giovedì 12 febbraio 2015

DAL 11 AL 15 FEBBRAIO 2015 - VENEZIA GRATIS _ VENICE FOR FREE


11 FEBBRAIO 2015

Sei uomini ciechi ed un elefante


 
E' l'evento di presentazione degli ambienti sensoriali e dei libri d'artista, realizzati dagli studenti del Laboratorio di Arte diretto da Luca Trevisani, ​con la collaborazione di Mario Ciaramitaro per il corso di laurea in Design della moda e arti multimediali diretto da Maria Luisa Frisa.
L'idea di trasformare l'occasione dell'esame in una presentazione pubblica nasce dall'identità del laboratorio stesso: un luogo dove attivare sperimentazioni che hanno bisogno dello spettatore per essere verificate.
Il Laboratorio di Arte è stato organizzato come ambiente di apprendimento multidisciplinare fatto di stimoli pratici e teorici, di esercizi di isolamento e di concentrazione, alternando lavoro di gruppo a lezioni frontali e a incursioni di ospiti portatori di saperi diversi.
Durante le cinque giornate di esposizione, 60 studenti del corso presenteranno i risultati del loro lavoro su due temi: la forma del libro d'artista e la realizzazione di una scultura per non vedenti, concepita cioè per dialogare con i sensi e con il corpo del pubblico.
dettagli
Biglietto: ingresso libero
dove
Magazzino 6 - Ex Ligabue
Dorsoduro 1827 (Stazione Marittima San Basilio), 30123 Venezia
Centro Storico
Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33084.htm





12 FEBBRAIO 2015

 Il Festino di Arlecchino
        

 
Canzoni di Carnevale - frottole erotiche e villanelle – canzoni da battello veneziane e brani dal Teatro alla moda di Benedetto Marcello
dettagli
dove
Ateneo Veneto
San Marco 1897 - 30124 Venezia
Centro Storico
 
Biglietto: ingresso libero
 Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33013.htm



