mercoledì 27 maggio 2015

DAL 26 AL 31 MAGGIO 2015 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

26 MAGGIO 2015




The Cella Was Empty (La cella era vuota)

La mostra esplora diversi artefatti dell’architetto e artista americano Paul O. Robinson: radiografie, sculture, proiezioni radiografiche con interventi a olio, calchi in gesso, installazioni site specific costruite appositamente per lo spazio Gino Valle. La mostra comprende anche materiali provenienti da Form of Absence, l’installazione di Paul Robinson ospitata nel 2013 presso il Contemporary Art Museum di Tampa, in Florida.
Potentemente evocativi, simili a talismani spaziali, gli oggetti tridimensionali, dipinti e radiografie emergono da mesi di documentazione in situ negli spazi dell’atelier dell’architetto Jože Plečnik a Lubiana, in Slovenia. Per le sue opere, Paul Robinson utilizza una macchina portatile a raggi X che consente di ottenere immagini altamente espressive: l’oggetto, che può essere d’uso quotidiano, oppure storico, architettonico o naturalistico, viene scontornato dall’ambiente e collocato in un contesto oscuro, come avviene per le radiografie. L’immagine a raggi X oltrepassa gli attributi fisici dell'oggetto, rivelandone le strutture interne.
A seconda di come viene orientata, la macchina radiografica è in grado di realizzare differenti layers, stratigrafie della realtà. L’artista procede poi intervenendo con tecniche miste direttamente sulle radiografie: da queste immagini, Robinson ricava anche sculture simili a carapaci vuoti, che però contengono la memoria invisibile dell’oggetto originale. L’immagine composita stratificata - enfolded - è ricostituita sotto forma di uno stampo che realizza ciò che l’artista definisce un enfolded reliquary, reliquiario tridimensionale.
Paul O. Robinson, artista e architetto statunitense, insegna progettazione all’Università di Lubiana e sarà visiting professor all’Università Iuav di Venezia. È vissuto in una famiglia di concertisti, musicisti di circo e tassidermisti, nell’eclettico ambiente della costa atlantica della Florida. Ha studiato musica, modellistica e architettura.

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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
 
Diego Birelli: Graphic designer
 

In occasione dell’acquisizione del fondo Birelli, l’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia presenta una mostra di manifesti, libri, stampati, bozzetti e negativi fotografici,al fine di raccontare e contestualizzare un protagonista ancora poco noto del panorama della progettazione grafica italiana. La vivace e poliedrica identità di Diego Birelli, raccontata e analizzata finora per la sua costante ricerca artistica, trova un punto di vista complementare nello studio del suo lavoro come graphic designer.
La mostra di presentazionedel fondodocumentario rappresenta infatti l’occasione per fare luce sulla relazione fra il progettista (nato ad Asti nel ’34 e veneziano d’adozione),il mondo editoriale, i movimenti culturali e politici, le istituzioni pubbliche e il panorama del graphic design locale e nazionale,attraverso alcune tracce di indagine aperte. Un primo focus presente in esposizione riguarda il coinvolgimento di Birelli nella temperie politica e sociale veneziana a partire dalla prima metà degli anni Sessanta, evidente nei manifesti e stampati per il Partito ComunistaItaliano, per il Partito di Unità Proletaria e per Democrazia Proletaria e nei giornali Libertà al Cilea sostegno della repubblica di Allende realizzati per la Biennale del ’74.
L’analisi della produzione militante di Birelli per le federazioni locali delle principali sigle della sinistra italiana e per le biennali di rottura dirette da Carlo Ripa di Meana va vista anche alla luce del ruolo cardinale giocato dal Capitaledi Karl Marx nell’ambito della 56^ Biennale di Okwui Enwezor appena inaugurata. Inoltre il legame con il contesto sociale e culturale del territorio veneziano è evidentein mostra con lecampagne di comunicazione propostenegli anni Ottanta per l’Assessorato alla Cultura del capoluogo veneto e con i contributi attivi offerticome graficodel Consorzio Venezia Nuovanei suoi primi anni di vita.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
Sapore di Gianni
 


