al pubblico con entrata gratuita fino a giovedì 9 aprile e da mercoledì 15 aprile sino a domenica 26 aprile. L'apertura della mostra consentirà di fare il punto sul modo con il quale ci si occupa di autismo in Veneto, visto che è prevista la presenza di rappresentanti delle istituzioni, della sanità, della scuola e delle famiglie
dettagli
Biglietto: ingresso libero



Diagonal-Symphonie



              


Mostre personali di Enzo Montagna (a cura di Francesca Rizzo), Gino Baffo (a cura di Robert Phillips), Alain Giustiniani (a cura di Brigitte Giustiniani), Gianfranco D’Andrea, Maurizio Montesoro e Paolo Vannuccini (a cura di Gaia Conti)
Diagonal-Symphonie è un film del 1924, diretto dal regista tedesco Viking Eggeling – un inno alla capacità evocativa delle forme, alla bellezza dei cicli ricorsivi, alla potenza dei processi di trasformazione, rappresentato da una forma inclinata che, danzando sullo schermo, continuamente genera altre forme, sparisce e rinasce.
La “sinfonia diagonale” dell’Officina delle Zattere è una successione non rigida di esperienze artistiche che meditano sugli stessi temi: la forma, il passaggio del tempo e i ricordi, la rappresentazione e la semplificazione.
Senza seguire un percorso predeterminato fra le sale, il visitatore potrà ascoltare il dialogo fra i lavori di Gianfranco D’Andrea, che racconta poeticamente di paesaggi, spesso riconoscibili, da un punto di vista diverso e originale, storie a sé, ma parte di una narrazione più ampia, e le opere di Alain Giustiniani, espressione della sua esperienza di Venezia, trascrizione di un'emozione venata di malinconia o di poesia, che intendono restituirci al di là della realtà.
Oppure immaginare delle sottili affinità elettive fra la ricerca di Gino Baffo, che ritrae una Venezia fatta soprattutto di voci, parole e persone che lasciano solo ombre nella nebbia e di cui rimangono a ricordo pochi oggetti che galleggiano nell'acqua scura dei canali più profondi, e le tele di Maurizio Montesoro, che volutamente non descrivono un mondo ma lo evocano, attraverso un processo di svuotamento, alleggerimento, sottrazione. O ancora destreggiarvi fra la meditazione sull’impermanenza, sulla circolarità e la ri-nascita da un passato presente di Paolo Vannuccini e infine raggiungere le vigorose e calde composizioni, le storie di vita, di uomini e di oggetti portatori di ricordi di Enzo Montagna.

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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33600.htm





Identita’ e orizzonti di una civilta’ mediterranea: la sardegna nuragica


Dopo Roma, Genova e Firenze, la storia della Sardegna di età nuragica torna a Venezia dal 6 marzo al 20 aprile con una mostra che racconta il ruolo di una delle più importanti entità culturali del mediterraneo occidentale nell’età del bronzo.
Era il 1949 quando, per la prima volta, il fascino della civiltà nuragica arrivò in Laguna con una fortunata esposizione di bronzi che affascinò un vasto pubblico, di cui, si racconta, facesse parte anche Pablo Picasso. Ed oggi, dopo oltre 65 anni, si ripresenta portando la testimonianza più eclatante della sua scienza costruttiva: i Nuraghi. Queste monumentali e sofisticate architetture sedi del potere politico, economico e religioso sono simbolo della forza del popolo nuragico e della Sardegna del XIV-­‐ XII secolo a.c Oltre ai grandi pannelli pittorici e con illustrazioni, alle ricostruzioni in scala reale di alcuni edifici emblematici, a reperti ed oggetti, ci saranno due sezioni a completamento degli aspetti archeologici. Una presenta il paesaggio sardo dei nuraghi nel corso delle stagioni, visto attraverso gli occhi di un noto fotografo Salvatore Pirisinu, la seconda sezione invece, è dedicata al connubio tra arte contemporanea e archeologia concretizzato nelle opere di 5 artisti sardi. Il popolo dei Nur, il profondo legame di continuità fra passato e presente e la sinergia tra spazio e tempo danno a questa mostra una funzione che va ben oltre la semplice esposizione ma, trasmette la consapevolezza di un’ identità e una necessità di divulgazione di un patrimonio culturale e artistico che risponde a nuove esigenze di conoscenza.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33269.htm





