venerdì 1 maggio 2015

DAL 01 AL 05 MAGGIO 2015 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

01 MAGGIO 2015





Figli di Marte: Warburg, Jünger, Brecht

Cosa c'entra la potenza d’amore con l’orrore della guerra? Quanto sapevano l'uno dell’altro i tre intellettuali tedeschi Aby Warburg, Ernst Jünger, Bertolt Brecht? Cosa pensava Warburg di Jünger? O Jünger di Brecht? Quanto erano consapevoli di muoversi sullo stesso terreno, coinvolti a distanza nello stesso esperimento di dire l'indicibile, l'orrore della Prima guerra mondiale, affidandosi alla potenza delle immagini,?
Guerra, memoria, potere delle immagini: tre protagonisti della cultura europea del Novecento sono convocati per la prima volta insieme, a incrociare i loro pensieri e i loro sguardi sulla rivoluzione dello spazio, del tempo, della percezione innescata dalla Prima guerra mondiale.
L’impatto della guerra genera naturalmente afasia: Aby Warburg, Ernst Jünger, Bertolt Brecht, da prospettive diverse, con diverse poetiche, inscenano, insieme, un inedito “teatro di Marte”, sfidano l’orrore dando la parola all’immagine. L’uomo, se non vuole limitarsi alla sopravvivenza, deve “prendere posizione”: riprendere la parola, rinominare il mondo: A B C.
Il Bilderatlas Mnemosyne di Aby Warburg (1929), la Veränderte Welt (Il Mondo Mutato) di Ernst Jünger (1933), la Kriegsfibel (Abici della guerra) di Bertolt Brecht (1933-1947) sono le opere presentate in mostra. L’Atlante di Warburg, l’opera fotografica di Jünger e il sillabario di ‘fotoepigrammi’ di Brecht, insieme ‘fanno simbolo’: chiamate a dialogare fra loro, diventano contrassegni diversi e complementari dell’atto di rinominazione di un mondo che, dopo la guerra, non sarebbe più stato lo stesso.
Tra i materiali di queste opere, attraverso il pensiero eccentrico dei tre intellettuali, si traccia il disegno di una “amicizia stellare” – una costellazione dominata dall’influsso incostante e inquieto di Marte. Marte, la cui orbita ellittica insegna a Keplero a inventare la modernità, rivoluzionando il disegno del cosmo. Ares, “il più odioso degli dei”, che è però anche lo spirito eracliteo del polemos che innesca movimento e dà vita al mondo. E ancora Ares, amante di Afrodite, che temperato da amore concepisce Armonia.
 
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
 
Istanti di quotidiano
      

La mostra individuale di Carla Bagno. Artista che vive e lavora a Venezia, Carla Bagno si avvicina alla pittura relativamente tardi, anche se va detto che, fin dalla più tenera età, si sentiva attratta da questo mondo e amava disegnare e cimentarsi con la copia dal vero. Gli studi prima, due lauree, e gli impegni di lavoro poi l'hanno distolta da quella passione, che era rimasta assopita, ma che col tempo riemergeva. Dal 2006 frequenta i corsi di disegno e pittura tenuti da Maria Teresa Sartori e Franco S. Bianchi che proseguono fino al 2011 con il Liceo Artistico di Venezia, perfezio-nandosi sotto la guida del prof. Maurizio Favaretto. Entra nel mondo della pittura in punta di piedi ma con le idee molto chiare su ciò che intende esprimere. Carla predilige la tecnica ad olio, acrilico e tempera. Adora fissare con schizzi veloci a matita e a inchiostro quello che vede sul suo taccuino da viaggio.
Ora, finalmente, si sente pronta ad affrontare il parere del pubblico con la sua prima personale. Va detto che la sua partecipazione a vari concorsi e numerose collettive, nelle quali ha avuto riconoscimenti e premiazioni, sono una oggettiva affermazione delle sue capacità pittoriche. Se esiste una pittura che riveli la personalità dell'artista, quella di Carla è senz'altro da annoverare tra queste. Infatti ogni sua opera, qualunque sia il soggetto, si potrebbe intitolare 'autoritratto', tanto di lei c'è nelle sue opere. Nel dipingere, Carla, esprime un suo mondo dove la realtà viene filtrata attraverso la lente soffusa del suo vedere le cose.
Non ci sono urla, ne ricerca gratuita di effetti, tutto viene reso per mezzo di velature e piccoli tocchi di pennello. Le sue opere sono intrise di luce tenue e il sole, nei suoi dipinti non abbacina. I suoi soggetti, siano essi ritratti o paesaggi, vengono rivelati usando leggere variazioni cromatiche che fanno affiorare gli elementi e disvelano le luci e le ombre, dando all'insieme un particolare effetto tonale. È inevitabilmente figlia della grande tradizione veneziana e da questa ha ereditato la magia del comporre la sua pittura direttamente con il colore, senza passare dalla 'restrizione' del disegno preventivo. Le sue composizioni danno una visione poetica, priva di accenti eccessivi. Sa esprimere, con pochi tratti, in un lieve sussurro, la visione di un mondo fatto di piccole cose, ma che hanno la capacità evocativa di chi sa osservare e vedere. È piacevole immergersi in questo suo mondo dove regna un'atmosfera di serenità e noi siamo grati a Carla per essere stati invitati a condividere la sua poetica. (Testo a cura di Franco Sergio Bianchi)
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33761.htm
 
