venerdì 27 novembre 2015

DAL 26 AL 30 NOVEMBRE 2015 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

26 NOVEMBRE 2015




GRIGio 2
dal 24/11/2015 al 11/01/2016

Martedì 24 novembre 2015 alle ore 17.30 presso la Biblioteca e Centro Culturale Hugo Pratt del Lido di Venezia viene inaugurata la Mostra personale di pittura di Silvia Stocchetto 'GRIGio 2'.
L'artista veneziana presenta nell'occasione oltre venti tele realizzate a olio e in tecnica mista, nonché una selezione di incisioni che illustrano la sua più recente produzione.
La presentazione è a cura dello scrittore Antonio Scutari.
La Mostra è visitabile presso la sala espositiva della Biblioteca Hugo Pratt dal 24 novembre 2015 all'11 gennaio 2016 nei seguenti orari: lun-mer-ven 9.00-14.00 e mar-gio 9.00-18.00
“Sono probabilmente illimitate le possibilità di declinazione della natura morta. A partire da certe piccole decorazioni murali in ville romane d'epoca imperiale, forse i primi esempi nella nostra storia della pittura, il 'genere' si riattiva continuamente, confermandosi inconsumabile.
Il particolare realismo dei quadri di Silvia Stocchetto è certamente da iscrivere in quella così vasta e sfumata tendenza internazionale chiamata realismo Magico. Sebbene minuzioso e preciso, il suo realismo non ha né l'esibizionismo virtuosistico, né l'oggettualismo ottuso dell'Iperrealismo.
La disposizione, il montaggio e soprattutto il tonalismo metallico, plumbeo, in cui i suoi oggetti sono immersi, danno una sensazione strana di divertimento e insieme di austerità, di affetto e di freddezza, di assurdità e di naturalezza.
Questa serie così omogenea di nature morte inscena, dunque, qualcosa di contraddittorio: come una teatralità ermetica, si, ma tuttavia coinvolgente; una ironica, muta “drammaturgia” domestica”. (Carlo Maschietto)
dettagli
Biglietto: ingresso libero
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35502.htm







Mostra fotografica e vetrina animata: Lush lancia la sua iniziativa contro la violenza

Presso Lush Dal 25/11/2015 Al 28/11/2015                                   

In occasione della giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, mercoledì 25 novembre il negozio Lush di Venezia inaugura una speciale mostra in collaborazione con Cooperativa Sociale Iside; sabato 28 inviterà i propri clienti a dare vita a una performance interattiva in vetrina contro la violenza.Lush, brand etico di cosmetici freschi e fatti a mano, in collaborazione con Cooperativa Sociale Iside, onlus attiva nella accoglienza e sostegno di donne vittime di maltrattamento, lancia la campagna “Dacci una mano contro la violenza” e organizza una speciale settimana di solidarietà per dire no alla violenza sulle donne.

In occasione della giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, il negozio Lush di Venezia inaugurerà, mercoledì 25 novembre, una speciale mostra fotografica. L’esibizione raccoglie una selezione delle immagini più significative che ritraggono alcune donne che sono state seguite, o lo sono oggi, dalla Cooperativa Iside al Centro Antiviolenza Estia di Mestre e Venezia.

Sabato 28 novembre Lush e Cooperativa Sociale Iside inviteranno i clienti a dare vita a una vetrina animata: dalle 15.00 alle 19.00 potranno infatti partecipare a una performance animata lasciando un’impronta rossa della propria mano sulla vetrina del negozio Lush, come simbolo dell’impegno contro la violenza sulle donne.
Lush e Cooperativa Iside collaborano da due anni per eliminare ogni forma di violenza contro le donne; la Cooperativa Iside opera sul territorio veneziano progettando azioni concrete di contrasto alla violenza di genere.
Fonte: http://www.veneziatoday.it/eventi/mostre/lush-mostra-fotografica-venezia-25-28-novembre-2015.html








Come eravamo, in bianco e nero
dal 20/11/2015 al 31/01/2016


Mostra, a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan, con le immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia
Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca.
Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini...
Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
(Leopoldo Pietragnoli)
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35472.htm








Confluence Island
dal 19/11/2015 al 19/12/2015
              
Mostra 'Confluence Island' di Janet Bellotto, curata da KJ Baysa è aperta dal 20 novembre al 19 dicembre 2015.
Confluence Island è un luogo nato dall’unione di due isole che sono confluite assieme fino a formare uno spazio altro, allo stesso tempo unico e duplice. E’ una fusione, reale e immaginaria, di terre e acque vicine geograficamente ma lontane nella loro essenza. La parola “confluent”, derivata dal significato latino di “fluire assieme”, è usata in questa esposizione per definire la fluida plasticità relazionale delle masse e delle vie d’acqua, rovesciando il concetto di Pangea e della migrazione delle placche tettoniche nel concetto delle isole re-immaginate e reali, modellate scambiando i loro parametri fisici, politici e culturali.
L’esposizione prende ispirazione innanzitutto dalla storia di Venezia e Mestre, due città affini ma molto diverse, circondate dalla stessa acqua che le separa e le unisce al contempo. Come Venezia e Mestre, altre città hanno subito la stessa sorte, a partire dalle coppie di città similari e sempre legate all’acqua, come Dubai- Los Angeles, Il Cairo- Città del Messico e Istanbul-Aleppo, e tutte queste città sono state visitate personalmente dall’artista (con l’unica eccezione di Aleppo, per la quale si è avvalsa dell’esperienza indiretta).
Bellotto, esplorando gli universi di queste isole confluite, arriva a delocalizzare il concetto di isola e a trasformarlo in un concetto quotidiano e universale. Oggi, tutti viviamo su delle isole: isole virtuali, effimere, che l’artista chiama isole di contrasto. L’acqua, che in natura unisce e separa le isole, diventa metafora di un dissidio, un contrasto appunto, che può essere sociale, culturale o semplicemente casuale, e che, in questo caso, separa e distingue le isole.
Il quesito alla base del concetto espositivo è: cosa succede se queste isole di contrasto confluiscono assieme diventando isole confluite? Si apre allora una gamma infinita di possibilità, di unioni di terre che altrimenti sarebbero divise: l’esposizione esplora nuove alternative alla realtà, creando legami e officiando matrimoni di spazi lontani. Due luoghi vengono affiancati per creare un’isola nuova e vecchia allo stesso tempo, che ricorda la forma di entrambi gli spazi, che riporta due fari, organo vitale di un’isola, e che sarà bagnata da due acque diverse, che si incontreranno a metà, a ricordare e segnalare il matrimonio che le lega.
L’unione dei luoghi- isola appare, nelle opere di Janet Bellotto, talmente naturale e giusta da far sorgere il dubbio che forse un tempo esse fossero davvero uno spazio unico, che l’artista ha recuperato dalla loro storia, o che forse col tempo lo diventeranno, facendo così dell’artista un’anticipatrice del loro confluenced future.
Allo spettatore la metafora dell’isola sembrerà estendersi anche all’intera galleria e agli spazi circostanti, i lucernari saranno fari di isole confluite e la loro luce sembrerà arrivare fino al faro di Venezia. Il surreale evocato dalle opere d’arte di Janet Bellotto provocherà negli spettatori una sensazione di straniamento: alcuni luoghi in cui si sarà vissuto fino a quel momento appariranno improvvisamente nuovi, quegli stessi spazi, inondati di luce, sembreranno diversi da quelli in cui si è abitato un tempo.
“Usando brillantemente la strategia dell’ostranenie, la tecnica artistica che prevede di presentare al pubblico oggetti quotidiani e familiari in un modo strano e insolito, in modo da aumentare la percezione del familiare, la ri-contestualizzazione di Bellotto sottolinea le differenze ma porta nuovi riconoscimenti di un’inimmaginata potenza” - Kóan Jeff-Baysa
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte:
http://www.agendavenezia.org/it/evento-35467.htm








