venerdì 11 dicembre 2015

DAL 11 AL 15 DICEMBRE 2015 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

11 DICEMBRE 2015




Farsi storia. Per il bicentenario dell'Archivio di Stato di Venezia, 1815-2015
DAL 05/12/2015 AL 24/01/2016
La mostra documentaria, curata da Raffaele Santoro, è organizzata dall'Archivio di Stato di Venezia e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e in collaborazione con l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e l'École polytechnique fédérale de Lausanne.
Nel 2015 ricorre il secondo centenario dalla fondazione dell'Archivio di Stato di Venezia, istituito con il nome di Archivio Generale Veneto dall'imperatore d'Austria Francesco I con sovrano rescritto del 13 dicembre 1815. Da allora, ininterrottamente, l'Archivio svolge la funzione di conservare il patrimonio documentario della Repubblica di Venezia, dei monasteri e dei conventi soppressi in età napoleonica, delle corporazioni d'arte e mestiere e delle scuole di devozione, cui si sono via via aggiunte le carte dei governi che si sono succeduti nel Veneto fino all'unificazione nazionale, proseguendo a tutt'oggi con i versamenti in continuo incremento degli uffici dell'Italia repubblicana. Nella sede originaria nell'ex convento francescano di Santa Maria dei Frari, scelto fin dall'origine proprio per le sue cospicue dimensioni - cui si sono in seguito affiancate le sedi sussidiarie della Giudecca e di Mestre - si snodano circa 70 chilometri di scaffali dove trovano posto più di 800 fondi archivistici, ancora in larga misura disposti secondo il progetto ideato dal primo direttore dell'Archivio, Giacomo Chiodo, inteso a riproporre la struttura statuale della Serenissima. Per celebrare questo anniversario l'Archivio ha organizzato una mostra documentaria in cui proporre al pubblico una significativa selezione del suo vastissimo e prezioso patrimonio. Attraverso documenti rappresentativi per la loro rilevanza, si ripercorreranno i filoni principali della millenaria storia veneziana, dalle origini fino alla prima guerra mondiale. Inquadrati in una griglia tematica, verranno ripercorse diacronicamente, per momenti emblematici, la struttura istituzionale dello Stato veneziano, le relazioni diplomatiche con l'Oriente e l'Occidente, la gestione del territorio, le reti commerciali, il tessuto economico e produttivo, il mondo artistico, l'ambito religioso e assistenziale, le trasformazioni della città e i riflessi della politica nell'Otto e Novecento. Una sezione infine ricostruirà i momenti salienti della storia dell'istituto.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35684.htm











I Principati Romeni e l'Europa Orientale nella cartografia occidentale dal Rinascimento all'Età dei Lumi
DAL 01/12/2015 AL 18/12/2015
La mostra valorizza la preziosa e spettacolare collezione cartografica confluita nel patrimonio del Museo Regionale Argeş di Piteşti in seguito all'acquisto diretto, avvenuto nel 1964, dai collezionisti Aureliu Popescu e Lelia Urdăreanu in Popescu. Le 41 mappe, risalenti ad un arco di tempo che va dal Cinquecento ai primi dell'Ottocento, sono la viva testimonianza della passione dei coniugi Popescu, raffinati collezionisti e amanti dell'arte, per la storia delle loro terre d'origine, per il passato del Sud-Est europeo raffigurato nella cartografia occidentale. Questa collezione cartografica ha una notevole rilevanza storico-culturale. Le mappe sono incisioni originali, eseguite con la tecnica di stampa su lastra in rame inchiostrata passata lentamente al rullo del torchio calcografico, dopodiché la carta stampata veniva colorita a mano ad acquerello. La collezione fu costituita secondo un criterio tematico, vale a dire le raffigurazioni cartografiche dell'antica Dacia e degli Stati situati al Nord del Danubio e lungo il tratto inferiore di esso (Transilvania, Valacchia, Moldavia, Ungheria, le terre ubicate lungo il fiume). Le più antiche mappe della collezione risalgono al XVI secolo, mentre le più recenti ai primi dell'Ottocento. Nella raccolta si trovano i lavori di tutte le grandi scuole di cartografia: dalle mappe dei famosi maestri cartografi dei Paesi Bassi (Ortelius, Mercator, Hondius, Blaeu, Janssonius, Elwe, Covens e Mortier, i fratelli Ottens, Allard, Visscher, Chatelain, Valck, Schenk, Danckerts), a quelle dei cartografi francesi (Sanson, Delisle, de Fer, Duval, Janvier, Jaillot), dell'inglese Overton, quindi le opere dei tedeschi e degli austriaci (Homann, Schraembl, Gussefeld, Haupt). Le scuole cartografiche occidentali contemplavano le terre romene dalla prospettiva delle relative realtà geopolitiche dell'epoca, e spesso i maestri cartografi si tramandavano l'uno l'altro i dati peculiari riguardanti queste aree, oppure attingevano a fonti primarie ancora oggi poco note. Queste fonti cartografiche rivelano il livello di conoscenza che, dal Rinascimento all'Età moderna, l'Europa Occidentale aveva di realtà e aree del Vecchio Continente allora ancora poco note, e che tali rimasero all'opinione pubblica almeno fino agli albori della rivoluzione industriale.
La mostra rimarrà chiusa l'8 dicembre.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35685.htm











Mostra personale di Sara Casal
DAL 03/12/2015 AL 19/12/2015
      
“Disegno da sempre. Dipingo da più di dieci anni. Amo la natura, le persone e la poesia. La mia arte è il modo in cui esprimo la mia voglia di vivere, a volte canto l’amore, altre volte grido contro le ingiustizie, altre partecipo del dolore altrui, altre ancora sperimento il mondo fenomenico. Mi piace emozionarmi ed emozionare, ascoltare le parole e i suoni e tradurli in linee e colori. Uso tinte forti, tinte decise e definite in modo espressivo, adeguandole ai miei segni. A volte mi sento ribollire come un’acqua o un fuoco che premono per uscire ed è lì che nascono le mie opere, siano esse tradotte in parole, pittura, grafica o scultura, esse sono me ed io sono il filtro che guarda e sente quello che ho lo circonda”. Così parla di sé e del suo lavoro Sara Casal, artista nata a Belluno, laureata in Lingue e Letterature Straniere a Ca’ Foscari che, utilizzando strumenti e materiali diversi “racconta” il suo mondo di sguardi, pensieri, riflessioni, sentimenti. Allieva dello scultore Matteo Lo Greco, fa parte dell’Associazione Artistica SPA+A con la quale ha esposto in Italia e all’estero. Vive tra la valle di Zoldo e Venezia.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35618.htm