 
 
 
 
 
Contents in Continents

L'Atelier 3 + 10, un loft destinato alla ricerca sul contemporaneo, sarà inaugurato con la mostra collettiva Contents in Continents, curata da Saverio Simi de Burgis.
L’esposizione intende dare avvio concreto all’apertura di un’area di 500 metri quadrati, gestita da artisti internazionali, alcuni residenti a Venezia, aprendosi a confronti polivalenti e interculturali con le realtà giovanili attualmente più emergenti, in molti casi usciti da poco dagli studi accademici dei vari laboratori di ricerca. L’attuale mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione di due artisti qui residenti quali Marija Markovic ( Belgrado, 1982) e Zhongqi Geng (Shenyang, 1982) assieme al curatore. Questa prima rassegna vedrà la partecipazione di artisti presenti sul territorio come Daniele Bianchi, Silvano Tessarollo, Gino Blanc, Silvia de’ Giudici, Alessandro Lombardo, Luka Sirok, Elena Marocchi, Roberta Cianciola, Bruno Amplatz, Aran Nbimurwanko, Raniero Piccoli, Ivana Bukovac, Iva Lulashi, Anabel Ciliberti, assieme a un nutrito gruppo di artisti cinesi Zhao Bing, Liao Biru, Yang Yifan, He Shuo, Jia Minghao, Zhang Yue, Dai Yong, Lu Kangyou e con la partecipazione di Annalisa Tornabene, docente di Disegno all’Accademia di Belle Arti di Venezia e di Stefania Albertini e Giampiero Moioli (Albertini e Moioli), docenti di Scultura a Brera, a Milano, dove stanno portando avanti una ricerca legata alle nuove tecnologie applicate alla scultura. Con questa mostra dal carattere multimediale si intende entrare nel processo realizzativo di un’opera che contribuisca a leggere e a chiarire il rapporto di complementarietà tra il suo processo ideativo, contenutistico, e l’evidente e opportuna rispondenza del fare manuale attraverso i vari media utilizzati, da quelli tradizionali a quelli più innovativi. Contents in Continents, vuole dare avvio a una serie di iniziative e di approfondimenti dove il laboratorio dell’artista possa diventare luogo espositivo aperto al pubblico e al rapporto con altri artisti per una crescita comune, in tal senso in una logica lontana dal chiuso mondo concepito all’interno dell’antica bottega rinascimentale. Un luogo di confronto che si apra in primis a un dibattito costruttivo con le stesse Accademie di Belle Arti ma soprattutto sempre più concretamente e direttamente con le realtà esterne presenti e attive nel territorio, ma non solo.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33859.htm
 
 
 
 
 
 
Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger
 




Più di 300 opere provenienti dalla collezione Bischofberger, per far rivivere al grande pubblico il fascino e l’estro del vetro artistico, a contatto con i capolavori dei principali protagonisti del design finlandese del Novecento
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
02 MAGGIO 2015
 
 
 
Vespri d’Organo
 
 

Anche quest’anno nella Basilica di San Giorgio Maggiore di Venezia avranno luogo i “Vespri d’Organo”, esecuzioni di musiche organistiche, solistiche e corali da parte di qualificati musicisti, nella cornice di una splendida basilica palladiana.
La rassegna, che prevede sei appuntamenti settimanali vuole offrire un’occasione di elevazione spirituale ai veneziani e ai numerosissimi turisti che affollano la Laguna in questa stagione. Terminate le esecuzioni musicali, alle ore 19.00 verranno celebrati i Vespri cantati dalla comunità dei PP. Benedettini, a cui tutti i presenti sono invitati a partecipare. Lo strumento su cui si avvicenderanno gli organisti è un Nacchini del 1756, uno dei più grandi esemplari realizzati dal fondatore della scuola organaria veneta del Settecento, di cui sono state recuperate di recente le straordinarie qualità sonore.

sabato 2 maggio: Andrea Chezzi organo
sabato 9 maggio: Marina Bartoli soprano e Jean-Christophe Leclère organo
sabato 16 maggio: Anna Dimitriu soprano e Radu Pantea organo
domenica 24 maggio: 'Cappella Musicale S. Francesco da Paola', Silvia Perucchetti direttore e Renato Negri organo
sabato 30 maggio : Gian Vito Tannoia organo
domenica 7 giugno: 'Pueri Cantores Cavanis', Paola Talamini organo

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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
Contents in Continents