'Sapore di Gianni', un anno dopo la scomparsa dell’autore, gli appunti di un giornalista sul set di 'Il sapore del grano' il film di Gianni Da Campo del 1986, la prima realizzazione di “mestiere Cinema”.
'Sapore di Gianni' perché la nostalgia è tanta anche se a tratti Gianni Da Campo diventava scostante, scontroso, iperselettivo. Tutto quello che si può lamentare in un uomo o esaltare quando quell’uomo è un intellettuale di prim’ordine sganciato da logiche che non rispondano a cultura e qualità. Perfino la sua morte così repentina e inaspettata a poco più di settant’anni può apparire come uno dei suoi tanti scarti esistenziali che aprivano o chiudevano frequentazioni, amicizie, amori. 'Pagine chiuse', 'La ragazza di passaggio', 'Il sapore del grano': tre film in vent’anni. Piccoli film indipendenti, fatti con due lire, film maledetti ma spesso citati e premiati, summa di meditazioni, approfondimenti e scontri interpersonali, che, partendo da un’autoanalisi spietata, testimoniano l’universalità del dolore e del desiderio. E’ stato quasi un miracolo avviare, nel 1986, la produzione de 'Il sapore del grano', con “la partecipazione straordinaria” di un’attrice come Marina Vlady l’icona femminile di Gianni che ha accettato di lavorare con quasi esordienti. Ma la generosità di Gianni ha contagiato tutti. Cominciando da “mestiere cinema” una srl tutta veneziana appena nata e con la voglia di inseririrsi professionalmente nel cinema: Guido Cerasuolo, Massimo Monico, con Stefano Nicolao ed altri da quel 1986, poi, di strada ne hanno fatta molta, lavorando con le major di tutto il mondo. Mentre Gianni è “tornato a scuola”, dai suoi allievi, ha ripercorso il ventaglio complesso e vario dei suoi interessi. Continuando incessantemente a scrivere quel libro della vita nel quale si continuava a confrontare con Marina. Poi il 6 maggio 2014, un ricovero ospedaliero che finisce con la sua morte. Ad un anno di distanza, Carlo Montanaro amico e sodale “periodico” com’è accaduto a molti che hanno affaticato Gianni o si sono affaticati al suo fianco, ha ritrovato gli articoli scritti durante la lavorazione de IL SAPORE DEL GRANO per LA NUOVA VENEZIA e le foto scattate frettolosamente per illustrarli. E ne è venuto fuori un ricordo, nostalgico: SAPORE DI GIANNI. Con Cerasuolo e Monico. Con tutti quelli che hanno lavorato al film che non ha avuto, dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di quell’anno, circolazione. Dal 18 maggio al 28 giugno quelle foto, quelle carte sono esposte alla Fabbrica del vedere. Con due brevi interventi televisivi: uno del 1986 sul set di Mariangela Carone (per RaiTre), insieme all’ultima intervista, fatta nella sua casa con Marina Vlady e concessa in anteprima.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
Food art for mood - V mostra del Gruppo Boiler
 

Mostra degli artisti: Elvezia Allari, Silvia Battisti, Françoise Calcagno, Cristina Cortese, Mario Esposito, Hélène Galante, Angela Grazia Galletto, Cate Maggia, Concetta Nasone, Rossella Pavan, Gabriele Perissinotto, Agustina Ponce, Luigi Rifani, Katia Scotti, Paola Volpato
La connessione tra realtà ambientale e produzione alimentare annovera un legame secolare con l’uomo, responsabile primario dell’interdipendenza tra l’ambiente circostante e le risorse fruibili da esso, garanti del sostentamento mondiale. È in questa prospettiva dunque che si ritiene necessario guardare alla Terra come fonte di vita e al cibo come energia essenziale. Il rinnovato gruppo Boiler presenta così la sua V mostra collettiva il cui filo conduttore, data la contemporaneità con l’EXPO milanese, è proprio il cibo che diviene energia essenziale. Esso è, oggi, elemento da osservare, gustare, annusare e toccare, soggetto di forme esteticamente funzionali e motore di sviluppo di una vera e propria “arte del cibo”.
La realtà terrestre offre innumerevoli risorse le quali, insieme, confluiscono verso il principio base dell’esistenza stessa: l’acqua. “L’oro blu”, principio originario di ogni forma di vita, si configura come elemento essenziale per il sostentamento dell’uomo, il cui cardine è, appunto, l’alimentazione. Gli artisti dunque si propongono di indagare, tramite la propria arte, l’aspetto costitutivo della vita e del suo mantenimento, considerando i mezzi che la natura offre e riconoscendo nel cibo un importante mezzo di intima espressione, adatto ad investigare gli aspetti più profondi e, nel medesimo tempo, idoneo a sollecitare un’attenta riflessione in merito alle grandi divergenze alimentari del pianeta.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

27 MAGGIO 2015




The Cella Was Empty (La cella era vuota)

La mostra esplora diversi artefatti dell’architetto e artista americano Paul O. Robinson: radiografie, sculture, proiezioni radiografiche con interventi a olio, calchi in gesso, installazioni site specific costruite appositamente per lo spazio Gino Valle. La mostra comprende anche materiali provenienti da Form of Absence, l’installazione di Paul Robinson ospitata nel 2013 presso il Contemporary Art Museum di Tampa, in Florida.
Potentemente evocativi, simili a talismani spaziali, gli oggetti tridimensionali, dipinti e radiografie emergono da mesi di documentazione in situ negli spazi dell’atelier dell’architetto Jože Plečnik a Lubiana, in Slovenia. Per le sue opere, Paul Robinson utilizza una macchina portatile a raggi X che consente di ottenere immagini altamente espressive: l’oggetto, che può essere d’uso quotidiano, oppure storico, architettonico o naturalistico, viene scontornato dall’ambiente e collocato in un contesto oscuro, come avviene per le radiografie. L’immagine a raggi X oltrepassa gli attributi fisici dell'oggetto, rivelandone le strutture interne.
A seconda di come viene orientata, la macchina radiografica è in grado di realizzare differenti layers, stratigrafie della realtà. L’artista procede poi intervenendo con tecniche miste direttamente sulle radiografie: da queste immagini, Robinson ricava anche sculture simili a carapaci vuoti, che però contengono la memoria invisibile dell’oggetto originale. L’immagine composita stratificata - enfolded - è ricostituita sotto forma di uno stampo che realizza ciò che l’artista definisce un enfolded reliquary, reliquiario tridimensionale.
Paul O. Robinson, artista e architetto statunitense, insegna progettazione all’Università di Lubiana e sarà visiting professor all’Università Iuav di Venezia. È vissuto in una famiglia di concertisti, musicisti di circo e tassidermisti, nell’eclettico ambiente della costa atlantica della Florida. Ha studiato musica, modellistica e architettura.

