martedì 6 ottobre 2015

DAL 01 AL 05 OTTOBRE 2015 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

01 OTTOBRE 2015




Semerani e Tamaro architetti associati
dal 01/10/2015 al 13/11/2015
     

La mostra accompagna l’ingresso nelle collezioni dell’Archivio Progetti del fondo archivistico dello Studio Semerani e Tamaro Architetti Associati, che con sedi a Trieste e Venezia ha svolto la propria attività a partire dal 1958. Autori di importanti realizzazioni architettoniche, presenti nei concorsi che hanno rappresentato per la ricerca teorico-progettuale italiana un momento di forte tensione culturale, i due architetti, entrambi nati a Trieste, hanno affiancato al lavoro di studio una intensa quanto impegnativa attività parallela che li ha visti promuovere o creare all’interno delle diverse istituzioni dove sono stati chiamati a ricoprire incarichi di responsabilitào di insegnamento importanti momenti di dibattito, strumenti di divulgazione e educazione all’architettura.
Nella mostra che presenta una scelta orientata di materiali (fotografie, disegni, modelli e serigrafie) si è scelto di evidenziare tre tipi di lettura di un operare peraltro ancora in atto: la capacità di controllare la nuova dimensione del rapporto “architettura/città”; l'invenzione di un'immagine sovrapposta del nuovo sull'antico; l'applicazione al territorio della nozione di paesaggio.
In ogni caso si tratta di un approccio al progetto sostenuto da un principio teorico o, se si vuole, ideale tipico della generazione che ha operato in Italia tra gli anni '60 e '80.
Tornano con questa mostra a Venezia, dopo essere stati esposti in Italia e all’estero, i modelli “trasparenti” delle operazioni concettuali pensate per Venezia, quella maturata in occasione del seminario internazionale su Cannaregio promosso da Carlo Aymonino e presentato da Francesco Dal Co, quella del Ponte dell'Accademia esposta alla Biennale d'Architettura diretta da Aldo Rossi. Vengono inoltre esposte per la prima volta a Venezia le grandi serigrafie viste negli anni '70 alle Triennali di Milano.
Dall'altra parte il rapporto con la città esistente, o meglio esistita, trova una espressione concreta nel modello per la riapertura del Canal Grande, davanti al Tempio di Sant'Antonio a Trieste e nel progetto per la ricostruzione del Souk di Beirut e quello con la periferia e la campagna nel progetto per la riorganizzazione delladirettrice orientale di sviluppo di Milano.
Opportunamente la piccola esposizione sottolinea, accanto alla vocazione alla provocazione, ereditata da Giuseppe Samonà e da Ernesto N.Rogers, la capacità realizzativa dello studio di architettura Semerani e Tamaro.
Le due opere più grandi, significative non solo per essere state costruite, l'ospedale di Venezia, ai SS. Giovanni e Paolo, e quello di Trieste, a Cattinara, sono documentate principalmente con la lettura fotografica che Mario Bonfante, architettoe scrittore, ne ha realizzato e da alcuni dei molti modelli prodotti in fase di progetto.
L'intento è quello di far intuire, con i disegni ed i modelli scelti, la natura processuale di una progettazione sperimentale, fatta a più mani e a cui concorrono conoscenze diverse, in cui è meglio godere di uno stato d'animo aperto all'imprevisto.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-34948.htm








Arthur Duff - Things with endings
dal 27/09/2015 al 16/01/2016

 

La mostra è costituita da una nuova serie di lavori realizzati appositamente per gli spazi di Marignana Arte dall’artista Arthur Duff, artista di origine americana nato a Wiesbaden nel 1973 (che vive a Vicenza e Marghera). L’elemento luminoso come veicolo di informazione verbale e flusso di energia conoscitiva, già da anni al centro della riflessione creativa dell’artista, viene interpretato da queste nuove opere secondo coordinate inedite, che segnano inedite direzioni di indagine.
La luce di Duff non è quella di una vibrazione atmosferica o esteriore, ma una luce pensata come spazio complesso di un processo vitale continuo e mutevole, che si muove tra cosmiche regioni interstellari, profondità telluriche e alluse virtualità digitali. Uno dei lavori realizzati per questa occasione, Things with beginnings, rende emblematica questa esplicitata dimensione di “primordio” della sua attuale ricerca: è infatti costituito da pietra vulcanica nera combinata con una luce laser verde, che proietta elementi verbali sulla superficie di questo materiale ancestrale. La pietra che ha emesso una luce deflagrante torna a riassorbire luce, dando vita a uno spazio scultoreo complesso, tra fisicità e virtualità. L’opera che da il titolo alla mostra, Things with endings, utilizza in maniera inconsueta un altro materiale luminoso, la luce al neon, che viene filtrata sia da una copertura cromatica sia da un rivestimento a tramatura elastica, e diviene una proiezione fisicamente determinata delle sue stesse lettere, ad espandere espressivamente lo spazio neutro del’informazione linguistica.
Completano il percorso alcuni lavori a parete: un camouflage a ricamo e un lavoro in carta forata, che si concentrano sull’interferenza fisica e percettiva di diversi piani e punti di vista, a creare una visione di profondità e virtualità, e alcuni inediti caratteristici lavori a nodi dell’artista. Sono nodi stratificati e spazializzati, le cui configurazioni reciproche riprendono e rendono interferenti alcuni frammenti di ammassi stellari riportati nel settecentesco catalogo astronomico di Charles Messier, lavorando sulla contrapposizione tra microcosmo e macrocosmo, dove l’insinuarsi dei colori verde e arancio nel prevalere della superficie nera, in una sorta di pulsazione residuale di energia, si declina nelle due varianti della densità e della rarefazione.
Si tratta di lavori che riprendono in chiave rinnovata alcuni recenti realizzazioni dell’artista: al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma (2009), a Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo (2012), a Castevecchio a Verona (2012), a Palazzo Malipiero a Venezia (2013), sino all’opera Black Stars realizzata per la mostra “Proportio” attualmente in corso a Palazzo Fortuny a Venezia.
Nelle proiezioni al laser, fondate sulla combinazione di luminoso artificiale e linguaggio spazializzato, così come nelle stratificazioni annodate di allusi frammenti stellari, la luce è per Duff la possibilità metaforica prima di un transito, di un viaggio, nell’universo dell’informazione come materiale fisico e dinamico potenzialmente infinito. L’opera di Duff si è infatti da sempre concentrata nella creazione di spazi complessi di esperienza, visiva e fisica insieme, che utilizzano la proiezione laser o la pulsazione dell’immagine (sia essa luminosa, o ottenuta attraverso pattern e ricami) per dare vita a configurazioni sempre sorprendenti, in dialogo con le coordinate spaziali e conoscitive di un presente ormai quasi interamente costruito da esperienze di realtà digitale e virtuale. In questi ultimi lavori, la sua ricerca pare avere assunto la forma di un viaggio nel futuro, in paesaggi primordiali di una materia senza umanità, dove l’unico segnale umano resta proprio il connettivo luminoso del linguaggio.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34762.htm