L'Atelier 3 + 10, un loft destinato alla ricerca sul contemporaneo, sarà inaugurato con la mostra collettiva Contents in Continents, curata da Saverio Simi de Burgis.
L’esposizione intende dare avvio concreto all’apertura di un’area di 500 metri quadrati, gestita da artisti internazionali, alcuni residenti a Venezia, aprendosi a confronti polivalenti e interculturali con le realtà giovanili attualmente più emergenti, in molti casi usciti da poco dagli studi accademici dei vari laboratori di ricerca. L’attuale mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione di due artisti qui residenti quali Marija Markovic ( Belgrado, 1982) e Zhongqi Geng (Shenyang, 1982) assieme al curatore. Questa prima rassegna vedrà la partecipazione di artisti presenti sul territorio come Daniele Bianchi, Silvano Tessarollo, Gino Blanc, Silvia de’ Giudici, Alessandro Lombardo, Luka Sirok, Elena Marocchi, Roberta Cianciola, Bruno Amplatz, Aran Nbimurwanko, Raniero Piccoli, Ivana Bukovac, Iva Lulashi, Anabel Ciliberti, assieme a un nutrito gruppo di artisti cinesi Zhao Bing, Liao Biru, Yang Yifan, He Shuo, Jia Minghao, Zhang Yue, Dai Yong, Lu Kangyou e con la partecipazione di Annalisa Tornabene, docente di Disegno all’Accademia di Belle Arti di Venezia e di Stefania Albertini e Giampiero Moioli (Albertini e Moioli), docenti di Scultura a Brera, a Milano, dove stanno portando avanti una ricerca legata alle nuove tecnologie applicate alla scultura. Con questa mostra dal carattere multimediale si intende entrare nel processo realizzativo di un’opera che contribuisca a leggere e a chiarire il rapporto di complementarietà tra il suo processo ideativo, contenutistico, e l’evidente e opportuna rispondenza del fare manuale attraverso i vari media utilizzati, da quelli tradizionali a quelli più innovativi. Contents in Continents, vuole dare avvio a una serie di iniziative e di approfondimenti dove il laboratorio dell’artista possa diventare luogo espositivo aperto al pubblico e al rapporto con altri artisti per una crescita comune, in tal senso in una logica lontana dal chiuso mondo concepito all’interno dell’antica bottega rinascimentale. Un luogo di confronto che si apra in primis a un dibattito costruttivo con le stesse Accademie di Belle Arti ma soprattutto sempre più concretamente e direttamente con le realtà esterne presenti e attive nel territorio, ma non solo.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33859.htm






Magdalena Abakanowicz: Crowd and Individual
      


A Venezia una mostra dedicata all’artista polacca che ha reinterpretato le grandi folle di individui. 110 sculture in juta saranno esposte per la prima volta a San Giorgio Maggiore.
Magdalena Abakanowicz (Falenty, 1930) è una scultrice polacca che utilizza spesso il tessuto come principale medium artistico. Dal 12 aprile al 2 agosto 2015 la galleria Beck & Eggeling International Fine Art (Düsseldorf) e Sigifredo di Canossa in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini presentano sull’Isola di San Giorgio Maggiore Magdalena Abakanowicz: Crowd and Individual, a cura di Luca Massimo Barbero. La mostra, incentrata sul ciclo che nel corso della sua lunga carriera l’artista ha dedicato al tema delle Folle, vedrà esposta, per la prima volta a Venezia, una gigantesca installazione di 110 figure in juta.
“Forse l'esperienza della folla, che aspetta passivamente in fila, ma pronta a calpestare, distruggere o adorare a comando come una creatura senza testa, è diventata il fulcro della mia analisi. E forse era una fascinazione per la scala del corpo umano. O un desiderio di determinare la quantità minima necessaria per esprimere il tutto.” Così l’artista Magdalena Abakanowicz ha definito il suo interesse per il tema delle Folle, soggetto che costituisce la parte più importante della sua opera creativa. Di Folle ne esistono infatti vari esempi, diversi nel numero e nella postura delle figure rappresentate: in piedi, mentre camminano o stanno sedute. Costruite in tessuto, ma anche in altri materiali, ogni scultura è unica ed è stata realizzata personalmente dalla stessa Abakanowicz in diverse fasi del suo percorso artistico.
“Penso che l’impatto dell’opera di Magdalena Abakanowicz – afferma il curatore della mostra Luca Massimo Barbero - riassuma attraverso il forte senso di folla e di gruppo una condizione umana, un senso esistenziale dove l’uomo, spesso privo di volto nella sua forma astante e smarrita, ritrova e riperde se stesso. Il ritorno a Venezia di una sua opera così significativa dopo la sua presenza alla Biennale di Venezia - con “Studio fatturale” nel 1968; “Identità e Alterità, a Brief History of the Human Body” nel 1995 dove ha presentato l’installazione di 22 sculture in juta “Crowd I” nella sala principale del Padiglione Italia; con l’installazione “Hand-like Trees” sulla Riva degli Schiavoni nel 1997, e rappresentando la Polonia nel 1980 con l’installazione “Embryology” - si legge oggi come un omaggio ad un’artista che segna e rappresenta la sperimentazione in scultura degli ultimi decenni. Il senso teatrale di questo gruppo di persone va letto come una volontà di porre sullo stesso livello visitatore e opera in uno scambio tra le “folle” che assume anche il senso di una straordinaria, tragica e umana coreografia; un gioco fra le parti: l’umano e la statua.”
Le Folle della Abakanowicz, in varie installazioni e conformazioni, sono state esposte in tutto il mondo, dalla mostra itinerante Retrospective Exhibition negli USA e in Canada (1982), che fra le tappe ha visto il Metropolitan Museum of Art, New York, il Museum Contemporary Art, Chicago, il Dallas Museum of Fine Arts, Dallas, il Musée d'Art Contemporain, Montréal, fino allo Städel Museum di Francoforte (1989). Nel 1991 è stata organizzata una grande retrospettiva in Giappone al Sezon Museum of Art, Tokyo e al Museum of Contemporary Art, Hiroshima. Emozionante e di pregio la mostra Hurma nel 2004 è stata esposta a Chapelle Saint-Louis de la Salpêtrière, Parigi. Molti gruppi delle sue serie di sculture si trovano all’esterno, come per esempio nel Raymond Nasher Sculpture Garden (Dallas), nel Millenium Park di Chicago e a Poznań, o in importanti collezioni private, come la Fondazione Margulies a Miami, e la Collezione Giuliano Gori vicino a Pistoia, in Italia
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33367.htm
 