13 FEBBRAIO 2015

 A occhi spalancati


 
“A occhi spalancati” è l’anticipazione, meglio l’anteprima di un nuovo grande museo di Mosca, quello dell'Impressionismo Russo che aprirà i battenti nella capitale russa nel prossimo autunno. Per annunciare e far conoscere quello che è destinato ad essere uno dei “musei imperdibili” per ogni turista che si recherà a Mosca, la direzione della futura istituzione ha deciso di anticipare l’apertura al pubblico con due importanti preview: la prima si è svolta in Russia, nel Museo di Ivanovo, all'inizio dell'autunno scorso e ora è la volta di Venezia, unica tappa estera. Qui, dal 13 febbraio al 12 aprile, in Palazzo Franchetti, il pubblico italiano e internazionale potrà ammirare 50 capolavori del futuro museo moscovita, il meglio del meglio della sua imponente collezione d’arte. Un “biglietto da visita” estremamente raffinato, per annunciare una collezione di sicuro interesse internazionale.
La rassegna veneziana è curata da Yulia Petrova, direttore del Museo dell'Impressionismo Russo, e da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, responsabili del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell'Università Ca' Foscari e di una serie di prestigiose e apprezzate attività espositive che dal 2010 hanno diffuso in Italia alcuni essenziali aspetti dell'arte russa degli ultimi due secoli. È un’indicazione interessante dell'originale politica culturale e della speciale mission dell'istituzione moscovita: favorire, attraverso esposizioni temporanee, in Russia e all’estero, la conoscenza di una rilevante tendenza dell’arte russa, in particolare quella che caratterizza l'epoca tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, una fase ancora poco conosciuta, a parte alcuni grandi nomi, della vicenda artistica e del ruolo internazionale della moderna arte russa.
Le 50 opere sono esposte in un percorso che accosta tra loro soggetti tematicamente contigui (il paesaggio, la scena urbana, la figura in un interno), con una dovuta ma non sempre vincolante attenzione alla cronologia. Il momento di maggior fioritura dell’Impressionismo in Russia è di qualche lustro successivo alla svolta dell'arte francese intervenuta tra settimo e ottavo decennio dell'Ottocento, e comprende soprattutto l'ultimo decennio del secolo e l’inizio di quello successivo. Ma questo non significa che possa essere considerato la variante provinciale di quello francese e nemmeno la sporadica scelta di maniera di qualche pittore. L’Impressionismo era già divenuto infatti il tempestivo punto di riferimento per l’opera di paesaggisti come Fedor Vasil’ev, aveva influenzato la ricerca di Polenov e di Repin, dopo un loro soggiorno in Francia e, grazie a questi maestri, era presto diventato oggetto di studio per gli studenti della Scuola di Pittura, Architettura e Scultura di Mosca, alcuni dei quali destinati - come Konstantin Juon, Petr Petrovicev e Stanislav Zukovskij, tutti presenti in mostra – a un ruolo di primaria importanza prima, durante e dopo l'avvento delle Avanguardie. La tradizione di dipingere alla maniera impressionista continua poi per buona parte del Novecento, ed è documentata in mostra con opere di Koncalovskij, Grabar', Kustodiev, Baranov-Rossiné, con altri pittori insospettabili, come Sergej Gerasimov o Georgij Savickij, e persino con artisti molto legati al realismo socialista, come Aleksandr Gerasimov e Dmitrij Nalbandjan. D'altra parte l'immagine guida della mostra – i Manifesti sotto la pioggia di Pimenov (1973) - dimostra con ogni evidenza come la matrice impressionistica caratterizzi con un certo rilievo anche il periodo del disgelo post staliniano. La mostra veneziana allinea insomma le prime esplicite rimeditazioni e rielaborazioni della rivoluzione