07 APRILE 2015



Duende blu
 

Giovedì 2 aprile ci sarà alle 11.30 l'inaugurazione dell'esposizione d'arte “Duende blu”. Rassegna di pittura, cultura ed installazioni realizzate da artisti che hanno a che fare con i Disturbi dello spettro autistico.
La mostra disposta in due sezione espositive nell’isola si potrà vedere il 2 aprile e resterà aperta al pubblico con entrata gratuita fino a giovedì 9 aprile e da mercoledì 15 aprile sino a domenica 26 aprile. L'apertura della mostra consentirà di fare il punto sul modo con il quale ci si occupa di autismo in Veneto, visto che è prevista la presenza di rappresentanti delle istituzioni, della sanità, della scuola e delle famiglie
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Biglietto: ingresso libero





Portati dal vento
 



La personale di Giorgia Valmorri è una mostra con installazioni, ambienti sensoriali e dispositivi relazionali. 'Portati dal vento' è un progetto complessivo pensato per sviluppare un approccio partecipato e condiviso alla cura e alla tutela della natura.
Giorgia Valmorri mette al centro del progetto Portati dal Vento il seme, come valore simbolico e come potenzialità creativa, invitando il pubblico a una partecipazione attiva durante tutto il percorso della mostra ospitata dalla galleria Spiazzi di Venezia. Empatia, alleanza, affinità, connessione con la natura, sono le parole chiave che la curatrice della mostra, Silvia Petronici, usa per introdurci al lavoro e alla ricerca di Giorgia Valmorri. Una narrazione, “a tratti intima e segreta e a tratti pubblica e partecipata”, che si sviluppa tra installazioni site specific, ambienti olfattivi e azioni collettive.
Portati dal Vento è un progetto che prosegue un lavoro iniziato dall’artista durante la residenza senseOFcommunity#11, curata da Silvia Petronici a Spiazzi, e dedicata alle pratiche artistiche site specif e di partecipazione. Qui Giorgia Valmorri aveva attivato un dispositivo relazionale “Tre semi per un giardino di connessioni”, nel quale chiedeva alle persone coinvolte di inviare, in un kit da lei predisposto, tre semi di fiori all’indirizzo della galleria Spiazzi. Tutti i semi pervenuti sono stati conservati durante l’inverno e fatti germogliare, e saranno messi a dimora nella terra con un’azione collettiva durante il finissage nell’orto di Spiazzi Verdi (600 mq di ortus conclusus in un ex convento della Giudecca dedicati all’incrociarsi di antichi saperi e nuove tecniche, permacultura e agricoltura sinergica per la produzione di verdure e benessere comune). Un modo per dare vita a nuove germinazioni e immaginare/donare un giardino in cui ognuno potrà trovare ricordi. Dono è un’altra parola chiave nella poetica di Giorgia Valmorri che per ogni progetto prepara oggetti da donare ai partecipanti, estendendo l’esperienza al di fuori dei confini della mostra stessa.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33569.htm





I gioielli del Ruanda. Autonomia e imprenditorialità per le donne del Ruanda
      
                     