 
 
 
 
 
 
03 MAGGIO 2015


Figli di Marte: Warburg, Jünger, Brecht

Cosa c'entra la potenza d’amore con l’orrore della guerra? Quanto sapevano l'uno dell’altro i tre intellettuali tedeschi Aby Warburg, Ernst Jünger, Bertolt Brecht? Cosa pensava Warburg di Jünger? O Jünger di Brecht? Quanto erano consapevoli di muoversi sullo stesso terreno, coinvolti a distanza nello stesso esperimento di dire l'indicibile, l'orrore della Prima guerra mondiale, affidandosi alla potenza delle immagini,?
Guerra, memoria, potere delle immagini: tre protagonisti della cultura europea del Novecento sono convocati per la prima volta insieme, a incrociare i loro pensieri e i loro sguardi sulla rivoluzione dello spazio, del tempo, della percezione innescata dalla Prima guerra mondiale.
L’impatto della guerra genera naturalmente afasia: Aby Warburg, Ernst Jünger, Bertolt Brecht, da prospettive diverse, con diverse poetiche, inscenano, insieme, un inedito “teatro di Marte”, sfidano l’orrore dando la parola all’immagine. L’uomo, se non vuole limitarsi alla sopravvivenza, deve “prendere posizione”: riprendere la parola, rinominare il mondo: A B C.
Il Bilderatlas Mnemosyne di Aby Warburg (1929), la Veränderte Welt (Il Mondo Mutato) di Ernst Jünger (1933), la Kriegsfibel (Abici della guerra) di Bertolt Brecht (1933-1947) sono le opere presentate in mostra. L’Atlante di Warburg, l’opera fotografica di Jünger e il sillabario di ‘fotoepigrammi’ di Brecht, insieme ‘fanno simbolo’: chiamate a dialogare fra loro, diventano contrassegni diversi e complementari dell’atto di rinominazione di un mondo che, dopo la guerra, non sarebbe più stato lo stesso.
Tra i materiali di queste opere, attraverso il pensiero eccentrico dei tre intellettuali, si traccia il disegno di una “amicizia stellare” – una costellazione dominata dall’influsso incostante e inquieto di Marte. Marte, la cui orbita ellittica insegna a Keplero a inventare la modernità, rivoluzionando il disegno del cosmo. Ares, “il più odioso degli dei”, che è però anche lo spirito eracliteo del polemos che innesca movimento e dà vita al mondo. E ancora Ares, amante di Afrodite, che temperato da amore concepisce Armonia.
 
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
 
Istanti di quotidiano
      

La mostra individuale di Carla Bagno. Artista che vive e lavora a Venezia, Carla Bagno si avvicina alla pittura relativamente tardi, anche se va detto che, fin dalla più tenera età, si sentiva attratta da questo mondo e amava disegnare e cimentarsi con la copia dal vero. Gli studi prima, due lauree, e gli impegni di lavoro poi l'hanno distolta da quella passione, che era rimasta assopita, ma che col tempo riemergeva. Dal 2006 frequenta i corsi di disegno e pittura tenuti da Maria Teresa Sartori e Franco S. Bianchi che proseguono fino al 2011 con il Liceo Artistico di Venezia, perfezio-nandosi sotto la guida del prof. Maurizio Favaretto. Entra nel mondo della pittura in punta di piedi ma con le idee molto chiare su ciò che intende esprimere. Carla predilige la tecnica ad olio, acrilico e tempera. Adora fissare con schizzi veloci a matita e a inchiostro quello che vede sul suo taccuino da viaggio.
Ora, finalmente, si sente pronta ad affrontare il parere del pubblico con la sua prima personale. Va detto che la sua partecipazione a vari concorsi e numerose collettive, nelle quali ha avuto riconoscimenti e premiazioni, sono una oggettiva affermazione delle sue capacità pittoriche. Se esiste una pittura che riveli la personalità dell'artista, quella di Carla è senz'altro da annoverare tra queste. Infatti ogni sua opera, qualunque sia il soggetto, si potrebbe intitolare 'autoritratto', tanto di lei c'è nelle sue opere. Nel dipingere, Carla, esprime un suo mondo dove la realtà viene filtrata attraverso la lente soffusa del suo vedere le cose.
Non ci sono urla, ne ricerca gratuita di effetti, tutto viene reso per mezzo di velature e piccoli tocchi di pennello. Le sue opere sono intrise di luce tenue e il sole, nei suoi dipinti non abbacina. I suoi soggetti, siano essi ritratti o paesaggi, vengono rivelati usando leggere variazioni cromatiche che fanno affiorare gli elementi e disvelano le luci e le ombre, dando all'insieme un particolare effetto tonale. È inevitabilmente figlia della grande tradizione veneziana e da questa ha ereditato la magia del comporre la sua pittura direttamente con il colore, senza passare dalla 'restrizione' del disegno preventivo. Le sue composizioni danno una visione poetica, priva di accenti eccessivi. Sa esprimere, con pochi tratti, in un lieve sussurro, la visione di un mondo fatto di piccole cose, ma che hanno la capacità evocativa di chi sa osservare e vedere. È piacevole immergersi in questo suo mondo dove regna un'atmosfera di serenità e noi siamo grati a Carla per essere stati invitati a condividere la sua poetica. (Testo a cura di Franco Sergio Bianchi)
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33761.htm
 