Mostra personale di Leonardo D'Este
dal 19/11/2015 al 03/12/2015
Arte contemporanea (o moderna)? No grazie! E’ meglio fare un viaggio a ritroso e andare a ritrovare in un lontano passato altri punti di riferimento in maestri che si chiamano Velasquez, Tiziano o magari Sargent, nella loro versione di ritrattisti. E’ questo il percorso intrapreso dal veneziano Leonardo D’Este che, dopo la laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e varie esperienze nell’ambito del paesaggio e della figura, da quattro anni ha messo al centro della sua ricerca il volto umano, facendone quasi una missione, all’insegna della verità e della sincerità. Per rafforzare la sua formazione classica si reca in Grecia presso la scuola del maestro Konstantin Kerestetzis e poi a Firenze per frequentare i corsi di pittura della Florence Academy of Art e del Charles H.Cecil Studios. Esperienze che gli permettono di perfezionare sempre più la sua tecnica ritrattistica sia per quanto riguarda i dettagli che gli effetti di luce. Il metodo utilizzato è quello del sight size, con il modello posto a una certa di distanza dal cavalletto. Leonardo D’Este vive e opera nell’isola di Burano.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35487.htm










27 NOVEMBRE 2015


Mostra fotografica e vetrina animata: Lush lancia la sua iniziativa contro la violenza

Presso Lush Dal 25/11/2015 Al 28/11/2015                                   

In occasione della giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, mercoledì 25 novembre il negozio Lush di Venezia inaugura una speciale mostra in collaborazione con Cooperativa Sociale Iside; sabato 28 inviterà i propri clienti a dare vita a una performance interattiva in vetrina contro la violenza.Lush, brand etico di cosmetici freschi e fatti a mano, in collaborazione con Cooperativa Sociale Iside, onlus attiva nella accoglienza e sostegno di donne vittime di maltrattamento, lancia la campagna “Dacci una mano contro la violenza” e organizza una speciale settimana di solidarietà per dire no alla violenza sulle donne.

In occasione della giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, il negozio Lush di Venezia inaugurerà, mercoledì 25 novembre, una speciale mostra fotografica. L’esibizione raccoglie una selezione delle immagini più significative che ritraggono alcune donne che sono state seguite, o lo sono oggi, dalla Cooperativa Iside al Centro Antiviolenza Estia di Mestre e Venezia.

Sabato 28 novembre Lush e Cooperativa Sociale Iside inviteranno i clienti a dare vita a una vetrina animata: dalle 15.00 alle 19.00 potranno infatti partecipare a una performance animata lasciando un’impronta rossa della propria mano sulla vetrina del negozio Lush, come simbolo dell’impegno contro la violenza sulle donne.
Lush e Cooperativa Iside collaborano da due anni per eliminare ogni forma di violenza contro le donne; la Cooperativa Iside opera sul territorio veneziano progettando azioni concrete di contrasto alla violenza di genere.
Fonte: http://www.veneziatoday.it/eventi/mostre/lush-mostra-fotografica-venezia-25-28-novembre-2015.html








GRIGio 2
dal 24/11/2015 al 11/01/2016

Martedì 24 novembre 2015 alle ore 17.30 presso la Biblioteca e Centro Culturale Hugo Pratt del Lido di Venezia viene inaugurata la Mostra personale di pittura di Silvia Stocchetto 'GRIGio 2'.
L'artista veneziana presenta nell'occasione oltre venti tele realizzate a olio e in tecnica mista, nonché una selezione di incisioni che illustrano la sua più recente produzione.
La presentazione è a cura dello scrittore Antonio Scutari.
La Mostra è visitabile presso la sala espositiva della Biblioteca Hugo Pratt dal 24 novembre 2015 all'11 gennaio 2016 nei seguenti orari: lun-mer-ven 9.00-14.00 e mar-gio 9.00-18.00
“Sono probabilmente illimitate le possibilità di declinazione della natura morta. A partire da certe piccole decorazioni murali in ville romane d'epoca imperiale, forse i primi esempi nella nostra storia della pittura, il 'genere' si riattiva continuamente, confermandosi inconsumabile.
Il particolare realismo dei quadri di Silvia Stocchetto è certamente da iscrivere in quella così vasta e sfumata tendenza internazionale chiamata realismo Magico. Sebbene minuzioso e preciso, il suo realismo non ha né l'esibizionismo virtuosistico, né l'oggettualismo ottuso dell'Iperrealismo.
La disposizione, il montaggio e soprattutto il tonalismo metallico, plumbeo, in cui i suoi oggetti sono immersi, danno una sensazione strana di divertimento e insieme di austerità, di affetto e di freddezza, di assurdità e di naturalezza.
Questa serie così omogenea di nature morte inscena, dunque, qualcosa di contraddittorio: come una teatralità ermetica, si, ma tuttavia coinvolgente; una ironica, muta “drammaturgia” domestica”. (Carlo Maschietto)
dettagli
Biglietto: ingresso libero
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35502.htm








Come eravamo, in bianco e nero
dal 20/11/2015 al 31/01/2016


Mostra, a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan, con le immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia
Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca.
Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini...
Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
(Leopoldo Pietragnoli)
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35472.htm








Confluence Island
dal 19/11/2015 al 19/12/2015
              
Mostra 'Confluence Island' di Janet Bellotto, curata da KJ Baysa è aperta dal 20 novembre al 19 dicembre 2015.
Confluence Island è un luogo nato dall’unione di due isole che sono confluite assieme fino a formare uno spazio altro, allo stesso tempo unico e duplice. E’ una fusione, reale e immaginaria, di terre e acque vicine geograficamente ma lontane nella loro essenza. La parola “confluent”, derivata dal significato latino di “fluire assieme”, è usata in questa esposizione per definire la fluida plasticità relazionale delle masse e delle vie d’acqua, rovesciando il concetto di Pangea e della migrazione delle placche tettoniche nel concetto delle isole re-immaginate e reali, modellate scambiando i loro parametri fisici, politici e culturali.
L’esposizione prende ispirazione innanzitutto dalla storia di Venezia e Mestre, due città affini ma molto diverse, circondate dalla stessa acqua che le separa e le unisce al contempo. Come Venezia e Mestre, altre città hanno subito la stessa sorte, a partire dalle coppie di città similari e sempre legate all’acqua, come Dubai- Los Angeles, Il Cairo- Città del Messico e Istanbul-Aleppo, e tutte queste città sono state visitate personalmente dall’artista (con l’unica eccezione di Aleppo, per la quale si è avvalsa dell’esperienza indiretta).
Bellotto, esplorando gli universi di queste isole confluite, arriva a delocalizzare il concetto di isola e a trasformarlo in un concetto quotidiano e universale. Oggi, tutti viviamo su delle isole: isole virtuali, effimere, che l’artista chiama isole di contrasto. L’acqua, che in natura unisce e separa le isole, diventa metafora di un dissidio, un contrasto appunto, che può essere sociale, culturale o semplicemente casuale, e che, in questo caso, separa e distingue le isole.
Il quesito alla base del concetto espositivo è: cosa succede se queste isole di contrasto confluiscono assieme diventando isole confluite? Si apre allora una gamma infinita di possibilità, di unioni di terre che altrimenti sarebbero divise: l’esposizione esplora nuove alternative alla realtà, creando legami e officiando matrimoni di spazi lontani. Due luoghi vengono affiancati per creare un’isola nuova e vecchia allo stesso tempo, che ricorda la forma di entrambi gli spazi, che riporta due fari, organo vitale di un’isola, e che sarà bagnata da due acque diverse, che si incontreranno a metà, a ricordare e segnalare il matrimonio che le lega.
L’unione dei luoghi- isola appare, nelle opere di Janet Bellotto, talmente naturale e giusta da far sorgere il dubbio che forse un tempo esse fossero davvero uno spazio unico, che l’artista ha recuperato dalla loro storia, o che forse col tempo lo diventeranno, facendo così dell’artista un’anticipatrice del loro confluenced future.
Allo spettatore la metafora dell’isola sembrerà estendersi anche all’intera galleria e agli spazi circostanti, i lucernari saranno fari di isole confluite e la loro luce sembrerà arrivare fino al faro di Venezia. Il surreale evocato dalle opere d’arte di Janet Bellotto provocherà negli spettatori una sensazione di straniamento: alcuni luoghi in cui si sarà vissuto fino a quel momento appariranno improvvisamente nuovi, quegli stessi spazi, inondati di luce, sembreranno diversi da quelli in cui si è abitato un tempo.
“Usando brillantemente la strategia dell’ostranenie, la tecnica artistica che prevede di presentare al pubblico oggetti quotidiani e familiari in un modo strano e insolito, in modo da aumentare la percezione del familiare, la ri-contestualizzazione di Bellotto sottolinea le differenze ma porta nuovi riconoscimenti di un’inimmaginata potenza” - Kóan Jeff-Baysa
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte:
http://www.agendavenezia.org/it/evento-35467.htm