Dentro l'arte #2
dal 29/11/2015 al 31/01/2016
Secondo appuntamento con la rassegna artistica Dentro l'arte presso gli spazi della storica osteria ed enoteca Ai Veterani di Venezia Mestre, domenica 29 novembre 2015, alle ore 11.30, con la presentazione dell’artista Roberto Cannata, a cura del critico d’arte Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a domenica 31 gennaio 2016 secondo gli orari di apertura del locale, è realizzata in collaborazione con Segnoperenne.
Il ciclo Dentro l’arte, avviato nel mese di marzo 2015 con la personale (da poco conclusa) della pittrice e poetessa padovana Nina Nasilli, riprende gli storici appuntamenti con artisti, critici, giornalisti e appassionati d’arte che per anni si sono susseguiti nelle sale del locale per volere di Massimo e Isa Cossio e che hanno contribuito, nel recente passato, a tracciare la storia culturale di Mestre, ospitando ed esponendo i principali protagonisti della vita culturale cittadina e divenendo luogo privilegiato per la discussione e il dibattito artistico, consolidando, nel tempo, un pubblico sempre più attento e appassionato.
Dopo una breve quanto necessaria interruzione Isa ha deciso di ripartire, affidando a Gaetano Salerno, critico e curatore d’arte indipendente da anni attivo nella promozione culturale di artisti di area veneziana di terraferma, il compito di ritracciare le linee guida della realtà artistica cittadina odierna e di leggerne gli sviluppi attraverso una nuova serie di esposizioni personali allo scopo di monitorare, conoscere e approfondire la situazione attuale dell’arte di una città ricca di stimoli e di contenuti, riunendo vecchi e nuovi amici, secondo lo spirito di amicizia, scambio e socialità che ha animato i vecchi cenacoli (al motto di “veterani si nasce”).
Coadiuvato da storici e imprescindibili veterani, il maestro Luigi Voltolina, il poeta Massimo Scrignòli e lo stampatore d’arte Claudio Barbato, il critico Gaetano Salerno ha iniziato così a lavorare al nuovo ciclo di eventi, rivolto a selezionati artisti locali che di quel periodo felice e produttivo hanno raccolto l’eredità, contribuendo con il proprio lavoro e la propria ricerca a ribadire l’importanza della realtà mestrina nel panorama artistico contemporaneo e che verranno esposti in piccole ma significative personali.
Secondo appuntamento dunque con Roberto Cannata e una selezione ragionata di MIRRORS, ultimo ciclo di lavori dell’artista, molti dei quali inediti e realizzati per l’occasione; verrà infatti presentata al pubblico la più recente ricerca dell’artista, da sempre raffinato interprete di una pittura di forma e ispirazione accademica legata alle suggestioni e agli accordi cromatici dell’olio su tela, qui presente invece con lavori di piccole dimensioni, realizzati su carta e legno, con tecnica mista (fotografia, collage, pastelli, oli, gessi, matite, resina); un percorso inatteso che della produzione più conosciuta potrebbe apparire antitesi ma che invece costituisce, secondo il critico Gaetano Salerno che da tempo segue il lavoro dell’artista, un’evoluzione nonché un necessario compendio a una pittura ponderata e rigorosa che ora si libera delle impostazioni eleganti, concedendosi fratture, rotture, interruzioni narrative per esplorare nuovi stati dell’Io, senza tuttavia rinunciare al dato psicologico, all’intrusione nella psiche umana che ne caratterizza l’intera opera, mai limitata alla piacevolezza estetica dei virtuosismi segnici.
Scrive infatti Gaetano Salerno a proposito di questo ciclo di lavori: “Un passaggio significativo segnato dal ciclo Mirrors nell’opera dell’artista Roberto Cannata; svincolare il proprio gesto pittorico da una forma espressiva rigorosa e accademica in favore d’inattese suggestioni compositive rette da nuove grammatiche e nuovi linguaggi equivale a introdurre – e accettare – un principio di casualità e d’imponderabilità fino ad oggi assente. Una nuova prosodia rompe le lineari ortodossie di costruzioni cromatiche per aprirsi invece a visioni affidate alla fotografia e al collage. Le immagini si costruiscono sulla tela per sovrapposizione e giustapposizione, moltiplicandosi esponenzialmente per ricomporre i ritagli selezionati dall’artista sotto nuova forma. Ciascuna tavola evoca, dettagliando e descrivendo soggetti allegorici, le anomalie di universi psichici ancora più inquietanti (tra surrealtà e metafisica) di quelli nei quali l’artista ci aveva lasciato precipitare. Le frammentazioni e le decostruzioni di un ordine logico evidenziano con più efficacia le incertezze dell’animo umano. L’intervento pittorico, talvolta minimale, ricompone le fratture tra gli elementi, ricercando un logos ormai perduto. Le resine epossidiche congelano ogni visione a una fissa eternità, costrette all’immutabilità claustrofobica di copioni esistenziali tragici. La lucentezza della resina inverte e ridiscute il concetto di verità dell’arte e falsità della vita, riflettendo e includendo la nostra immagine virtuale nella perenne compresenza con storie tragiche contemporanee delle quali non possiamo essere soltanto passivi osservatori”.
Roberto Cannata nasce a Venezia Mestre nel 1961. Diplomato in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia ha poi approfondito le tecniche d’incisione presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ha partecipato a vari concorsi ed esposto in mostre personali e collettive con opere pittoriche, scultoree e installazioni, collaborando inoltre con artisti internazionali presso importanti sedi museali e Biennale di Venezia.
dettagli
Biglietto: ingresso libero


Fonte:
http://www.agendavenezia.org/it/evento-35590.htm










Sand Nativity 2015, presepe di sculture di sabbia a Jesolo
Presso Jesolo Lido Dal 08/12/2015 Al 31/01/2016                                   

Sono sculture bellissime, inserite in una costruzione narrativa che si rinnova annualmente aggiungendo, oltre ai personaggi classici della rappresentazione della nascita di Gesù Cristo, nuove figure che si sono distinte nel mondo per le loro azioni umanitarie. Papa Giovanni Paolo II, il Mahatma Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, Papa Giovanni XXIII°, Nelson Mandela sono alcuni tra i personaggi hanno trovato spazio nella rappresentazione in anni diversi.Dal 2004 la manifestazione è associata a un progetto benefico, per cui sono stati raccolti e devoluti fino al 2011, grazie ai visitatori, 435.000 euro ad associazioni umanitarie che operano in tutto il mondo.I numeri:
12 scultori
6 nazioni
10 giorni di lavoro
470mq di area espositiva
1500 tonnellate di sabbia
più di 750.000 visitatori dalla prima edizione
Direzione artistica: Richard Varano

Fonte:

http://www.veneziatoday.it/eventi/mostre/sand-nativity-presepe-sabbia-jesolo-lido-8-dicembre-31-gennaio.html
