 
 
 
 
Leggo dondolando
      

Il Festival della lettura si compone di numerose occasioni di incontro. Il principale obiettivo dell'evento è il cosiddetto bookcrossing, intitolato 'Leggo dondolando'. Si ha la possibilità di prendere un libro, di leggerlo e farlo viaggiare. Dopo aver letto i libri si riportano dove sono stati trovati. Come si riconoscono i libri? Grazie un’apposita etichetta!Al termine del festival i libri verranno donati alle scuole e alle biblioteche.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33779.htm
 
 
 

Rust, le sculture di Louise Manzon
 


Sull’Isola di San Giorgio Maggiore saranno esposte le opere più recenti di Louise Manzon.
Rust non solo come la ruggine, la corrosione che intacca la materia da parte di agenti atmosferici ma, anche, come la tendenza di un manufatto metallico a tornare al suo stato originale nel quale si trova in natura: una rinascita, un’opportunità.
L’installazione site specific, progettata da Louise Manzon per questa occasione, sviluppa alcuni dei temi creativi più cari all’artista: le figure femminili e il loro ruolo di vigili e materne custodi dei segreti della vita, le creature marine e l’importanza salvifica delle condizioni delle acque in cui vivono.
La figura femminile è quella di Tethis, nell’evidenza narcisistica di un corpo restituito con estrema risonanza (…). Una sorta di ventaglio orna il capo della mitologica divinità.Una struttura barocca regge l’impianto scultoreo, una conformazione avvolgente ne articola i volumi nel corpo e nelle vesti. La linea curva crea il sospetto di un movimento verso l’alto, lo slancio verso aeree posizioni e miracolose impennate che sottraggono Tethis alla legge di gravità“. Achille Bonito Oliva nella sua presentazione
Il branco di pesci, a sua volta e con le sue forme primigenie, rappresenta la vita acquatica, la forza della genesi minacciata dall’inquinamento e dall’incuria, fattori che anche fuori dall’acqua insidiano la vitalità che l’artista fa risaltare nelle proprie opere, dai colori vivaci e dalle forme guizzanti. Modellate in una terracotta a volte trasfigurata in una materia quasi ferrea, le sculture di Louise Manzon rievocano natanti primigeni, le prime forme di vita acquatica che emergono dalle profondità degli abissi, in una eleganza delle fogge senza tempo, che restituiscono la gioia di un mondo che ha vissuto e vive con noi, con i nostri miti e le nostre storie. Figure antiche ma attualissime che ci ricordano l’importanza della protezione dell’ambiente e della centralità del rapporto tra umanità, natura e cultura.
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Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
 
 
04 MAGGIO 2015
 
 
Istanti di quotidiano
      

La mostra individuale di Carla Bagno. Artista che vive e lavora a Venezia, Carla Bagno si avvicina alla pittura relativamente tardi, anche se va detto che, fin dalla più tenera età, si sentiva attratta da questo mondo e amava disegnare e cimentarsi con la copia dal vero. Gli studi prima, due lauree, e gli impegni di lavoro poi l'hanno distolta da quella passione, che era rimasta assopita, ma che col tempo riemergeva. Dal 2006 frequenta i corsi di disegno e pittura tenuti da Maria Teresa Sartori e Franco S. Bianchi che proseguono fino al 2011 con il Liceo Artistico di Venezia, perfezio-nandosi sotto la guida del prof. Maurizio Favaretto. Entra nel mondo della pittura in punta di piedi ma con le idee molto chiare su ciò che intende esprimere. Carla predilige la tecnica ad olio, acrilico e tempera. Adora fissare con schizzi veloci a matita e a inchiostro quello che vede sul suo taccuino da viaggio.
Ora, finalmente, si sente pronta ad affrontare il parere del pubblico con la sua prima personale. Va detto che la sua partecipazione a vari concorsi e numerose collettive, nelle quali ha avuto riconoscimenti e premiazioni, sono una oggettiva affermazione delle sue capacità pittoriche. Se esiste una pittura che riveli la personalità dell'artista, quella di Carla è senz'altro da annoverare tra queste. Infatti ogni sua opera, qualunque sia il soggetto, si potrebbe intitolare 'autoritratto', tanto di lei c'è nelle sue opere. Nel dipingere, Carla, esprime un suo mondo dove la realtà viene filtrata attraverso la lente soffusa del suo vedere le cose.
Non ci sono urla, ne ricerca gratuita di effetti, tutto viene reso per mezzo di velature e piccoli tocchi di pennello. Le sue opere sono intrise di luce tenue e il sole, nei suoi dipinti non abbacina. I suoi soggetti, siano essi ritratti o paesaggi, vengono rivelati usando leggere variazioni cromatiche che fanno affiorare gli elementi e disvelano le luci e le ombre, dando all'insieme un particolare effetto tonale. È inevitabilmente figlia della grande tradizione veneziana e da questa ha ereditato la magia del comporre la sua pittura direttamente con il colore, senza passare dalla 'restrizione' del disegno preventivo. Le sue composizioni danno una visione poetica, priva di accenti eccessivi. Sa esprimere, con pochi tratti, in un lieve sussurro, la visione di un mondo fatto di piccole cose, ma che hanno la capacità evocativa di chi sa osservare e vedere. È piacevole immergersi in questo suo mondo dove regna un'atmosfera di serenità e noi siamo grati a Carla per essere stati invitati a condividere la sua poetica. (Testo a cura di Franco Sergio Bianchi)
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33761.htm