artistica francese, evidenzia la tenace persistenza, per buona parte del Novecento, di questo approccio alla raffigurazione della vita individuale e dei suoi scenari e sottolinea la perdurante attualità di questa matrice. Per questo l'arco cronologico delle opere in mostra spazia da alcuni rari dipinti giovanili di Konstantin Korovin, il più famoso esponente dell’Impressionismo russo, e di Valentin Serov sino ad anni recentissimi, con pittori come Vladimir Rogozin e Valerij Kosljakov, che non si possono certo considerare “impressionisti” in senso stretto ma per i quali sono risultate fondamentali le ricerche dei loro predecessori alla fine del XIX secolo e che raccolgono oggi, idealmente ed efficacemente, in una chiave contemporanea, la loro eredità.
 
dettagli
dove
Palazzo Franchetti
San Marco, 2842- Venezia
Centro Storico
 
Biglietto: ingresso libero

 Fonte:http://www.agendavenezia.org/it/evento-32805.htm



Next Stop Mestre


 

Mostra fotografica, con fotografie di Mario Vidor
Prima sfida: affidare a Mario Vidor, che non vive a Mestre, il compito di analizzare attraverso la macchina fotografica la cultura architettonica di Mestre come si presenta oggi: la parte storica in gran parte restaurata, il cuore urbano riqualificato, le periferie ostaggio dei centri commerciali, novelle megalopoli del consumismo moderno. Oggigiorno le immagini sono diventate un mezzo di comunicazione universale non verbale sempre più totalizzante, da cui è ormai impossibile prescindere, soprattutto dopo la cosiddetta “rivoluzione digitale”, che negli ultimi venti anni ha sconvolto gli stili di vita e la percezione del mondo. Tante immagini affollano il nostro quotidiano, la televisione, il web, la pubblicità, saturando le capacità ricettive dei nostri occhi, e di fatto limitando la capacità di osservazione critica della realtà. Un occhio estraneo, libero dalla cristallizzazione della consuetudine e della memoria, coglie della realtà un’immagine sì personale, ritagliata, ridimensionata e ricostruita, ma anche in qualche modo “diversa”, la quale divenendo nel momento stesso in cui viene rappresentata una visione, preserva e risveglia in chi guarda una capacità di osservazione critica della realtà. Seconda sfida: tentare un ritratto del volto cambiato di Mestre dopo vent’anni di cantieri infiniti e paralizzanti, facendo parlare i luoghi, come se fossero la lingua degli occhi e senza pregiudizi allineare un continuum di immagini nel tentativo di ricostruire una visione totale della realtà. Cubi e parallelepipedi colorati accanto alle vetrate liberty della galleria Matteotti, graffiti sui muri, contemporanei esempi di street art e i bambini sulle giostre, corsi d’acqua su cui si specchiano nuove architetture, anonimi condomini degli anni settanta e palazzi ottocenteschi ricordandoci che Mestre è anche una città d’acqua, i parchi come piazze in cui incontrarsi e fare sport, suggestivi angoli romantici scambiati da famosi registi per scorci parigini, un mosaico di momenti di vita mestrina che alla fine sveleranno l’intera scena. Terza sfida: presentare Mestre come città del futuro, appunto Next Stop Mestre. Le immagini di una città sono strettamente intrecciate a quelle del tempo. Il tempo moderno è un tempo metropolitano, non più legato al lento e regolare ritmo della natura, ma alla condivisione di spazi all’interno di processi produttivi allargati, che vanno dal commercio, all’industria, alla cultura. Il tempo passa e il suo fluire si rispecchia nella vita di una città, plasmando la condizione dell’immagine urbana e il suo contenuto. Il nuovo volto di Mestre cerca di rispondere alle esigenze della modernità, ricordando il passato ma con lo sguardo rivolto al futuro. (Testo di Elena Povellato, curatrice della mostra)
 