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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
 
Diego Birelli: Graphic designer
 

In occasione dell’acquisizione del fondo Birelli, l’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia presenta una mostra di manifesti, libri, stampati, bozzetti e negativi fotografici,al fine di raccontare e contestualizzare un protagonista ancora poco noto del panorama della progettazione grafica italiana. La vivace e poliedrica identità di Diego Birelli, raccontata e analizzata finora per la sua costante ricerca artistica, trova un punto di vista complementare nello studio del suo lavoro come graphic designer.
La mostra di presentazionedel fondodocumentario rappresenta infatti l’occasione per fare luce sulla relazione fra il progettista (nato ad Asti nel ’34 e veneziano d’adozione),il mondo editoriale, i movimenti culturali e politici, le istituzioni pubbliche e il panorama del graphic design locale e nazionale,attraverso alcune tracce di indagine aperte. Un primo focus presente in esposizione riguarda il coinvolgimento di Birelli nella temperie politica e sociale veneziana a partire dalla prima metà degli anni Sessanta, evidente nei manifesti e stampati per il Partito ComunistaItaliano, per il Partito di Unità Proletaria e per Democrazia Proletaria e nei giornali Libertà al Cilea sostegno della repubblica di Allende realizzati per la Biennale del ’74.
L’analisi della produzione militante di Birelli per le federazioni locali delle principali sigle della sinistra italiana e per le biennali di rottura dirette da Carlo Ripa di Meana va vista anche alla luce del ruolo cardinale giocato dal Capitaledi Karl Marx nell’ambito della 56^ Biennale di Okwui Enwezor appena inaugurata. Inoltre il legame con il contesto sociale e culturale del territorio veneziano è evidentein mostra con lecampagne di comunicazione propostenegli anni Ottanta per l’Assessorato alla Cultura del capoluogo veneto e con i contributi attivi offerticome graficodel Consorzio Venezia Nuovanei suoi primi anni di vita.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mestieri del Mondo
 

Mostra fotografica 'Mestieri del Mondo'
L’Alliance française espone le 44 migliori fotografie del concorso fotografico Métiers du monde, organizzato dalla Fondation Alliance française nel 2013 e rivolto a tutte le Alliances del mondo. 22 fotografie saranno presentate venerdì 15 maggio e le successive a partire da venerdì 22 maggio.

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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
Venice - Triennale in name of freedom in the art
 

Il tema della mostra è il progetto multimediale:“Natura nutrix – Homo vorax”. Curatori: Prof.Nevia Pizzul-Capello, Venezia, Dr. Hans-Joachim Petersen, Berlin, Martin Leyer-Pritzkow, Düsseldorf
L’incalzare di eventi politici sempre più gravi, che stanno minacciando il patrimonio artistico culturale a livello mondiale e aprendo profonde ferite nell’equilibrio ecologico del nostro pianeta, portano l’ACIT di Venezia ad allinearsi accanto ad Enti sovrani quali la Biennale d’Arte di Venezia e l’Expo di Milano prestando anche la propria voce, nella convinzione che l’Arte è il mezzo salvifico per l’umanità.
Nello storico Palazzo Albrizzi sono esposte opere di artisti extraeuropei ed europei, soprattutto tedeschi, che nelle loro opere rappresentano i due poli: La Natura, madre benigna, e l’uomo, avido di potere che l’ aggredisce. Per difendersi la Natura si fa matrigna.
Da un lato, quindi, espressioni artistiche della nuova avanguardia, che ci presentano il mondo in cui vorremmo vivere; dall’altro espressioni di una natura violentata e contaminata.
La performance di un’ artista come Mia Florentine Weiss, con il suo “Pegasus” ridà dignità all’uomo. Il cavallo alato simbolizza il pensiero creativo, l’anelito umano di libertà attraverso l’Arte.

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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

28 MAGGIO 2015




The Cella Was Empty (La cella era vuota)

La mostra esplora diversi artefatti dell’architetto e artista americano Paul O. Robinson: radiografie, sculture, proiezioni radiografiche con interventi a olio, calchi in gesso, installazioni site specific costruite appositamente per lo spazio Gino Valle. La mostra comprende anche materiali provenienti da Form of Absence, l’installazione di Paul Robinson ospitata nel 2013 presso il Contemporary Art Museum di Tampa, in Florida.
Potentemente evocativi, simili a talismani spaziali, gli oggetti tridimensionali, dipinti e radiografie emergono da mesi di documentazione in situ negli spazi dell’atelier dell’architetto Jože Plečnik a Lubiana, in Slovenia. Per le sue opere, Paul Robinson utilizza una macchina portatile a raggi X che consente di ottenere immagini altamente espressive: l’oggetto, che può essere d’uso quotidiano, oppure storico, architettonico o naturalistico, viene scontornato dall’ambiente e collocato in un contesto oscuro, come avviene per le radiografie. L’immagine a raggi X oltrepassa gli attributi fisici dell'oggetto, rivelandone le strutture interne.
A seconda di come viene orientata, la macchina radiografica è in grado di realizzare differenti layers, stratigrafie della realtà. L’artista procede poi intervenendo con tecniche miste direttamente sulle radiografie: da queste immagini, Robinson ricava anche sculture simili a carapaci vuoti, che però contengono la memoria invisibile dell’oggetto originale. L’immagine composita stratificata - enfolded - è ricostituita sotto forma di uno stampo che realizza ciò che l’artista definisce un enfolded reliquary, reliquiario tridimensionale.
Paul O. Robinson, artista e architetto statunitense, insegna progettazione all’Università di Lubiana e sarà visiting professor all’Università Iuav di Venezia. È vissuto in una famiglia di concertisti, musicisti di circo e tassidermisti, nell’eclettico ambiente della costa atlantica della Florida. Ha studiato musica, modellistica e architettura.