02 OTTOBRE 2015

Immersion
dal 02/10/2015 al 23/10/2015


L’artista francese Raphael De Vivo presenta all’Alliance française la sua ultima creazione, di cui ci racconta la genesi: “Dopo due mesi di immersione a Venezia dedicati alla scrittura, durante una delle mie visite a Palazzo Pisani, sede del Conservatorio di Musica di Venezia, ho consultato il catalogo della stagione 2013. Al di là della ricchezza del contenuto, sono stato particolarmente colpito dalla qualità della carta utilizzata e dalla stampa. Ho iniziato dunque a realizzare una serie di collages sminuzzando la carta e frammentandone le parole stampate. Un’attività che è diventata un’abitudine salutare del mio quotidiano. Prefissandomi, come parametro tecnico ed estetico, di utilizzare esclusivamente questo catalogo. Il contenuto musicale di questi testi non ha avuto un’influenza determinante sul lavoro formale e grafico, ma piuttosto un ruolo evocativo di una sorta di caccia al tesoro che faceva inconsciamente eco alla topografia spesso labirintica di Venezia, agli elementi architettonici o ai riflessi lagunari”.
Attualmente presidente dell’ensemble strumentale ARS NOVA, Raphael De Vivo è stato direttore del GMEM, Centre National de Création musicale di Marsiglia dal 1986 al 2011. Nel 1987 ha creato il Festival internazionale “Les Musiques”, dove erano amalgamate tutte le forme d’arte contemporanea: le arti visive, il teatro, la danza,la poesia e le nuove tecnologie elettroniche e digitali.
Il suo lavoro di artista si orienta sempre di più verso le installazioni sonore, multimediali e interattive, creando in particolare un legame tra la Musica e l’Architettura.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34983.htm






Semerani e Tamaro architetti associati
dal 01/10/2015 al 13/11/2015
     

La mostra accompagna l’ingresso nelle collezioni dell’Archivio Progetti del fondo archivistico dello Studio Semerani e Tamaro Architetti Associati, che con sedi a Trieste e Venezia ha svolto la propria attività a partire dal 1958. Autori di importanti realizzazioni architettoniche, presenti nei concorsi che hanno rappresentato per la ricerca teorico-progettuale italiana un momento di forte tensione culturale, i due architetti, entrambi nati a Trieste, hanno affiancato al lavoro di studio una intensa quanto impegnativa attività parallela che li ha visti promuovere o creare all’interno delle diverse istituzioni dove sono stati chiamati a ricoprire incarichi di responsabilitào di insegnamento importanti momenti di dibattito, strumenti di divulgazione e educazione all’architettura.
Nella mostra che presenta una scelta orientata di materiali (fotografie, disegni, modelli e serigrafie) si è scelto di evidenziare tre tipi di lettura di un operare peraltro ancora in atto: la capacità di controllare la nuova dimensione del rapporto “architettura/città”; l'invenzione di un'immagine sovrapposta del nuovo sull'antico; l'applicazione al territorio della nozione di paesaggio.
In ogni caso si tratta di un approccio al progetto sostenuto da un principio teorico o, se si vuole, ideale tipico della generazione che ha operato in Italia tra gli anni '60 e '80.
Tornano con questa mostra a Venezia, dopo essere stati esposti in Italia e all’estero, i modelli “trasparenti” delle operazioni concettuali pensate per Venezia, quella maturata in occasione del seminario internazionale su Cannaregio promosso da Carlo Aymonino e presentato da Francesco Dal Co, quella del Ponte dell'Accademia esposta alla Biennale d'Architettura diretta da Aldo Rossi. Vengono inoltre esposte per la prima volta a Venezia le grandi serigrafie viste negli anni '70 alle Triennali di Milano.
Dall'altra parte il rapporto con la città esistente, o meglio esistita, trova una espressione concreta nel modello per la riapertura del Canal Grande, davanti al Tempio di Sant'Antonio a Trieste e nel progetto per la ricostruzione del Souk di Beirut e quello con la periferia e la campagna nel progetto per la riorganizzazione delladirettrice orientale di sviluppo di Milano.
Opportunamente la piccola esposizione sottolinea, accanto alla vocazione alla provocazione, ereditata da Giuseppe Samonà e da Ernesto N.Rogers, la capacità realizzativa dello studio di architettura Semerani e Tamaro.
Le due opere più grandi, significative non solo per essere state costruite, l'ospedale di Venezia, ai SS. Giovanni e Paolo, e quello di Trieste, a Cattinara, sono documentate principalmente con la lettura fotografica che Mario Bonfante, architettoe scrittore, ne ha realizzato e da alcuni dei molti modelli prodotti in fase di progetto.
L'intento è quello di far intuire, con i disegni ed i modelli scelti, la natura processuale di una progettazione sperimentale, fatta a più mani e a cui concorrono conoscenze diverse, in cui è meglio godere di uno stato d'animo aperto all'imprevisto.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-34948.htm








Arthur Duff - Things with endings
dal 27/09/2015 al 16/01/2016

 