dettagli
dove
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
Terraferma
 
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33066.htm





14 FEBBRAIO 2015

 A occhi spalancati


 
“A occhi spalancati” è l’anticipazione, meglio l’anteprima di un nuovo grande museo di Mosca, quello dell'Impressionismo Russo che aprirà i battenti nella capitale russa nel prossimo autunno. Per annunciare e far conoscere quello che è destinato ad essere uno dei “musei imperdibili” per ogni turista che si recherà a Mosca, la direzione della futura istituzione ha deciso di anticipare l’apertura al pubblico con due importanti preview: la prima si è svolta in Russia, nel Museo di Ivanovo, all'inizio dell'autunno scorso e ora è la volta di Venezia, unica tappa estera. Qui, dal 13 febbraio al 12 aprile, in Palazzo Franchetti, il pubblico italiano e internazionale potrà ammirare 50 capolavori del futuro museo moscovita, il meglio del meglio della sua imponente collezione d’arte. Un “biglietto da visita” estremamente raffinato, per annunciare una collezione di sicuro interesse internazionale.
La rassegna veneziana è curata da Yulia Petrova, direttore del Museo dell'Impressionismo Russo, e da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, responsabili del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell'Università Ca' Foscari e di una serie di prestigiose e apprezzate attività espositive che dal 2010 hanno diffuso in Italia alcuni essenziali aspetti dell'arte russa degli ultimi due secoli. È un’indicazione interessante dell'originale politica culturale e della speciale mission dell'istituzione moscovita: favorire, attraverso esposizioni temporanee, in Russia e all’estero, la conoscenza di una rilevante tendenza dell’arte russa, in particolare quella che caratterizza l'epoca tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, una fase ancora poco conosciuta, a parte alcuni grandi nomi, della vicenda artistica e del ruolo internazionale della moderna arte russa.
Le 50 opere sono esposte in un percorso che accosta tra loro soggetti tematicamente contigui (il paesaggio, la scena urbana, la figura in un interno), con una dovuta ma non sempre vincolante attenzione alla cronologia. Il momento di maggior fioritura dell’Impressionismo in Russia è di qualche lustro successivo alla svolta dell'arte francese intervenuta tra settimo e ottavo decennio dell'Ottocento, e comprende soprattutto l'ultimo decennio del secolo e l’inizio di quello successivo. Ma questo non significa che possa essere considerato la variante provinciale di quello francese e nemmeno la sporadica scelta di maniera di qualche pittore. L’Impressionismo era già divenuto infatti il tempestivo punto di riferimento per l’opera di paesaggisti come Fedor Vasil’ev, aveva influenzato la ricerca di Polenov e di Repin, dopo un loro soggiorno in Francia e, grazie a questi maestri, era presto diventato oggetto di studio per gli studenti della Scuola di Pittura, Architettura e Scultura di Mosca, alcuni dei quali destinati - come Konstantin Juon, Petr Petrovicev e Stanislav Zukovskij, tutti presenti in mostra – a un ruolo di primaria importanza prima, durante e dopo l'avvento delle Avanguardie. La tradizione di dipingere alla maniera impressionista continua poi per buona parte del Novecento, ed è documentata in mostra con opere di Koncalovskij, Grabar', Kustodiev, Baranov-Rossiné, con altri pittori insospettabili, come Sergej Gerasimov o Georgij Savickij, e persino con artisti molto legati al realismo socialista, come Aleksandr Gerasimov e Dmitrij Nalbandjan. D'altra parte l'immagine guida della mostra – i Manifesti sotto la pioggia di Pimenov (1973) - dimostra con ogni evidenza come la matrice impressionistica caratterizzi con un certo rilievo anche il periodo del disgelo post staliniano. La mostra veneziana allinea insomma le prime esplicite rimeditazioni e rielaborazioni della rivoluzione artistica francese, evidenzia la tenace persistenza, per buona parte del Novecento, di questo approccio alla raffigurazione della vita individuale e dei suoi scenari e sottolinea la perdurante attualità di questa matrice. Per questo l'arco cronologico delle opere in mostra spazia da alcuni rari dipinti giovanili di Konstantin Korovin, il più famoso esponente dell’Impressionismo russo, e di Valentin Serov sino ad anni recentissimi, con pittori come Vladimir Rogozin e Valerij Kosljakov, che non si possono certo considerare “impressionisti” in senso stretto ma per i quali sono risultate fondamentali le ricerche dei loro predecessori alla fine del XIX secolo e che raccolgono oggi, idealmente ed efficacemente, in una chiave contemporanea, la loro eredità.
 