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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
Sapore di Gianni
 


'Sapore di Gianni', un anno dopo la scomparsa dell’autore, gli appunti di un giornalista sul set di 'Il sapore del grano' il film di Gianni Da Campo del 1986, la prima realizzazione di “mestiere Cinema”.
'Sapore di Gianni' perché la nostalgia è tanta anche se a tratti Gianni Da Campo diventava scostante, scontroso, iperselettivo. Tutto quello che si può lamentare in un uomo o esaltare quando quell’uomo è un intellettuale di prim’ordine sganciato da logiche che non rispondano a cultura e qualità. Perfino la sua morte così repentina e inaspettata a poco più di settant’anni può apparire come uno dei suoi tanti scarti esistenziali che aprivano o chiudevano frequentazioni, amicizie, amori. 'Pagine chiuse', 'La ragazza di passaggio', 'Il sapore del grano': tre film in vent’anni. Piccoli film indipendenti, fatti con due lire, film maledetti ma spesso citati e premiati, summa di meditazioni, approfondimenti e scontri interpersonali, che, partendo da un’autoanalisi spietata, testimoniano l’universalità del dolore e del desiderio. E’ stato quasi un miracolo avviare, nel 1986, la produzione de 'Il sapore del grano', con “la partecipazione straordinaria” di un’attrice come Marina Vlady l’icona femminile di Gianni che ha accettato di lavorare con quasi esordienti. Ma la generosità di Gianni ha contagiato tutti. Cominciando da “mestiere cinema” una srl tutta veneziana appena nata e con la voglia di inseririrsi professionalmente nel cinema: Guido Cerasuolo, Massimo Monico, con Stefano Nicolao ed altri da quel 1986, poi, di strada ne hanno fatta molta, lavorando con le major di tutto il mondo. Mentre Gianni è “tornato a scuola”, dai suoi allievi, ha ripercorso il ventaglio complesso e vario dei suoi interessi. Continuando incessantemente a scrivere quel libro della vita nel quale si continuava a confrontare con Marina. Poi il 6 maggio 2014, un ricovero ospedaliero che finisce con la sua morte. Ad un anno di distanza, Carlo Montanaro amico e sodale “periodico” com’è accaduto a molti che hanno affaticato Gianni o si sono affaticati al suo fianco, ha ritrovato gli articoli scritti durante la lavorazione de IL SAPORE DEL GRANO per LA NUOVA VENEZIA e le foto scattate frettolosamente per illustrarli. E ne è venuto fuori un ricordo, nostalgico: SAPORE DI GIANNI. Con Cerasuolo e Monico. Con tutti quelli che hanno lavorato al film che non ha avuto, dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di quell’anno, circolazione. Dal 18 maggio al 28 giugno quelle foto, quelle carte sono esposte alla Fabbrica del vedere. Con due brevi interventi televisivi: uno del 1986 sul set di Mariangela Carone (per RaiTre), insieme all’ultima intervista, fatta nella sua casa con Marina Vlady e concessa in anteprima.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
Diego Birelli: Graphic designer
 

In occasione dell’acquisizione del fondo Birelli, l’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia presenta una mostra di manifesti, libri, stampati, bozzetti e negativi fotografici,al fine di raccontare e contestualizzare un protagonista ancora poco noto del panorama della progettazione grafica italiana. La vivace e poliedrica identità di Diego Birelli, raccontata e analizzata finora per la sua costante ricerca artistica, trova un punto di vista complementare nello studio del suo lavoro come graphic designer.
La mostra di presentazionedel fondodocumentario rappresenta infatti l’occasione per fare luce sulla relazione fra il progettista (nato ad Asti nel ’34 e veneziano d’adozione),il mondo editoriale, i movimenti culturali e politici, le istituzioni pubbliche e il panorama del graphic design locale e nazionale,attraverso alcune tracce di indagine aperte. Un primo focus presente in esposizione riguarda il coinvolgimento di Birelli nella temperie politica e sociale veneziana a partire dalla prima metà degli anni Sessanta, evidente nei manifesti e stampati per il Partito ComunistaItaliano, per il Partito di Unità Proletaria e per Democrazia Proletaria e nei giornali Libertà al Cilea sostegno della repubblica di Allende realizzati per la Biennale del ’74.
L’analisi della produzione militante di Birelli per le federazioni locali delle principali sigle della sinistra italiana e per le biennali di rottura dirette da Carlo Ripa di Meana va vista anche alla luce del ruolo cardinale giocato dal Capitaledi Karl Marx nell’ambito della 56^ Biennale di Okwui Enwezor appena inaugurata. Inoltre il legame con il contesto sociale e culturale del territorio veneziano è evidentein mostra con lecampagne di comunicazione propostenegli anni Ottanta per l’Assessorato alla Cultura del capoluogo veneto e con i contributi attivi offerticome graficodel Consorzio Venezia Nuovanei suoi primi anni di vita.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mestieri del Mondo
 

Mostra fotografica 'Mestieri del Mondo'
L’Alliance française espone le 44 migliori fotografie del concorso fotografico Métiers du monde, organizzato dalla Fondation Alliance française nel 2013 e rivolto a tutte le Alliances del mondo. 22 fotografie saranno presentate venerdì 15 maggio e le successive a partire da venerdì 22 maggio.