La mostra è costituita da una nuova serie di lavori realizzati appositamente per gli spazi di Marignana Arte dall’artista Arthur Duff, artista di origine americana nato a Wiesbaden nel 1973 (che vive a Vicenza e Marghera). L’elemento luminoso come veicolo di informazione verbale e flusso di energia conoscitiva, già da anni al centro della riflessione creativa dell’artista, viene interpretato da queste nuove opere secondo coordinate inedite, che segnano inedite direzioni di indagine.
La luce di Duff non è quella di una vibrazione atmosferica o esteriore, ma una luce pensata come spazio complesso di un processo vitale continuo e mutevole, che si muove tra cosmiche regioni interstellari, profondità telluriche e alluse virtualità digitali. Uno dei lavori realizzati per questa occasione, Things with beginnings, rende emblematica questa esplicitata dimensione di “primordio” della sua attuale ricerca: è infatti costituito da pietra vulcanica nera combinata con una luce laser verde, che proietta elementi verbali sulla superficie di questo materiale ancestrale. La pietra che ha emesso una luce deflagrante torna a riassorbire luce, dando vita a uno spazio scultoreo complesso, tra fisicità e virtualità. L’opera che da il titolo alla mostra, Things with endings, utilizza in maniera inconsueta un altro materiale luminoso, la luce al neon, che viene filtrata sia da una copertura cromatica sia da un rivestimento a tramatura elastica, e diviene una proiezione fisicamente determinata delle sue stesse lettere, ad espandere espressivamente lo spazio neutro del’informazione linguistica.
Completano il percorso alcuni lavori a parete: un camouflage a ricamo e un lavoro in carta forata, che si concentrano sull’interferenza fisica e percettiva di diversi piani e punti di vista, a creare una visione di profondità e virtualità, e alcuni inediti caratteristici lavori a nodi dell’artista. Sono nodi stratificati e spazializzati, le cui configurazioni reciproche riprendono e rendono interferenti alcuni frammenti di ammassi stellari riportati nel settecentesco catalogo astronomico di Charles Messier, lavorando sulla contrapposizione tra microcosmo e macrocosmo, dove l’insinuarsi dei colori verde e arancio nel prevalere della superficie nera, in una sorta di pulsazione residuale di energia, si declina nelle due varianti della densità e della rarefazione.
Si tratta di lavori che riprendono in chiave rinnovata alcuni recenti realizzazioni dell’artista: al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma (2009), a Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo (2012), a Castevecchio a Verona (2012), a Palazzo Malipiero a Venezia (2013), sino all’opera Black Stars realizzata per la mostra “Proportio” attualmente in corso a Palazzo Fortuny a Venezia.
Nelle proiezioni al laser, fondate sulla combinazione di luminoso artificiale e linguaggio spazializzato, così come nelle stratificazioni annodate di allusi frammenti stellari, la luce è per Duff la possibilità metaforica prima di un transito, di un viaggio, nell’universo dell’informazione come materiale fisico e dinamico potenzialmente infinito. L’opera di Duff si è infatti da sempre concentrata nella creazione di spazi complessi di esperienza, visiva e fisica insieme, che utilizzano la proiezione laser o la pulsazione dell’immagine (sia essa luminosa, o ottenuta attraverso pattern e ricami) per dare vita a configurazioni sempre sorprendenti, in dialogo con le coordinate spaziali e conoscitive di un presente ormai quasi interamente costruito da esperienze di realtà digitale e virtuale. In questi ultimi lavori, la sua ricerca pare avere assunto la forma di un viaggio nel futuro, in paesaggi primordiali di una materia senza umanità, dove l’unico segnale umano resta proprio il connettivo luminoso del linguaggio.
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34762.htm









03 OTTOBRE 2015


Mostra personale di Stefano Cusumano
dal 03/10/2015 al 22/10/2015

Nella sua prefazione al libro fotografico “Informal Venice”, di Stefano Cusumano (Ed. Vianello – 2008), il noto scrittore veneziano Renato Pestriniero scrive: “… l’autore è arrivato al cuore della realtà-irrealtà che si chiama Venezia … è andato all’origine per catturare la sintesi-simbiosi di acqua e pietra … “, una frase che ben sintetizza lo stile espressivo di stampo pittorico e concettuale caratteristico di tutta la produzione di Cusumano. Nato a Palermo nel 1947, ma residente nel Trevigiano da una quarantina d’anni, inizia a farsi conoscere nel 2002 con una mostra congiunta di pittura e fotografia a Palazzo Piazzoni Parravicini di Vittorio veneto, frutto della lunga amicizia e frequentazione con pittore bellunese Gianpaolo Corona. Seguono vari riconoscimenti in campo fotografico: premi in concorsi nazionali e internazionali, segnalazioni FIAF, mostre personali, partecipazioni a workshop e la pubblicazione di tre volumi fotografici, “RiflesSile” (ed. Arcari – 2005), “Dimensione Istria” (ed- Punto Marte – 2012) e il già citato “Informal Venice” che, fin dalla sua presentazione presso la Biblioteca Marciana, nell’ ottobre del 2010, ha ricevuto non poche attenzioni da parte della stampa e di cui si sono occupate, con interviste all’autore, anche il GR2 e Radio3. Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34972.htm






Immersion
dal 02/10/2015 al 23/10/2015


L’artista francese Raphael De Vivo presenta all’Alliance française la sua ultima creazione, di cui ci racconta la genesi: “Dopo due mesi di immersione a Venezia dedicati alla scrittura, durante una delle mie visite a Palazzo Pisani, sede del Conservatorio di Musica di Venezia, ho consultato il catalogo della stagione 2013. Al di là della ricchezza del contenuto, sono stato particolarmente colpito dalla qualità della carta utilizzata e dalla stampa. Ho iniziato dunque a realizzare una serie di collages sminuzzando la carta e frammentandone le parole stampate. Un’attività che è diventata un’abitudine salutare del mio quotidiano. Prefissandomi, come parametro tecnico ed estetico, di utilizzare esclusivamente questo catalogo. Il contenuto musicale di questi testi non ha avuto un’influenza determinante sul lavoro formale e grafico, ma piuttosto un ruolo evocativo di una sorta di caccia al tesoro che faceva inconsciamente eco alla topografia spesso labirintica di Venezia, agli elementi architettonici o ai riflessi lagunari”.
Attualmente presidente dell’ensemble strumentale ARS NOVA, Raphael De Vivo è stato direttore del GMEM, Centre National de Création musicale di Marsiglia dal 1986 al 2011. Nel 1987 ha creato il Festival internazionale “Les Musiques”, dove erano amalgamate tutte le forme d’arte contemporanea: le arti visive, il teatro, la danza,la poesia e le nuove tecnologie elettroniche e digitali.
Il suo lavoro di artista si orienta sempre di più verso le installazioni sonore, multimediali e interattive, creando in particolare un legame tra la Musica e l’Architettura.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34983.htm