dettagli
dove
Palazzo Franchetti
San Marco, 2842- Venezia
Centro Storico
 
Biglietto: ingresso libero

 Fonte:http://www.agendavenezia.org/it/evento-32805.htm







15 FEBBRAIO 2015

Carnevale 2015, il volo dell'aquila in piazza San Marco


Presso Piazza San Marco Dal 15/02/2015 Al 15/02/2015


Anche per l'edizione 2015 del Carnevale, lo spettacolo del volo o, meglio, dello "svolo", si replica domenica 15 febbraio con "Il volo dell'aquila" un altro spettacolare volo di un ospite speciale dal campanile di San Marco fino al palco del Gran Teatro, regalando nuove emozioni al pubblico del Carnevale. Lo scorso anno l'aquila del Carnevale 2014 fu Carolina Kostner, medaglia olimpica di bronzo alle Olimpiadi di Sochi. Il 15 febbraio 2015, invece, sarà Giusy Versace.

Fonte: http://www.veneziatoday.it/eventi/sagre/il-volo-dell-aquila-carnevale-2015-venezia.html




Carnevale 2015, il volo dell'asino a Mestre


Presso Piazza Ferretto Mestre Dal 15/02/2015 Al 15/02/2015


Torna a Mestre il Volo dell'Asino, parodia del "volo dell'angelo" di Piazza San Marco. Un evento pieno di allegria e di divertimento, in cui un ospite  si calerà dalla Torre fino alla piazza, vestito da asino.
La storia del Volo dell'Asino
La domenica di Carnevale del 2002 Roberto Cargnelli, presidente dell’associazione Mandragola, convince l’attore Andrea Pizzato a calarsi dal balcone dell’allora centro Civico di Via Poerio, un primo tentativo di volo che ha trovato poi nella Torre la sua sede naturale. Negli anni a seguire, grazie alla stretta collaborazione creativa ed organizzativa tra Mandragola e Luciano “Fricchetti” Trevisan di Ossigeno, si è assistito a una continua crescita di questa manifestazione, nata come garbata parodia del volo dell’angelo dal campanile di San Marco a Venezia, tanto da diventare oggi uno dei principali eventi del Carnevale di Venezia. Nel breve volgere di un decennio quello che sembrava un innocente scherzo di Carnevale è diventato una nuova tradizione per la città di Mestre e il simbolo più significativo del Carnevale di Terraferma. Lungo la calata l'asino dà consistenza alla sua peculiarità, ovvero quella del "cagare denari", che piombano sulla folla sottostante sotto forma di monete di cioccolata. Per un giorno a Mestre gli asini volano, nel solco della più autentica tradizione del Carnevale medievale come momento di "mondo alla roversa".
L’albo d’oro delle altre edizioni:
2003 Andrea Pizzato, di Rajeta Teatro, si cala dalla Torre in veste d’asino; da buon scalatore utilizza una corda doppia come fosse in parete; non è ancora un vero e proprio volo ma intanto ci si prova.
2004 E’ la volta del compianto Luigi Sicuranza, venuto a mancare nel 2007: si esibisce in uno spettacolo di trasformismo di calata dall’alto. Dalla torre esce un pipistrello gigante: le sue nere ali sbattono sulla parete mentre inizia la discesa ... ad un tratto appare il diavolo e poi l'angelo che si affrontano in una lotta cruenta in cui il diavolo ne esce perdente. Poetico e indimenticabile.
2005 Gigi Miracol si cala in groppa ad una sagoma d’asino; esce ancora dalla finestra a fianco dell’orologio come avevano fatto i suoi “predecessori”. L’asino in questione, come poi farà nelle successive edizioni, “caga denari” come nella miglior tradizione carnevalesca popolare.
2006 Il ritorno di Andrea Pizzato che finalmente si toglie la soddisfazione di eseguire un vero e proprio volo, in quanto nel frattempo i Lavori Pubblici del Comune di Venezia hanno provveduto a sistemare un pozzetto a terra e un’apposita staffa in acciaio removibile sul tetto, per poter tendere in sicurezza un vero cavo d’acciaio partendo dai merli in sommità e non più dalla finestrella. Ad attenderlo a terra gli asini in carne ed ossa del Circo Asinelli.
2007 Prima delle tre edizioni dove gli asini vengono scelti tra testimonial del mondo dello sport: per primo il campione mestrino di karatè Roberto Padovan. Commento a terra di Paola Brolati. A tutti i partecipanti tra il pubblico delle orecchie d’asino di cartone a mo’ di coroncina da indossare in testa. Il colpo d’occhio è notevole. Gli asini in carne ed ossa sono dell’ Asineria del giglio mentre la colonna musicale è a cura dei Muzirkus, quartetto che ibrida la musica kletzmer con numeri circensi.
2008 Vola il campione di canottaggio Nicola Dall’Acqua. Commento a terra di Fabio Koryu Calabrò, che compone per l’occasione un motivetto musicale parafrando “guardo gli asini che volano nel ciel” di Alberto Sordi. Diventerà l’inno del volo dell’asino.
2009 Vola il campione di ciclismo Marzio Bruseghin e la scelta non è casuale. Egli stesso allevatore d’asini si circonda di fans con le tipiche orecchie di peluche sul copricapo. A terra presenta ancora Fabio Koryu Calabrò, con i quadrupedi dell’Asineria del Giglio e Dante Cigarini. Commento musicale a cura della Banda Liberatori in concerto.
2010 Testimonial dal mondo dello spettacolo ma sempre con un occhio di riguardo alle realtà locali. Vola Monica Zuccon cantando il motivetto originale di Alberto Sordi “Quardo gli asini che volano nel ciel…” Ad attenderla a terra immancabile Salvatore Esposito.
2011 Sir Oliver Skardy: dopo la ventennale esperienza da front-man dei Pitura Freska, nel 2002, scioltasi la band, Skardy ha intrapreso la carriera di cantante solista, aperta dal singolo "President Buana" e proseguita nel 2004 con l'album "Grande Bidello".
2012 un vero e proprio volo: l’asino è la pattinatrice Giulia Cotugno (protagonista del musical "Winx on Ice"), che si è librata in cielo dalla Torre appesa a una piccola mongolfiera in volo frenato, ed è poi atterrata sulla pista di pattinaggio su ghiaccio di Piazza Ferretto per una spettacolare esibizione.
2013 Andrea Spiller, giocatore dell'under 16 dell'Hockey Asiago ha vestito i panni dell'Asino. Ad accoglierlo in Piazza, le 12 Marie, simbolo della tradizione del del Carnevale di Venezia.
2014 Federica Zanin, ha volteggiato nel cielo di Mestre, campionessa mondiale di pattinaggio su rotelle nel novembre scorso si è aggiudicata la medaglia d'argento, nella categoria grandi gruppi, dei campionati del mondo di pattinaggio artistico a rotelle a Taipei (Taiwan)