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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
Venice - Triennale in name of freedom in the art
 

Il tema della mostra è il progetto multimediale:“Natura nutrix – Homo vorax”. Curatori: Prof.Nevia Pizzul-Capello, Venezia, Dr. Hans-Joachim Petersen, Berlin, Martin Leyer-Pritzkow, Düsseldorf
L’incalzare di eventi politici sempre più gravi, che stanno minacciando il patrimonio artistico culturale a livello mondiale e aprendo profonde ferite nell’equilibrio ecologico del nostro pianeta, portano l’ACIT di Venezia ad allinearsi accanto ad Enti sovrani quali la Biennale d’Arte di Venezia e l’Expo di Milano prestando anche la propria voce, nella convinzione che l’Arte è il mezzo salvifico per l’umanità.
Nello storico Palazzo Albrizzi sono esposte opere di artisti extraeuropei ed europei, soprattutto tedeschi, che nelle loro opere rappresentano i due poli: La Natura, madre benigna, e l’uomo, avido di potere che l’ aggredisce. Per difendersi la Natura si fa matrigna.
Da un lato, quindi, espressioni artistiche della nuova avanguardia, che ci presentano il mondo in cui vorremmo vivere; dall’altro espressioni di una natura violentata e contaminata.
La performance di un’ artista come Mia Florentine Weiss, con il suo “Pegasus” ridà dignità all’uomo. Il cavallo alato simbolizza il pensiero creativo, l’anelito umano di libertà attraverso l’Arte.

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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

29 MAGGIO 2015

 
 
Exploring the Venice Lagoon. Places and Values of the World Heritage Site
 


Un evento importante che, nell'ambito di Venice to Expo 2015, ha visto impegnati gli enti del Comitato di Pilotaggio del Sito Unesco 'Venezia e la sua Laguna' con un progetto di comunicazione e promozione dei luoghi e valori del Sito del Patrimonio Mondiale “Venezia e la sua Laguna”.
Inaugurazione il 21 maggio alle ore 16.00 di uno spazio interattivo di ultima generazione: multimediale, multisensoriale, esperienziale, per scoprire luoghi e valori del Sito UNESCO “Venezia e la sua Laguna”.
Attraverso quattro distinte sezioni tematiche, i visitatori potranno ripercorrere le vie d’acqua storiche che da Venezia si dipartono verso l’entroterra lagunare, esplorando virtualmente i territori compresi nel Sito Unesco: Campagna Lupia, Cavallino Treporti, Chioggia, Codevigo, Jesolo, Mira, Musile di Piave, Quarto d’Altino e Venezia.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Food art for mood - V mostra del Gruppo Boiler
 

Mostra degli artisti: Elvezia Allari, Silvia Battisti, Françoise Calcagno, Cristina Cortese, Mario Esposito, Hélène Galante, Angela Grazia Galletto, Cate Maggia, Concetta Nasone, Rossella Pavan, Gabriele Perissinotto, Agustina Ponce, Luigi Rifani, Katia Scotti, Paola Volpato
La connessione tra realtà ambientale e produzione alimentare annovera un legame secolare con l’uomo, responsabile primario dell’interdipendenza tra l’ambiente circostante e le risorse fruibili da esso, garanti del sostentamento mondiale. È in questa prospettiva dunque che si ritiene necessario guardare alla Terra come fonte di vita e al cibo come energia essenziale. Il rinnovato gruppo Boiler presenta così la sua V mostra collettiva il cui filo conduttore, data la contemporaneità con l’EXPO milanese, è proprio il cibo che diviene energia essenziale. Esso è, oggi, elemento da osservare, gustare, annusare e toccare, soggetto di forme esteticamente funzionali e motore di sviluppo di una vera e propria “arte del cibo”.
La realtà terrestre offre innumerevoli risorse le quali, insieme, confluiscono verso il principio base dell’esistenza stessa: l’acqua. “L’oro blu”, principio originario di ogni forma di vita, si configura come elemento essenziale per il sostentamento dell’uomo, il cui cardine è, appunto, l’alimentazione. Gli artisti dunque si propongono di indagare, tramite la propria arte, l’aspetto costitutivo della vita e del suo mantenimento, considerando i mezzi che la natura offre e riconoscendo nel cibo un importante mezzo di intima espressione, adatto ad investigare gli aspetti più profondi e, nel medesimo tempo, idoneo a sollecitare un’attenta riflessione in merito alle grandi divergenze alimentari del pianeta.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
The Cella Was Empty (La cella era vuota)