12 DICEMBRE 2015




Farsi storia. Per il bicentenario dell'Archivio di Stato di Venezia, 1815-2015
DAL 05/12/2015 AL 24/01/2016
La mostra documentaria, curata da Raffaele Santoro, è organizzata dall'Archivio di Stato di Venezia e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e in collaborazione con l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e l'École polytechnique fédérale de Lausanne.
Nel 2015 ricorre il secondo centenario dalla fondazione dell'Archivio di Stato di Venezia, istituito con il nome di Archivio Generale Veneto dall'imperatore d'Austria Francesco I con sovrano rescritto del 13 dicembre 1815. Da allora, ininterrottamente, l'Archivio svolge la funzione di conservare il patrimonio documentario della Repubblica di Venezia, dei monasteri e dei conventi soppressi in età napoleonica, delle corporazioni d'arte e mestiere e delle scuole di devozione, cui si sono via via aggiunte le carte dei governi che si sono succeduti nel Veneto fino all'unificazione nazionale, proseguendo a tutt'oggi con i versamenti in continuo incremento degli uffici dell'Italia repubblicana. Nella sede originaria nell'ex convento francescano di Santa Maria dei Frari, scelto fin dall'origine proprio per le sue cospicue dimensioni - cui si sono in seguito affiancate le sedi sussidiarie della Giudecca e di Mestre - si snodano circa 70 chilometri di scaffali dove trovano posto più di 800 fondi archivistici, ancora in larga misura disposti secondo il progetto ideato dal primo direttore dell'Archivio, Giacomo Chiodo, inteso a riproporre la struttura statuale della Serenissima. Per celebrare questo anniversario l'Archivio ha organizzato una mostra documentaria in cui proporre al pubblico una significativa selezione del suo vastissimo e prezioso patrimonio. Attraverso documenti rappresentativi per la loro rilevanza, si ripercorreranno i filoni principali della millenaria storia veneziana, dalle origini fino alla prima guerra mondiale. Inquadrati in una griglia tematica, verranno ripercorse diacronicamente, per momenti emblematici, la struttura istituzionale dello Stato veneziano, le relazioni diplomatiche con l'Oriente e l'Occidente, la gestione del territorio, le reti commerciali, il tessuto economico e produttivo, il mondo artistico, l'ambito religioso e assistenziale, le trasformazioni della città e i riflessi della politica nell'Otto e Novecento. Una sezione infine ricostruirà i momenti salienti della storia dell'istituto.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35684.htm















Mostra personale di Sara Casal
DAL 03/12/2015 AL 19/12/2015
      
“Disegno da sempre. Dipingo da più di dieci anni. Amo la natura, le persone e la poesia. La mia arte è il modo in cui esprimo la mia voglia di vivere, a volte canto l’amore, altre volte grido contro le ingiustizie, altre partecipo del dolore altrui, altre ancora sperimento il mondo fenomenico. Mi piace emozionarmi ed emozionare, ascoltare le parole e i suoni e tradurli in linee e colori. Uso tinte forti, tinte decise e definite in modo espressivo, adeguandole ai miei segni. A volte mi sento ribollire come un’acqua o un fuoco che premono per uscire ed è lì che nascono le mie opere, siano esse tradotte in parole, pittura, grafica o scultura, esse sono me ed io sono il filtro che guarda e sente quello che ho lo circonda”. Così parla di sé e del suo lavoro Sara Casal, artista nata a Belluno, laureata in Lingue e Letterature Straniere a Ca’ Foscari che, utilizzando strumenti e materiali diversi “racconta” il suo mondo di sguardi, pensieri, riflessioni, sentimenti. Allieva dello scultore Matteo Lo Greco, fa parte dell’Associazione Artistica SPA+A con la quale ha esposto in Italia e all’estero. Vive tra la valle di Zoldo e Venezia.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35618.htm









Dentro l'arte #2
dal 29/11/2015 al 31/01/2016
Secondo appuntamento con la rassegna artistica Dentro l'arte presso gli spazi della storica osteria ed enoteca Ai Veterani di Venezia Mestre, domenica 29 novembre 2015, alle ore 11.30, con la presentazione dell’artista Roberto Cannata, a cura del critico d’arte Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a domenica 31 gennaio 2016 secondo gli orari di apertura del locale, è realizzata in collaborazione con Segnoperenne.
Il ciclo Dentro l’arte, avviato nel mese di marzo 2015 con la personale (da poco conclusa) della pittrice e poetessa padovana Nina Nasilli, riprende gli storici appuntamenti con artisti, critici, giornalisti e appassionati d’arte che per anni si sono susseguiti nelle sale del locale per volere di Massimo e Isa Cossio e che hanno contribuito, nel recente passato, a tracciare la storia culturale di Mestre, ospitando ed esponendo i principali protagonisti della vita culturale cittadina e divenendo luogo privilegiato per la discussione e il dibattito artistico, consolidando, nel tempo, un pubblico sempre più attento e appassionato.
Dopo una breve quanto necessaria interruzione Isa ha deciso di ripartire, affidando a Gaetano Salerno, critico e curatore d’arte indipendente da anni attivo nella promozione culturale di artisti di area veneziana di terraferma, il compito di ritracciare le linee guida della realtà artistica cittadina odierna e di leggerne gli sviluppi attraverso una nuova serie di esposizioni personali allo scopo di monitorare, conoscere e approfondire la situazione attuale dell’arte di una città ricca di stimoli e di contenuti, riunendo vecchi e nuovi amici, secondo lo spirito di amicizia, scambio e socialità che ha animato i vecchi cenacoli (al motto di “veterani si nasce”).
Coadiuvato da storici e imprescindibili veterani, il maestro Luigi Voltolina, il poeta Massimo Scrignòli e lo stampatore d’arte Claudio Barbato, il critico Gaetano Salerno ha iniziato così a lavorare al nuovo ciclo di eventi, rivolto a selezionati artisti locali che di quel periodo felice e produttivo hanno raccolto l’eredità, contribuendo con il proprio lavoro e la propria ricerca a ribadire l’importanza della realtà mestrina nel panorama artistico contemporaneo e che verranno esposti in piccole ma significative personali.
Secondo appuntamento dunque con Roberto Cannata e una selezione ragionata di MIRRORS, ultimo ciclo di lavori dell’artista, molti dei quali inediti e realizzati per l’occasione; verrà infatti presentata al pubblico la più recente ricerca dell’artista, da sempre raffinato interprete di una pittura di forma e ispirazione accademica legata alle suggestioni e agli accordi cromatici dell’olio su tela, qui presente invece con lavori di piccole dimensioni, realizzati su carta e legno, con tecnica mista (fotografia, collage, pastelli, oli, gessi, matite, resina); un percorso inatteso che della produzione più conosciuta potrebbe apparire antitesi ma che invece costituisce, secondo il critico Gaetano Salerno che da tempo segue il lavoro dell’artista, un’evoluzione nonché un necessario compendio a una pittura ponderata e rigorosa che ora si libera delle impostazioni eleganti, concedendosi fratture, rotture, interruzioni narrative per esplorare nuovi stati dell’Io, senza tuttavia rinunciare al dato psicologico, all’intrusione nella psiche umana che ne caratterizza l’intera opera, mai limitata alla piacevolezza estetica dei virtuosismi segnici.
Scrive infatti Gaetano Salerno a proposito di questo ciclo di lavori: “Un passaggio significativo segnato dal ciclo Mirrors nell’opera dell’artista Roberto Cannata; svincolare il proprio gesto pittorico da una forma espressiva rigorosa e accademica in favore d’inattese suggestioni compositive rette da nuove grammatiche e nuovi linguaggi equivale a introdurre – e accettare – un principio di casualità e d’imponderabilità fino ad oggi assente. Una nuova prosodia rompe le lineari ortodossie di costruzioni cromatiche per aprirsi invece a visioni affidate alla fotografia e al collage. Le immagini si costruiscono sulla tela per sovrapposizione e giustapposizione, moltiplicandosi esponenzialmente per ricomporre i ritagli selezionati dall’artista sotto nuova forma. Ciascuna tavola evoca, dettagliando e descrivendo soggetti allegorici, le anomalie di universi psichici ancora più inquietanti (tra surrealtà e metafisica) di quelli nei quali l’artista ci aveva lasciato precipitare. Le frammentazioni e le decostruzioni di un ordine logico evidenziano con più efficacia le incertezze dell’animo umano. L’intervento pittorico, talvolta minimale, ricompone le fratture tra gli elementi, ricercando un logos ormai perduto. Le resine epossidiche congelano ogni visione a una fissa eternità, costrette all’immutabilità claustrofobica di copioni esistenziali tragici. La lucentezza della resina inverte e ridiscute il concetto di verità dell’arte e falsità della vita, riflettendo e includendo la nostra immagine virtuale nella perenne compresenza con storie tragiche contemporanee delle quali non possiamo essere soltanto passivi osservatori”.
Roberto Cannata nasce a Venezia Mestre nel 1961. Diplomato in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia ha poi approfondito le tecniche d’incisione presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ha partecipato a vari concorsi ed esposto in mostre personali e collettive con opere pittoriche, scultoree e installazioni, collaborando inoltre con artisti internazionali presso importanti sedi museali e Biennale di Venezia.
dettagli
Biglietto: ingresso libero