Fonte: http://www.veneziatoday.it/eventi/sagre/il-volo-dell-asino-mestre-carnevale-venezia-15-febbraio-2015.html





 A occhi spalancati

“A occhi spalancati” è l’anticipazione, meglio l’anteprima di un nuovo grande museo di Mosca, quello dell'Impressionismo Russo che aprirà i battenti nella capitale russa nel prossimo autunno. Per annunciare e far conoscere quello che è destinato ad essere uno dei “musei imperdibili” per ogni turista che si recherà a Mosca, la direzione della futura istituzione ha deciso di anticipare l’apertura al pubblico con due importanti preview: la prima si è svolta in Russia, nel Museo di Ivanovo, all'inizio dell'autunno scorso e ora è la volta di Venezia, unica tappa estera. Qui, dal 13 febbraio al 12 aprile, in Palazzo Franchetti, il pubblico italiano e internazionale potrà ammirare 50 capolavori del futuro museo moscovita, il meglio del meglio della sua imponente collezione d’arte. Un “biglietto da visita” estremamente raffinato, per annunciare una collezione di sicuro interesse internazionale.
La rassegna veneziana è curata da Yulia Petrova, direttore del Museo dell'Impressionismo Russo, e da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, responsabili del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell'Università Ca' Foscari e di una serie di prestigiose e apprezzate attività espositive che dal 2010 hanno diffuso in Italia alcuni essenziali aspetti dell'arte russa degli ultimi due secoli. È un’indicazione interessante dell'originale politica culturale e della speciale mission dell'istituzione moscovita: favorire, attraverso esposizioni temporanee, in Russia e all’estero, la conoscenza di una rilevante tendenza dell’arte russa, in particolare quella che caratterizza l'epoca tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, una fase ancora poco conosciuta, a parte alcuni grandi nomi, della vicenda artistica e del ruolo internazionale della moderna arte russa.
Le 50 opere sono esposte in un percorso che accosta tra loro soggetti tematicamente contigui (il paesaggio, la scena urbana, la figura in un interno), con una dovuta ma non sempre vincolante attenzione alla cronologia. Il momento di maggior fioritura dell’Impressionismo in Russia è di qualche lustro successivo alla svolta dell'arte francese intervenuta tra settimo e ottavo decennio dell'Ottocento, e comprende soprattutto l'ultimo decennio del secolo e l’inizio di quello successivo. Ma questo non significa che possa essere considerato la variante provinciale di quello francese e nemmeno la sporadica scelta di maniera di qualche pittore. L’Impressionismo era già divenuto infatti il tempestivo punto di riferimento per l’opera di paesaggisti come Fedor Vasil’ev, aveva influenzato la ricerca di Polenov e di Repin, dopo un loro soggiorno in Francia e, grazie a questi maestri, era presto diventato oggetto di studio per gli studenti della Scuola di Pittura, Architettura e Scultura di Mosca, alcuni dei quali destinati - come Konstantin Juon, Petr Petrovicev e Stanislav Zukovskij, tutti presenti in mostra – a un ruolo di primaria importanza prima, durante e dopo l'avvento delle Avanguardie. La tradizione di dipingere alla maniera impressionista continua poi per buona parte del Novecento, ed è documentata in mostra con opere di Koncalovskij, Grabar', Kustodiev, Baranov-Rossiné, con altri pittori insospettabili, come Sergej Gerasimov o Georgij Savickij, e persino con artisti molto legati al realismo socialista, come Aleksandr Gerasimov e Dmitrij Nalbandjan. D'altra parte l'immagine guida della mostra – i Manifesti sotto la pioggia di Pimenov (1973) - dimostra con ogni evidenza come la matrice impressionistica caratterizzi con un certo rilievo anche il periodo del disgelo post staliniano. La mostra veneziana allinea insomma le prime esplicite rimeditazioni e rielaborazioni della rivoluzione artistica francese, evidenzia la tenace persistenza, per buona parte del Novecento, di questo approccio alla raffigurazione della vita individuale e dei suoi scenari e sottolinea la perdurante attualità di questa matrice. Per questo l'arco cronologico delle opere in mostra spazia da alcuni rari dipinti giovanili di Konstantin Korovin, il più famoso esponente dell’Impressionismo russo, e di Valentin Serov sino ad anni recentissimi, con pittori come Vladimir Rogozin e Valerij Kosljakov, che non si possono certo considerare “impressionisti” in senso stretto ma per i quali sono risultate fondamentali le ricerche dei loro predecessori alla fine del XIX secolo e che raccolgono oggi, idealmente ed efficacemente, in una chiave contemporanea, la loro eredità.
 