Mostra personale di Leonardo D'Este
dal 19/11/2015 al 03/12/2015
Arte contemporanea (o moderna)? No grazie! E’ meglio fare un viaggio a ritroso e andare a ritrovare in un lontano passato altri punti di riferimento in maestri che si chiamano Velasquez, Tiziano o magari Sargent, nella loro versione di ritrattisti. E’ questo il percorso intrapreso dal veneziano Leonardo D’Este che, dopo la laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e varie esperienze nell’ambito del paesaggio e della figura, da quattro anni ha messo al centro della sua ricerca il volto umano, facendone quasi una missione, all’insegna della verità e della sincerità. Per rafforzare la sua formazione classica si reca in Grecia presso la scuola del maestro Konstantin Kerestetzis e poi a Firenze per frequentare i corsi di pittura della Florence Academy of Art e del Charles H.Cecil Studios. Esperienze che gli permettono di perfezionare sempre più la sua tecnica ritrattistica sia per quanto riguarda i dettagli che gli effetti di luce. Il metodo utilizzato è quello del sight size, con il modello posto a una certa di distanza dal cavalletto. Leonardo D’Este vive e opera nell’isola di Burano.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35487.htm









28 NOVEMBRE 2015


Splendori del rinascimento veneziano
dal 28/11/2015 al 10/04/2016
Per la prima volta riuniti oltre 80 lavori di Andrea Meldolla detto Schiavone (1510 c. – 1563) a costituire la prima grande monografica dedicata a un artista “fuori dal coro” che ebbe un ruolo centrale nella pittura del secolo d’oro della Serenissima. Inventore di uno stile sintetico nuovo con una pittura “di tocco”, rapida e abbozzata sorprenderà Tiziano, anticiperà Rembrandt e intuirà alcune scoperte della più alta pittura del Novecento.
Nello straordinario scenario della pittura rinascimentale veneziana, in quel concerto polifonico che vedeva eccezionali personalità primeggiare e sgomitare in laguna, e da qui in Europa, la figura e il “suono” di Andrea Meldolla detto Schiavone (1510 c. – 1563) s’imposero fin da subito come novità dirompenti, scardinanti e in certo modo enigmatiche.
Un linguaggio pittorico, il suo, assolutamente nuovo e spregiudicato, tanto che Schiavone, già pochi anni dopo l’arrivo a Venezia (avvenuto forse intorno al 1535), spaccò l’opinione pubblica e divise la critica: chi come l‘Aretino lo stimava e gli era amico, chi come il Pino non nascondeva il suo disprezzo. Un artista dunque “fuori dal coro”, affascinante e moderno, sul quale si fa finalmente il punto dopo decenni di studi e ricerche, con la mostra in programma al Museo Correr a Venezia, dal 28 novembre 2015 al 10 aprile 2016, curata da Enrico Maria Dal Pozzolo e Lionello Puppi: la prima grande monografica dedicata all’artista dalmata e la prima reale occasione per il pubblico di scoprire il ruolo centrale che Schiavone ebbe nella pittura del secolo d’oro della Serenissima.
Sarà sì una mostra di ricerca, accompagnata da un catalogo (24 Ore Cultura) che diventerà un punto di riferimento imprescindibile negli studi sul Cinquecento italiano, ma soprattutto un’esposizione spettacolare, per numero e qualità delle opere esposte (oltre 140 tra dipinti, disegni e stampe, più un ricco nucleo di libri e documenti storici) spesso dalle prestigiosissime provenienze.
Per la prima volta sono riuniti oltre 80 lavori di Andrea Meldolla – dipinti, disegni, incisioni – la maggior parte dei quali mai esposti in una mostra e prestati, tra l’altro, dalle Royal Collection di Elisabetta II, dal Kunsthistoriches Museum e dall’Albertina di Vienna, dal Metropolitan Museum of Art di New York, dall’Accademia Croata di Scienze e Arti di Zagabria, dalla Gamdälde Galerie di Dresda, dal Musée du Louvre di Parigi e dal British Museum di Londra; per la prima volta, oltre ad alcuni inediti, si potranno vedere insieme i capisaldi dell’opera pittorica di Schiavone e con essi importanti dipinti di confronto dei maggiori artisti del tempo, punto di riferimento per il dalmata e con cui egli ebbe contatti o rapporti di “dare” e “avere”.
Capolavori del suo maestro ideale Parmigianino – la grande “Madonna di San Zaccaria” degli Uffizi – del suo compagno di scorribande giovanili, Jacopo Tintoretto, di Tiziano – con la “Madonna Aldobrandini” dalla National Gallery di Londra – e ancora Vasari, Bassano, Veronese, Polidoro da Lanciano, Lambert Sustris: tutte presenze importanti per Schiavone e per lo straordinario concerto dell’arte veneziana nell’età del Manierismo.
dettagli
Biglietto: consulta il sito dell'evento

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35315.htm







Mostra fotografica e vetrina animata: Lush lancia la sua iniziativa contro la violenza

Presso Lush Dal 25/11/2015 Al 28/11/2015                                   

In occasione della giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, mercoledì 25 novembre il negozio Lush di Venezia inaugura una speciale mostra in collaborazione con Cooperativa Sociale Iside; sabato 28 inviterà i propri clienti a dare vita a una performance interattiva in vetrina contro la violenza.Lush, brand etico di cosmetici freschi e fatti a mano, in collaborazione con Cooperativa Sociale Iside, onlus attiva nella accoglienza e sostegno di donne vittime di maltrattamento, lancia la campagna “Dacci una mano contro la violenza” e organizza una speciale settimana di solidarietà per dire no alla violenza sulle donne.

In occasione della giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, il negozio Lush di Venezia inaugurerà, mercoledì 25 novembre, una speciale mostra fotografica. L’esibizione raccoglie una selezione delle immagini più significative che ritraggono alcune donne che sono state seguite, o lo sono oggi, dalla Cooperativa Iside al Centro Antiviolenza Estia di Mestre e Venezia.