La mostra esplora diversi artefatti dell’architetto e artista americano Paul O. Robinson: radiografie, sculture, proiezioni radiografiche con interventi a olio, calchi in gesso, installazioni site specific costruite appositamente per lo spazio Gino Valle. La mostra comprende anche materiali provenienti da Form of Absence, l’installazione di Paul Robinson ospitata nel 2013 presso il Contemporary Art Museum di Tampa, in Florida.
Potentemente evocativi, simili a talismani spaziali, gli oggetti tridimensionali, dipinti e radiografie emergono da mesi di documentazione in situ negli spazi dell’atelier dell’architetto Jože Plečnik a Lubiana, in Slovenia. Per le sue opere, Paul Robinson utilizza una macchina portatile a raggi X che consente di ottenere immagini altamente espressive: l’oggetto, che può essere d’uso quotidiano, oppure storico, architettonico o naturalistico, viene scontornato dall’ambiente e collocato in un contesto oscuro, come avviene per le radiografie. L’immagine a raggi X oltrepassa gli attributi fisici dell'oggetto, rivelandone le strutture interne.
A seconda di come viene orientata, la macchina radiografica è in grado di realizzare differenti layers, stratigrafie della realtà. L’artista procede poi intervenendo con tecniche miste direttamente sulle radiografie: da queste immagini, Robinson ricava anche sculture simili a carapaci vuoti, che però contengono la memoria invisibile dell’oggetto originale. L’immagine composita stratificata - enfolded - è ricostituita sotto forma di uno stampo che realizza ciò che l’artista definisce un enfolded reliquary, reliquiario tridimensionale.
Paul O. Robinson, artista e architetto statunitense, insegna progettazione all’Università di Lubiana e sarà visiting professor all’Università Iuav di Venezia. È vissuto in una famiglia di concertisti, musicisti di circo e tassidermisti, nell’eclettico ambiente della costa atlantica della Florida. Ha studiato musica, modellistica e architettura.

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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 

30 MAGGIO 2015

 
 
Exploring the Venice Lagoon. Places and Values of the World Heritage Site
 


Un evento importante che, nell'ambito di Venice to Expo 2015, ha visto impegnati gli enti del Comitato di Pilotaggio del Sito Unesco 'Venezia e la sua Laguna' con un progetto di comunicazione e promozione dei luoghi e valori del Sito del Patrimonio Mondiale “Venezia e la sua Laguna”.
Inaugurazione il 21 maggio alle ore 16.00 di uno spazio interattivo di ultima generazione: multimediale, multisensoriale, esperienziale, per scoprire luoghi e valori del Sito UNESCO “Venezia e la sua Laguna”.
Attraverso quattro distinte sezioni tematiche, i visitatori potranno ripercorrere le vie d’acqua storiche che da Venezia si dipartono verso l’entroterra lagunare, esplorando virtualmente i territori compresi nel Sito Unesco: Campagna Lupia, Cavallino Treporti, Chioggia, Codevigo, Jesolo, Mira, Musile di Piave, Quarto d’Altino e Venezia.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
Camera e cucina. La fotografia è in tavola
 
Mostra fotografica a cura di Elisabetta Da Lio e Tiziano Bolpin. In collaborazione con Archivio della Comunicazione, Civico5, La Gondola, Fatue, Fotosintesi, Marghera Fotografia
Un uovo simbolo di vita, il suo bel tuorlo giallo metafora di nutrimento, la foto di Simonetta Gasparini è un concentrato di tutti gli ingredienti della nostra ricetta: luce, esposizione e composizione, quanto basta di creatività mescolata alle più variegate e diversificate passioni per la materia prima, verdure di stagione, pesce, carne, cereali, pane... In mostra oltre un centinaio di lavori, sguardi e tecniche diverse per diversi immaginari fotografici e alimentari, fotografia concettuale piuttosto che food photography. Oltre la metà provengono dagli archivi dei più importanti circoli e associazioni fotografiche cittadine: La Gondola, Civico5, Fatue, Fotosintesi e Marghera Fotografia. Una importante selezione proviene dall’Archivio della Comunicazione e racconta, dai primi anni del Novecento e sino ai nostri giorni, uomini, cibi e atmosfere della tradizione alimentare, sociale ed economica di Venezia, di Mestre e del suo entroterra. Alle immagini “storiche” - realizzate da alcuni importanti fotografi e agenzie fotografiche del secolo scorso come la “Reale Fotografia Giacomelli”- dal sapore più nostalgico e retrospettivo, abbiamo affiancato degli scatti dal taglio antropologico e sociale. Questi ultimi, realizzati da alcuni viaggiatori-fotografi, documentano diversi paesi centro africani, dell’area asiatica occidentale e di quella orientale, dove ancora oggi i modi di produzione alimentare, di uso e di vendita del cibo sono lo specchio di bisogni primari e vitali non ancora soddisfatti. Una piccola sezione di “memorabilia” (incarti, pubblicità, contenitori), provenienti dall’Archivio Orlandini, testimonierà inoltre una significativa, ma spesso ignorata, presenza delle aziende alimentari nella storia industriale della terraferma veneziana. (Testo di Elisabetta Da Lio e Tiziano Bolpin)
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
 
La città fragile


A Sant'Elena, Campo della Chiesa 3, mostra fotografica 'La città fragile'