dettagli
dove
Palazzo Franchetti
San Marco, 2842- Venezia
Centro Storico
 
Biglietto: ingresso libero

 Fonte:http://www.agendavenezia.org/it/evento-32805.htm



Next Stop Mestre

Mostra fotografica, con fotografie di Mario Vidor
Prima sfida: affidare a Mario Vidor, che non vive a Mestre, il compito di analizzare attraverso la macchina fotografica la cultura architettonica di Mestre come si presenta oggi: la parte storica in gran parte restaurata, il cuore urbano riqualificato, le periferie ostaggio dei centri commerciali, novelle megalopoli del consumismo moderno. Oggigiorno le immagini sono diventate un mezzo di comunicazione universale non verbale sempre più totalizzante, da cui è ormai impossibile prescindere, soprattutto dopo la cosiddetta “rivoluzione digitale”, che negli ultimi venti anni ha sconvolto gli stili di vita e la percezione del mondo. Tante immagini affollano il nostro quotidiano, la televisione, il web, la pubblicità, saturando le capacità ricettive dei nostri occhi, e di fatto limitando la capacità di osservazione critica della realtà. Un occhio estraneo, libero dalla cristallizzazione della consuetudine e della memoria, coglie della realtà un’immagine sì personale, ritagliata, ridimensionata e ricostruita, ma anche in qualche modo “diversa”, la quale divenendo nel momento stesso in cui viene rappresentata una visione, preserva e risveglia in chi guarda una capacità di osservazione critica della realtà. Seconda sfida: tentare un ritratto del volto cambiato di Mestre dopo vent’anni di cantieri infiniti e paralizzanti, facendo parlare i luoghi, come se fossero la lingua degli occhi e senza pregiudizi allineare un continuum di immagini nel tentativo di ricostruire una visione totale della realtà. Cubi e parallelepipedi colorati accanto alle vetrate liberty della galleria Matteotti, graffiti sui muri, contemporanei esempi di street art e i bambini sulle giostre, corsi d’acqua su cui si specchiano nuove architetture, anonimi condomini degli anni settanta e palazzi ottocenteschi ricordandoci che Mestre è anche una città d’acqua, i parchi come piazze in cui incontrarsi e fare sport, suggestivi angoli romantici scambiati da famosi registi per scorci parigini, un mosaico di momenti di vita mestrina che alla fine sveleranno l’intera scena. Terza sfida: presentare Mestre come città del futuro, appunto Next Stop Mestre. Le immagini di una città sono strettamente intrecciate a quelle del tempo. Il tempo moderno è un tempo metropolitano, non più legato al lento e regolare ritmo della natura, ma alla condivisione di spazi all’interno di processi produttivi allargati, che vanno dal commercio, all’industria, alla cultura. Il tempo passa e il suo fluire si rispecchia nella vita di una città, plasmando la condizione dell’immagine urbana e il suo contenuto. Il nuovo volto di Mestre cerca di rispondere alle esigenze della modernità, ricordando il passato ma con lo sguardo rivolto al futuro. (Testo di Elena Povellato, curatrice della mostra)
 
dettagli
dove
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
Terraferma
 
Biglietto: ingresso libero

Fonte: http://www.agendavenezia.org/it/evento-33066.htm



 

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