Sabato 28 novembre Lush e Cooperativa Sociale Iside inviteranno i clienti a dare vita a una vetrina animata: dalle 15.00 alle 19.00 potranno infatti partecipare a una performance animata lasciando un’impronta rossa della propria mano sulla vetrina del negozio Lush, come simbolo dell’impegno contro la violenza sulle donne.
Lush e Cooperativa Iside collaborano da due anni per eliminare ogni forma di violenza contro le donne; la Cooperativa Iside opera sul territorio veneziano progettando azioni concrete di contrasto alla violenza di genere.
Fonte: http://www.veneziatoday.it/eventi/mostre/lush-mostra-fotografica-venezia-25-28-novembre-2015.html









GRIGio 2
dal 24/11/2015 al 11/01/2016

Martedì 24 novembre 2015 alle ore 17.30 presso la Biblioteca e Centro Culturale Hugo Pratt del Lido di Venezia viene inaugurata la Mostra personale di pittura di Silvia Stocchetto 'GRIGio 2'.
L'artista veneziana presenta nell'occasione oltre venti tele realizzate a olio e in tecnica mista, nonché una selezione di incisioni che illustrano la sua più recente produzione.
La presentazione è a cura dello scrittore Antonio Scutari.
La Mostra è visitabile presso la sala espositiva della Biblioteca Hugo Pratt dal 24 novembre 2015 all'11 gennaio 2016 nei seguenti orari: lun-mer-ven 9.00-14.00 e mar-gio 9.00-18.00
“Sono probabilmente illimitate le possibilità di declinazione della natura morta. A partire da certe piccole decorazioni murali in ville romane d'epoca imperiale, forse i primi esempi nella nostra storia della pittura, il 'genere' si riattiva continuamente, confermandosi inconsumabile.
Il particolare realismo dei quadri di Silvia Stocchetto è certamente da iscrivere in quella così vasta e sfumata tendenza internazionale chiamata realismo Magico. Sebbene minuzioso e preciso, il suo realismo non ha né l'esibizionismo virtuosistico, né l'oggettualismo ottuso dell'Iperrealismo.
La disposizione, il montaggio e soprattutto il tonalismo metallico, plumbeo, in cui i suoi oggetti sono immersi, danno una sensazione strana di divertimento e insieme di austerità, di affetto e di freddezza, di assurdità e di naturalezza.
Questa serie così omogenea di nature morte inscena, dunque, qualcosa di contraddittorio: come una teatralità ermetica, si, ma tuttavia coinvolgente; una ironica, muta “drammaturgia” domestica”. (Carlo Maschietto)
dettagli
Biglietto: ingresso libero
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35502.htm








Come eravamo, in bianco e nero
dal 20/11/2015 al 31/01/2016


Mostra, a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan, con le immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia
Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca.
Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini...
Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
(Leopoldo Pietragnoli)
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35472.htm








Confluence Island
dal 19/11/2015 al 19/12/2015
              
Mostra 'Confluence Island' di Janet Bellotto, curata da KJ Baysa è aperta dal 20 novembre al 19 dicembre 2015.
Confluence Island è un luogo nato dall’unione di due isole che sono confluite assieme fino a formare uno spazio altro, allo stesso tempo unico e duplice. E’ una fusione, reale e immaginaria, di terre e acque vicine geograficamente ma lontane nella loro essenza. La parola “confluent”, derivata dal significato latino di “fluire assieme”, è usata in questa esposizione per definire la fluida plasticità relazionale delle masse e delle vie d’acqua, rovesciando il concetto di Pangea e della migrazione delle placche tettoniche nel concetto delle isole re-immaginate e reali, modellate scambiando i loro parametri fisici, politici e culturali.
L’esposizione prende ispirazione innanzitutto dalla storia di Venezia e Mestre, due città affini ma molto diverse, circondate dalla stessa acqua che le separa e le unisce al contempo. Come Venezia e Mestre, altre città hanno subito la stessa sorte, a partire dalle coppie di città similari e sempre legate all’acqua, come Dubai- Los Angeles, Il Cairo- Città del Messico e Istanbul-Aleppo, e tutte queste città sono state visitate personalmente dall’artista (con l’unica eccezione di Aleppo, per la quale si è avvalsa dell’esperienza indiretta).
Bellotto, esplorando gli universi di queste isole confluite, arriva a delocalizzare il concetto di isola e a trasformarlo in un concetto quotidiano e universale. Oggi, tutti viviamo su delle isole: isole virtuali, effimere, che l’artista chiama isole di contrasto. L’acqua, che in natura unisce e separa le isole, diventa metafora di un dissidio, un contrasto appunto, che può essere sociale, culturale o semplicemente casuale, e che, in questo caso, separa e distingue le isole.
Il quesito alla base del concetto espositivo è: cosa succede se queste isole di contrasto confluiscono assieme diventando isole confluite? Si apre allora una gamma infinita di possibilità, di unioni di terre che altrimenti sarebbero divise: l’esposizione esplora nuove alternative alla realtà, creando legami e officiando matrimoni di spazi lontani. Due luoghi vengono affiancati per creare un’isola nuova e vecchia allo stesso tempo, che ricorda la forma di entrambi gli spazi, che riporta due fari, organo vitale di un’isola, e che sarà bagnata da due acque diverse, che si incontreranno a metà, a ricordare e segnalare il matrimonio che le lega.
L’unione dei luoghi- isola appare, nelle opere di Janet Bellotto, talmente naturale e giusta da far sorgere il dubbio che forse un tempo esse fossero davvero uno spazio unico, che l’artista ha recuperato dalla loro storia, o che forse col tempo lo diventeranno, facendo così dell’artista un’anticipatrice del loro confluenced future.
Allo spettatore la metafora dell’isola sembrerà estendersi anche all’intera galleria e agli spazi circostanti, i lucernari saranno fari di isole confluite e la loro luce sembrerà arrivare fino al faro di Venezia. Il surreale evocato dalle opere d’arte di Janet Bellotto provocherà negli spettatori una sensazione di straniamento: alcuni luoghi in cui si sarà vissuto fino a quel momento appariranno improvvisamente nuovi, quegli stessi spazi, inondati di luce, sembreranno diversi da quelli in cui si è abitato un tempo.
“Usando brillantemente la strategia dell’ostranenie, la tecnica artistica che prevede di presentare al pubblico oggetti quotidiani e familiari in un modo strano e insolito, in modo da aumentare la percezione del familiare, la ri-contestualizzazione di Bellotto sottolinea le differenze ma porta nuovi riconoscimenti di un’inimmaginata potenza” - Kóan Jeff-Baysa
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte:
http://www.agendavenezia.org/it/evento-35467.htm








Mostra personale di Leonardo D'Este
dal 19/11/2015 al 03/12/2015
Arte contemporanea (o moderna)? No grazie! E’ meglio fare un viaggio a ritroso e andare a ritrovare in un lontano passato altri punti di riferimento in maestri che si chiamano Velasquez, Tiziano o magari Sargent, nella loro versione di ritrattisti. E’ questo il percorso intrapreso dal veneziano Leonardo D’Este che, dopo la laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e varie esperienze nell’ambito del paesaggio e della figura, da quattro anni ha messo al centro della sua ricerca il volto umano, facendone quasi una missione, all’insegna della verità e della sincerità. Per rafforzare la sua formazione classica si reca in Grecia presso la scuola del maestro Konstantin Kerestetzis e poi a Firenze per frequentare i corsi di pittura della Florence Academy of Art e del Charles H.Cecil Studios. Esperienze che gli permettono di perfezionare sempre più la sua tecnica ritrattistica sia per quanto riguarda i dettagli che gli effetti di luce. Il metodo utilizzato è quello del sight size, con il modello posto a una certa di distanza dal cavalletto. Leonardo D’Este vive e opera nell’isola di Burano.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35487.htm