Fonte:
http://www.agendavenezia.org/it/evento-35590.htm










Sand Nativity 2015, presepe di sculture di sabbia a Jesolo
Presso Jesolo Lido Dal 08/12/2015 Al 31/01/2016                                   

Sono sculture bellissime, inserite in una costruzione narrativa che si rinnova annualmente aggiungendo, oltre ai personaggi classici della rappresentazione della nascita di Gesù Cristo, nuove figure che si sono distinte nel mondo per le loro azioni umanitarie. Papa Giovanni Paolo II, il Mahatma Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, Papa Giovanni XXIII°, Nelson Mandela sono alcuni tra i personaggi hanno trovato spazio nella rappresentazione in anni diversi.Dal 2004 la manifestazione è associata a un progetto benefico, per cui sono stati raccolti e devoluti fino al 2011, grazie ai visitatori, 435.000 euro ad associazioni umanitarie che operano in tutto il mondo.I numeri:
12 scultori
6 nazioni
10 giorni di lavoro
470mq di area espositiva
1500 tonnellate di sabbia
più di 750.000 visitatori dalla prima edizione
Direzione artistica: Richard Varano

Fonte:

http://www.veneziatoday.it/eventi/mostre/sand-nativity-presepe-sabbia-jesolo-lido-8-dicembre-31-gennaio.html
















13 DICEMBRE 2015


Visori Stereoscopici
dal 13/12/2015 al 16/01/2016
     
Quella che sta diventando la mostra tradizionale della FABBRICA DEL VEDERE: la mostra del calendario per il 2016 dedicata ai visori stereoscopici. Si potranno vedere anche gli apparecchi e una simulazione di una Venezia 3D a parete.
dettagli
Biglietto: entrata libera

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35692.htm








Farsi storia. Per il bicentenario dell'Archivio di Stato di Venezia, 1815-2015
DAL 05/12/2015 AL 24/01/2016
La mostra documentaria, curata da Raffaele Santoro, è organizzata dall'Archivio di Stato di Venezia e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e in collaborazione con l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e l'École polytechnique fédérale de Lausanne.
Nel 2015 ricorre il secondo centenario dalla fondazione dell'Archivio di Stato di Venezia, istituito con il nome di Archivio Generale Veneto dall'imperatore d'Austria Francesco I con sovrano rescritto del 13 dicembre 1815. Da allora, ininterrottamente, l'Archivio svolge la funzione di conservare il patrimonio documentario della Repubblica di Venezia, dei monasteri e dei conventi soppressi in età napoleonica, delle corporazioni d'arte e mestiere e delle scuole di devozione, cui si sono via via aggiunte le carte dei governi che si sono succeduti nel Veneto fino all'unificazione nazionale, proseguendo a tutt'oggi con i versamenti in continuo incremento degli uffici dell'Italia repubblicana. Nella sede originaria nell'ex convento francescano di Santa Maria dei Frari, scelto fin dall'origine proprio per le sue cospicue dimensioni - cui si sono in seguito affiancate le sedi sussidiarie della Giudecca e di Mestre - si snodano circa 70 chilometri di scaffali dove trovano posto più di 800 fondi archivistici, ancora in larga misura disposti secondo il progetto ideato dal primo direttore dell'Archivio, Giacomo Chiodo, inteso a riproporre la struttura statuale della Serenissima. Per celebrare questo anniversario l'Archivio ha organizzato una mostra documentaria in cui proporre al pubblico una significativa selezione del suo vastissimo e prezioso patrimonio. Attraverso documenti rappresentativi per la loro rilevanza, si ripercorreranno i filoni principali della millenaria storia veneziana, dalle origini fino alla prima guerra mondiale. Inquadrati in una griglia tematica, verranno ripercorse diacronicamente, per momenti emblematici, la struttura istituzionale dello Stato veneziano, le relazioni diplomatiche con l'Oriente e l'Occidente, la gestione del territorio, le reti commerciali, il tessuto economico e produttivo, il mondo artistico, l'ambito religioso e assistenziale, le trasformazioni della città e i riflessi della politica nell'Otto e Novecento. Una sezione infine ricostruirà i momenti salienti della storia dell'istituto.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35684.htm











I Principati Romeni e l'Europa Orientale nella cartografia occidentale dal Rinascimento all'Età dei Lumi
DAL 01/12/2015 AL 18/12/2015
La mostra valorizza la preziosa e spettacolare collezione cartografica confluita nel patrimonio del Museo Regionale Argeş di Piteşti in seguito all'acquisto diretto, avvenuto nel 1964, dai collezionisti Aureliu Popescu e Lelia Urdăreanu in Popescu. Le 41 mappe, risalenti ad un arco di tempo che va dal Cinquecento ai primi dell'Ottocento, sono la viva testimonianza della passione dei coniugi Popescu, raffinati collezionisti e amanti dell'arte, per la storia delle loro terre d'origine, per il passato del Sud-Est europeo raffigurato nella cartografia occidentale. Questa collezione cartografica ha una notevole rilevanza storico-culturale. Le mappe sono incisioni originali, eseguite con la tecnica di stampa su lastra in rame inchiostrata passata lentamente al rullo del torchio calcografico, dopodiché la carta stampata veniva colorita a mano ad acquerello. La collezione fu costituita secondo un criterio tematico, vale a dire le raffigurazioni cartografiche dell'antica Dacia e degli Stati situati al Nord del Danubio e lungo il tratto inferiore di esso (Transilvania, Valacchia, Moldavia, Ungheria, le terre ubicate lungo il fiume). Le più antiche mappe della collezione risalgono al XVI secolo, mentre le più recenti ai primi dell'Ottocento. Nella raccolta si trovano i lavori di tutte le grandi scuole di cartografia: dalle mappe dei famosi maestri cartografi dei Paesi Bassi (Ortelius, Mercator, Hondius, Blaeu, Janssonius, Elwe, Covens e Mortier, i fratelli Ottens, Allard, Visscher, Chatelain, Valck, Schenk, Danckerts), a quelle dei cartografi francesi (Sanson, Delisle, de Fer, Duval, Janvier, Jaillot), dell'inglese Overton, quindi le opere dei tedeschi e degli austriaci (Homann, Schraembl, Gussefeld, Haupt). Le scuole cartografiche occidentali contemplavano le terre romene dalla prospettiva delle relative realtà geopolitiche dell'epoca, e spesso i maestri cartografi si tramandavano l'uno l'altro i dati peculiari riguardanti queste aree, oppure attingevano a fonti primarie ancora oggi poco note. Queste fonti cartografiche rivelano il livello di conoscenza che, dal Rinascimento all'Età moderna, l'Europa Occidentale aveva di realtà e aree del Vecchio Continente allora ancora poco note, e che tali rimasero all'opinione pubblica almeno fino agli albori della rivoluzione industriale.
La mostra rimarrà chiusa l'8 dicembre.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35685.htm