L’esposizione, organizzata in collaborazione con Soroptimist International d’Italia Club di Venezia, propone una sessantina di creazioni (anelli, bracciali, orecchini) realizzate in fibre naturali intrecciate e inserti in argento da artigiani e designer ruandesi e italiani.
La mostra fa parte del progetto Atelier Ruanda - curato da Geneviève Henrot Sostero, con la supervisione di Patrizia Salmoiraghi, coordinatrice nazionale Soroptimist dei progetti per l’Africa - che si propone di rinnovare e diversificare l’artigianato locale partendo dalle risorse umane, dai materiali, dalle usanze e dalle tecniche specifiche del territorio.
Atelier Ruanda nasce da un’idea della scultrice Bettina Scholl Sabbatini, che ha recuperato l’antica tecnica ruandese dell’agaseke, rivisitandola in chiave design. Il club Soroptimist di San Marino, insieme al club di Kigali, nel 2007 ha colto quest’idea e ha individuato dei designer interessati a promuovere ricerche fondate sull’uso delle fibre naturali, proponendo il gioiello come oggetto di studio. In Ruanda la vannerie d’art è l’arte di tessere e intrecciare fibre vegetali per foggiare oggetti e l’iniziativa di Atelier Ruanda ha come scopo primario proprio la salvaguardia e la valorizzazione di questo tipo di artigianato, un “saper fare” che al giorno d’oggi rappresenta un patrimonio da salvaguardare. Si tratta di un settore che nel corso del tempo ha risentito dell’impatto con la civiltà occidentale ma che può ancora giocare un ruolo socio-economico molto importante.
L’Unione Soroptimist d’Italia ha abbracciato con fiducia il progetto e il Club Soroptimist di Venezia si inserisce, con la mostra del Florian, in un fitto programma di conferenze, viaggi e campagne per raccolte fondi organizzate dall’Associazione.
Dal 2008, anno in cui si tenne la prima mostra dell’Atelier Ruanda, sono state moltissime le iniziative a livello nazionale e internazionale che hanno permesso lo scambio diretto e reciproco di conoscenze e competenze tra le artigiane ruandesi e gli studenti in design d’Italia, di San Marino e di altri paesi del mondo. Un unico obiettivo, innalzare un materiale povero ad un alto valore simbolico e commerciale, è sfociato nella creazione di gioielli diversissimi tra loro e dalla potente personalità.
Gli inserti in argento degli oggetti in mostra al Florian sono stati creati, sulla base di disegni realizzati da alcuni istituti italiani di design, da una cooperativa artigianale orafa di Vicenza, Primavera 85, con cui i club Soroptimist hanno recentemente avviato una collaborazione finalizzata all’occupazione dei diversamente abili e a garantire una lavorazione dei metalli di ottima qualità e finitura.
Alcuni degli oggetti presenti al Florian fanno parte della prima collezione esposta in una mostra a Firenze nel 2010 e oggi conservata a Palazzo Pitti.
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori


Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33599.htm





08 APRILE 2015



Duende blu
 

Giovedì 2 aprile ci sarà alle 11.30 l'inaugurazione dell'esposizione d'arte “Duende blu”. Rassegna di pittura, cultura ed installazioni realizzate da artisti che hanno a che fare con i Disturbi dello spettro autistico.
La mostra disposta in due sezione espositive nell’isola si potrà vedere il 2 aprile e resterà aperta al pubblico con entrata gratuita fino a giovedì 9 aprile e da mercoledì 15 aprile sino a domenica 26 aprile. L'apertura della mostra consentirà di fare il punto sul modo con il quale ci si occupa di autismo in Veneto, visto che è prevista la presenza di rappresentanti delle istituzioni, della sanità, della scuola e delle famiglie
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Biglietto: ingresso libero





Portati dal vento
 



La personale di Giorgia Valmorri è una mostra con installazioni, ambienti sensoriali e dispositivi relazionali. 'Portati dal vento' è un progetto complessivo pensato per sviluppare un approccio partecipato e condiviso alla cura e alla tutela della natura.
Giorgia Valmorri mette al centro del progetto Portati dal Vento il seme, come valore simbolico e come potenzialità creativa, invitando il pubblico a una partecipazione attiva durante tutto il percorso della mostra ospitata dalla galleria Spiazzi di Venezia. Empatia, alleanza, affinità, connessione con la natura, sono le parole chiave che la curatrice della mostra, Silvia Petronici, usa per introdurci al lavoro e alla ricerca di Giorgia Valmorri. Una narrazione, “a tratti intima e segreta e a tratti pubblica e partecipata”, che si sviluppa tra installazioni site specific, ambienti olfattivi e azioni collettive.
Portati dal Vento è un progetto che prosegue un lavoro iniziato dall’artista durante la residenza senseOFcommunity#11, curata da Silvia Petronici a Spiazzi, e dedicata alle pratiche artistiche site specif e di partecipazione. Qui Giorgia Valmorri aveva attivato un dispositivo relazionale “Tre semi per un giardino di connessioni”, nel quale chiedeva alle persone coinvolte di inviare, in un kit da lei predisposto, tre semi di fiori all’indirizzo della galleria Spiazzi. Tutti i semi pervenuti sono stati conservati durante l’inverno e fatti germogliare, e saranno messi a dimora nella terra con un’azione collettiva durante il finissage nell’orto di Spiazzi Verdi (600 mq di ortus conclusus in un ex convento della Giudecca dedicati all’incrociarsi di antichi saperi e nuove tecniche, permacultura e agricoltura sinergica per la produzione di verdure e benessere comune). Un modo per dare vita a nuove germinazioni e immaginare/donare un giardino in cui ognuno potrà trovare ricordi. Dono è un’altra parola chiave nella poetica di Giorgia Valmorri che per ogni progetto prepara oggetti da donare ai partecipanti, estendendo l’esperienza al di fuori dei confini della mostra stessa.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33569.htm