Semerani e Tamaro architetti associati
dal 01/10/2015 al 13/11/2015
     

La mostra accompagna l’ingresso nelle collezioni dell’Archivio Progetti del fondo archivistico dello Studio Semerani e Tamaro Architetti Associati, che con sedi a Trieste e Venezia ha svolto la propria attività a partire dal 1958. Autori di importanti realizzazioni architettoniche, presenti nei concorsi che hanno rappresentato per la ricerca teorico-progettuale italiana un momento di forte tensione culturale, i due architetti, entrambi nati a Trieste, hanno affiancato al lavoro di studio una intensa quanto impegnativa attività parallela che li ha visti promuovere o creare all’interno delle diverse istituzioni dove sono stati chiamati a ricoprire incarichi di responsabilitào di insegnamento importanti momenti di dibattito, strumenti di divulgazione e educazione all’architettura.
Nella mostra che presenta una scelta orientata di materiali (fotografie, disegni, modelli e serigrafie) si è scelto di evidenziare tre tipi di lettura di un operare peraltro ancora in atto: la capacità di controllare la nuova dimensione del rapporto “architettura/città”; l'invenzione di un'immagine sovrapposta del nuovo sull'antico; l'applicazione al territorio della nozione di paesaggio.
In ogni caso si tratta di un approccio al progetto sostenuto da un principio teorico o, se si vuole, ideale tipico della generazione che ha operato in Italia tra gli anni '60 e '80.
Tornano con questa mostra a Venezia, dopo essere stati esposti in Italia e all’estero, i modelli “trasparenti” delle operazioni concettuali pensate per Venezia, quella maturata in occasione del seminario internazionale su Cannaregio promosso da Carlo Aymonino e presentato da Francesco Dal Co, quella del Ponte dell'Accademia esposta alla Biennale d'Architettura diretta da Aldo Rossi. Vengono inoltre esposte per la prima volta a Venezia le grandi serigrafie viste negli anni '70 alle Triennali di Milano.
Dall'altra parte il rapporto con la città esistente, o meglio esistita, trova una espressione concreta nel modello per la riapertura del Canal Grande, davanti al Tempio di Sant'Antonio a Trieste e nel progetto per la ricostruzione del Souk di Beirut e quello con la periferia e la campagna nel progetto per la riorganizzazione delladirettrice orientale di sviluppo di Milano.
Opportunamente la piccola esposizione sottolinea, accanto alla vocazione alla provocazione, ereditata da Giuseppe Samonà e da Ernesto N.Rogers, la capacità realizzativa dello studio di architettura Semerani e Tamaro.
Le due opere più grandi, significative non solo per essere state costruite, l'ospedale di Venezia, ai SS. Giovanni e Paolo, e quello di Trieste, a Cattinara, sono documentate principalmente con la lettura fotografica che Mario Bonfante, architettoe scrittore, ne ha realizzato e da alcuni dei molti modelli prodotti in fase di progetto.
L'intento è quello di far intuire, con i disegni ed i modelli scelti, la natura processuale di una progettazione sperimentale, fatta a più mani e a cui concorrono conoscenze diverse, in cui è meglio godere di uno stato d'animo aperto all'imprevisto.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-34948.htm








Arthur Duff - Things with endings
dal 27/09/2015 al 16/01/2016

 

La mostra è costituita da una nuova serie di lavori realizzati appositamente per gli spazi di Marignana Arte dall’artista Arthur Duff, artista di origine americana nato a Wiesbaden nel 1973 (che vive a Vicenza e Marghera). L’elemento luminoso come veicolo di informazione verbale e flusso di energia conoscitiva, già da anni al centro della riflessione creativa dell’artista, viene interpretato da queste nuove opere secondo coordinate inedite, che segnano inedite direzioni di indagine.
La luce di Duff non è quella di una vibrazione atmosferica o esteriore, ma una luce pensata come spazio complesso di un processo vitale continuo e mutevole, che si muove tra cosmiche regioni interstellari, profondità telluriche e alluse virtualità digitali. Uno dei lavori realizzati per questa occasione, Things with beginnings, rende emblematica questa esplicitata dimensione di “primordio” della sua attuale ricerca: è infatti costituito da pietra vulcanica nera combinata con una luce laser verde, che proietta elementi verbali sulla superficie di questo materiale ancestrale. La pietra che ha emesso una luce deflagrante torna a riassorbire luce, dando vita a uno spazio scultoreo complesso, tra fisicità e virtualità. L’opera che da il titolo alla mostra, Things with endings, utilizza in maniera inconsueta un altro materiale luminoso, la luce al neon, che viene filtrata sia da una copertura cromatica sia da un rivestimento a tramatura elastica, e diviene una proiezione fisicamente determinata delle sue stesse lettere, ad espandere espressivamente lo spazio neutro del’informazione linguistica.
Completano il percorso alcuni lavori a parete: un camouflage a ricamo e un lavoro in carta forata, che si concentrano sull’interferenza fisica e percettiva di diversi piani e punti di vista, a creare una visione di profondità e virtualità, e alcuni inediti caratteristici lavori a nodi dell’artista. Sono nodi stratificati e spazializzati, le cui configurazioni reciproche riprendono e rendono interferenti alcuni frammenti di ammassi stellari riportati nel settecentesco catalogo astronomico di Charles Messier, lavorando sulla contrapposizione tra microcosmo e macrocosmo, dove l’insinuarsi dei colori verde e arancio nel prevalere della superficie nera, in una sorta di pulsazione residuale di energia, si declina nelle due varianti della densità e della rarefazione.
Si tratta di lavori che riprendono in chiave rinnovata alcuni recenti realizzazioni dell’artista: al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma (2009), a Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo (2012), a Castevecchio a Verona (2012), a Palazzo Malipiero a Venezia (2013), sino all’opera Black Stars realizzata per la mostra “Proportio” attualmente in corso a Palazzo Fortuny a Venezia.
Nelle proiezioni al laser, fondate sulla combinazione di luminoso artificiale e linguaggio spazializzato, così come nelle stratificazioni annodate di allusi frammenti stellari, la luce è per Duff la possibilità metaforica prima di un transito, di un viaggio, nell’universo dell’informazione come materiale fisico e dinamico potenzialmente infinito. L’opera di Duff si è infatti da sempre concentrata nella creazione di spazi complessi di esperienza, visiva e fisica insieme, che utilizzano la proiezione laser o la pulsazione dell’immagine (sia essa luminosa, o ottenuta attraverso pattern e ricami) per dare vita a configurazioni sempre sorprendenti, in dialogo con le coordinate spaziali e conoscitive di un presente ormai quasi interamente costruito da esperienze di realtà digitale e virtuale. In questi ultimi lavori, la sua ricerca pare avere assunto la forma di un viaggio nel futuro, in paesaggi primordiali di una materia senza umanità, dove l’unico segnale umano resta proprio il connettivo luminoso del linguaggio.
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34762.htm