Mostra personale di Sara Casal
DAL 03/12/2015 AL 19/12/2015
      
“Disegno da sempre. Dipingo da più di dieci anni. Amo la natura, le persone e la poesia. La mia arte è il modo in cui esprimo la mia voglia di vivere, a volte canto l’amore, altre volte grido contro le ingiustizie, altre partecipo del dolore altrui, altre ancora sperimento il mondo fenomenico. Mi piace emozionarmi ed emozionare, ascoltare le parole e i suoni e tradurli in linee e colori. Uso tinte forti, tinte decise e definite in modo espressivo, adeguandole ai miei segni. A volte mi sento ribollire come un’acqua o un fuoco che premono per uscire ed è lì che nascono le mie opere, siano esse tradotte in parole, pittura, grafica o scultura, esse sono me ed io sono il filtro che guarda e sente quello che ho lo circonda”. Così parla di sé e del suo lavoro Sara Casal, artista nata a Belluno, laureata in Lingue e Letterature Straniere a Ca’ Foscari che, utilizzando strumenti e materiali diversi “racconta” il suo mondo di sguardi, pensieri, riflessioni, sentimenti. Allieva dello scultore Matteo Lo Greco, fa parte dell’Associazione Artistica SPA+A con la quale ha esposto in Italia e all’estero. Vive tra la valle di Zoldo e Venezia.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35618.htm









Dentro l'arte #2
dal 29/11/2015 al 31/01/2016
Secondo appuntamento con la rassegna artistica Dentro l'arte presso gli spazi della storica osteria ed enoteca Ai Veterani di Venezia Mestre, domenica 29 novembre 2015, alle ore 11.30, con la presentazione dell’artista Roberto Cannata, a cura del critico d’arte Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a domenica 31 gennaio 2016 secondo gli orari di apertura del locale, è realizzata in collaborazione con Segnoperenne.
Il ciclo Dentro l’arte, avviato nel mese di marzo 2015 con la personale (da poco conclusa) della pittrice e poetessa padovana Nina Nasilli, riprende gli storici appuntamenti con artisti, critici, giornalisti e appassionati d’arte che per anni si sono susseguiti nelle sale del locale per volere di Massimo e Isa Cossio e che hanno contribuito, nel recente passato, a tracciare la storia culturale di Mestre, ospitando ed esponendo i principali protagonisti della vita culturale cittadina e divenendo luogo privilegiato per la discussione e il dibattito artistico, consolidando, nel tempo, un pubblico sempre più attento e appassionato.
Dopo una breve quanto necessaria interruzione Isa ha deciso di ripartire, affidando a Gaetano Salerno, critico e curatore d’arte indipendente da anni attivo nella promozione culturale di artisti di area veneziana di terraferma, il compito di ritracciare le linee guida della realtà artistica cittadina odierna e di leggerne gli sviluppi attraverso una nuova serie di esposizioni personali allo scopo di monitorare, conoscere e approfondire la situazione attuale dell’arte di una città ricca di stimoli e di contenuti, riunendo vecchi e nuovi amici, secondo lo spirito di amicizia, scambio e socialità che ha animato i vecchi cenacoli (al motto di “veterani si nasce”).
Coadiuvato da storici e imprescindibili veterani, il maestro Luigi Voltolina, il poeta Massimo Scrignòli e lo stampatore d’arte Claudio Barbato, il critico Gaetano Salerno ha iniziato così a lavorare al nuovo ciclo di eventi, rivolto a selezionati artisti locali che di quel periodo felice e produttivo hanno raccolto l’eredità, contribuendo con il proprio lavoro e la propria ricerca a ribadire l’importanza della realtà mestrina nel panorama artistico contemporaneo e che verranno esposti in piccole ma significative personali.
Secondo appuntamento dunque con Roberto Cannata e una selezione ragionata di MIRRORS, ultimo ciclo di lavori dell’artista, molti dei quali inediti e realizzati per l’occasione; verrà infatti presentata al pubblico la più recente ricerca dell’artista, da sempre raffinato interprete di una pittura di forma e ispirazione accademica legata alle suggestioni e agli accordi cromatici dell’olio su tela, qui presente invece con lavori di piccole dimensioni, realizzati su carta e legno, con tecnica mista (fotografia, collage, pastelli, oli, gessi, matite, resina); un percorso inatteso che della produzione più conosciuta potrebbe apparire antitesi ma che invece costituisce, secondo il critico Gaetano Salerno che da tempo segue il lavoro dell’artista, un’evoluzione nonché un necessario compendio a una pittura ponderata e rigorosa che ora si libera delle impostazioni eleganti, concedendosi fratture, rotture, interruzioni narrative per esplorare nuovi stati dell’Io, senza tuttavia rinunciare al dato psicologico, all’intrusione nella psiche umana che ne caratterizza l’intera opera, mai limitata alla piacevolezza estetica dei virtuosismi segnici.
Scrive infatti Gaetano Salerno a proposito di questo ciclo di lavori: “Un passaggio significativo segnato dal ciclo Mirrors nell’opera dell’artista Roberto Cannata; svincolare il proprio gesto pittorico da una forma espressiva rigorosa e accademica in favore d’inattese suggestioni compositive rette da nuove grammatiche e nuovi linguaggi equivale a introdurre – e accettare – un principio di casualità e d’imponderabilità fino ad oggi assente. Una nuova prosodia rompe le lineari ortodossie di costruzioni cromatiche per aprirsi invece a visioni affidate alla fotografia e al collage. Le immagini si costruiscono sulla tela per sovrapposizione e giustapposizione, moltiplicandosi esponenzialmente per ricomporre i ritagli selezionati dall’artista sotto nuova forma. Ciascuna tavola evoca, dettagliando e descrivendo soggetti allegorici, le anomalie di universi psichici ancora più inquietanti (tra surrealtà e metafisica) di quelli nei quali l’artista ci aveva lasciato precipitare. Le frammentazioni e le decostruzioni di un ordine logico evidenziano con più efficacia le incertezze dell’animo umano. L’intervento pittorico, talvolta minimale, ricompone le fratture tra gli elementi, ricercando un logos ormai perduto. Le resine epossidiche congelano ogni visione a una fissa eternità, costrette all’immutabilità claustrofobica di copioni esistenziali tragici. La lucentezza della resina inverte e ridiscute il concetto di verità dell’arte e falsità della vita, riflettendo e includendo la nostra immagine virtuale nella perenne compresenza con storie tragiche contemporanee delle quali non possiamo essere soltanto passivi osservatori”.
Roberto Cannata nasce a Venezia Mestre nel 1961. Diplomato in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia ha poi approfondito le tecniche d’incisione presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ha partecipato a vari concorsi ed esposto in mostre personali e collettive con opere pittoriche, scultoree e installazioni, collaborando inoltre con artisti internazionali presso importanti sedi museali e Biennale di Venezia.
dettagli
Biglietto: ingresso libero