Tomorrow never Knows

 
Presso il project space della A plusA si svolgerà la personale dell’artista Valerio Veneruso 'Tomorrow never Knows', organizzata dalla galleria A plus A e dagli studenti del “22° Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee” alla School for Curatorial Studies Venice. Progetto a cura di Aurora Fonda e Sandro Pignotti.
La mostra inaugura la sezione project space della A plus A, un luogo di sperimentazione dedicato ai giovani artisti selezionati per i loro progetti innovativi. La galleria A plus A sin dalla sua fondazione a Venezia ha ospitato numerose proposte di artisti creando un laboratorio attivo e di ricerca.
La personale di Valerio Veneruso è il risultato di un’approfondita ricerca che l’artista ha condotto sul concetto della morte e le forme della sua rappresentazione e si ispira alla locuzione latina: Et in Arcadia ego. L’espressione è un memento mori che ricorda la presenza della morte nella vita dell’uomo. Il percorso della mostra conduce lo spettatore a capovolgere le paure di fronte a un evento come la morte, trasformandole. L’esposizione è una celebrazione della vita umana, che senza la morte non sarebbe possibile.
La mostra traspone queste connotazioni storiche e allegoriche nel contemporaneo. Ancora oggi il teschio è la figura allegorica più comune nell’immaginario collettivo e rappresenta la forma in cui il pensiero della finitezza umana è mercificata e commercializzata. Dall’inizio del Novecento, l’esistenza, così come l’arte, si configura sotto il segno della frantumazione e delle macerie. Oggi gli emblemi barocchi si ripresentano come merci e beni di consumo e la pubblicità sostituisce forme tradizionali e storiche della rappresentazione allegorica. Pensare alla morte è talmente comune e ricorrente, da tramutarsi in una vera e propria armatura, un rivestimento contemporaneo per sentirsi immuni e intoccabili. Nonostante le sue rappresentazioni siano onnipresenti, il significato intimo dell’arte antica di morire bene, sembrano esclusi dal discorso contemporaneo.
In questo contesto Veneruso introduce un elemento nuovo: la ricerca sul Bardo Todol, che in tibetano significa “Liberazione con l'Ascolto', noto in occidente come il Libro tibetano dei morti. Il testo descrive le esperienze che la coscienza vive dopo la morte, o meglio nell'intervallo di tempo che secondo la cultura buddista sta tra la morte e la rinascita. Tomorrow never knows è anche il titolo di una canzone scritta da John Lennon per l’album Revolver ed è stato scelto perché aperto a molteplici interpretazioni e rimanda a una forma di “ascolto”. Come nel brano musicale, nella mostra di Veneruso sono presenti le forme occidentali e mercificate della rappresentazione della morte, come per esempio il teschio, ma si rileva anche una forma spirituale di origine orientale. Senza mistificare la compresenza dei due elementi, questo dualismo molto costruito è percepibile nella personale di Veneruso in un percorso artistico insolito, intimo e profondo che affronta il tema della morte, della rinascita e della vita.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33539.htm






Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia 1957-1962
 




Proseguendo la fattiva collaborazione con l’Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia, la Casa del Cinema ospita una nuova mostra fotografica d’ambientazione veneziana: Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia. 1957 – 1962. La mostra prosegue nel lavoro di ricerca, archiviazione e valorizzazione del vasto e spesso inesplorato patrimonio fotografico degli autori veneziani che, nel corso della seconda metà del Novecento, hanno documentato “per immagini” Venezia e il suo territorio, l’economia e la società. Il progetto fotografico portato avanti da Gigi Ferrigno, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, sul “Luna Park” di riva degli Schiavoni e in altri campi veneziani che allora ospitavano le “giostre”, aveva scopi di documentazione sociale e d’intima indagine sull’uomo e sulla dignità della persona, sui suoi riti e sul “tempo lento” che ne scandiva il ritmo della vita. Non si trattava dunque di esercizio tecnico ed estetico fine a se stesso, ma di vera e propria presa di coscienza di un nuovo modo di fare fotografia, secodo i dettami della fotografia sociale d’oltreoceano ma senza ignorare le correnti sperimentali già affermate a livello internazionale.
Sono esposte in mostra una trentina di fotografie che ci raccontano, o ci ricordano, la “magicità” del Luna Park. Nelle fotografie di Ferrigno scopriamo così un mondo di luci, sguardi e zucchero filato, riflessi e “storie umane” che allo sguardo del visitatore potranno sembrare perfino surreali. Un mondo semplice e spontaneo che non può non farci pensare a un certo neorealismo nel cinema, per dichiarata ammissione dello stesso Ferrigno. Dall’Arsenale sino a San Zaccaria: un chilometro continuo d’intreccio di tubi e di baracche in ferro e legno, di fili elettrici e di “scintille”, di barchette e di ottovolanti, di fucili ad aria compressa e di pesciolini rossi, di odori di olio bruciato e di profumo di frittelle e zucchero filato. Fotografie veloci, per lo più scattate di sera senza cavalletto e senza flash che altrimenti, come dice Ferrigno, rischiava di “congelare troppo l’immagine”. Immagini dove l’attimo colto al volo arricchiva di un valore estetico ed innovativo quel certo “mosso” e gli effetti stranianti che questo rimandava sulla carta fotografica: spettacolari e quasi simboliche le scintille ed i riflessi dell’automobile in curva sull’autodromo elettrico, alla guida un confuso soggetto maschile che, pur senza averne noi la certezza, pare fissare l’obiettivo del fotografo, impressionando la pellicola e restituendoci un’incredibile fotografia di grande dinamismo e suggestione quasi futurista.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33477.htm







09 APRILE 2015



Duende blu
 

Giovedì 2 aprile ci sarà alle 11.30 l'inaugurazione dell'esposizione d'arte “Duende blu”. Rassegna di pittura, cultura ed installazioni realizzate da artisti che hanno a che fare con i Disturbi dello spettro autistico.
La mostra disposta in due sezione espositive nell’isola si potrà vedere il 2 aprile e resterà aperta al pubblico con entrata gratuita fino a giovedì 9 aprile e da mercoledì 15 aprile sino a domenica 26 aprile. L'apertura della mostra consentirà di fare il punto sul modo con il quale ci si occupa di autismo in Veneto, visto che è prevista la presenza di rappresentanti delle istituzioni, della sanità, della scuola e delle famiglie
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Biglietto: ingresso libero




Diagonal-Symphonie



              


Mostre personali di Enzo Montagna (a cura di Francesca Rizzo), Gino Baffo (a cura di Robert Phillips), Alain Giustiniani (a cura di Brigitte Giustiniani), Gianfranco D’Andrea, Maurizio Montesoro e Paolo Vannuccini (a cura di Gaia Conti)
Diagonal-Symphonie è un film del 1924, diretto dal regista tedesco Viking Eggeling – un inno alla capacità evocativa delle forme, alla bellezza dei cicli ricorsivi, alla potenza dei processi di trasformazione, rappresentato da una forma inclinata che, danzando sullo schermo, continuamente genera altre forme, sparisce e rinasce.
La “sinfonia diagonale” dell’Officina delle Zattere è una successione non rigida di esperienze artistiche che meditano sugli stessi temi: la forma, il passaggio del tempo e i ricordi, la rappresentazione e la semplificazione.
Senza seguire un percorso predeterminato fra le sale, il visitatore potrà ascoltare il dialogo fra i lavori di Gianfranco D’Andrea, che racconta poeticamente di paesaggi, spesso riconoscibili, da un punto di vista diverso e originale, storie a sé, ma parte di una narrazione più ampia, e le opere di Alain Giustiniani, espressione della sua esperienza di Venezia, trascrizione di un'emozione venata di malinconia o di poesia, che intendono restituirci al di là della realtà.
Oppure immaginare delle sottili affinità elettive fra la ricerca di Gino Baffo, che ritrae una Venezia fatta soprattutto di voci, parole e persone che lasciano solo ombre nella nebbia e di cui rimangono a ricordo pochi oggetti che galleggiano nell'acqua scura dei canali più profondi, e le tele di Maurizio Montesoro, che volutamente non descrivono un mondo ma lo evocano, attraverso un processo di svuotamento, alleggerimento, sottrazione. O ancora destreggiarvi fra la meditazione sull’impermanenza, sulla circolarità e la ri-nascita da un passato presente di Paolo Vannuccini e infine raggiungere le vigorose e calde composizioni, le storie di vita, di uomini e di oggetti portatori di ricordi di Enzo Montagna.