04 OTTOBRE 2015



Giornata Nazionale Delle Famiglie Al Museo 2015

Domenica 04 Ottobre 2015 si terrà la prima "Giornata Nazionale Delle Famiglie Al Museo".
Un giorno in cui poter godere dei musei di tutta Italia in modo speciale: giocando e imparando contutta la famiglia, mamme e papà, figli e fratellini. Succederà il 4 ottobre prossimo, in occasione della Giornata nazionale delle famiglie al museo (F@Mu), quando su tutto il territorio del Paese musei, fondazioni ed esposizioni temporanee si apriranno alle famiglie con attività didattiche, giochi a tema, offerte speciali e attività pensate per l’occasione.
Grazie ad attività laboratoriali ludo-didattiche avranno un'immagine diversa del museo, come luogo di divertimento e aggregazione, stimolando la  capacità di osservazione, l'interesse e il rispetto per i beni culturali.
La Fondazione Musei Civici di Venezia aderisce a F@MU 2015 – Giornata Nazionale delle Famiglie proponendo un divertente percorso al Museo del Merletto di Burano, alla scoperta di una delle attività artigianali più complesse e singolari sviluppatesi nella laguna di Venezia. Tra nodi e intrecci: insospettati segreti dietro i merletti  Alla base dei complicatissimi merletti ci son sempre nodi o intrecci. Ma sappiamo distinguere l’uno dall’altro? Tra prove di abilità e sperimentazioni ci accorgeremo di come entrambi siano molto più presenti di quanto pensiamo nella nostra vita e di come sia possibile utilizzarli con “arte”. Inizio ore 14.00 Durata: 2 ore Posti disponibili 28 tra bambini e adulti Per partecipare è necessario prenotare via email all’indirizzo education@fmcvenezia. Le prenotazioni si chiudono venerdì 2 ottobre 2015 alle ore 12.00. L’attività è gratuita. Ingresso al museo, con biglietto ridotto “offerta famiglia” € 3,50 a persona, per famiglie composte da due adulti e almeno un ragazzo (dai 6 ai 14 anni). Gratuito per residenti e nati nel Comune di Venezia, Attività Educative e Relazioni con il Pubblico Fondazione Musei Civici di Venezia education@fmcvenezia.it 
VENEZIA: Palazzo Grassi, Punta della Dogana” Dorsoduro 2
Tipo di Museo: Arte Moderna e Contemporanea
Martial Raysse a Palazzo Grassi
Raffigurare la ricchezza e la diversità del mondo in cui viviamo per invitarci a celebrarlo e difenderlo: questo si prefigge l’artista francese, con 350 opere tra dipinti, disegni, sculture e video realizzati dagli anni sessanta a oggi.F@MU – Giornata delle famigli al museo
Domenica 4 ottobre a Palazzo Grassi, ore 15
Benvenuti al museo
È appena finita l’estate! Hai nostalgia della spiaggia? Per Martial Raysse la spiaggia è un tema amatissimo: musica, colori, allegria. E per te?
VENEZIA, Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française, San Polo 2368
Tipo di Museo: Strumenti Musicali Dalle: 16:00 Alle: 17:30
CONCERTI PER LE FAMIGLIE *APPUNTAMENTO SPECIALE*  CACCIA AL SUONO PROGRAMMA DEL CONCERTO


Una caccia al “tesoro” per tutta la famiglia che vede coinvolti sia genitori che bambini alla scoperta del Palazzetto Bru Zane. Attraverso un file audio, disponibile su YouTube con l’aiuto di un semplice smartphone o scaricabile dal sito bru-zane.com prima dell’attività, ogni famiglia sarà coinvolta per riconoscere e scovare i suoni antichi e attuali che si nascondono tra le mura del Palazzetto Bru Zane. A cura di Macacotour
Ingresso gratuito (prenotazione consigliata): + 39 041 52 11005 | tickets@bru-zane.com
VENEZIA, FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA” Castello 5252
Tipo di Museo: Casa Museo
Laboratorio fiabesco musicale conCristina Bersanelli.All’interno della Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo la Fondazione Querini Stampalia  propone, alle ore 16 un laboratorio fiabesco musicale attraverso le storie e le musiche dei personaggi più affascinanti dell’opera: la spietata principessa di gelo Turandot, la dolce ondina Rusalka, il fantasma del Commendatore, l’Olandese volante, pozioni, veleni e carte magiche saranno al centro di un pomeriggio da favola!
Per bambini dai 6 ai 10 anni e i loro genitori
Prenotazione obbligatoria al numero 041 2711481.
Al laboratorio possono partecipare fino a 30 bambini accompagnati dai loro genitori.
VENEZIA, Collezione Peggy Guggenheim, Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701
Tipo di Museo: Arte Moderna e Contemporanea
Il 3 e 4 ottobre 2015 si terrà l’annuale appuntamento dedicato alle famiglie, con un fitto programma di visite e laboratori.
SABATO 3 OTTOBRE
ore 11.00 e ore 15.00
Laboratorio artistico Venezia: una mappa immaginata, per bambini dai 6 ai 12 anni e le loro famiglie.
ore 12.30 e ore 16.30
Visite guidate gratuite per famiglie delle mostre V.S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita e Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile
DOMENICA 4 OTTOBRE
ore 11 e ore 15
Laboratorio artistico Semilettera, per bambini dai 6 ai 12 anni e le loro famiglie.
ore 12.30 e ore 16.30
Visite guidate gratuite per famiglie delle mostre V.S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita e Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile
Prenotazione telefonica obbligatoria ai numeri 041.2405.444/401 a partire da lunedì 28 settembre. 
BURANO, Museo del Merletto _ La Fondazione Musei Civici di Venezia aderisce a F@MU 2015 – Giornata Nazionale delle Famiglie proponendo un divertente percorso al Museo del Merletto di Burano, alla scoperta di una delle attività artigianali più complesse e singolari sviluppatesi nella laguna di Venezia.
Tra nodi e intrecci: insospettati segreti dietro i merletti Alla base dei complicatissimi merletti ci son sempre nodi o intrecci. Ma sappiamo distinguere l’uno dall’altro? Tra prove di abilità e sperimentazioni ci accorgeremo di come entrambi siano molto più presenti di quanto pensiamo nella nostra vita e di come sia possibile utilizzarli con “arte”.
Inizio ore 14.00 Durata: 2 ore
Posti disponibili 28 tra bambini e adulti Per partecipare è necessario prenotare via email all’indirizzo education@fmcvenezia.
Le prenotazioni si chiudono venerdì 2 ottobre 2015 alle ore 12.00. L’attività è gratuita. Ingresso al museo, con biglietto ridotto “offerta famiglia” € 3,50 a persona, per famiglie composte da due adulti e almeno un ragazzo (dai 6 ai 14 anni). Gratuito per residenti e nati nel Comune di Venezia, Attività Educative e Relazioni con il Pubblico Fondazione Musei Civici di Venezia education@fmcvenezia.it