Fonte:
http://www.agendavenezia.org/it/evento-35590.htm









14 DICEMBRE 2015



LE CORBUSIER SETTE ARCHITETTURE
dal 14/12/2015 al 01/01/2016


A cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier, il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione dell’Università Iuav di Venezia propone una mostra e una giornata di studi per approfondire la vicenda costruttiva e gli orizzonti di conservazione di sette architetture emblematiche dell’opera dell’architetto. Le opere si collocano in un arco temporale che va dal 1914 al 1928, periodo connotato dal carattere sperimentale del mondo delle costruzioni.
Nuovi materiali e nuove tecnologie entrano a far parte del dibattito sull’architettura contemporanea, sconvolgendo principi consolidati.
Si afferma una prospettiva del costruire dominata dalla riproducibilità, dal basso costo, dalla velocità e dalla contaminazione delle arti. La mostra, allestita presso lo spazio Gino Valle della sede Iuav al Cotonificio, illustra architetture note per le vicende progettuali legate alla loro ideazione, ma meno conosciute nel loro percorso di cantiere e di trasformazione legato alla vicenda costruttiva e di conservazione.
Le vicende connesse a ciascuno degli edifici oggetto della mostra documentano il travaglio, le difficoltà, le indecisioni, talvolta gli errori che hanno qualificato il percorso di Le Corbusier, in una continua sperimentazione verso la maturità.
Documenti privilegiati saranno disegni costruttivi, schizzi, fotografie d’archivio, relazioni di cantiere e carteggi intercorsi tra i protagonisti del percorso costruttivo. L’individuazione e la selezione della documentazione d’archivio è esito di studi condotti presso la Foundation Le Corbusier di Parigi, che sostiene l’iniziativa con il proprio patrocinio. Parallelamente alla mostra, saranno organizzate giornate di studio che possano rivelare nuove interpretazioni delle architetture selezionate attraverso un confronto interdisciplinare.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35753.htm









Farsi storia. Per il bicentenario dell'Archivio di Stato di Venezia, 1815-2015
DAL 05/12/2015 AL 24/01/2016
La mostra documentaria, curata da Raffaele Santoro, è organizzata dall'Archivio di Stato di Venezia e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e in collaborazione con l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e l'École polytechnique fédérale de Lausanne.
Nel 2015 ricorre il secondo centenario dalla fondazione dell'Archivio di Stato di Venezia, istituito con il nome di Archivio Generale Veneto dall'imperatore d'Austria Francesco I con sovrano rescritto del 13 dicembre 1815. Da allora, ininterrottamente, l'Archivio svolge la funzione di conservare il patrimonio documentario della Repubblica di Venezia, dei monasteri e dei conventi soppressi in età napoleonica, delle corporazioni d'arte e mestiere e delle scuole di devozione, cui si sono via via aggiunte le carte dei governi che si sono succeduti nel Veneto fino all'unificazione nazionale, proseguendo a tutt'oggi con i versamenti in continuo incremento degli uffici dell'Italia repubblicana. Nella sede originaria nell'ex convento francescano di Santa Maria dei Frari, scelto fin dall'origine proprio per le sue cospicue dimensioni - cui si sono in seguito affiancate le sedi sussidiarie della Giudecca e di Mestre - si snodano circa 70 chilometri di scaffali dove trovano posto più di 800 fondi archivistici, ancora in larga misura disposti secondo il progetto ideato dal primo direttore dell'Archivio, Giacomo Chiodo, inteso a riproporre la struttura statuale della Serenissima. Per celebrare questo anniversario l'Archivio ha organizzato una mostra documentaria in cui proporre al pubblico una significativa selezione del suo vastissimo e prezioso patrimonio. Attraverso documenti rappresentativi per la loro rilevanza, si ripercorreranno i filoni principali della millenaria storia veneziana, dalle origini fino alla prima guerra mondiale. Inquadrati in una griglia tematica, verranno ripercorse diacronicamente, per momenti emblematici, la struttura istituzionale dello Stato veneziano, le relazioni diplomatiche con l'Oriente e l'Occidente, la gestione del territorio, le reti commerciali, il tessuto economico e produttivo, il mondo artistico, l'ambito religioso e assistenziale, le trasformazioni della città e i riflessi della politica nell'Otto e Novecento. Una sezione infine ricostruirà i momenti salienti della storia dell'istituto.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35684.htm











I Principati Romeni e l'Europa Orientale nella cartografia occidentale dal Rinascimento all'Età dei Lumi
DAL 01/12/2015 AL 18/12/2015
La mostra valorizza la preziosa e spettacolare collezione cartografica confluita nel patrimonio del Museo Regionale Argeş di Piteşti in seguito all'acquisto diretto, avvenuto nel 1964, dai collezionisti Aureliu Popescu e Lelia Urdăreanu in Popescu. Le 41 mappe, risalenti ad un arco di tempo che va dal Cinquecento ai primi dell'Ottocento, sono la viva testimonianza della passione dei coniugi Popescu, raffinati collezionisti e amanti dell'arte, per la storia delle loro terre d'origine, per il passato del Sud-Est europeo raffigurato nella cartografia occidentale. Questa collezione cartografica ha una notevole rilevanza storico-culturale. Le mappe sono incisioni originali, eseguite con la tecnica di stampa su lastra in rame inchiostrata passata lentamente al rullo del torchio calcografico, dopodiché la carta stampata veniva colorita a mano ad acquerello. La collezione fu costituita secondo un criterio tematico, vale a dire le raffigurazioni cartografiche dell'antica Dacia e degli Stati situati al Nord del Danubio e lungo il tratto inferiore di esso (Transilvania, Valacchia, Moldavia, Ungheria, le terre ubicate lungo il fiume). Le più antiche mappe della collezione risalgono al XVI secolo, mentre le più recenti ai primi dell'Ottocento. Nella raccolta si trovano i lavori di tutte le grandi scuole di cartografia: dalle mappe dei famosi maestri cartografi dei Paesi Bassi (Ortelius, Mercator, Hondius, Blaeu, Janssonius, Elwe, Covens e Mortier, i fratelli Ottens, Allard, Visscher, Chatelain, Valck, Schenk, Danckerts), a quelle dei cartografi francesi (Sanson, Delisle, de Fer, Duval, Janvier, Jaillot), dell'inglese Overton, quindi le opere dei tedeschi e degli austriaci (Homann, Schraembl, Gussefeld, Haupt). Le scuole cartografiche occidentali contemplavano le terre romene dalla prospettiva delle relative realtà geopolitiche dell'epoca, e spesso i maestri cartografi si tramandavano l'uno l'altro i dati peculiari riguardanti queste aree, oppure attingevano a fonti primarie ancora oggi poco note. Queste fonti cartografiche rivelano il livello di conoscenza che, dal Rinascimento all'Età moderna, l'Europa Occidentale aveva di realtà e aree del Vecchio Continente allora ancora poco note, e che tali rimasero all'opinione pubblica almeno fino agli albori della rivoluzione industriale.
La mostra rimarrà chiusa l'8 dicembre.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35685.htm







Visori Stereoscopici
dal 13/12/2015 al 16/01/2016
     
Quella che sta diventando la mostra tradizionale della FABBRICA DEL VEDERE: la mostra del calendario per il 2016 dedicata ai visori stereoscopici. Si potranno vedere anche gli apparecchi e una simulazione di una Venezia 3D a parete.
dettagli
Biglietto: entrata libera