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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
Venice - Triennale in name of freedom in the art
 

Il tema della mostra è il progetto multimediale:“Natura nutrix – Homo vorax”. Curatori: Prof.Nevia Pizzul-Capello, Venezia, Dr. Hans-Joachim Petersen, Berlin, Martin Leyer-Pritzkow, Düsseldorf
L’incalzare di eventi politici sempre più gravi, che stanno minacciando il patrimonio artistico culturale a livello mondiale e aprendo profonde ferite nell’equilibrio ecologico del nostro pianeta, portano l’ACIT di Venezia ad allinearsi accanto ad Enti sovrani quali la Biennale d’Arte di Venezia e l’Expo di Milano prestando anche la propria voce, nella convinzione che l’Arte è il mezzo salvifico per l’umanità.
Nello storico Palazzo Albrizzi sono esposte opere di artisti extraeuropei ed europei, soprattutto tedeschi, che nelle loro opere rappresentano i due poli: La Natura, madre benigna, e l’uomo, avido di potere che l’ aggredisce. Per difendersi la Natura si fa matrigna.
Da un lato, quindi, espressioni artistiche della nuova avanguardia, che ci presentano il mondo in cui vorremmo vivere; dall’altro espressioni di una natura violentata e contaminata.
La performance di un’ artista come Mia Florentine Weiss, con il suo “Pegasus” ridà dignità all’uomo. Il cavallo alato simbolizza il pensiero creativo, l’anelito umano di libertà attraverso l’Arte.

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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 

31 MAGGIO 2015

 
 
Exploring the Venice Lagoon. Places and Values of the World Heritage Site
 


Un evento importante che, nell'ambito di Venice to Expo 2015, ha visto impegnati gli enti del Comitato di Pilotaggio del Sito Unesco 'Venezia e la sua Laguna' con un progetto di comunicazione e promozione dei luoghi e valori del Sito del Patrimonio Mondiale “Venezia e la sua Laguna”.
Inaugurazione il 21 maggio alle ore 16.00 di uno spazio interattivo di ultima generazione: multimediale, multisensoriale, esperienziale, per scoprire luoghi e valori del Sito UNESCO “Venezia e la sua Laguna”.
Attraverso quattro distinte sezioni tematiche, i visitatori potranno ripercorrere le vie d’acqua storiche che da Venezia si dipartono verso l’entroterra lagunare, esplorando virtualmente i territori compresi nel Sito Unesco: Campagna Lupia, Cavallino Treporti, Chioggia, Codevigo, Jesolo, Mira, Musile di Piave, Quarto d’Altino e Venezia.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
The Cella Was Empty (La cella era vuota)

La mostra esplora diversi artefatti dell’architetto e artista americano Paul O. Robinson: radiografie, sculture, proiezioni radiografiche con interventi a olio, calchi in gesso, installazioni site specific costruite appositamente per lo spazio Gino Valle. La mostra comprende anche materiali provenienti da Form of Absence, l’installazione di Paul Robinson ospitata nel 2013 presso il Contemporary Art Museum di Tampa, in Florida.
Potentemente evocativi, simili a talismani spaziali, gli oggetti tridimensionali, dipinti e radiografie emergono da mesi di documentazione in situ negli spazi dell’atelier dell’architetto Jože Plečnik a Lubiana, in Slovenia. Per le sue opere, Paul Robinson utilizza una macchina portatile a raggi X che consente di ottenere immagini altamente espressive: l’oggetto, che può essere d’uso quotidiano, oppure storico, architettonico o naturalistico, viene scontornato dall’ambiente e collocato in un contesto oscuro, come avviene per le radiografie. L’immagine a raggi X oltrepassa gli attributi fisici dell'oggetto, rivelandone le strutture interne.
A seconda di come viene orientata, la macchina radiografica è in grado di realizzare differenti layers, stratigrafie della realtà. L’artista procede poi intervenendo con tecniche miste direttamente sulle radiografie: da queste immagini, Robinson ricava anche sculture simili a carapaci vuoti, che però contengono la memoria invisibile dell’oggetto originale. L’immagine composita stratificata - enfolded - è ricostituita sotto forma di uno stampo che realizza ciò che l’artista definisce un enfolded reliquary, reliquiario tridimensionale.
Paul O. Robinson, artista e architetto statunitense, insegna progettazione all’Università di Lubiana e sarà visiting professor all’Università Iuav di Venezia. È vissuto in una famiglia di concertisti, musicisti di circo e tassidermisti, nell’eclettico ambiente della costa atlantica della Florida. Ha studiato musica, modellistica e architettura.