 

Il programma completo e l'elenco dei musei aderenti in Veneto è disponibile al sito http://www.bambiniavenezia.it/giornata-nazionale-della-famiglie-al-museo-fmu-2015/


Fonte:
http://veneziaeventi.com/eventi/notizie/family/4649-giornata-nazionale-delle-famiglie-al-museo-2015#.VhP8kzahfoo






No Jacket Required
dal 04/10/2015 al 18/10/2015


La galleria Françoise Calcagno Art Studio è lieta di presentare la mostra “No Jacket Required” di Luigi Rifani. Luigi Rifani nasce nel 1940, da genitori italiani, a Leros (Grecia), vive e lavora a Venezia, Giudecca 620 (ex Convento S.S.Cosma e Damiano).
Da uno scritto dello stimato Eraldo Di Vita “Si tratta di lavori concettuali, creati dall’alchimia dell’artista, costituiti da foto, montaggi, collage, eseguiti con grande vivacità e fantasia, estro e creatività, da un operatore come Luigi Rifani, un po’ visionario e un po’ folle come tutti i veri artisti. Tutta la produzione che conosciamo di questo autore oscilla tra descrizione oggettiva dell’universo circostante e invenzione soggettiva del proprio mondo interiore. Sul piano formale è tutto un alternare di moduli linguistici sempre diversi e talvolta contraddittori, che sono il frutto non di uno sterile sperimentalismo fine a sé stesso, ma di una ben precisa posizione esistenziale. Rifani rappresenta un “unicum” nel panorama della fotografia italiana, uno che opera nel campo della ricerca personale, dimostrandosi attento conoscitore delle tendenze internazionali contemporanee. Rifani si accosta alla fotografia in quanto costruzione di un’immagine, piuttosto che ripresa di essa. Ordine e caos giocano entrambi un ruolo importante nelle sue creazioni e il suo lavoro ha affinità con l’espressionismo (proporzioni e spazi), con il surrealismo (luce e fotogrammi) e con il minimalismo (uso dei materiali e loro collocazione). Rifani intende forzare i parametri del mezzo fotografico per mettere in discussione il processo con cui viene creata e usata la fotografia.” (Eraldo Di Vita)
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Biglietto: ingresso libero

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34907.htm






Mostra personale di Stefano Cusumano
dal 03/10/2015 al 22/10/2015

Nella sua prefazione al libro fotografico “Informal Venice”, di Stefano Cusumano (Ed. Vianello – 2008), il noto scrittore veneziano Renato Pestriniero scrive: “… l’autore è arrivato al cuore della realtà-irrealtà che si chiama Venezia … è andato all’origine per catturare la sintesi-simbiosi di acqua e pietra … “, una frase che ben sintetizza lo stile espressivo di stampo pittorico e concettuale caratteristico di tutta la produzione di Cusumano. Nato a Palermo nel 1947, ma residente nel Trevigiano da una quarantina d’anni, inizia a farsi conoscere nel 2002 con una mostra congiunta di pittura e fotografia a Palazzo Piazzoni Parravicini di Vittorio veneto, frutto della lunga amicizia e frequentazione con pittore bellunese Gianpaolo Corona. Seguono vari riconoscimenti in campo fotografico: premi in concorsi nazionali e internazionali, segnalazioni FIAF, mostre personali, partecipazioni a workshop e la pubblicazione di tre volumi fotografici, “RiflesSile” (ed. Arcari – 2005), “Dimensione Istria” (ed- Punto Marte – 2012) e il già citato “Informal Venice” che, fin dalla sua presentazione presso la Biblioteca Marciana, nell’ ottobre del 2010, ha ricevuto non poche attenzioni da parte della stampa e di cui si sono occupate, con interviste all’autore, anche il GR2 e Radio3. Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34972.htm






Immersion
dal 02/10/2015 al 23/10/2015


L’artista francese Raphael De Vivo presenta all’Alliance française la sua ultima creazione, di cui ci racconta la genesi: “Dopo due mesi di immersione a Venezia dedicati alla scrittura, durante una delle mie visite a Palazzo Pisani, sede del Conservatorio di Musica di Venezia, ho consultato il catalogo della stagione 2013. Al di là della ricchezza del contenuto, sono stato particolarmente colpito dalla qualità della carta utilizzata e dalla stampa. Ho iniziato dunque a realizzare una serie di collages sminuzzando la carta e frammentandone le parole stampate. Un’attività che è diventata un’abitudine salutare del mio quotidiano. Prefissandomi, come parametro tecnico ed estetico, di utilizzare esclusivamente questo catalogo. Il contenuto musicale di questi testi non ha avuto un’influenza determinante sul lavoro formale e grafico, ma piuttosto un ruolo evocativo di una sorta di caccia al tesoro che faceva inconsciamente eco alla topografia spesso labirintica di Venezia, agli elementi architettonici o ai riflessi lagunari”.
Attualmente presidente dell’ensemble strumentale ARS NOVA, Raphael De Vivo è stato direttore del GMEM, Centre National de Création musicale di Marsiglia dal 1986 al 2011. Nel 1987 ha creato il Festival internazionale “Les Musiques”, dove erano amalgamate tutte le forme d’arte contemporanea: le arti visive, il teatro, la danza,la poesia e le nuove tecnologie elettroniche e digitali.
Il suo lavoro di artista si orienta sempre di più verso le installazioni sonore, multimediali e interattive, creando in particolare un legame tra la Musica e l’Architettura.
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Biglietto: ingresso libero
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34983.htm