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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33600.htm







Identita’ e orizzonti di una civilta’ mediterranea: la sardegna nuragica


Dopo Roma, Genova e Firenze, la storia della Sardegna di età nuragica torna a Venezia dal 6 marzo al 20 aprile con una mostra che racconta il ruolo di una delle più importanti entità culturali del mediterraneo occidentale nell’età del bronzo.
Era il 1949 quando, per la prima volta, il fascino della civiltà nuragica arrivò in Laguna con una fortunata esposizione di bronzi che affascinò un vasto pubblico, di cui, si racconta, facesse parte anche Pablo Picasso. Ed oggi, dopo oltre 65 anni, si ripresenta portando la testimonianza più eclatante della sua scienza costruttiva: i Nuraghi. Queste monumentali e sofisticate architetture sedi del potere politico, economico e religioso sono simbolo della forza del popolo nuragico e della Sardegna del XIV-­‐ XII secolo a.c Oltre ai grandi pannelli pittorici e con illustrazioni, alle ricostruzioni in scala reale di alcuni edifici emblematici, a reperti ed oggetti, ci saranno due sezioni a completamento degli aspetti archeologici. Una presenta il paesaggio sardo dei nuraghi nel corso delle stagioni, visto attraverso gli occhi di un noto fotografo Salvatore Pirisinu, la seconda sezione invece, è dedicata al connubio tra arte contemporanea e archeologia concretizzato nelle opere di 5 artisti sardi. Il popolo dei Nur, il profondo legame di continuità fra passato e presente e la sinergia tra spazio e tempo danno a questa mostra una funzione che va ben oltre la semplice esposizione ma, trasmette la consapevolezza di un’ identità e una necessità di divulgazione di un patrimonio culturale e artistico che risponde a nuove esigenze di conoscenza.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33269.htm





10 APRILE 2015


Bosco di Carpenedo: aperture primavera 2015


Data inizio: 
05/04/2015
Data fine: 
28/06/2015
Dove: 
Bosco di Carpenedo- Mestre
Con la primavera tornano le domeniche di apertura al Bosco di Carpenedo. Dal 5 aprile al 28 giugno, festività comprese, dalle 10 alle 18, l'area, protetta dall'Unione europea per la rarità degli ambienti presenti e le caratteristiche dell'avifauna, riaprirà ai visitatori. Potranno essere ospitate fino a un massimo di 80 persone contemporaneamente per non danneggiare il delicato habitat.
Il bosco di Carpenedo è raggiungibile con i mezzi pubblici, con l'autobus numero 2, fino al capolinea in viale Don Sturzo. È necessario poi proseguire a piedi per circa 1 Km su strade poco trafficate, quali via Vallon e via del Boschetto, dove è possibile trovare due comodi parcheggi. Si consiglia l'utilizzo della bicicletta per potersi spostare facilmente fino al vicino Forte Carpenedo e godersi i panorami campestri della zona.
L'ingresso è libero. Sarà anche a disposizione una guida per visite naturalistiche al bosco storico.
Per ulteriori informazioni: Istituzione Bosco e Grandi parchi +39 0415352224, www.boscoegrandiparchi.itbosco.grandiparchi@comune.venezia.it


Fonte: http://www.veneziaunica.it/it/content/bosco-di-carpenedo-aperture-primavera-2015