29 NOVEMBRE 2015



Axial Ages
dal 29/11/2015 al 13/11/2015

Si inaugura sabato 28 novembre 2015, alle ore 19.00, presso gli spazi espositivi di Villa Orsini di Scorzè, Axial Ages, collettiva degli artisti Tiziano Bellomi, Christian Gobbo, Enrico Minato e Paolo Pavan, a cura del critico d’arte Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a domenica 13 dicembre 2015, è realizzata da Segnoperenne in collaborazione con il Comune di Scorzè e con il Circolo Culturale Scorzè; l’appuntamento espositivo costituisce il terzo capitolo di un progetto culturale declinato in sei distinti episodi (Società Alternate - Verso nuove società dell’arte, ideato e curato da Gaetano Salerno), ispirato alla filosofia della decrescita e incentrato sulla ricerca e analisi dei fenomeni artistici e sociologici della contemporaneità. Nella costruzione di un processo di decrescita anche l’arte rinuncia a linguaggi aulici, a forme iperboliche ma vacue, per riorganizzarsi in strutture più concrete di comunicazione, verso produzioni calate all’interno di un percorso formativo vicino alle contraddizioni e alle peculiarità di una realtà odierna complessa e sfaccettata, apparentemente incomprensibile, necessarie per evidenziarne le incongruenze, i limiti e – se possibile – fornire spunti concreti di cambiamento.
Dopo le collettive e.t.w.a.s. (aprile 2015, ricerca sull’arte del riciclo) e Lumìna Sòlis (maggio 2015, ricerca sull’arte della luce), il terzo dei sei appuntamenti previsti sviluppa un percorso di analisi incentrato sull’arte dell’assenza, intendendo con questa definizione forme espressive ermetiche la cui valenza comunicativa è celata dall’oggetto artistico stesso, privato delle connotazioni di autoreferenzialità e di ieratico iconismo entro i quali sovente l’arte contemporanea si trincera, sublimandosi nell’estetismo, nell’istantaneità del compiacimento visivo, assolvendo erroneamente la propria funzione.
Axial Ages presenta al pubblico un’eterogenea e ragionata selezione critica dei lavori di quattro artisti (lontani tra loro per linguaggi e ricerche) attraverso i quali istruire scambi biunivoci e sintonie nel tentativo di individuare pretesti d’indagine verso nuove significazioni del gesto creativo, oltre l’immediata e superficiale sua decodifica: i libri-oggetto (blocchi di sapere inerti, libri depotenziati della funzione d’uso primaria, contenitori di culture inevitabilmente elitarie alle quali l’artista, incollando le pagine, nega il libero accesso, costringendo il lettore a intuire percorsi autonomi, alternativi e sperimentativi, verso la conoscenza e l’apprendimento) e l’azione performativo - didattica di Enrico Minato, ragionamento sul valore delle parole, ricomposte attraverso azioni guidate alla decrittazione del messaggio e alla sua compiutezza; le sculture al neon di Christian Gobbo, attraverso le quali la parola - diffusa e trascesa in metafisici bagliori che smaterializzano l’oggetto nel concetto - diventa pretesto riflessivo per percepire presunte forme d’illuminazione simili a scoperte iniziatiche; l’apparizione epifanica e inattesa – apparentemente effimera - di elementi archetipici negli oli su tela di Paolo Pavan le cui composizioni cromatiche, in perenne disfacimento e trasformazione, ridiscutono la certezza dell’oggetto ritratto, negata dalla metamorfosi stessa in atto e dalla netta e inevitabile simbiosi tra la forma compiuta e la sua speculare incompiutezza, visualizzazione pittorica del dubbio intellettivo; le sculture di cemento, minimali e materiche - anch’esse eternizzazione di un archetipo - di Tiziano Bellomi, i cui oggetti artistici (selezionati tra le opere prodotte da altri artisti), cementificati e imprigionati dentro l’oggetto-manufatto, rifuggono un’immediata quanto parziale fruizione visiva e ridiscutono - intraprendendo molteplici digressioni concettuali tra apparenza ed essenza - i principi di verità e di autorevolezza di forme d’arte onnipresenti e onniscienti.
Pittura, scultura, installazioni, video, neon e azioni performative invaderanno lo spazio espositivo senza soluzione di continuità, evitando logiche curatoriali consuete, per sviluppare invece un complesso percorso enunciativo ed escatologico, privo di evidenti e aprioristiche direttive, nel tentativo di condurre lo spettatore a rivelazioni posteriori, sospendendone il giudizio e la comprensione in un limbo d’indefinitezza e di dubbi condivisi, necessari per la riscoperta di verità non più individuali, inferite dai propri saperi pregressi ma riconducibili a esperienze esistenziali collettive di una società in formazione.
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Biglietto: ingresso libero
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35563.htm







Splendori del rinascimento veneziano
dal 28/11/2015 al 10/04/2016
Per la prima volta riuniti oltre 80 lavori di Andrea Meldolla detto Schiavone (1510 c. – 1563) a costituire la prima grande monografica dedicata a un artista “fuori dal coro” che ebbe un ruolo centrale nella pittura del secolo d’oro della Serenissima. Inventore di uno stile sintetico nuovo con una pittura “di tocco”, rapida e abbozzata sorprenderà Tiziano, anticiperà Rembrandt e intuirà alcune scoperte della più alta pittura del Novecento.
Nello straordinario scenario della pittura rinascimentale veneziana, in quel concerto polifonico che vedeva eccezionali personalità primeggiare e sgomitare in laguna, e da qui in Europa, la figura e il “suono” di Andrea Meldolla detto Schiavone (1510 c. – 1563) s’imposero fin da subito come novità dirompenti, scardinanti e in certo modo enigmatiche.
Un linguaggio pittorico, il suo, assolutamente nuovo e spregiudicato, tanto che Schiavone, già pochi anni dopo l’arrivo a Venezia (avvenuto forse intorno al 1535), spaccò l’opinione pubblica e divise la critica: chi come l‘Aretino lo stimava e gli era amico, chi come il Pino non nascondeva il suo disprezzo. Un artista dunque “fuori dal coro”, affascinante e moderno, sul quale si fa finalmente il punto dopo decenni di studi e ricerche, con la mostra in programma al Museo Correr a Venezia, dal 28 novembre 2015 al 10 aprile 2016, curata da Enrico Maria Dal Pozzolo e Lionello Puppi: la prima grande monografica dedicata all’artista dalmata e la prima reale occasione per il pubblico di scoprire il ruolo centrale che Schiavone ebbe nella pittura del secolo d’oro della Serenissima.
Sarà sì una mostra di ricerca, accompagnata da un catalogo (24 Ore Cultura) che diventerà un punto di riferimento imprescindibile negli studi sul Cinquecento italiano, ma soprattutto un’esposizione spettacolare, per numero e qualità delle opere esposte (oltre 140 tra dipinti, disegni e stampe, più un ricco nucleo di libri e documenti storici) spesso dalle prestigiosissime provenienze.
Per la prima volta sono riuniti oltre 80 lavori di Andrea Meldolla – dipinti, disegni, incisioni – la maggior parte dei quali mai esposti in una mostra e prestati, tra l’altro, dalle Royal Collection di Elisabetta II, dal Kunsthistoriches Museum e dall’Albertina di Vienna, dal Metropolitan Museum of Art di New York, dall’Accademia Croata di Scienze e Arti di Zagabria, dalla Gamdälde Galerie di Dresda, dal Musée du Louvre di Parigi e dal British Museum di Londra; per la prima volta, oltre ad alcuni inediti, si potranno vedere insieme i capisaldi dell’opera pittorica di Schiavone e con essi importanti dipinti di confronto dei maggiori artisti del tempo, punto di riferimento per il dalmata e con cui egli ebbe contatti o rapporti di “dare” e “avere”.
Capolavori del suo maestro ideale Parmigianino – la grande “Madonna di San Zaccaria” degli Uffizi – del suo compagno di scorribande giovanili, Jacopo Tintoretto, di Tiziano – con la “Madonna Aldobrandini” dalla National Gallery di Londra – e ancora Vasari, Bassano, Veronese, Polidoro da Lanciano, Lambert Sustris: tutte presenze importanti per Schiavone e per lo straordinario concerto dell’arte veneziana nell’età del Manierismo.
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Biglietto: consulta il sito dell'evento