Contents in Continents

L'Atelier 3 + 10, un loft destinato alla ricerca sul contemporaneo, sarà inaugurato con la mostra collettiva Contents in Continents, curata da Saverio Simi de Burgis.
L’esposizione intende dare avvio concreto all’apertura di un’area di 500 metri quadrati, gestita da artisti internazionali, alcuni residenti a Venezia, aprendosi a confronti polivalenti e interculturali con le realtà giovanili attualmente più emergenti, in molti casi usciti da poco dagli studi accademici dei vari laboratori di ricerca. L’attuale mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione di due artisti qui residenti quali Marija Markovic ( Belgrado, 1982) e Zhongqi Geng (Shenyang, 1982) assieme al curatore. Questa prima rassegna vedrà la partecipazione di artisti presenti sul territorio come Daniele Bianchi, Silvano Tessarollo, Gino Blanc, Silvia de’ Giudici, Alessandro Lombardo, Luka Sirok, Elena Marocchi, Roberta Cianciola, Bruno Amplatz, Aran Nbimurwanko, Raniero Piccoli, Ivana Bukovac, Iva Lulashi, Anabel Ciliberti, assieme a un nutrito gruppo di artisti cinesi Zhao Bing, Liao Biru, Yang Yifan, He Shuo, Jia Minghao, Zhang Yue, Dai Yong, Lu Kangyou e con la partecipazione di Annalisa Tornabene, docente di Disegno all’Accademia di Belle Arti di Venezia e di Stefania Albertini e Giampiero Moioli (Albertini e Moioli), docenti di Scultura a Brera, a Milano, dove stanno portando avanti una ricerca legata alle nuove tecnologie applicate alla scultura. Con questa mostra dal carattere multimediale si intende entrare nel processo realizzativo di un’opera che contribuisca a leggere e a chiarire il rapporto di complementarietà tra il suo processo ideativo, contenutistico, e l’evidente e opportuna rispondenza del fare manuale attraverso i vari media utilizzati, da quelli tradizionali a quelli più innovativi. Contents in Continents, vuole dare avvio a una serie di iniziative e di approfondimenti dove il laboratorio dell’artista possa diventare luogo espositivo aperto al pubblico e al rapporto con altri artisti per una crescita comune, in tal senso in una logica lontana dal chiuso mondo concepito all’interno dell’antica bottega rinascimentale. Un luogo di confronto che si apra in primis a un dibattito costruttivo con le stesse Accademie di Belle Arti ma soprattutto sempre più concretamente e direttamente con le realtà esterne presenti e attive nel territorio, ma non solo.
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Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33859.htm
 
 
 
 
 
 
 
Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia 1957-1962
 

Proseguendo la fattiva collaborazione con l’Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia, la Casa del Cinema ospita una nuova mostra fotografica d’ambientazione veneziana: Luci, sguardi e zucchero filato. Giostre e giostrai a Venezia. 1957 – 1962. La mostra prosegue nel lavoro di ricerca, archiviazione e valorizzazione del vasto e spesso inesplorato patrimonio fotografico degli autori veneziani che, nel corso della seconda metà del Novecento, hanno documentato “per immagini” Venezia e il suo territorio, l’economia e la società. Il progetto fotografico portato avanti da Gigi Ferrigno, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, sul “Luna Park” di riva degli Schiavoni e in altri campi veneziani che allora ospitavano le “giostre”, aveva scopi di documentazione sociale e d’intima indagine sull’uomo e sulla dignità della persona, sui suoi riti e sul “tempo lento” che ne scandiva il ritmo della vita. Non si trattava dunque di esercizio tecnico ed estetico fine a se stesso, ma di vera e propria presa di coscienza di un nuovo modo di fare fotografia, secodo i dettami della fotografia sociale d’oltreoceano ma senza ignorare le correnti sperimentali già affermate a livello internazionale.
Sono esposte in mostra una trentina di fotografie che ci raccontano, o ci ricordano, la “magicità” del Luna Park. Nelle fotografie di Ferrigno scopriamo così un mondo di luci, sguardi e zucchero filato, riflessi e “storie umane” che allo sguardo del visitatore potranno sembrare perfino surreali. Un mondo semplice e spontaneo che non può non farci pensare a un certo neorealismo nel cinema, per dichiarata ammissione dello stesso Ferrigno. Dall’Arsenale sino a San Zaccaria: un chilometro continuo d’intreccio di tubi e di baracche in ferro e legno, di fili elettrici e di “scintille”, di barchette e di ottovolanti, di fucili ad aria compressa e di pesciolini rossi, di odori di olio bruciato e di profumo di frittelle e zucchero filato. Fotografie veloci, per lo più scattate di sera senza cavalletto e senza flash che altrimenti, come dice Ferrigno, rischiava di “congelare troppo l’immagine”. Immagini dove l’attimo colto al volo arricchiva di un valore estetico ed innovativo quel certo “mosso” e gli effetti stranianti che questo rimandava sulla carta fotografica: spettacolari e quasi simboliche le scintille ed i riflessi dell’automobile in curva sull’autodromo elettrico, alla guida un confuso soggetto maschile che, pur senza averne noi la certezza, pare fissare l’obiettivo del fotografo, impressionando la pellicola e restituendoci un’incredibile fotografia di grande dinamismo e suggestione quasi futurista.
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33477.htm
 