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35692.htm








15 DICEMBRE 2015



LE CORBUSIER SETTE ARCHITETTURE
dal 14/12/2015 al 01/01/2016


A cinquant’anni dalla scomparsa di Le Corbusier, il Dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione dell’Università Iuav di Venezia propone una mostra e una giornata di studi per approfondire la vicenda costruttiva e gli orizzonti di conservazione di sette architetture emblematiche dell’opera dell’architetto. Le opere si collocano in un arco temporale che va dal 1914 al 1928, periodo connotato dal carattere sperimentale del mondo delle costruzioni.
Nuovi materiali e nuove tecnologie entrano a far parte del dibattito sull’architettura contemporanea, sconvolgendo principi consolidati.
Si afferma una prospettiva del costruire dominata dalla riproducibilità, dal basso costo, dalla velocità e dalla contaminazione delle arti. La mostra, allestita presso lo spazio Gino Valle della sede Iuav al Cotonificio, illustra architetture note per le vicende progettuali legate alla loro ideazione, ma meno conosciute nel loro percorso di cantiere e di trasformazione legato alla vicenda costruttiva e di conservazione.
Le vicende connesse a ciascuno degli edifici oggetto della mostra documentano il travaglio, le difficoltà, le indecisioni, talvolta gli errori che hanno qualificato il percorso di Le Corbusier, in una continua sperimentazione verso la maturità.
Documenti privilegiati saranno disegni costruttivi, schizzi, fotografie d’archivio, relazioni di cantiere e carteggi intercorsi tra i protagonisti del percorso costruttivo. L’individuazione e la selezione della documentazione d’archivio è esito di studi condotti presso la Foundation Le Corbusier di Parigi, che sostiene l’iniziativa con il proprio patrocinio. Parallelamente alla mostra, saranno organizzate giornate di studio che possano rivelare nuove interpretazioni delle architetture selezionate attraverso un confronto interdisciplinare.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35753.htm









Farsi storia. Per il bicentenario dell'Archivio di Stato di Venezia, 1815-2015
DAL 05/12/2015 AL 24/01/2016
La mostra documentaria, curata da Raffaele Santoro, è organizzata dall'Archivio di Stato di Venezia e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e in collaborazione con l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti e l'École polytechnique fédérale de Lausanne.
Nel 2015 ricorre il secondo centenario dalla fondazione dell'Archivio di Stato di Venezia, istituito con il nome di Archivio Generale Veneto dall'imperatore d'Austria Francesco I con sovrano rescritto del 13 dicembre 1815. Da allora, ininterrottamente, l'Archivio svolge la funzione di conservare il patrimonio documentario della Repubblica di Venezia, dei monasteri e dei conventi soppressi in età napoleonica, delle corporazioni d'arte e mestiere e delle scuole di devozione, cui si sono via via aggiunte le carte dei governi che si sono succeduti nel Veneto fino all'unificazione nazionale, proseguendo a tutt'oggi con i versamenti in continuo incremento degli uffici dell'Italia repubblicana. Nella sede originaria nell'ex convento francescano di Santa Maria dei Frari, scelto fin dall'origine proprio per le sue cospicue dimensioni - cui si sono in seguito affiancate le sedi sussidiarie della Giudecca e di Mestre - si snodano circa 70 chilometri di scaffali dove trovano posto più di 800 fondi archivistici, ancora in larga misura disposti secondo il progetto ideato dal primo direttore dell'Archivio, Giacomo Chiodo, inteso a riproporre la struttura statuale della Serenissima. Per celebrare questo anniversario l'Archivio ha organizzato una mostra documentaria in cui proporre al pubblico una significativa selezione del suo vastissimo e prezioso patrimonio. Attraverso documenti rappresentativi per la loro rilevanza, si ripercorreranno i filoni principali della millenaria storia veneziana, dalle origini fino alla prima guerra mondiale. Inquadrati in una griglia tematica, verranno ripercorse diacronicamente, per momenti emblematici, la struttura istituzionale dello Stato veneziano, le relazioni diplomatiche con l'Oriente e l'Occidente, la gestione del territorio, le reti commerciali, il tessuto economico e produttivo, il mondo artistico, l'ambito religioso e assistenziale, le trasformazioni della città e i riflessi della politica nell'Otto e Novecento. Una sezione infine ricostruirà i momenti salienti della storia dell'istituto.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35684.htm











I Principati Romeni e l'Europa Orientale nella cartografia occidentale dal Rinascimento all'Età dei Lumi
DAL 01/12/2015 AL 18/12/2015
La mostra valorizza la preziosa e spettacolare collezione cartografica confluita nel patrimonio del Museo Regionale Argeş di Piteşti in seguito all'acquisto diretto, avvenuto nel 1964, dai collezionisti Aureliu Popescu e Lelia Urdăreanu in Popescu. Le 41 mappe, risalenti ad un arco di tempo che va dal Cinquecento ai primi dell'Ottocento, sono la viva testimonianza della passione dei coniugi Popescu, raffinati collezionisti e amanti dell'arte, per la storia delle loro terre d'origine, per il passato del Sud-Est europeo raffigurato nella cartografia occidentale. Questa collezione cartografica ha una notevole rilevanza storico-culturale. Le mappe sono incisioni originali, eseguite con la tecnica di stampa su lastra in rame inchiostrata passata lentamente al rullo del torchio calcografico, dopodiché la carta stampata veniva colorita a mano ad acquerello. La collezione fu costituita secondo un criterio tematico, vale a dire le raffigurazioni cartografiche dell'antica Dacia e degli Stati situati al Nord del Danubio e lungo il tratto inferiore di esso (Transilvania, Valacchia, Moldavia, Ungheria, le terre ubicate lungo il fiume). Le più antiche mappe della collezione risalgono al XVI secolo, mentre le più recenti ai primi dell'Ottocento. Nella raccolta si trovano i lavori di tutte le grandi scuole di cartografia: dalle mappe dei famosi maestri cartografi dei Paesi Bassi (Ortelius, Mercator, Hondius, Blaeu, Janssonius, Elwe, Covens e Mortier, i fratelli Ottens, Allard, Visscher, Chatelain, Valck, Schenk, Danckerts), a quelle dei cartografi francesi (Sanson, Delisle, de Fer, Duval, Janvier, Jaillot), dell'inglese Overton, quindi le opere dei tedeschi e degli austriaci (Homann, Schraembl, Gussefeld, Haupt). Le scuole cartografiche occidentali contemplavano le terre romene dalla prospettiva delle relative realtà geopolitiche dell'epoca, e spesso i maestri cartografi si tramandavano l'uno l'altro i dati peculiari riguardanti queste aree, oppure attingevano a fonti primarie ancora oggi poco note. Queste fonti cartografiche rivelano il livello di conoscenza che, dal Rinascimento all'Età moderna, l'Europa Occidentale aveva di realtà e aree del Vecchio Continente allora ancora poco note, e che tali rimasero all'opinione pubblica almeno fino agli albori della rivoluzione industriale.
La mostra rimarrà chiusa l'8 dicembre.
dettagli
Biglietto: Ingresso libero | Free Entry