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35315.htm








GRIGio 2
dal 24/11/2015 al 11/01/2016

Martedì 24 novembre 2015 alle ore 17.30 presso la Biblioteca e Centro Culturale Hugo Pratt del Lido di Venezia viene inaugurata la Mostra personale di pittura di Silvia Stocchetto 'GRIGio 2'.
L'artista veneziana presenta nell'occasione oltre venti tele realizzate a olio e in tecnica mista, nonché una selezione di incisioni che illustrano la sua più recente produzione.
La presentazione è a cura dello scrittore Antonio Scutari.
La Mostra è visitabile presso la sala espositiva della Biblioteca Hugo Pratt dal 24 novembre 2015 all'11 gennaio 2016 nei seguenti orari: lun-mer-ven 9.00-14.00 e mar-gio 9.00-18.00
“Sono probabilmente illimitate le possibilità di declinazione della natura morta. A partire da certe piccole decorazioni murali in ville romane d'epoca imperiale, forse i primi esempi nella nostra storia della pittura, il 'genere' si riattiva continuamente, confermandosi inconsumabile.
Il particolare realismo dei quadri di Silvia Stocchetto è certamente da iscrivere in quella così vasta e sfumata tendenza internazionale chiamata realismo Magico. Sebbene minuzioso e preciso, il suo realismo non ha né l'esibizionismo virtuosistico, né l'oggettualismo ottuso dell'Iperrealismo.
La disposizione, il montaggio e soprattutto il tonalismo metallico, plumbeo, in cui i suoi oggetti sono immersi, danno una sensazione strana di divertimento e insieme di austerità, di affetto e di freddezza, di assurdità e di naturalezza.
Questa serie così omogenea di nature morte inscena, dunque, qualcosa di contraddittorio: come una teatralità ermetica, si, ma tuttavia coinvolgente; una ironica, muta “drammaturgia” domestica”. (Carlo Maschietto)
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Biglietto: ingresso libero
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35502.htm








Come eravamo, in bianco e nero
dal 20/11/2015 al 31/01/2016


Mostra, a cura di Elisabetta Da Lio e Vittorio Pavan, con le immagini dell'agenzia fotogiornalistica Cameraphoto Archivio Cameraphoto Epoche Venezia
Sette lustri di vita veneziana, dal dopoguerra ai primi anni Ottanta, si raccontano nella “verità” della fotografia, in una vasta panoramica, che pur è soltanto una minima parte dello sconfinato archivio di Cameraphoto: allora concorrente nel fotogiornalismo con l’agenzia Afi del Gazzettino e con i fotografi dell’Ansa, oggi miniera forse unica per la memoria e la ricerca.
Preziosa per rinverdire il ricordo di chi c’era (e molto ha dimenticato) e per far conoscere a chi non c’era un “come eravamo” che fonda ancora il nostro oggi, l’antologia proposta al Candiani, spazia con tocco leggero e profondo insieme dalle miserabili condizioni dei pianiterra abitati ai fasti del “ballo del secolo” di Carlos de Beistegui a palazzo Labia, dal delitto di Ca’ Dario all’incendio della petroliera Luisa nel canale della Giudecca, dagli scioperi a Porto Marghera alla realizzazione dell’aeroporto di Tessera, dai lavori sul cavalcaferrovia all’arrivo dei profughi vietnamiti, dal recupero del sommergibile Medusa all’ambulanza in barca a remi, dal nascente Villaggio San Marco alle classi elementari rigorosamente monosex, in un caleidoscopico transitare dalla cronaca nera a quella rosa, dai grandi personaggi alla gente comune, dalla città d’acqua a quella di terraferma, dagli anni postbellici a quelli del boom, cui gli scarni accenni delle righe precedenti vogliono essere soltanto un modesto trailer, tanto per restare in tema di immagini...
Altri e altrove diranno dei fotografi che hanno operato nella lunga e complessa storia di quella che Dino Jarach fondò come Interfoto all’indomani della guerra, divenuta poi Cameraphoto e infine traghettata da Celio Scapin verso la riproduzione artistica, ma sempre attenta al fotogiornalismo. Nell’archivio curato da Vittorio Pavan, trecentomila negativi della gloriosa Rolleiflex attendono di raccontare di nuovo la storia di una città, della quale oggi offrono una affascinante carrellata.
(Leopoldo Pietragnoli)
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35472.htm








Confluence Island
dal 19/11/2015 al 19/12/2015
              
Mostra 'Confluence Island' di Janet Bellotto, curata da KJ Baysa è aperta dal 20 novembre al 19 dicembre 2015.
Confluence Island è un luogo nato dall’unione di due isole che sono confluite assieme fino a formare uno spazio altro, allo stesso tempo unico e duplice. E’ una fusione, reale e immaginaria, di terre e acque vicine geograficamente ma lontane nella loro essenza. La parola “confluent”, derivata dal significato latino di “fluire assieme”, è usata in questa esposizione per definire la fluida plasticità relazionale delle masse e delle vie d’acqua, rovesciando il concetto di Pangea e della migrazione delle placche tettoniche nel concetto delle isole re-immaginate e reali, modellate scambiando i loro parametri fisici, politici e culturali.
L’esposizione prende ispirazione innanzitutto dalla storia di Venezia e Mestre, due città affini ma molto diverse, circondate dalla stessa acqua che le separa e le unisce al contempo. Come Venezia e Mestre, altre città hanno subito la stessa sorte, a partire dalle coppie di città similari e sempre legate all’acqua, come Dubai- Los Angeles, Il Cairo- Città del Messico e Istanbul-Aleppo, e tutte queste città sono state visitate personalmente dall’artista (con l’unica eccezione di Aleppo, per la quale si è avvalsa dell’esperienza indiretta).
Bellotto, esplorando gli universi di queste isole confluite, arriva a delocalizzare il concetto di isola e a trasformarlo in un concetto quotidiano e universale. Oggi, tutti viviamo su delle isole: isole virtuali, effimere, che l’artista chiama isole di contrasto. L’acqua, che in natura unisce e separa le isole, diventa metafora di un dissidio, un contrasto appunto, che può essere sociale, culturale o semplicemente casuale, e che, in questo caso, separa e distingue le isole.
Il quesito alla base del concetto espositivo è: cosa succede se queste isole di contrasto confluiscono assieme diventando isole confluite? Si apre allora una gamma infinita di possibilità, di unioni di terre che altrimenti sarebbero divise: l’esposizione esplora nuove alternative alla realtà, creando legami e officiando matrimoni di spazi lontani. Due luoghi vengono affiancati per creare un’isola nuova e vecchia allo stesso tempo, che ricorda la forma di entrambi gli spazi, che riporta due fari, organo vitale di un’isola, e che sarà bagnata da due acque diverse, che si incontreranno a metà, a ricordare e segnalare il matrimonio che le lega.
L’unione dei luoghi- isola appare, nelle opere di Janet Bellotto, talmente naturale e giusta da far sorgere il dubbio che forse un tempo esse fossero davvero uno spazio unico, che l’artista ha recuperato dalla loro storia, o che forse col tempo lo diventeranno, facendo così dell’artista un’anticipatrice del loro confluenced future.
Allo spettatore la metafora dell’isola sembrerà estendersi anche all’intera galleria e agli spazi circostanti, i lucernari saranno fari di isole confluite e la loro luce sembrerà arrivare fino al faro di Venezia. Il surreale evocato dalle opere d’arte di Janet Bellotto provocherà negli spettatori una sensazione di straniamento: alcuni luoghi in cui si sarà vissuto fino a quel momento appariranno improvvisamente nuovi, quegli stessi spazi, inondati di luce, sembreranno diversi da quelli in cui si è abitato un tempo.
“Usando brillantemente la strategia dell’ostranenie, la tecnica artistica che prevede di presentare al pubblico oggetti quotidiani e familiari in un modo strano e insolito, in modo da aumentare la percezione del familiare, la ri-contestualizzazione di Bellotto sottolinea le differenze ma porta nuovi riconoscimenti di un’inimmaginata potenza” - Kóan Jeff-Baysa
dettagli
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte:
http://www.agendavenezia.org/it/evento-35467.htm