 
 
 
 
 
05 MAGGIO 2015
 
 
 
Rob Pruitt’s Flea Market
                 

Dal 5 all’8 maggio 2015, in occasione delle giornate di anteprima della Biennale Arte, l’artista americano Rob Pruitt (1964) presenta, per la prima volta a Venezia, il suo celebre progetto “Rob Pruitt’s Flea Market”. L’evento avrà luogo presso la A plus A Gallery e sarà organizzato in collaborazione con gli studenti del “22° Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee”, presso la School for Curatorial Studies Venice. Il progetto è a cura di Tommaso Speretta. Con questo lavoro Rob Pruitt invita la comunità artistica internazionale a collaborare con artisti locali nella creazione di un mercatino delle pulci dove la dimensione artistica e commerciale si fondono nella vivace atmosfera tipica dei mercati all’aperto. Il “Rob Pruitt’s Flea Market” è un inusuale “bazar d’artista” in cui gli artisti, invitati personalmente da Pruitt, sono liberi di dare piena espressione alla propria creatività, coinvolgendo attivamente i visitatori. L’interazione spontanea tra artisti e pubblico darà luogo ogni giorno dell’evento a una situazione diversa e imprevedibile.
Gli artisti possono esporre e vendere oggetti personali, mettere insieme improbabili bric-à-brac, realizzare vere opere d’arte e creare eventi partecipativi e performativi. I visitatori hanno l’occasione di entrare in diretto contatto con gli artisti, acquistare vestiti vintage, stampe, opere d’arte (alcune delle quali realizzate direttamente in situ), libri, oggetti bizzarri, assaggiare un cocktail d’artista, partecipare a performance e muoversi liberamente all'interno dello spazio espositivo. Inoltre, al termine di ogni giornata è prevista un’azione partecipativa finalizzata al totale coinvolgimento del pubblico. Il progetto di Pruitt intende ridurre il confine esistente tra opera d’arte e oggetto d’uso comune e, ricreando un vero e proprio flea market in un contesto diverso, offre una chiave di comprensione delle logiche del mercato dell’arte contemporanea. La natura coinvolgente del progetto, che privilegia un’estetica di uguaglianza, è caratteristica del lavoro di Pruitt che oscilla continuamente fra condanna e celebrazione della produzione e del consumo del mondo attuale. Attraverso una pluralità di linguaggi e mezzi artistici – pittura, installazione, scultura – le sue opere, volutamente ambivalenti, si prendono gioco delle logiche commerciali e dell'onnipresente cultura consumistica, ma rimandano anche ad aspetti più intimi e personali. Il “Flea Market” trova a Venezia, da secoli uno dei più importanti crocevia di scambi commerciali e culturali, il proprio contesto ideale. Questa versione inedita fornisce un’esperienza parallela alternativa al tradizionale circuito della Biennale d’Arte. Durante i giorni di anteprima un vasto pubblico di “addetti ai lavori” – artisti, curatori, critici, giornalisti – si mescolerà con la comunità locale e con le complesse dinamiche sociali di una città unica al mondo. La natura performativa dell’evento mette in luce l’aspetto commerciale dell’arte, solitamente nascosto o parzialmente celato, abbattendo le tradizionali barriere che separano artista, opera e pubblico. Ciò diventa spunto per una riflessione sulle dinamiche di inclusione ed esclusione del mondo dell’arte, sulle sue regole economiche, sul valore sociale assegnato agli oggetti e sul rapporto di autenticità e di proprietà dell'opera d'arte. Artisti e visitatori vengono coinvolti in uno scambio paragonabile al baratto e alla contrattazione dei mercati all’aperto del passato, ma al tempo stesso non dissimile dai processi di negoziazione tra commercianti e collezionisti delle grandi fiere d’arte odierne.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
 
 
 
 
 