Portati dal vento
 



La personale di Giorgia Valmorri è una mostra con installazioni, ambienti sensoriali e dispositivi relazionali. 'Portati dal vento' è un progetto complessivo pensato per sviluppare un approccio partecipato e condiviso alla cura e alla tutela della natura.
Giorgia Valmorri mette al centro del progetto Portati dal Vento il seme, come valore simbolico e come potenzialità creativa, invitando il pubblico a una partecipazione attiva durante tutto il percorso della mostra ospitata dalla galleria Spiazzi di Venezia. Empatia, alleanza, affinità, connessione con la natura, sono le parole chiave che la curatrice della mostra, Silvia Petronici, usa per introdurci al lavoro e alla ricerca di Giorgia Valmorri. Una narrazione, “a tratti intima e segreta e a tratti pubblica e partecipata”, che si sviluppa tra installazioni site specific, ambienti olfattivi e azioni collettive.
Portati dal Vento è un progetto che prosegue un lavoro iniziato dall’artista durante la residenza senseOFcommunity#11, curata da Silvia Petronici a Spiazzi, e dedicata alle pratiche artistiche site specif e di partecipazione. Qui Giorgia Valmorri aveva attivato un dispositivo relazionale “Tre semi per un giardino di connessioni”, nel quale chiedeva alle persone coinvolte di inviare, in un kit da lei predisposto, tre semi di fiori all’indirizzo della galleria Spiazzi. Tutti i semi pervenuti sono stati conservati durante l’inverno e fatti germogliare, e saranno messi a dimora nella terra con un’azione collettiva durante il finissage nell’orto di Spiazzi Verdi (600 mq di ortus conclusus in un ex convento della Giudecca dedicati all’incrociarsi di antichi saperi e nuove tecniche, permacultura e agricoltura sinergica per la produzione di verdure e benessere comune). Un modo per dare vita a nuove germinazioni e immaginare/donare un giardino in cui ognuno potrà trovare ricordi. Dono è un’altra parola chiave nella poetica di Giorgia Valmorri che per ogni progetto prepara oggetti da donare ai partecipanti, estendendo l’esperienza al di fuori dei confini della mostra stessa.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33569.htm





Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia 1957-1962
 




Proseguendo la fattiva collaborazione con l’Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia, la Casa del Cinema ospita una nuova mostra fotografica d’ambientazione veneziana: Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia. 1957 – 1962. La mostra prosegue nel lavoro di ricerca, archiviazione e valorizzazione del vasto e spesso inesplorato patrimonio fotografico degli autori veneziani che, nel corso della seconda metà del Novecento, hanno documentato “per immagini” Venezia e il suo territorio, l’economia e la società. Il progetto fotografico portato avanti da Gigi Ferrigno, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, sul “Luna Park” di riva degli Schiavoni e in altri campi veneziani che allora ospitavano le “giostre”, aveva scopi di documentazione sociale e d’intima indagine sull’uomo e sulla dignità della persona, sui suoi riti e sul “tempo lento” che ne scandiva il ritmo della vita. Non si trattava dunque di esercizio tecnico ed estetico fine a se stesso, ma di vera e propria presa di coscienza di un nuovo modo di fare fotografia, secodo i dettami della fotografia sociale d’oltreoceano ma senza ignorare le correnti sperimentali già affermate a livello internazionale.
Sono esposte in mostra una trentina di fotografie che ci raccontano, o ci ricordano, la “magicità” del Luna Park. Nelle fotografie di Ferrigno scopriamo così un mondo di luci, sguardi e zucchero filato, riflessi e “storie umane” che allo sguardo del visitatore potranno sembrare perfino surreali. Un mondo semplice e spontaneo che non può non farci pensare a un certo neorealismo nel cinema, per dichiarata ammissione dello stesso Ferrigno. Dall’Arsenale sino a San Zaccaria: un chilometro continuo d’intreccio di tubi e di baracche in ferro e legno, di fili elettrici e di “scintille”, di barchette e di ottovolanti, di fucili ad aria compressa e di pesciolini rossi, di odori di olio bruciato e di profumo di frittelle e zucchero filato. Fotografie veloci, per lo più scattate di sera senza cavalletto e senza flash che altrimenti, come dice Ferrigno, rischiava di “congelare troppo l’immagine”. Immagini dove l’attimo colto al volo arricchiva di un valore estetico ed innovativo quel certo “mosso” e gli effetti stranianti che questo rimandava sulla carta fotografica: spettacolari e quasi simboliche le scintille ed i riflessi dell’automobile in curva sull’autodromo elettrico, alla guida un confuso soggetto maschile che, pur senza averne noi la certezza, pare fissare l’obiettivo del fotografo, impressionando la pellicola e restituendoci un’incredibile fotografia di grande dinamismo e suggestione quasi futurista.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33477.htm

 

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