Semerani e Tamaro architetti associati
dal 01/10/2015 al 13/11/2015
     

La mostra accompagna l’ingresso nelle collezioni dell’Archivio Progetti del fondo archivistico dello Studio Semerani e Tamaro Architetti Associati, che con sedi a Trieste e Venezia ha svolto la propria attività a partire dal 1958. Autori di importanti realizzazioni architettoniche, presenti nei concorsi che hanno rappresentato per la ricerca teorico-progettuale italiana un momento di forte tensione culturale, i due architetti, entrambi nati a Trieste, hanno affiancato al lavoro di studio una intensa quanto impegnativa attività parallela che li ha visti promuovere o creare all’interno delle diverse istituzioni dove sono stati chiamati a ricoprire incarichi di responsabilitào di insegnamento importanti momenti di dibattito, strumenti di divulgazione e educazione all’architettura.
Nella mostra che presenta una scelta orientata di materiali (fotografie, disegni, modelli e serigrafie) si è scelto di evidenziare tre tipi di lettura di un operare peraltro ancora in atto: la capacità di controllare la nuova dimensione del rapporto “architettura/città”; l'invenzione di un'immagine sovrapposta del nuovo sull'antico; l'applicazione al territorio della nozione di paesaggio.
In ogni caso si tratta di un approccio al progetto sostenuto da un principio teorico o, se si vuole, ideale tipico della generazione che ha operato in Italia tra gli anni '60 e '80.
Tornano con questa mostra a Venezia, dopo essere stati esposti in Italia e all’estero, i modelli “trasparenti” delle operazioni concettuali pensate per Venezia, quella maturata in occasione del seminario internazionale su Cannaregio promosso da Carlo Aymonino e presentato da Francesco Dal Co, quella del Ponte dell'Accademia esposta alla Biennale d'Architettura diretta da Aldo Rossi. Vengono inoltre esposte per la prima volta a Venezia le grandi serigrafie viste negli anni '70 alle Triennali di Milano.
Dall'altra parte il rapporto con la città esistente, o meglio esistita, trova una espressione concreta nel modello per la riapertura del Canal Grande, davanti al Tempio di Sant'Antonio a Trieste e nel progetto per la ricostruzione del Souk di Beirut e quello con la periferia e la campagna nel progetto per la riorganizzazione delladirettrice orientale di sviluppo di Milano.
Opportunamente la piccola esposizione sottolinea, accanto alla vocazione alla provocazione, ereditata da Giuseppe Samonà e da Ernesto N.Rogers, la capacità realizzativa dello studio di architettura Semerani e Tamaro.
Le due opere più grandi, significative non solo per essere state costruite, l'ospedale di Venezia, ai SS. Giovanni e Paolo, e quello di Trieste, a Cattinara, sono documentate principalmente con la lettura fotografica che Mario Bonfante, architettoe scrittore, ne ha realizzato e da alcuni dei molti modelli prodotti in fase di progetto.
L'intento è quello di far intuire, con i disegni ed i modelli scelti, la natura processuale di una progettazione sperimentale, fatta a più mani e a cui concorrono conoscenze diverse, in cui è meglio godere di uno stato d'animo aperto all'imprevisto.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-34948.htm








05 OTTOBRE 2015


Mostra personale di Stefano Cusumano
dal 03/10/2015 al 22/10/2015

Nella sua prefazione al libro fotografico “Informal Venice”, di Stefano Cusumano (Ed. Vianello – 2008), il noto scrittore veneziano Renato Pestriniero scrive: “… l’autore è arrivato al cuore della realtà-irrealtà che si chiama Venezia … è andato all’origine per catturare la sintesi-simbiosi di acqua e pietra … “, una frase che ben sintetizza lo stile espressivo di stampo pittorico e concettuale caratteristico di tutta la produzione di Cusumano. Nato a Palermo nel 1947, ma residente nel Trevigiano da una quarantina d’anni, inizia a farsi conoscere nel 2002 con una mostra congiunta di pittura e fotografia a Palazzo Piazzoni Parravicini di Vittorio veneto, frutto della lunga amicizia e frequentazione con pittore bellunese Gianpaolo Corona. Seguono vari riconoscimenti in campo fotografico: premi in concorsi nazionali e internazionali, segnalazioni FIAF, mostre personali, partecipazioni a workshop e la pubblicazione di tre volumi fotografici, “RiflesSile” (ed. Arcari – 2005), “Dimensione Istria” (ed- Punto Marte – 2012) e il già citato “Informal Venice” che, fin dalla sua presentazione presso la Biblioteca Marciana, nell’ ottobre del 2010, ha ricevuto non poche attenzioni da parte della stampa e di cui si sono occupate, con interviste all’autore, anche il GR2 e Radio3. Rassegna a cura di Andrea Zaccarelli.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34972.htm






Immersion
dal 02/10/2015 al 23/10/2015


L’artista francese Raphael De Vivo presenta all’Alliance française la sua ultima creazione, di cui ci racconta la genesi: “Dopo due mesi di immersione a Venezia dedicati alla scrittura, durante una delle mie visite a Palazzo Pisani, sede del Conservatorio di Musica di Venezia, ho consultato il catalogo della stagione 2013. Al di là della ricchezza del contenuto, sono stato particolarmente colpito dalla qualità della carta utilizzata e dalla stampa. Ho iniziato dunque a realizzare una serie di collages sminuzzando la carta e frammentandone le parole stampate. Un’attività che è diventata un’abitudine salutare del mio quotidiano. Prefissandomi, come parametro tecnico ed estetico, di utilizzare esclusivamente questo catalogo. Il contenuto musicale di questi testi non ha avuto un’influenza determinante sul lavoro formale e grafico, ma piuttosto un ruolo evocativo di una sorta di caccia al tesoro che faceva inconsciamente eco alla topografia spesso labirintica di Venezia, agli elementi architettonici o ai riflessi lagunari”.
Attualmente presidente dell’ensemble strumentale ARS NOVA, Raphael De Vivo è stato direttore del GMEM, Centre National de Création musicale di Marsiglia dal 1986 al 2011. Nel 1987 ha creato il Festival internazionale “Les Musiques”, dove erano amalgamate tutte le forme d’arte contemporanea: le arti visive, il teatro, la danza,la poesia e le nuove tecnologie elettroniche e digitali.
Il suo lavoro di artista si orienta sempre di più verso le installazioni sonore, multimediali e interattive, creando in particolare un legame tra la Musica e l’Architettura.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34983.htm