Mostra personale di Leonardo D'Este
dal 19/11/2015 al 03/12/2015
Arte contemporanea (o moderna)? No grazie! E’ meglio fare un viaggio a ritroso e andare a ritrovare in un lontano passato altri punti di riferimento in maestri che si chiamano Velasquez, Tiziano o magari Sargent, nella loro versione di ritrattisti. E’ questo il percorso intrapreso dal veneziano Leonardo D’Este che, dopo la laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia e varie esperienze nell’ambito del paesaggio e della figura, da quattro anni ha messo al centro della sua ricerca il volto umano, facendone quasi una missione, all’insegna della verità e della sincerità. Per rafforzare la sua formazione classica si reca in Grecia presso la scuola del maestro Konstantin Kerestetzis e poi a Firenze per frequentare i corsi di pittura della Florence Academy of Art e del Charles H.Cecil Studios. Esperienze che gli permettono di perfezionare sempre più la sua tecnica ritrattistica sia per quanto riguarda i dettagli che gli effetti di luce. Il metodo utilizzato è quello del sight size, con il modello posto a una certa di distanza dal cavalletto. Leonardo D’Este vive e opera nell’isola di Burano.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
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Biglietto: ingresso libero
organizzatori
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35487.htm













30 NOVEMBRE 2015



Premio Lux 2015 del Parlamento europeo
Premio Lux 2015

Ciclo di film finalisti

Argomenti: 
           

Alla sua 9° edizione, il Premio LUX riflette la volontà del Parlamento Europeo di sostenere la diversità culturale e linguistica, nella convinzione che tale diversità  possa servire da ponte tra gli europei.
La rassegna cinematografica si tiene al Cinema Dante d’essai (Via Sernaglia 12, Mestre) alle 16.00  con presentazione, proiezione film e dibattito).
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

I film sono proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano:
- lunedì 16 novembre 2015  ore 16.00
MEDITERRANEA di Jonas Carpignano
(Italia, Stati Uniti, Germania, Francia, Qatar, 107’, v.o. varie s/t inglese/italiano)
Film finalista del Premio Lux 2015
Il film d'esordio di Jonas Carpignano tratta il tema molto delicato e attuale dei migranti che attraversano il Mediterraneo in cerca di libertà, lavoro e dignità.

- lunedì 23 novembre 2015 ore 16.00
UROK (THE LESSON) di Kristina Grozeva e Petar Valchanov
(Bulgaria, Grecia, 105’, v.o. bulgaro s/t inglese/italiano)
Film finalista del Premio Lux 2015
Kristina Grozeva e Petar Valchanov narrano la storia di un'insegnante, dell'ambiente scolastico e familiare e di come le avversità economiche possano mandare in frantumi un'esistenza confortevole.

- lunedì 30 novembre 2015 ore 16.00
MUSTANG di Deniz Gamze
(Francia, Germania, Turchia, Qatar, 97' v.o. turco s/t inglese/italiano)
Film finalista del Premio Lux 2015
Deniz Gamze Ergüven ci racconta la storia di cinque sorelle la cui casa di famiglia si trasforma gradualmente in un carcere dove l'unica legge è quella tradizionale e declinata al maschile.
Per informazioni:
Comune di Venezia
EUROPE DIRECT VENEZIA VENETO
Ca' Farsetti, San Marco 4136 - 30124 Venezia
numero verde 800 496200
fax +39 041 2748182
infoeuropa@comune.venezia.it
Premio Lux 2015
www.comune.venezia.it/europedirect
- See more at: http://events.veneziaunica.it/it/content/premio-lux-2015-del-parlamento-europeo#sthash.XOUtZ6w0.dpuf
Fonte: http://events.veneziaunica.it/it/content/premio-lux-2015-del-parlamento-europeo






Axial Ages
dal 29/11/2015 al 13/11/2015

Si inaugura sabato 28 novembre 2015, alle ore 19.00, presso gli spazi espositivi di Villa Orsini di Scorzè, Axial Ages, collettiva degli artisti Tiziano Bellomi, Christian Gobbo, Enrico Minato e Paolo Pavan, a cura del critico d’arte Gaetano Salerno.
La mostra, visitabile fino a domenica 13 dicembre 2015, è realizzata da Segnoperenne in collaborazione con il Comune di Scorzè e con il Circolo Culturale Scorzè; l’appuntamento espositivo costituisce il terzo capitolo di un progetto culturale declinato in sei distinti episodi (Società Alternate - Verso nuove società dell’arte, ideato e curato da Gaetano Salerno), ispirato alla filosofia della decrescita e incentrato sulla ricerca e analisi dei fenomeni artistici e sociologici della contemporaneità. Nella costruzione di un processo di decrescita anche l’arte rinuncia a linguaggi aulici, a forme iperboliche ma vacue, per riorganizzarsi in strutture più concrete di comunicazione, verso produzioni calate all’interno di un percorso formativo vicino alle contraddizioni e alle peculiarità di una realtà odierna complessa e sfaccettata, apparentemente incomprensibile, necessarie per evidenziarne le incongruenze, i limiti e – se possibile – fornire spunti concreti di cambiamento.
Dopo le collettive e.t.w.a.s. (aprile 2015, ricerca sull’arte del riciclo) e Lumìna Sòlis (maggio 2015, ricerca sull’arte della luce), il terzo dei sei appuntamenti previsti sviluppa un percorso di analisi incentrato sull’arte dell’assenza, intendendo con questa definizione forme espressive ermetiche la cui valenza comunicativa è celata dall’oggetto artistico stesso, privato delle connotazioni di autoreferenzialità e di ieratico iconismo entro i quali sovente l’arte contemporanea si trincera, sublimandosi nell’estetismo, nell’istantaneità del compiacimento visivo, assolvendo erroneamente la propria funzione.
Axial Ages presenta al pubblico un’eterogenea e ragionata selezione critica dei lavori di quattro artisti (lontani tra loro per linguaggi e ricerche) attraverso i quali istruire scambi biunivoci e sintonie nel tentativo di individuare pretesti d’indagine verso nuove significazioni del gesto creativo, oltre l’immediata e superficiale sua decodifica: i libri-oggetto (blocchi di sapere inerti, libri depotenziati della funzione d’uso primaria, contenitori di culture inevitabilmente elitarie alle quali l’artista, incollando le pagine, nega il libero accesso, costringendo il lettore a intuire percorsi autonomi, alternativi e sperimentativi, verso la conoscenza e l’apprendimento) e l’azione performativo - didattica di Enrico Minato, ragionamento sul valore delle parole, ricomposte attraverso azioni guidate alla decrittazione del messaggio e alla sua compiutezza; le sculture al neon di Christian Gobbo, attraverso le quali la parola - diffusa e trascesa in metafisici bagliori che smaterializzano l’oggetto nel concetto - diventa pretesto riflessivo per percepire presunte forme d’illuminazione simili a scoperte iniziatiche; l’apparizione epifanica e inattesa – apparentemente effimera - di elementi archetipici negli oli su tela di Paolo Pavan le cui composizioni cromatiche, in perenne disfacimento e trasformazione, ridiscutono la certezza dell’oggetto ritratto, negata dalla metamorfosi stessa in atto e dalla netta e inevitabile simbiosi tra la forma compiuta e la sua speculare incompiutezza, visualizzazione pittorica del dubbio intellettivo; le sculture di cemento, minimali e materiche - anch’esse eternizzazione di un archetipo - di Tiziano Bellomi, i cui oggetti artistici (selezionati tra le opere prodotte da altri artisti), cementificati e imprigionati dentro l’oggetto-manufatto, rifuggono un’immediata quanto parziale fruizione visiva e ridiscutono - intraprendendo molteplici digressioni concettuali tra apparenza ed essenza - i principi di verità e di autorevolezza di forme d’arte onnipresenti e onniscienti.
Pittura, scultura, installazioni, video, neon e azioni performative invaderanno lo spazio espositivo senza soluzione di continuità, evitando logiche curatoriali consuete, per sviluppare invece un complesso percorso enunciativo ed escatologico, privo di evidenti e aprioristiche direttive, nel tentativo di condurre lo spettatore a rivelazioni posteriori, sospendendone il giudizio e la comprensione in un limbo d’indefinitezza e di dubbi condivisi, necessari per la riscoperta di verità non più individuali, inferite dai propri saperi pregressi ma riconducibili a esperienze esistenziali collettive di una società in formazione.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35563.htm