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35685.htm







Visori Stereoscopici
dal 13/12/2015 al 16/01/2016
     
Quella che sta diventando la mostra tradizionale della FABBRICA DEL VEDERE: la mostra del calendario per il 2016 dedicata ai visori stereoscopici. Si potranno vedere anche gli apparecchi e una simulazione di una Venezia 3D a parete.
dettagli
Biglietto: entrata libera

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35692.htm







Mostra personale di Sara Casal
DAL 03/12/2015 AL 19/12/2015
      
“Disegno da sempre. Dipingo da più di dieci anni. Amo la natura, le persone e la poesia. La mia arte è il modo in cui esprimo la mia voglia di vivere, a volte canto l’amore, altre volte grido contro le ingiustizie, altre partecipo del dolore altrui, altre ancora sperimento il mondo fenomenico. Mi piace emozionarmi ed emozionare, ascoltare le parole e i suoni e tradurli in linee e colori. Uso tinte forti, tinte decise e definite in modo espressivo, adeguandole ai miei segni. A volte mi sento ribollire come un’acqua o un fuoco che premono per uscire ed è lì che nascono le mie opere, siano esse tradotte in parole, pittura, grafica o scultura, esse sono me ed io sono il filtro che guarda e sente quello che ho lo circonda”. Così parla di sé e del suo lavoro Sara Casal, artista nata a Belluno, laureata in Lingue e Letterature Straniere a Ca’ Foscari che, utilizzando strumenti e materiali diversi “racconta” il suo mondo di sguardi, pensieri, riflessioni, sentimenti. Allieva dello scultore Matteo Lo Greco, fa parte dell’Associazione Artistica SPA+A con la quale ha esposto in Italia e all’estero. Vive tra la valle di Zoldo e Venezia.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35618.htm









Dentro l'arte #2
dal 29/11/2015 al 31/01/2016
Secondo appuntamento con la rassegna artistica Dentro l'arte presso gli spazi della storica osteria ed enoteca Ai Veterani di Venezia Mestre, domenica 29 novembre 2015, alle ore 11.30, con la presentazione dell’artista Roberto Cannata, a cura del critico d’arte Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a domenica 31 gennaio 2016 secondo gli orari di apertura del locale, è realizzata in collaborazione con Segnoperenne.
Il ciclo Dentro l’arte, avviato nel mese di marzo 2015 con la personale (da poco conclusa) della pittrice e poetessa padovana Nina Nasilli, riprende gli storici appuntamenti con artisti, critici, giornalisti e appassionati d’arte che per anni si sono susseguiti nelle sale del locale per volere di Massimo e Isa Cossio e che hanno contribuito, nel recente passato, a tracciare la storia culturale di Mestre, ospitando ed esponendo i principali protagonisti della vita culturale cittadina e divenendo luogo privilegiato per la discussione e il dibattito artistico, consolidando, nel tempo, un pubblico sempre più attento e appassionato.
Dopo una breve quanto necessaria interruzione Isa ha deciso di ripartire, affidando a Gaetano Salerno, critico e curatore d’arte indipendente da anni attivo nella promozione culturale di artisti di area veneziana di terraferma, il compito di ritracciare le linee guida della realtà artistica cittadina odierna e di leggerne gli sviluppi attraverso una nuova serie di esposizioni personali allo scopo di monitorare, conoscere e approfondire la situazione attuale dell’arte di una città ricca di stimoli e di contenuti, riunendo vecchi e nuovi amici, secondo lo spirito di amicizia, scambio e socialità che ha animato i vecchi cenacoli (al motto di “veterani si nasce”).
Coadiuvato da storici e imprescindibili veterani, il maestro Luigi Voltolina, il poeta Massimo Scrignòli e lo stampatore d’arte Claudio Barbato, il critico Gaetano Salerno ha iniziato così a lavorare al nuovo ciclo di eventi, rivolto a selezionati artisti locali che di quel periodo felice e produttivo hanno raccolto l’eredità, contribuendo con il proprio lavoro e la propria ricerca a ribadire l’importanza della realtà mestrina nel panorama artistico contemporaneo e che verranno esposti in piccole ma significative personali.
Secondo appuntamento dunque con Roberto Cannata e una selezione ragionata di MIRRORS, ultimo ciclo di lavori dell’artista, molti dei quali inediti e realizzati per l’occasione; verrà infatti presentata al pubblico la più recente ricerca dell’artista, da sempre raffinato interprete di una pittura di forma e ispirazione accademica legata alle suggestioni e agli accordi cromatici dell’olio su tela, qui presente invece con lavori di piccole dimensioni, realizzati su carta e legno, con tecnica mista (fotografia, collage, pastelli, oli, gessi, matite, resina); un percorso inatteso che della produzione più conosciuta potrebbe apparire antitesi ma che invece costituisce, secondo il critico Gaetano Salerno che da tempo segue il lavoro dell’artista, un’evoluzione nonché un necessario compendio a una pittura ponderata e rigorosa che ora si libera delle impostazioni eleganti, concedendosi fratture, rotture, interruzioni narrative per esplorare nuovi stati dell’Io, senza tuttavia rinunciare al dato psicologico, all’intrusione nella psiche umana che ne caratterizza l’intera opera, mai limitata alla piacevolezza estetica dei virtuosismi segnici.
Scrive infatti Gaetano Salerno a proposito di questo ciclo di lavori: “Un passaggio significativo segnato dal ciclo Mirrors nell’opera dell’artista Roberto Cannata; svincolare il proprio gesto pittorico da una forma espressiva rigorosa e accademica in favore d’inattese suggestioni compositive rette da nuove grammatiche e nuovi linguaggi equivale a introdurre – e accettare – un principio di casualità e d’imponderabilità fino ad oggi assente. Una nuova prosodia rompe le lineari ortodossie di costruzioni cromatiche per aprirsi invece a visioni affidate alla fotografia e al collage. Le immagini si costruiscono sulla tela per sovrapposizione e giustapposizione, moltiplicandosi esponenzialmente per ricomporre i ritagli selezionati dall’artista sotto nuova forma. Ciascuna tavola evoca, dettagliando e descrivendo soggetti allegorici, le anomalie di universi psichici ancora più inquietanti (tra surrealtà e metafisica) di quelli nei quali l’artista ci aveva lasciato precipitare. Le frammentazioni e le decostruzioni di un ordine logico evidenziano con più efficacia le incertezze dell’animo umano. L’intervento pittorico, talvolta minimale, ricompone le fratture tra gli elementi, ricercando un logos ormai perduto. Le resine epossidiche congelano ogni visione a una fissa eternità, costrette all’immutabilità claustrofobica di copioni esistenziali tragici. La lucentezza della resina inverte e ridiscute il concetto di verità dell’arte e falsità della vita, riflettendo e includendo la nostra immagine virtuale nella perenne compresenza con storie tragiche contemporanee delle quali non possiamo essere soltanto passivi osservatori”.
Roberto Cannata nasce a Venezia Mestre nel 1961. Diplomato in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia ha poi approfondito le tecniche d’incisione presso la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Ha partecipato a vari concorsi ed esposto in mostre personali e collettive con opere pittoriche, scultoree e installazioni, collaborando inoltre con artisti internazionali presso importanti sedi museali e Biennale di Venezia.
dettagli
Biglietto: ingresso libero


Fonte:
http://www.agendavenezia.org/it/evento-35590.htm

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