Semerani e Tamaro architetti associati
dal 01/10/2015 al 13/11/2015
     

La mostra accompagna l’ingresso nelle collezioni dell’Archivio Progetti del fondo archivistico dello Studio Semerani e Tamaro Architetti Associati, che con sedi a Trieste e Venezia ha svolto la propria attività a partire dal 1958. Autori di importanti realizzazioni architettoniche, presenti nei concorsi che hanno rappresentato per la ricerca teorico-progettuale italiana un momento di forte tensione culturale, i due architetti, entrambi nati a Trieste, hanno affiancato al lavoro di studio una intensa quanto impegnativa attività parallela che li ha visti promuovere o creare all’interno delle diverse istituzioni dove sono stati chiamati a ricoprire incarichi di responsabilitào di insegnamento importanti momenti di dibattito, strumenti di divulgazione e educazione all’architettura.
Nella mostra che presenta una scelta orientata di materiali (fotografie, disegni, modelli e serigrafie) si è scelto di evidenziare tre tipi di lettura di un operare peraltro ancora in atto: la capacità di controllare la nuova dimensione del rapporto “architettura/città”; l'invenzione di un'immagine sovrapposta del nuovo sull'antico; l'applicazione al territorio della nozione di paesaggio.
In ogni caso si tratta di un approccio al progetto sostenuto da un principio teorico o, se si vuole, ideale tipico della generazione che ha operato in Italia tra gli anni '60 e '80.
Tornano con questa mostra a Venezia, dopo essere stati esposti in Italia e all’estero, i modelli “trasparenti” delle operazioni concettuali pensate per Venezia, quella maturata in occasione del seminario internazionale su Cannaregio promosso da Carlo Aymonino e presentato da Francesco Dal Co, quella del Ponte dell'Accademia esposta alla Biennale d'Architettura diretta da Aldo Rossi. Vengono inoltre esposte per la prima volta a Venezia le grandi serigrafie viste negli anni '70 alle Triennali di Milano.
Dall'altra parte il rapporto con la città esistente, o meglio esistita, trova una espressione concreta nel modello per la riapertura del Canal Grande, davanti al Tempio di Sant'Antonio a Trieste e nel progetto per la ricostruzione del Souk di Beirut e quello con la periferia e la campagna nel progetto per la riorganizzazione delladirettrice orientale di sviluppo di Milano.
Opportunamente la piccola esposizione sottolinea, accanto alla vocazione alla provocazione, ereditata da Giuseppe Samonà e da Ernesto N.Rogers, la capacità realizzativa dello studio di architettura Semerani e Tamaro.
Le due opere più grandi, significative non solo per essere state costruite, l'ospedale di Venezia, ai SS. Giovanni e Paolo, e quello di Trieste, a Cattinara, sono documentate principalmente con la lettura fotografica che Mario Bonfante, architettoe scrittore, ne ha realizzato e da alcuni dei molti modelli prodotti in fase di progetto.
L'intento è quello di far intuire, con i disegni ed i modelli scelti, la natura processuale di una progettazione sperimentale, fatta a più mani e a cui concorrono conoscenze diverse, in cui è meglio godere di uno stato d'animo aperto all'imprevisto.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-34948.htm








Arthur Duff - Things with endings
dal 27/09/2015 al 16/01/2016

 

La mostra è costituita da una nuova serie di lavori realizzati appositamente per gli spazi di Marignana Arte dall’artista Arthur Duff, artista di origine americana nato a Wiesbaden nel 1973 (che vive a Vicenza e Marghera). L’elemento luminoso come veicolo di informazione verbale e flusso di energia conoscitiva, già da anni al centro della riflessione creativa dell’artista, viene interpretato da queste nuove opere secondo coordinate inedite, che segnano inedite direzioni di indagine.
La luce di Duff non è quella di una vibrazione atmosferica o esteriore, ma una luce pensata come spazio complesso di un processo vitale continuo e mutevole, che si muove tra cosmiche regioni interstellari, profondità telluriche e alluse virtualità digitali. Uno dei lavori realizzati per questa occasione, Things with beginnings, rende emblematica questa esplicitata dimensione di “primordio” della sua attuale ricerca: è infatti costituito da pietra vulcanica nera combinata con una luce laser verde, che proietta elementi verbali sulla superficie di questo materiale ancestrale. La pietra che ha emesso una luce deflagrante torna a riassorbire luce, dando vita a uno spazio scultoreo complesso, tra fisicità e virtualità. L’opera che da il titolo alla mostra, Things with endings, utilizza in maniera inconsueta un altro materiale luminoso, la luce al neon, che viene filtrata sia da una copertura cromatica sia da un rivestimento a tramatura elastica, e diviene una proiezione fisicamente determinata delle sue stesse lettere, ad espandere espressivamente lo spazio neutro del’informazione linguistica.
Completano il percorso alcuni lavori a parete: un camouflage a ricamo e un lavoro in carta forata, che si concentrano sull’interferenza fisica e percettiva di diversi piani e punti di vista, a creare una visione di profondità e virtualità, e alcuni inediti caratteristici lavori a nodi dell’artista. Sono nodi stratificati e spazializzati, le cui configurazioni reciproche riprendono e rendono interferenti alcuni frammenti di ammassi stellari riportati nel settecentesco catalogo astronomico di Charles Messier, lavorando sulla contrapposizione tra microcosmo e macrocosmo, dove l’insinuarsi dei colori verde e arancio nel prevalere della superficie nera, in una sorta di pulsazione residuale di energia, si declina nelle due varianti della densità e della rarefazione.
Si tratta di lavori che riprendono in chiave rinnovata alcuni recenti realizzazioni dell’artista: al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma (2009), a Villa Pisani a Bagnolo di Lonigo (2012), a Castevecchio a Verona (2012), a Palazzo Malipiero a Venezia (2013), sino all’opera Black Stars realizzata per la mostra “Proportio” attualmente in corso a Palazzo Fortuny a Venezia.
Nelle proiezioni al laser, fondate sulla combinazione di luminoso artificiale e linguaggio spazializzato, così come nelle stratificazioni annodate di allusi frammenti stellari, la luce è per Duff la possibilità metaforica prima di un transito, di un viaggio, nell’universo dell’informazione come materiale fisico e dinamico potenzialmente infinito. L’opera di Duff si è infatti da sempre concentrata nella creazione di spazi complessi di esperienza, visiva e fisica insieme, che utilizzano la proiezione laser o la pulsazione dell’immagine (sia essa luminosa, o ottenuta attraverso pattern e ricami) per dare vita a configurazioni sempre sorprendenti, in dialogo con le coordinate spaziali e conoscitive di un presente ormai quasi interamente costruito da esperienze di realtà digitale e virtuale. In questi ultimi lavori, la sua ricerca pare avere assunto la forma di un viaggio nel futuro, in paesaggi primordiali di una materia senza umanità, dove l’unico segnale umano resta proprio il connettivo luminoso del linguaggio.
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-34762.htm




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