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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Diego Birelli: Graphic designer
 

In occasione dell’acquisizione del fondo Birelli, l’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia presenta una mostra di manifesti, libri, stampati, bozzetti e negativi fotografici,al fine di raccontare e contestualizzare un protagonista ancora poco noto del panorama della progettazione grafica italiana. La vivace e poliedrica identità di Diego Birelli, raccontata e analizzata finora per la sua costante ricerca artistica, trova un punto di vista complementare nello studio del suo lavoro come graphic designer.
La mostra di presentazionedel fondodocumentario rappresenta infatti l’occasione per fare luce sulla relazione fra il progettista (nato ad Asti nel ’34 e veneziano d’adozione),il mondo editoriale, i movimenti culturali e politici, le istituzioni pubbliche e il panorama del graphic design locale e nazionale,attraverso alcune tracce di indagine aperte. Un primo focus presente in esposizione riguarda il coinvolgimento di Birelli nella temperie politica e sociale veneziana a partire dalla prima metà degli anni Sessanta, evidente nei manifesti e stampati per il Partito ComunistaItaliano, per il Partito di Unità Proletaria e per Democrazia Proletaria e nei giornali Libertà al Cilea sostegno della repubblica di Allende realizzati per la Biennale del ’74.
L’analisi della produzione militante di Birelli per le federazioni locali delle principali sigle della sinistra italiana e per le biennali di rottura dirette da Carlo Ripa di Meana va vista anche alla luce del ruolo cardinale giocato dal Capitaledi Karl Marx nell’ambito della 56^ Biennale di Okwui Enwezor appena inaugurata. Inoltre il legame con il contesto sociale e culturale del territorio veneziano è evidentein mostra con lecampagne di comunicazione propostenegli anni Ottanta per l’Assessorato alla Cultura del capoluogo veneto e con i contributi attivi offerticome graficodel Consorzio Venezia Nuovanei suoi primi anni di vita.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Food art for mood - V mostra del Gruppo Boiler
 

Mostra degli artisti: Elvezia Allari, Silvia Battisti, Françoise Calcagno, Cristina Cortese, Mario Esposito, Hélène Galante, Angela Grazia Galletto, Cate Maggia, Concetta Nasone, Rossella Pavan, Gabriele Perissinotto, Agustina Ponce, Luigi Rifani, Katia Scotti, Paola Volpato
La connessione tra realtà ambientale e produzione alimentare annovera un legame secolare con l’uomo, responsabile primario dell’interdipendenza tra l’ambiente circostante e le risorse fruibili da esso, garanti del sostentamento mondiale. È in questa prospettiva dunque che si ritiene necessario guardare alla Terra come fonte di vita e al cibo come energia essenziale. Il rinnovato gruppo Boiler presenta così la sua V mostra collettiva il cui filo conduttore, data la contemporaneità con l’EXPO milanese, è proprio il cibo che diviene energia essenziale. Esso è, oggi, elemento da osservare, gustare, annusare e toccare, soggetto di forme esteticamente funzionali e motore di sviluppo di una vera e propria “arte del cibo”.
La realtà terrestre offre innumerevoli risorse le quali, insieme, confluiscono verso il principio base dell’esistenza stessa: l’acqua. “L’oro blu”, principio originario di ogni forma di vita, si configura come elemento essenziale per il sostentamento dell’uomo, il cui cardine è, appunto, l’alimentazione. Gli artisti dunque si propongono di indagare, tramite la propria arte, l’aspetto costitutivo della vita e del suo mantenimento, considerando i mezzi che la natura offre e riconoscendo nel cibo un importante mezzo di intima espressione, adatto ad investigare gli aspetti più profondi e, nel medesimo tempo, idoneo a sollecitare un’attenta riflessione in merito alle grandi divergenze alimentari del pianeta.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Camera e cucina. La fotografia è in tavola
 
Mostra fotografica a cura di Elisabetta Da Lio e Tiziano Bolpin. In collaborazione con Archivio della Comunicazione, Civico5, La Gondola, Fatue, Fotosintesi, Marghera Fotografia
Un uovo simbolo di vita, il suo bel tuorlo giallo metafora di nutrimento, la foto di Simonetta Gasparini è un concentrato di tutti gli ingredienti della nostra ricetta: luce, esposizione e composizione, quanto basta di creatività mescolata alle più variegate e diversificate passioni per la materia prima, verdure di stagione, pesce, carne, cereali, pane... In mostra oltre un centinaio di lavori, sguardi e tecniche diverse per diversi immaginari fotografici e alimentari, fotografia concettuale piuttosto che food photography. Oltre la metà provengono dagli archivi dei più importanti circoli e associazioni fotografiche cittadine: La Gondola, Civico5, Fatue, Fotosintesi e Marghera Fotografia. Una importante selezione proviene dall’Archivio della Comunicazione e racconta, dai primi anni del Novecento e sino ai nostri giorni, uomini, cibi e atmosfere della tradizione alimentare, sociale ed economica di Venezia, di Mestre e del suo entroterra. Alle immagini “storiche” - realizzate da alcuni importanti fotografi e agenzie fotografiche del secolo scorso come la “Reale Fotografia Giacomelli”- dal sapore più nostalgico e retrospettivo, abbiamo affiancato degli scatti dal taglio antropologico e sociale. Questi ultimi, realizzati da alcuni viaggiatori-fotografi, documentano diversi paesi centro africani, dell’area asiatica occidentale e di quella orientale, dove ancora oggi i modi di produzione alimentare, di uso e di vendita del cibo sono lo specchio di bisogni primari e vitali non ancora soddisfatti. Una piccola sezione di “memorabilia” (incarti, pubblicità, contenitori), provenienti dall’Archivio Orlandini, testimonierà inoltre una significativa, ma spesso ignorata, presenza delle aziende alimentari nella storia industriale della terraferma veneziana. (Testo di Elisabetta Da Lio e Tiziano Bolpin)
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
 
La città fragile


A Sant'Elena, Campo della Chiesa 3, mostra fotografica 'La città fragile'

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