 
Figli di Marte: Warburg, Jünger, Brecht

Cosa c'entra la potenza d’amore con l’orrore della guerra? Quanto sapevano l'uno dell’altro i tre intellettuali tedeschi Aby Warburg, Ernst Jünger, Bertolt Brecht? Cosa pensava Warburg di Jünger? O Jünger di Brecht? Quanto erano consapevoli di muoversi sullo stesso terreno, coinvolti a distanza nello stesso esperimento di dire l'indicibile, l'orrore della Prima guerra mondiale, affidandosi alla potenza delle immagini,?
Guerra, memoria, potere delle immagini: tre protagonisti della cultura europea del Novecento sono convocati per la prima volta insieme, a incrociare i loro pensieri e i loro sguardi sulla rivoluzione dello spazio, del tempo, della percezione innescata dalla Prima guerra mondiale.
L’impatto della guerra genera naturalmente afasia: Aby Warburg, Ernst Jünger, Bertolt Brecht, da prospettive diverse, con diverse poetiche, inscenano, insieme, un inedito “teatro di Marte”, sfidano l’orrore dando la parola all’immagine. L’uomo, se non vuole limitarsi alla sopravvivenza, deve “prendere posizione”: riprendere la parola, rinominare il mondo: A B C.
Il Bilderatlas Mnemosyne di Aby Warburg (1929), la Veränderte Welt (Il Mondo Mutato) di Ernst Jünger (1933), la Kriegsfibel (Abici della guerra) di Bertolt Brecht (1933-1947) sono le opere presentate in mostra. L’Atlante di Warburg, l’opera fotografica di Jünger e il sillabario di ‘fotoepigrammi’ di Brecht, insieme ‘fanno simbolo’: chiamate a dialogare fra loro, diventano contrassegni diversi e complementari dell’atto di rinominazione di un mondo che, dopo la guerra, non sarebbe più stato lo stesso.
Tra i materiali di queste opere, attraverso il pensiero eccentrico dei tre intellettuali, si traccia il disegno di una “amicizia stellare” – una costellazione dominata dall’influsso incostante e inquieto di Marte. Marte, la cui orbita ellittica insegna a Keplero a inventare la modernità, rivoluzionando il disegno del cosmo. Ares, “il più odioso degli dei”, che è però anche lo spirito eracliteo del polemos che innesca movimento e dà vita al mondo. E ancora Ares, amante di Afrodite, che temperato da amore concepisce Armonia.
 
Biglietto: ingresso libero
organizzatori
 
 
 
 
 
 
 
 
Istanti di quotidiano
      

La mostra individuale di Carla Bagno. Artista che vive e lavora a Venezia, Carla Bagno si avvicina alla pittura relativamente tardi, anche se va detto che, fin dalla più tenera età, si sentiva attratta da questo mondo e amava disegnare e cimentarsi con la copia dal vero. Gli studi prima, due lauree, e gli impegni di lavoro poi l'hanno distolta da quella passione, che era rimasta assopita, ma che col tempo riemergeva. Dal 2006 frequenta i corsi di disegno e pittura tenuti da Maria Teresa Sartori e Franco S. Bianchi che proseguono fino al 2011 con il Liceo Artistico di Venezia, perfezio-nandosi sotto la guida del prof. Maurizio Favaretto. Entra nel mondo della pittura in punta di piedi ma con le idee molto chiare su ciò che intende esprimere. Carla predilige la tecnica ad olio, acrilico e tempera. Adora fissare con schizzi veloci a matita e a inchiostro quello che vede sul suo taccuino da viaggio.
Ora, finalmente, si sente pronta ad affrontare il parere del pubblico con la sua prima personale. Va detto che la sua partecipazione a vari concorsi e numerose collettive, nelle quali ha avuto riconoscimenti e premiazioni, sono una oggettiva affermazione delle sue capacità pittoriche. Se esiste una pittura che riveli la personalità dell'artista, quella di Carla è senz'altro da annoverare tra queste. Infatti ogni sua opera, qualunque sia il soggetto, si potrebbe intitolare 'autoritratto', tanto di lei c'è nelle sue opere. Nel dipingere, Carla, esprime un suo mondo dove la realtà viene filtrata attraverso la lente soffusa del suo vedere le cose.
Non ci sono urla, ne ricerca gratuita di effetti, tutto viene reso per mezzo di velature e piccoli tocchi di pennello. Le sue opere sono intrise di luce tenue e il sole, nei suoi dipinti non abbacina. I suoi soggetti, siano essi ritratti o paesaggi, vengono rivelati usando leggere variazioni cromatiche che fanno affiorare gli elementi e disvelano le luci e le ombre, dando all'insieme un particolare effetto tonale. È inevitabilmente figlia della grande tradizione veneziana e da questa ha ereditato la magia del comporre la sua pittura direttamente con il colore, senza passare dalla 'restrizione' del disegno preventivo. Le sue composizioni danno una visione poetica, priva di accenti eccessivi. Sa esprimere, con pochi tratti, in un lieve sussurro, la visione di un mondo fatto di piccole cose, ma che hanno la capacità evocativa di chi sa osservare e vedere. È piacevole immergersi in questo suo mondo dove regna un'atmosfera di serenità e noi siamo grati a Carla per essere stati invitati a condividere la sua poetica. (Testo a cura di Franco Sergio Bianchi)
dettagli
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33761.htm
 
 
 
 

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