Splendori del rinascimento veneziano
dal 28/11/2015 al 10/04/2016
Per la prima volta riuniti oltre 80 lavori di Andrea Meldolla detto Schiavone (1510 c. – 1563) a costituire la prima grande monografica dedicata a un artista “fuori dal coro” che ebbe un ruolo centrale nella pittura del secolo d’oro della Serenissima. Inventore di uno stile sintetico nuovo con una pittura “di tocco”, rapida e abbozzata sorprenderà Tiziano, anticiperà Rembrandt e intuirà alcune scoperte della più alta pittura del Novecento.
Nello straordinario scenario della pittura rinascimentale veneziana, in quel concerto polifonico che vedeva eccezionali personalità primeggiare e sgomitare in laguna, e da qui in Europa, la figura e il “suono” di Andrea Meldolla detto Schiavone (1510 c. – 1563) s’imposero fin da subito come novità dirompenti, scardinanti e in certo modo enigmatiche.
Un linguaggio pittorico, il suo, assolutamente nuovo e spregiudicato, tanto che Schiavone, già pochi anni dopo l’arrivo a Venezia (avvenuto forse intorno al 1535), spaccò l’opinione pubblica e divise la critica: chi come l‘Aretino lo stimava e gli era amico, chi come il Pino non nascondeva il suo disprezzo. Un artista dunque “fuori dal coro”, affascinante e moderno, sul quale si fa finalmente il punto dopo decenni di studi e ricerche, con la mostra in programma al Museo Correr a Venezia, dal 28 novembre 2015 al 10 aprile 2016, curata da Enrico Maria Dal Pozzolo e Lionello Puppi: la prima grande monografica dedicata all’artista dalmata e la prima reale occasione per il pubblico di scoprire il ruolo centrale che Schiavone ebbe nella pittura del secolo d’oro della Serenissima.
Sarà sì una mostra di ricerca, accompagnata da un catalogo (24 Ore Cultura) che diventerà un punto di riferimento imprescindibile negli studi sul Cinquecento italiano, ma soprattutto un’esposizione spettacolare, per numero e qualità delle opere esposte (oltre 140 tra dipinti, disegni e stampe, più un ricco nucleo di libri e documenti storici) spesso dalle prestigiosissime provenienze.
Per la prima volta sono riuniti oltre 80 lavori di Andrea Meldolla – dipinti, disegni, incisioni – la maggior parte dei quali mai esposti in una mostra e prestati, tra l’altro, dalle Royal Collection di Elisabetta II, dal Kunsthistoriches Museum e dall’Albertina di Vienna, dal Metropolitan Museum of Art di New York, dall’Accademia Croata di Scienze e Arti di Zagabria, dalla Gamdälde Galerie di Dresda, dal Musée du Louvre di Parigi e dal British Museum di Londra; per la prima volta, oltre ad alcuni inediti, si potranno vedere insieme i capisaldi dell’opera pittorica di Schiavone e con essi importanti dipinti di confronto dei maggiori artisti del tempo, punto di riferimento per il dalmata e con cui egli ebbe contatti o rapporti di “dare” e “avere”.
Capolavori del suo maestro ideale Parmigianino – la grande “Madonna di San Zaccaria” degli Uffizi – del suo compagno di scorribande giovanili, Jacopo Tintoretto, di Tiziano – con la “Madonna Aldobrandini” dalla National Gallery di Londra – e ancora Vasari, Bassano, Veronese, Polidoro da Lanciano, Lambert Sustris: tutte presenze importanti per Schiavone e per lo straordinario concerto dell’arte veneziana nell’età del Manierismo.
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Biglietto: consulta il sito dell'evento

Fonte:

http://www.agendavenezia.org/it/evento-35315.htm








GRIGio 2
dal 24/11/2015 al 11/01/2016

Martedì 24 novembre 2015 alle ore 17.30 presso la Biblioteca e Centro Culturale Hugo Pratt del Lido di Venezia viene inaugurata la Mostra personale di pittura di Silvia Stocchetto 'GRIGio 2'.
L'artista veneziana presenta nell'occasione oltre venti tele realizzate a olio e in tecnica mista, nonché una selezione di incisioni che illustrano la sua più recente produzione.
La presentazione è a cura dello scrittore Antonio Scutari.
La Mostra è visitabile presso la sala espositiva della Biblioteca Hugo Pratt dal 24 novembre 2015 all'11 gennaio 2016 nei seguenti orari: lun-mer-ven 9.00-14.00 e mar-gio 9.00-18.00
“Sono probabilmente illimitate le possibilità di declinazione della natura morta. A partire da certe piccole decorazioni murali in ville romane d'epoca imperiale, forse i primi esempi nella nostra storia della pittura, il 'genere' si riattiva continuamente, confermandosi inconsumabile.
Il particolare realismo dei quadri di Silvia Stocchetto è certamente da iscrivere in quella così vasta e sfumata tendenza internazionale chiamata realismo Magico. Sebbene minuzioso e preciso, il suo realismo non ha né l'esibizionismo virtuosistico, né l'oggettualismo ottuso dell'Iperrealismo.
La disposizione, il montaggio e soprattutto il tonalismo metallico, plumbeo, in cui i suoi oggetti sono immersi, danno una sensazione strana di divertimento e insieme di austerità, di affetto e di freddezza, di assurdità e di naturalezza.
Questa serie così omogenea di nature morte inscena, dunque, qualcosa di contraddittorio: come una teatralità ermetica, si, ma tuttavia coinvolgente; una ironica, muta “drammaturgia” domestica”. (Carlo Maschietto)
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Biglietto: ingresso libero
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-35502.htm